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Fuochi di gioia e lacrime d’argento
Apparati effimeri e memorie a stampa in onore di Luisa Elisabetta di Borbone
Comunicato stampa
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Esattamente 250 anni fa Parma, Piacenza e Guastalla commemoravano la loro duchessa Luisa Elisabetta di Borbone, scomparsa prematuramente a Versailles il 6 dicembre 1759.
I sudditi la chiamavano -Babet-, il nomignolo usato affettuosamente da suo padre, Luigi XV di Francia, che per lei nutriva una vera predilezione. Una vita breve la sua, ma singolare anche in un secolo straordinario per l'emancipazione femminile come il Settecento: fu infatti una donna volitiva, indipendente e brillante, ma anche una moglie affezionata (tenerissime le lettere al marito don Filippo, il suo -cher Pippo-) e una madre scrupolosa (si deve a lei la scelta di Condillac, famoso losofo sensista, quale istitutore del glio don Ferdinando).
Sposata appena dodicenne a don Flippo di Borbone, futuro duca di Parma, fu un'abile diplomatica (progetto' le nozze della primogenita Isabella con Giuseppe d'Asburgo, futuro imperatore d'Austria) e fu sensibile all'arte, quale corollario della regalità, chiamando dalla Francia architetti, artisti e intellettuali per dare nuovo volto alle regge di Parma, Colorno e Sala Baganza, con l'obiettivo di replicare i fasti della Versailles che aveva conosciuto nella sua infanzia dorata.
La Fondazione Cariparma e il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambiente, Territorio e Architettura dell'Università di Parma hanno deciso di ricordare questo personaggio, ancora poco approfondito dalla storiograa europea, oltre che dei Ducati, e il primo decennio borbonico a Parma con una serie di quattro manifestazioni.
La prima ha coinciso con la presentazione pubblica della terza versione nota di un ritratto postumo di Luisa Elisabetta, dipinto da Jean Marc Nattier e conservato in collezione privata, esposto a Palazzo Bossi Bocchi accanto a quello ormai conosciutissimo di proprietà della Fondazione, opera di Louis Michel Van Loo, e ad alcuni pezzi scelti fra i disegni e le incisioni appartenenti alle collezioni della Fondazione.
Il secondo appuntamento inaugurerà l'11 aprile prossimo: una mostra dal titolo -Fuochi di gioia e lacrime d'argento. Apparati efmeri e memorie a stampa in onore di Luisa Elisabetta di Borbone-. S'indaga sugli allestimenti e sull'editoria d'occasione che hanno scandito la breve esistenza di Babet: le feste nuziali a Parigi, le tappe durante i numerosi viaggi ufciali, il battesimo del glio Ferdinando (i fuochi di gioia) e inne le esequie solenni a Parigi, Piacenza, Guastalla e Parma (le lacrime d'argento), quest'ultime volute dalla Corte nella chiesa dell'Annunziata e afdate all'architetto Ennemond Alexandre Petitot.
La mostra intende indagare un episodio emblematico della straordinaria stagione settecentesca di eventi spettacolari e di editoria d'occasione, riproponendone gli apparati attraverso riproduzioni in due e tre dimensioni, oltre naturalmente a pezzi originali, scelti fra i disegni e i dipinti appartenenti alle collezioni della Fondazione Cariparma, a raccolte private e a collezioni pubbliche, tra le quali spicca quella della Biblioteca Palatina, cui appartengono rarissime e preziose edizioni commemorative delle feste dinastiche parigine ed emiliane.
Durante il periodo di apertura, a Palazzo Bossi Bocchi saranno organizzate conferenze e visite guidate (il 15 aprile Alessandro Malinverni parlerà dell'Efmero eternato nel caso delle feste parigine del 1739; il 23 aprile sarà la volta di Carlo Mambriani e Davide Gasparotto, che presenteranno la mostra al pubblico della -Settimana della Cultura-).
Tra il 16 e il 20 giugno 2010 e' prevista la visita alle Collezioni d'arte della Fondazione Cariparma da parte dell'Associazione Culturale GHAMU (Groupe Histoire Architecture Mentalite's Urbaines), composta da specialisti del Settecento europeo legati all'Università della Sorbona; nell'occasione saranno mostrati i disegni di Petitot appartenenti alle collezioni d'arte della Fondazione Cariparma, in particolare quelli legati alla committenza della Duchessa e alla trasformazione di Parma in occasione delle nozze di Isabella con il futuro imperatore, nonche' i numerosi ritratti dei personaggi della corte borbonica esposti a Palazzo Bossi Bocchi.
Inne, dal 16 al 18 settembre 2010 Parma ospiterà un convegno internazionale di studi dedicato alla gura di Luisa Elisabetta e al primo decennio di dominio borbonico a Parma 1749-1759, organizzato dai professori Carlo Mambriani (Università di Parma) e Gianfranco Fiaccadori (Università di Milano), con l'aiuto di enti locali (come la Provincia, i comuni di Sala Baganza e Colorno, l'Arma dei Carabinieri, la Biblioteca Palatina) e nalizzato a una migliore comprensione dei profondi legami storici, artistici e culturali tra Parma e la Francia. Hanno già aderito importanti studiosi francesi, italiani e spagnoli, esperti di varie discipline storiche e artistiche, al ne di offrire una panoramica esaustiva - dalla storia alla losoa e alla letteratura, dall'arte alla musica e al costume - di un periodo nora poco indagato negli studi, che pure ha segnato la prima apertura dei Ducati a una dimensione veramente internazionale e cosmopolita, costituendo l'indispensabile premessa all'età aurea e piu' nota di Parma quale «Atene d'Italia».
I sudditi la chiamavano -Babet-, il nomignolo usato affettuosamente da suo padre, Luigi XV di Francia, che per lei nutriva una vera predilezione. Una vita breve la sua, ma singolare anche in un secolo straordinario per l'emancipazione femminile come il Settecento: fu infatti una donna volitiva, indipendente e brillante, ma anche una moglie affezionata (tenerissime le lettere al marito don Filippo, il suo -cher Pippo-) e una madre scrupolosa (si deve a lei la scelta di Condillac, famoso losofo sensista, quale istitutore del glio don Ferdinando).
Sposata appena dodicenne a don Flippo di Borbone, futuro duca di Parma, fu un'abile diplomatica (progetto' le nozze della primogenita Isabella con Giuseppe d'Asburgo, futuro imperatore d'Austria) e fu sensibile all'arte, quale corollario della regalità, chiamando dalla Francia architetti, artisti e intellettuali per dare nuovo volto alle regge di Parma, Colorno e Sala Baganza, con l'obiettivo di replicare i fasti della Versailles che aveva conosciuto nella sua infanzia dorata.
La Fondazione Cariparma e il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambiente, Territorio e Architettura dell'Università di Parma hanno deciso di ricordare questo personaggio, ancora poco approfondito dalla storiograa europea, oltre che dei Ducati, e il primo decennio borbonico a Parma con una serie di quattro manifestazioni.
La prima ha coinciso con la presentazione pubblica della terza versione nota di un ritratto postumo di Luisa Elisabetta, dipinto da Jean Marc Nattier e conservato in collezione privata, esposto a Palazzo Bossi Bocchi accanto a quello ormai conosciutissimo di proprietà della Fondazione, opera di Louis Michel Van Loo, e ad alcuni pezzi scelti fra i disegni e le incisioni appartenenti alle collezioni della Fondazione.
Il secondo appuntamento inaugurerà l'11 aprile prossimo: una mostra dal titolo -Fuochi di gioia e lacrime d'argento. Apparati efmeri e memorie a stampa in onore di Luisa Elisabetta di Borbone-. S'indaga sugli allestimenti e sull'editoria d'occasione che hanno scandito la breve esistenza di Babet: le feste nuziali a Parigi, le tappe durante i numerosi viaggi ufciali, il battesimo del glio Ferdinando (i fuochi di gioia) e inne le esequie solenni a Parigi, Piacenza, Guastalla e Parma (le lacrime d'argento), quest'ultime volute dalla Corte nella chiesa dell'Annunziata e afdate all'architetto Ennemond Alexandre Petitot.
La mostra intende indagare un episodio emblematico della straordinaria stagione settecentesca di eventi spettacolari e di editoria d'occasione, riproponendone gli apparati attraverso riproduzioni in due e tre dimensioni, oltre naturalmente a pezzi originali, scelti fra i disegni e i dipinti appartenenti alle collezioni della Fondazione Cariparma, a raccolte private e a collezioni pubbliche, tra le quali spicca quella della Biblioteca Palatina, cui appartengono rarissime e preziose edizioni commemorative delle feste dinastiche parigine ed emiliane.
Durante il periodo di apertura, a Palazzo Bossi Bocchi saranno organizzate conferenze e visite guidate (il 15 aprile Alessandro Malinverni parlerà dell'Efmero eternato nel caso delle feste parigine del 1739; il 23 aprile sarà la volta di Carlo Mambriani e Davide Gasparotto, che presenteranno la mostra al pubblico della -Settimana della Cultura-).
Tra il 16 e il 20 giugno 2010 e' prevista la visita alle Collezioni d'arte della Fondazione Cariparma da parte dell'Associazione Culturale GHAMU (Groupe Histoire Architecture Mentalite's Urbaines), composta da specialisti del Settecento europeo legati all'Università della Sorbona; nell'occasione saranno mostrati i disegni di Petitot appartenenti alle collezioni d'arte della Fondazione Cariparma, in particolare quelli legati alla committenza della Duchessa e alla trasformazione di Parma in occasione delle nozze di Isabella con il futuro imperatore, nonche' i numerosi ritratti dei personaggi della corte borbonica esposti a Palazzo Bossi Bocchi.
Inne, dal 16 al 18 settembre 2010 Parma ospiterà un convegno internazionale di studi dedicato alla gura di Luisa Elisabetta e al primo decennio di dominio borbonico a Parma 1749-1759, organizzato dai professori Carlo Mambriani (Università di Parma) e Gianfranco Fiaccadori (Università di Milano), con l'aiuto di enti locali (come la Provincia, i comuni di Sala Baganza e Colorno, l'Arma dei Carabinieri, la Biblioteca Palatina) e nalizzato a una migliore comprensione dei profondi legami storici, artistici e culturali tra Parma e la Francia. Hanno già aderito importanti studiosi francesi, italiani e spagnoli, esperti di varie discipline storiche e artistiche, al ne di offrire una panoramica esaustiva - dalla storia alla losoa e alla letteratura, dall'arte alla musica e al costume - di un periodo nora poco indagato negli studi, che pure ha segnato la prima apertura dei Ducati a una dimensione veramente internazionale e cosmopolita, costituendo l'indispensabile premessa all'età aurea e piu' nota di Parma quale «Atene d'Italia».
11
aprile 2010
Fuochi di gioia e lacrime d’argento
Dall'undici aprile al 16 maggio 2010
Location
PALAZZO BOSSI BOCCHI
Parma, Strada Ponte Caprazucca, 4, (Parma)
Parma, Strada Ponte Caprazucca, 4, (Parma)
Orario di apertura
da martedì a domenica, dalle 10-12,30 e dalle 15-18,30; lunedì non festivi chiuso (aperto lunedì 24 marzo)