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Fuoco sacro
Nella mostra Fuoco sacro la Galleria Blu di Milano propone una scelta rigorosa di artisti di fama internazionale (Bonalumi, Burri, Chadwick, Ernst, Fontana, Giacometti, Klee, Picasso, Santomaso, Vedova, Wols) viene integrata dalla presenza del lavoro di tre artisti da decenni presenti nelle mostre della galleria (Guido Biasi, Claudio Costa e Vincenzo Ferrari) e di tre artisti contemporanei su cui la galleria guarda con attenzione (Federico Guida, Davide Nido e Alessandro Verdi).
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In coerenza con l’atteggiamento tenuto dalla galleria per più di 50 anni, la Blu riprende un tema su cui aveva già costruito un evento nel 1998, nella convinzione che la memoria sia lo strumento indispensabile per comprendere il presente e progettare con metodo il futuro.
Se allora la mostra Fuoco sacro proponeva “Da Schiele a Fontana”, una selezione di rare opere di grandi maestri, ora una scelta altrettanto rigorosa di artisti di fama internazionale - Bonalumi, Burri, Chadwick, Ernst, Fontana, Giacometti, Klee, Picasso, Santomaso, Vedova, Wols - viene integrata dalla presenza del lavoro di tre artisti da decenni presenti nelle mostre della galleria, i quali hanno operato a partire dagli anni ’60 su un versante dell’arte cui non è stata prestata la dovuta attenzione né dalla critica, né dal mercato e che saranno i protagonisti della mostra successiva dal titolo non casuale, “Lo spazio della memoria”: Guido Biasi, Claudio Costa e Vincenzo Ferrari.
A concludere l’esposizione figurano le opere dei contemporanei Federico Guida, Davide Nido e Alessandro Verdi, artisti in cui la galleria ha riconosciuto i presupposti per un autentico futuro della memoria.
Citando il comunicato stampa di allora: “veniva chiamato fuoco sacro, dai poeti e dagli artisti, quell'impulso (un tempo considerato di origine divina) che illuminava loro la mente ponendoli in uno stato di privilegio, di capacità creativa. Con il passare degli anni il suo significato è diventato sinonimo di esaltazione dell'animo e del sentimento. Questa metafora un po’ enfatica è ancora significativa se si ritiene che le opere d'arte possano, attraverso un processo conoscitivo primario, essere una delle chiavi d'accesso a delle verità profonde altrimenti inattingibili.
Sotto questa luce l'arte, come il fuoco, ha il potere di accendere chi è ad essa suscettibile, e, come la fiamma, ha la capacità di illuminare e riscaldare, accrescendo nell'uomo la consapevolezza e la pienezza della esistenza.
In questo senso il fuoco sacro accomuna artisti di diversa estrazione storica ed artistica ed in ognuno di loro trova differenti canali di espressione di cui la mostra cerca di proporre esempi illuminanti”.
Tra le opere esposte spiccano: Musique, un’importante gouache del 1919 di Pablo Picasso, già esposta alla galleria Kruger di Parigi e Tramonto sulla città industriale, un olio di Santomaso del 1955 esposto a Palazzo Reale a Milano e al Wilhelm-Hack Museum di Ludwigshafen (Germania) nel 1986 e alla mostra dedicata al maestro dalla Fondazione Cini di Venezia nel 2008.
Se allora la mostra Fuoco sacro proponeva “Da Schiele a Fontana”, una selezione di rare opere di grandi maestri, ora una scelta altrettanto rigorosa di artisti di fama internazionale - Bonalumi, Burri, Chadwick, Ernst, Fontana, Giacometti, Klee, Picasso, Santomaso, Vedova, Wols - viene integrata dalla presenza del lavoro di tre artisti da decenni presenti nelle mostre della galleria, i quali hanno operato a partire dagli anni ’60 su un versante dell’arte cui non è stata prestata la dovuta attenzione né dalla critica, né dal mercato e che saranno i protagonisti della mostra successiva dal titolo non casuale, “Lo spazio della memoria”: Guido Biasi, Claudio Costa e Vincenzo Ferrari.
A concludere l’esposizione figurano le opere dei contemporanei Federico Guida, Davide Nido e Alessandro Verdi, artisti in cui la galleria ha riconosciuto i presupposti per un autentico futuro della memoria.
Citando il comunicato stampa di allora: “veniva chiamato fuoco sacro, dai poeti e dagli artisti, quell'impulso (un tempo considerato di origine divina) che illuminava loro la mente ponendoli in uno stato di privilegio, di capacità creativa. Con il passare degli anni il suo significato è diventato sinonimo di esaltazione dell'animo e del sentimento. Questa metafora un po’ enfatica è ancora significativa se si ritiene che le opere d'arte possano, attraverso un processo conoscitivo primario, essere una delle chiavi d'accesso a delle verità profonde altrimenti inattingibili.
Sotto questa luce l'arte, come il fuoco, ha il potere di accendere chi è ad essa suscettibile, e, come la fiamma, ha la capacità di illuminare e riscaldare, accrescendo nell'uomo la consapevolezza e la pienezza della esistenza.
In questo senso il fuoco sacro accomuna artisti di diversa estrazione storica ed artistica ed in ognuno di loro trova differenti canali di espressione di cui la mostra cerca di proporre esempi illuminanti”.
Tra le opere esposte spiccano: Musique, un’importante gouache del 1919 di Pablo Picasso, già esposta alla galleria Kruger di Parigi e Tramonto sulla città industriale, un olio di Santomaso del 1955 esposto a Palazzo Reale a Milano e al Wilhelm-Hack Museum di Ludwigshafen (Germania) nel 1986 e alla mostra dedicata al maestro dalla Fondazione Cini di Venezia nel 2008.
14
febbraio 2011
Fuoco sacro
Dal 14 febbraio al 22 aprile 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA BLU
Milano, Via Senato, 18, (Milano)
Milano, Via Senato, 18, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 10-12.30 / 15.30-19.00, sabato 15.30-19.00 (chiuso domenica e festivi)
Vernissage
14 Febbraio 2011, ore 21
Ufficio stampa
UESSEARTE
Autore