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Fuori Contesto
La mostra costituisce il terzo appuntamento del “Viaggio intorno all’opera” , curato da Maria Flora Giubilei e dedicato a tre artisti contemporanei, Francesco Arena, Pietro Geranzani e Roberto Merani.
Comunicato stampa
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terzo appuntamento del "Viaggio intorno all'opera" , curato da Maria Flora Giubilei e dedicato a tre artisti contemporanei, Francesco Arena, Pietro Geranzani e Roberto Merani le cui opere, in buona parte appositamente progettate e realizzate, "intaccano" gli algidi spazi museali di Villa Grimaldi Fassio e, in alcuni casi, si proiettano virtualmente nel parco. Segni forti grazie ai quali il contesto del museo di Nervi si offre con immagini e potenzialità diverse, di dialogo, di dibattito, di sperimentazione artistica.
Le opere , le installazioni dei tre artisti, che vantano un consistente curriculum di mostre e iniziative in ambito nazionale e internazionale, entrano "dentro il contesto" museale intridendolo di un bagno di contemporaneità talvolta lacerante, violandone l'incantesimo di collezione isolata nella storia, quasi intoccabile dagli affanni del mondo.
Dall'800 post-unitario al 2000 delle Twin Towers, della globalizzazione e dei clandestini extracomunitari: un secolo e mezzo di guerre, illusioni e disillusioni che, oggi, per picchi, si riassume nelle storie ad alta densità simbolica esposte nel museo.
Due sono tuttavia gli aspetti che accomunano gli artisti "storici" e gli artisti contemporanei documentati nell'esposizione attuale: da un lato l'esigenza di dare spazio a inquietudini, emotività, simbolismi e irrazionalità, dall'altro la volontà di catturare, con tecniche diverse e miste, la fugacità di immagini, di dare concretezza a sensazioni e presenze ectoplasmiche, di ottenere dei "fermo-immagine", vuoi col pennello, vuoi col mezzo fotografico o digitale, che ambiguamente rendano l'impressione di un'estemporaneità progettuale ed esecutiva, in alcuni casi gestuale.
Potente, drammatico e di esasperato respiro manierista il racconto attualissimo di Pietro Geranzani, un vero distillato di aulici riferimenti alla storia, all'arte antica e alle vicende contemporanee, fissato in quattro grandi tele-fotogrammi (Atta-llah Martire & Rivoluzionario e Atta-llah Nel paradiso dei martiri, ispirati alle più recenti vicende del terrorismo internazionale; Ombra ammonitrice III; Ovvero il moderno Prometeo), evoluzione di quelle Ombre ammonitrici del 1997 che lasciavano sulla tela tracce, tanto inafferrabili, quanto perentorie, di forme e materia in odore di Gerhard Richter.
Dedicate all'ambiguità della visione e della rappresentazione sono le fotografie della serie Emergency di Francesco Arena; venti immagini che, raccogliendo codici espressivi anche legati alla pubblicità, annullano la progettualità sottesa e la sofisticata elaborazione tecnica a favore di effetti di immediatezza. Fotografie sature di rossi che cancellano i particolari e che, per temi - la bocca, l'occhio, il corpo femminile e la maternità, il corpo maschile e la sua anatomia - saranno affiancate ad alcuni dei dipinti del museo a marcare, con effetti stranianti, indirizzi di espressione e ricerca artistica alternative ad un secolo di distanza.
Sette installazioni retroilluminate di Roberto Merani entrano negli spazi delle finestre del museo per proporre sguardi disincantati sul territorio usurato, in un dialettico rimando al parco in cui il museo si trova. Due di esse sono legate ai contenuti e a particolari spazi del museo: Lo straniero, inserita nella sala delle opere di artisti stranieri, figura ispirata al dibattito scaturito intorno alla presenza degli emigrati clandestini e Tesi a consumare metereologici assalti-arie, acque, riflessione-denuncia circa lo sfruttamento della risorsa-territorio ospitata nello splendido bagno della villa. Le rimanenti sono cinque finestre artificiali "aperte" su ricuciture paesaggistiche elaborate in digitale, con "sovrascritture" pittoriche dell'artista che, guardando a Kiefer, Richter e Rainer, inserisce, non solo grondanti cromie per ripassare precedenti segni virtuali, ma anche materiali vegetali secchi e dati documentari.
Le opere , le installazioni dei tre artisti, che vantano un consistente curriculum di mostre e iniziative in ambito nazionale e internazionale, entrano "dentro il contesto" museale intridendolo di un bagno di contemporaneità talvolta lacerante, violandone l'incantesimo di collezione isolata nella storia, quasi intoccabile dagli affanni del mondo.
Dall'800 post-unitario al 2000 delle Twin Towers, della globalizzazione e dei clandestini extracomunitari: un secolo e mezzo di guerre, illusioni e disillusioni che, oggi, per picchi, si riassume nelle storie ad alta densità simbolica esposte nel museo.
Due sono tuttavia gli aspetti che accomunano gli artisti "storici" e gli artisti contemporanei documentati nell'esposizione attuale: da un lato l'esigenza di dare spazio a inquietudini, emotività, simbolismi e irrazionalità, dall'altro la volontà di catturare, con tecniche diverse e miste, la fugacità di immagini, di dare concretezza a sensazioni e presenze ectoplasmiche, di ottenere dei "fermo-immagine", vuoi col pennello, vuoi col mezzo fotografico o digitale, che ambiguamente rendano l'impressione di un'estemporaneità progettuale ed esecutiva, in alcuni casi gestuale.
Potente, drammatico e di esasperato respiro manierista il racconto attualissimo di Pietro Geranzani, un vero distillato di aulici riferimenti alla storia, all'arte antica e alle vicende contemporanee, fissato in quattro grandi tele-fotogrammi (Atta-llah Martire & Rivoluzionario e Atta-llah Nel paradiso dei martiri, ispirati alle più recenti vicende del terrorismo internazionale; Ombra ammonitrice III; Ovvero il moderno Prometeo), evoluzione di quelle Ombre ammonitrici del 1997 che lasciavano sulla tela tracce, tanto inafferrabili, quanto perentorie, di forme e materia in odore di Gerhard Richter.
Dedicate all'ambiguità della visione e della rappresentazione sono le fotografie della serie Emergency di Francesco Arena; venti immagini che, raccogliendo codici espressivi anche legati alla pubblicità, annullano la progettualità sottesa e la sofisticata elaborazione tecnica a favore di effetti di immediatezza. Fotografie sature di rossi che cancellano i particolari e che, per temi - la bocca, l'occhio, il corpo femminile e la maternità, il corpo maschile e la sua anatomia - saranno affiancate ad alcuni dei dipinti del museo a marcare, con effetti stranianti, indirizzi di espressione e ricerca artistica alternative ad un secolo di distanza.
Sette installazioni retroilluminate di Roberto Merani entrano negli spazi delle finestre del museo per proporre sguardi disincantati sul territorio usurato, in un dialettico rimando al parco in cui il museo si trova. Due di esse sono legate ai contenuti e a particolari spazi del museo: Lo straniero, inserita nella sala delle opere di artisti stranieri, figura ispirata al dibattito scaturito intorno alla presenza degli emigrati clandestini e Tesi a consumare metereologici assalti-arie, acque, riflessione-denuncia circa lo sfruttamento della risorsa-territorio ospitata nello splendido bagno della villa. Le rimanenti sono cinque finestre artificiali "aperte" su ricuciture paesaggistiche elaborate in digitale, con "sovrascritture" pittoriche dell'artista che, guardando a Kiefer, Richter e Rainer, inserisce, non solo grondanti cromie per ripassare precedenti segni virtuali, ma anche materiali vegetali secchi e dati documentari.
14
novembre 2003
Fuori Contesto
Dal 14 novembre 2003 all'undici gennaio 2004
arte contemporanea
Location
Villa Grimaldi Fassio
Genova, Via Capolungo, 9, (Genova)
Genova, Via Capolungo, 9, (Genova)
Biglietti
intero Euro 3,10 e ridotto Euro 2,07.
L'accesso è sempre gratuito per chi ha meno di 18 anni e più di 60 ed ogni domenica lo è per tutti. Libero accesso per i possessori della
Card Musei di Genova
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 19.00; il sabato e la domenica dalle ore 10.00 alle 19.00.
Vernissage
14 Novembre 2003, ore 17