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Fuori menù
La galleria Davico Arte apre la nuova stagione presentando “Fuori menù – a tavola con Luigi Baratta, Francesco De Molfetta, Max Ferrigno, Mery Rigo”.
Comunicato stampa
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La galleria Davico Arte apre la nuova stagione presentando “Fuori menù – a tavola con Luigi Baratta, Francesco De Molfetta, Max Ferrigno, Mery Rigo”.
“Unico fra gli animali, l’uomo vuole che il suo cibo non sia solo “buono da mangiare”, ma vuole anche, citando Lévi-Strauss, che sia “buono da pensare”, perché fra tutte le cose di cui ci nutriamo vi sono anche le idee” (Michael Pollan).
Luigi Baratta appartiene al Realismo, una forma artistica che mira a riprodurre accuratamente la realtà che ci circonda. Baratta dipinge il cibo in quanto tale. Diventa così difficile non allungare la mano per rubare un delizioso e colorato chewing gum dal barattolo, quasi a ritornar fanciulli. Così come è naturale sentire il profumo di un buon piatto di maccheroni al sugo di pomodoro e basilico.
A metà strada tra surrealismo e “new pop”, Francesco De Molfetta, dice di sè: “Proprio come i giocattoli, le mie opere sono uno strumento per generare emozioni, per inventare nuovi modi di giocare, per riflettere su come le immagini influiscano sulle nostre vite. Immagini già molto conosciute e assorbite dalle masse sono le migliori quando vengono manipolate e diventano gioco, proprio perché sono le più diffuse dai media, l’elemento destabilizzante del mio intervento crea un cortocircuito ironico molto più efficace.” Raccontare Il cibo è da sempre un elemento fondamentale del “gioco di Demo: cibo icona e status, nutrimento, e gola, ma anche eccesso.
Max Ferrigno ha da sempre un rapporto strettissimo con il cibo, nella sua pittura “pop surrealista”. I dolcetti, così come la frutta o i packaging di famosi brand alimentari, sono sempre antropomorfi, coloratissimi e pop: tutti molto carini e simpatici ….. all’apparenza. Non facciamoci ingannare, perché la vena grottesco e macabro esce, inaspettata, dai tatuaggi su una bistecca dagli ingannatori, da una fetta di torta rosa aggredita dagli scarafaggi o da un povero ravanello con la sua sanguinante corona di spine. Cibo amico e nemico, anche qui amato e odiato, simbolo di una società al limite.
“Estrattismo” è il movimento di cui si fa portavoce Mery Rigo. Nelle sue tele frammentate parte da una visione iperrealistica per dilatare poi il particolare ed esasperarlo, fino a condurlo alla sua essenza più profonda , così “estratta” e portata alla luce. Un mosaico dove ogni frammento risulta parte fondamentale del tutto pur mantenendo la propria identità. Il cibo, come elemento naturale, da sempre la ispira.
A noi spettatori non resta che cominciare a nutrirci …….. non solo di cibo!
“Unico fra gli animali, l’uomo vuole che il suo cibo non sia solo “buono da mangiare”, ma vuole anche, citando Lévi-Strauss, che sia “buono da pensare”, perché fra tutte le cose di cui ci nutriamo vi sono anche le idee” (Michael Pollan).
Luigi Baratta appartiene al Realismo, una forma artistica che mira a riprodurre accuratamente la realtà che ci circonda. Baratta dipinge il cibo in quanto tale. Diventa così difficile non allungare la mano per rubare un delizioso e colorato chewing gum dal barattolo, quasi a ritornar fanciulli. Così come è naturale sentire il profumo di un buon piatto di maccheroni al sugo di pomodoro e basilico.
A metà strada tra surrealismo e “new pop”, Francesco De Molfetta, dice di sè: “Proprio come i giocattoli, le mie opere sono uno strumento per generare emozioni, per inventare nuovi modi di giocare, per riflettere su come le immagini influiscano sulle nostre vite. Immagini già molto conosciute e assorbite dalle masse sono le migliori quando vengono manipolate e diventano gioco, proprio perché sono le più diffuse dai media, l’elemento destabilizzante del mio intervento crea un cortocircuito ironico molto più efficace.” Raccontare Il cibo è da sempre un elemento fondamentale del “gioco di Demo: cibo icona e status, nutrimento, e gola, ma anche eccesso.
Max Ferrigno ha da sempre un rapporto strettissimo con il cibo, nella sua pittura “pop surrealista”. I dolcetti, così come la frutta o i packaging di famosi brand alimentari, sono sempre antropomorfi, coloratissimi e pop: tutti molto carini e simpatici ….. all’apparenza. Non facciamoci ingannare, perché la vena grottesco e macabro esce, inaspettata, dai tatuaggi su una bistecca dagli ingannatori, da una fetta di torta rosa aggredita dagli scarafaggi o da un povero ravanello con la sua sanguinante corona di spine. Cibo amico e nemico, anche qui amato e odiato, simbolo di una società al limite.
“Estrattismo” è il movimento di cui si fa portavoce Mery Rigo. Nelle sue tele frammentate parte da una visione iperrealistica per dilatare poi il particolare ed esasperarlo, fino a condurlo alla sua essenza più profonda , così “estratta” e portata alla luce. Un mosaico dove ogni frammento risulta parte fondamentale del tutto pur mantenendo la propria identità. Il cibo, come elemento naturale, da sempre la ispira.
A noi spettatori non resta che cominciare a nutrirci …….. non solo di cibo!
17
settembre 2015
Fuori menù
Dal 17 settembre al 17 ottobre 2015
arte contemporanea
Location
GALLERIA DAVICO
Torino, Galleria Subalpina, 30, (Torino)
Torino, Galleria Subalpina, 30, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-12.30 e 16-19.30
Vernissage
17 Settembre 2015, 18.30
Autore
Curatore