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Furio Cavallini
Le atmosfere di Cavallini sono quelle del ricordo, della reminiscenza di un passato vissuto che ritorna a parlare di sé con un tono vagamente malinconico, ma elegante, fiero.
Comunicato stampa
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Il cromatismo prevalente è quello del blu che diventa grigio ghiaccio, corretto da un rosa tenue o dal verde cupo, nelle composizioni di paesaggio.
La figura umana è rappresentata in nudi possenti, nella tradizione naturalistica di Courbet, per ricordare l’amore e l’attaccamento alla vita terrena, ma le contorsioni accennate rievocano quelle molto più esasperate di Schiele, in una continuità inscindibile tra fisico e psichico.
Di grande contenuto metafisico è il motivo della natura morta con sedia. Qui, pur in assenza della figura umana, gli oggetti, la sedia stessa e gli eventuali indumenti sopra adagiati (una o più giacche, un cappello, una borsa da viaggio), parlano di un uso, di un’azione che è stata e che è ancora possibile, della vita ancora presente, appena allontanatasi o in procinto di ritornare. L’artista però non si ferma a questo: la giacca è anche un po’ irrigidita in una auto-rappresentazione di sé, accentuata dalla prospettiva un po’ futurista del sedile della sedia, talvolta troppo aperto rispetto allo schienale, ma efficace nell’intenzione di mostrarsi nella sua interezza. In alcune opere è espressa una tacita richiesta di riposo che denuncia la tentazione di abbandonarsi un po’ dopo la fatica di un lungo viaggio. Cavallini ci riporta così all’esigenza di un concettualismo, già presente nella tradizione post-impressionista inaugurata da Cezanne.
I paesaggi della campagna toscana sono attraversati da un movimento spesso impetuoso a denunciare una grande spinta emotiva dall’interno, verso e attraverso l’esterno.
La figura umana è rappresentata in nudi possenti, nella tradizione naturalistica di Courbet, per ricordare l’amore e l’attaccamento alla vita terrena, ma le contorsioni accennate rievocano quelle molto più esasperate di Schiele, in una continuità inscindibile tra fisico e psichico.
Di grande contenuto metafisico è il motivo della natura morta con sedia. Qui, pur in assenza della figura umana, gli oggetti, la sedia stessa e gli eventuali indumenti sopra adagiati (una o più giacche, un cappello, una borsa da viaggio), parlano di un uso, di un’azione che è stata e che è ancora possibile, della vita ancora presente, appena allontanatasi o in procinto di ritornare. L’artista però non si ferma a questo: la giacca è anche un po’ irrigidita in una auto-rappresentazione di sé, accentuata dalla prospettiva un po’ futurista del sedile della sedia, talvolta troppo aperto rispetto allo schienale, ma efficace nell’intenzione di mostrarsi nella sua interezza. In alcune opere è espressa una tacita richiesta di riposo che denuncia la tentazione di abbandonarsi un po’ dopo la fatica di un lungo viaggio. Cavallini ci riporta così all’esigenza di un concettualismo, già presente nella tradizione post-impressionista inaugurata da Cezanne.
I paesaggi della campagna toscana sono attraversati da un movimento spesso impetuoso a denunciare una grande spinta emotiva dall’interno, verso e attraverso l’esterno.
29
maggio 2004
Furio Cavallini
Dal 29 maggio al 19 giugno 2004
arte contemporanea
Location
ACCADEMIA LIBERA NATURA E CULTURA
Montecatini Val Di Cecina, Via del Borgo, 1, (Pisa)
Montecatini Val Di Cecina, Via del Borgo, 1, (Pisa)
Orario di apertura
16-20 lunedi-venerdi
10-13 17-21 sab-dom
martedi chiuso
Vernissage
29 Maggio 2004, ore 17