Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
FUTURE, LANDSCAPE. A changing exhibition Parte II
Tenendo fede alla concezione di una mostra che si fa essa stessa luogo della trasformazione e della modificazione, nuove opere proveranno a declinare la complessità e la ricchezza di un senso tutto contemporaneo del paesaggio. Una tematica che di per se stessa sembra prestarsi ad un aggiornamento continuo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
FORTE MARGHERA – PARCO DEL CONTEMPORANEO
FUTURE, LANDSCAPE. A changing exhibition. II Fase
A cura di Riccardo Caldura con la collaborazione di Gianluca D’inca Levis, Guido Molinari e Paolo Toffoluti.
20 luglio – 31 agosto 2012
Inaugurazione: venerdì 20 luglio h. 18.00
Forte Marghera, Venezia - Mestre | Padiglione 36
Via Forte Marghera 30, Venezia Mestre
Orari: da giovedì a domenica dalle 17 alle 22
Tel. +39 041 5319706 fax +39 041 5311108
www.fortemarghera.org
www.parcodelcontemporaneo.it
ufficiostampa@parcodelcontemporaneo.it
Artisti in mostra (20 luglio – 31 agosto): Cuoghi Corsello, Dritan Hyska, Giovanni Morbin, Pavel
Mrkus, Serse, Eltjon Valle, Bianco-Valente, Michal Martychowiec, Italo Zuffi, Kai Uwe Schulte-
Bunert, Mario Sillani Djerrahian, Anita Sieff, Alex Bellan, Aristide Antonas, Loris Cecchini, Roberto
De Pol, Giovanni Ozzola, Paolo Parisi.
Nello straordinario comprensorio di Forte Marghera nel comune di Venezia, in una grande
area verde compresa fra l’area industriale, la città nuova e laguna, il 20 luglio si inaugura
la seconda parte della mostra Future, Landscape. A changing exhibition. Tenendo fede
alla concezione di una mostra che si fa essa stessa luogo della trasformazione e della
modificazione, nuove opere proveranno a declinare la complessità e la ricchezza di un
senso tutto contemporaneo del paesaggio. Una tematica che di per se stessa sembra
prestarsi ad un aggiornamento continuo. La tranquilla e apparentemente immutabile
serenità del paesaggio padano è stata sconvolta da un ordine/disordine della Terra che
sembrava estraneo a queste latitudini. L’abitare dell’uomo, nella consuetudine occidentale
ed europea, sembra fidarsi e basarsi sulla apparente immobilità delle cose, alle quali è
affidato il senso di una continuità che si fa storia, sedimentazione, quotidianità. Ma a ben
guardare altri epifenomeni meno eclatanti, meno devastanti di un terremoto, segnano
comunque il processo di modificazione incessante a cui è sottoposto l’ambiente che
ci circonda. I segni dell’abbandono di aree ex qualcosa (industriali, militari, turistiche)
indicano la crisi di vocazioni funzionali che sembravano non dover venir meno, e sono
invece le concrete testimonianze di una condizione che sta mutando. Solo la percezione
distratta che abbiamo del tempo non ci fa cogliere a pieno quel che accade comunque
sotto i nostri occhi.
Ogni paesaggio in qualche modo ha qualcosa di stupefacente, come se la sua
consuetudine faccia presagire qualcosa che consueto non è. Nei ricordi che abbiamo di
dipinti antichi di selve e boschi, quelle scene sembravano predisposte perché qualcosa
vi accadesse, come poteva essere l’apparizione subitanea di una ninfa. Ora non si tratta
più, o solo marginalmente, di selve o boschi, piuttosto di aree urbane, di un ibrido flettersi
del costruito verso il naturale che rende i nostri luoghi indecisi fra l’oggi e il non ancora. Vi
è dell’utopia nel senso stesso del paesaggio, in fondo mostrando e indicando ciò che ci
circonda si accenna ad un altrove. Come in un luogo di rovine ex-militari dove delle opere
e dei visitatori si danno un nuovo appuntamento.
Al primo atto di Future Landscape hanno preso parte opere di Bruno Estevan, Cristian
Chironi, Marco Citron, Roberta Franchetto, Antonio Guiotto, Tiziano Martini, Dacia
Manto, Paolo Parisi, Andreea Werner, Jonathan Vivacqua, Studiomobile, molte
delle quali verranno nuovamente esposte in un sito ex-industriale a Taibon Agordino per
Dolomiti Contemporanee dal 4 agosto.
Al secondo atto di Future, Landscape a Forte Marghera prenderanno parte paesaggi di
grandi dimensioni disegnati a matita con una perizia che li fa sembrare delle fotografie
(Serse, Italia); scene urbane dipinte con lo spray da una coppia di artisti writers fra i
più importanti in Italia (Cuoghi Corsello, Italia), l’ambiente devastato dall’estrazione
del petrolio nel sud dell’Albania (Eltjon Valle, Albania), gli incubi edilizi dei falansteri
giganteschi nelle periferie urbane (Dritan Hyska, Albania).
Opere, queste, già presenti nella prima fase della mostra e che conviveranno, dal 20
luglio al 31 agosto, con le nuove proposte: paesaggi sospesi in una psichedelica visione
onirica (Bianco-Valente, Italia), la residuale luminosità di foreste notturne (Michal
Martychowiec, Polonia), la narrazione della Terra come un organismo vivente osservata
mentre la si sorvola (Italo Zuffi, Italia), l’inquietante ‘normalità’ della vita quotidiana in
un paese emiliano poco prima del terremoto (Kai Uwe Schulte-Bunert, Germania), la
potenza attrattiva del vuoto (Mario Sillani Djerrahian, Armenia-Italia), la dimensione
temporale e soggettiva necessaria per riflettere e riflettersi (Anita Sieff, Italia)
Nutrita anche la presenza di opere che oscillano fra l’arte, lo spazio, l’architettura
mettendo in gioco il riciclo di materiali comuni per elaborare nuovi circuiti fra funzionalità
e disfunzionalità (Alex Bellan, Italia), il riadattamento di materiali per una nuova modalità
dell’abitare futuribile (Aristide Antonas, Grecia), la sospensione e l’esilità del costruire
a contatto con gli elementi naturali (Loris Cecchini, Italia), la precarietà di un angolo di
baraccopoli su qui batte la pioggia (Roberto De Pol, Italia), una visione che da un garage
si spalanca sul mare aperto (Giovanni Ozzola, Italia).
Completano l’esposizione artisti della prima fase che rinnoveranno la loro presenza con
altre ibridazioni fra artista/performer e paesaggio (Giovanni Morbin, Italia), con algide
registrazioni nella quali cieli infiniti si specchiano su supporti tecnologici high tech (Pavel
Mrkus, Repubblica Ceca), il germogliare di vegetazione su rappresentazioni geografiche
(Paolo Parisi, Italia).
FUTURE, LANDSCAPE. A changing exhibition. II Fase
A cura di Riccardo Caldura con la collaborazione di Gianluca D’inca Levis, Guido Molinari e Paolo Toffoluti.
20 luglio – 31 agosto 2012
Inaugurazione: venerdì 20 luglio h. 18.00
Forte Marghera, Venezia - Mestre | Padiglione 36
Via Forte Marghera 30, Venezia Mestre
Orari: da giovedì a domenica dalle 17 alle 22
Tel. +39 041 5319706 fax +39 041 5311108
www.fortemarghera.org
www.parcodelcontemporaneo.it
ufficiostampa@parcodelcontemporaneo.it
Artisti in mostra (20 luglio – 31 agosto): Cuoghi Corsello, Dritan Hyska, Giovanni Morbin, Pavel
Mrkus, Serse, Eltjon Valle, Bianco-Valente, Michal Martychowiec, Italo Zuffi, Kai Uwe Schulte-
Bunert, Mario Sillani Djerrahian, Anita Sieff, Alex Bellan, Aristide Antonas, Loris Cecchini, Roberto
De Pol, Giovanni Ozzola, Paolo Parisi.
Nello straordinario comprensorio di Forte Marghera nel comune di Venezia, in una grande
area verde compresa fra l’area industriale, la città nuova e laguna, il 20 luglio si inaugura
la seconda parte della mostra Future, Landscape. A changing exhibition. Tenendo fede
alla concezione di una mostra che si fa essa stessa luogo della trasformazione e della
modificazione, nuove opere proveranno a declinare la complessità e la ricchezza di un
senso tutto contemporaneo del paesaggio. Una tematica che di per se stessa sembra
prestarsi ad un aggiornamento continuo. La tranquilla e apparentemente immutabile
serenità del paesaggio padano è stata sconvolta da un ordine/disordine della Terra che
sembrava estraneo a queste latitudini. L’abitare dell’uomo, nella consuetudine occidentale
ed europea, sembra fidarsi e basarsi sulla apparente immobilità delle cose, alle quali è
affidato il senso di una continuità che si fa storia, sedimentazione, quotidianità. Ma a ben
guardare altri epifenomeni meno eclatanti, meno devastanti di un terremoto, segnano
comunque il processo di modificazione incessante a cui è sottoposto l’ambiente che
ci circonda. I segni dell’abbandono di aree ex qualcosa (industriali, militari, turistiche)
indicano la crisi di vocazioni funzionali che sembravano non dover venir meno, e sono
invece le concrete testimonianze di una condizione che sta mutando. Solo la percezione
distratta che abbiamo del tempo non ci fa cogliere a pieno quel che accade comunque
sotto i nostri occhi.
Ogni paesaggio in qualche modo ha qualcosa di stupefacente, come se la sua
consuetudine faccia presagire qualcosa che consueto non è. Nei ricordi che abbiamo di
dipinti antichi di selve e boschi, quelle scene sembravano predisposte perché qualcosa
vi accadesse, come poteva essere l’apparizione subitanea di una ninfa. Ora non si tratta
più, o solo marginalmente, di selve o boschi, piuttosto di aree urbane, di un ibrido flettersi
del costruito verso il naturale che rende i nostri luoghi indecisi fra l’oggi e il non ancora. Vi
è dell’utopia nel senso stesso del paesaggio, in fondo mostrando e indicando ciò che ci
circonda si accenna ad un altrove. Come in un luogo di rovine ex-militari dove delle opere
e dei visitatori si danno un nuovo appuntamento.
Al primo atto di Future Landscape hanno preso parte opere di Bruno Estevan, Cristian
Chironi, Marco Citron, Roberta Franchetto, Antonio Guiotto, Tiziano Martini, Dacia
Manto, Paolo Parisi, Andreea Werner, Jonathan Vivacqua, Studiomobile, molte
delle quali verranno nuovamente esposte in un sito ex-industriale a Taibon Agordino per
Dolomiti Contemporanee dal 4 agosto.
Al secondo atto di Future, Landscape a Forte Marghera prenderanno parte paesaggi di
grandi dimensioni disegnati a matita con una perizia che li fa sembrare delle fotografie
(Serse, Italia); scene urbane dipinte con lo spray da una coppia di artisti writers fra i
più importanti in Italia (Cuoghi Corsello, Italia), l’ambiente devastato dall’estrazione
del petrolio nel sud dell’Albania (Eltjon Valle, Albania), gli incubi edilizi dei falansteri
giganteschi nelle periferie urbane (Dritan Hyska, Albania).
Opere, queste, già presenti nella prima fase della mostra e che conviveranno, dal 20
luglio al 31 agosto, con le nuove proposte: paesaggi sospesi in una psichedelica visione
onirica (Bianco-Valente, Italia), la residuale luminosità di foreste notturne (Michal
Martychowiec, Polonia), la narrazione della Terra come un organismo vivente osservata
mentre la si sorvola (Italo Zuffi, Italia), l’inquietante ‘normalità’ della vita quotidiana in
un paese emiliano poco prima del terremoto (Kai Uwe Schulte-Bunert, Germania), la
potenza attrattiva del vuoto (Mario Sillani Djerrahian, Armenia-Italia), la dimensione
temporale e soggettiva necessaria per riflettere e riflettersi (Anita Sieff, Italia)
Nutrita anche la presenza di opere che oscillano fra l’arte, lo spazio, l’architettura
mettendo in gioco il riciclo di materiali comuni per elaborare nuovi circuiti fra funzionalità
e disfunzionalità (Alex Bellan, Italia), il riadattamento di materiali per una nuova modalità
dell’abitare futuribile (Aristide Antonas, Grecia), la sospensione e l’esilità del costruire
a contatto con gli elementi naturali (Loris Cecchini, Italia), la precarietà di un angolo di
baraccopoli su qui batte la pioggia (Roberto De Pol, Italia), una visione che da un garage
si spalanca sul mare aperto (Giovanni Ozzola, Italia).
Completano l’esposizione artisti della prima fase che rinnoveranno la loro presenza con
altre ibridazioni fra artista/performer e paesaggio (Giovanni Morbin, Italia), con algide
registrazioni nella quali cieli infiniti si specchiano su supporti tecnologici high tech (Pavel
Mrkus, Repubblica Ceca), il germogliare di vegetazione su rappresentazioni geografiche
(Paolo Parisi, Italia).
20
luglio 2012
FUTURE, LANDSCAPE. A changing exhibition Parte II
Dal 20 luglio al 31 agosto 2012
arte contemporanea
Location
FORTE MARGHERA
Venezia, Via Forte Marghera, 30, (Venezia)
Venezia, Via Forte Marghera, 30, (Venezia)
Orario di apertura
da giovedì a domenica dalle 17 alle 22
Vernissage
20 Luglio 2012, h 18
Sito web
www.parcodelcontemporaneo.it
Autore
Curatore