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Futurismi al confine orientale. Avanguardie di regime
1920 – 1940: momenti di grafica applicata nella venezia giulia, con l’area goriziana, il friuli, l’istria, fiume e la dalmazia
Comunicato stampa
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IN MOSTRA A TRIESTE LE OPERE CHE HANNO TRACCIATO NUOVE ROTTE PER GENERAZIONI DI ARTISTI DEL NOVECENTO. UNA FOTOGRAFIA DELLA SOCIETA’ DEL TEMPO, RILETTA CON LO SGUARDO INNOVATIVO DI ARTISTI COME TULLIO CRALI (PITTORE), URBANO CORVA (GRAFICO), MARCELLO CLARIS (GRAFICO E PITTORE), GUIDO MARUSSIG (PITTORE, GRAFICO E SCENOGRAFO), FERRUCCIO DEMANINS (FOTOGRAFO), BRUNO ANGHEBEN (ARCHITETTO), UGO CARA’ (SCULTORE), MARCELLO MASCHERINI (SCULTORE), EDOARDO RICCI (GRAFICO)
COMUNICATO STAMPA
TRIESTE – Il pittore futurista Tullio Crali, gli scultori Ugo Carà e Marcello Mascherini, l’architetto Bruno Angheben, il fotografo Ferruccio Demanins, i grafici Urbano Corva ed Edoardo Ricci, e poi ancora altre straordinarie figure di artisti polivalenti, come l’eclettico Guido Marussig, pittore, grafico e scenografo: sono solo alcuni nomi, alcune personalità artistiche alle quali è dedicato il ricco percorso espositivo in mostra a Trieste dal 5 dicembre 2009 al 21 febbraio 2010, “Futurismi al confine orientale. Avanguardie di regime”, ideato e curato da Piero Delbello negli spazi del Museo della Civiltà istriana, fiumana e dalmata su progetto e allestimento di Athos Pericin. Promossa dall’IRCI – Istituto Regionale per la Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata e dalla Famiglia di Grisignana – Unione degli Istriani, la mostra è realizzata in collaborazione con la Provincia di Trieste e il Comune di Trieste – Assessorato alla Cultura, con il contributo del Governo Italiano (L 72/2001), della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, della Fondazione CRTrieste e di Esatto.
Il progetto prende avvio dalle celebrazioni del centenario del Futurismo, per illuminare una traiettoria storico-artistica tanto preziosa quanto – per certi versi - “imprendibile”: le atmosfere e l’humus, al confine orientale italiano, in cui maturava, cent’anni fa o poco meno, quell’espressività artistica a buon titolo definibile come “avanguardia”, un ‘segno’ impresso con forza ed evoluto per mille direzioni nella grafica, così come nella pittura, nell’illustrazione, nella scenografia. Una nuova cifra stilistica affidata a personalità divenute famose o, invece, rimaste sconosciute ai più: grafici e pittori capaci comunque di imprimere nuove rotte per le successive generazioni artistiche del Novecento. “Avanguardie di regime”, quindi, a racchiudere – quasi fosse un coloratissimo racconto per immagini - una creatività di ispirazione “grafica” e lo sguardo innovativo degli artisti che si sono formati negli anni fra il 1920 e il 1940 al confine orientale, in un’area che abbraccia la Venezia Giulia, Gorizia e il Friuli, l’Istria, Fiume e la Dalmazia. Artisti che hanno appunto sviluppato una concezione grafica fatta di linee ardite, ascrivibili più alle circostanze del regime (basti pensare a GIL, OND, Opera Balilla, GUF, Littoriali, …) che alla dimensione commerciale della loro committenza.
Futurismo, quindi, ma non solo e non semplicemente: linea sfuggente (Luigi Spazzapan), traiettoria di stampo o solo occhieggio futurista (Emilio Caucigh, Eligio Finazzer Flori, Ugo Carà, Bruno Angheben), massificazione della figura (Romolo Venucci) cubature in grafica (ancora Ugo Carà), giustapposizioni di colori (Omero Valenti, Marcello Claris), scivolamento e quasi trionfo di senso decó (Popi – Mariella Polli), ma non quello lezioso (Pollione Sigon, Piero Lucano), superomismo fumettoso (Marcello Mascherini), costruzioni e sovracostruzioni novecentiste (Guido Marussig, Nino Ferenzi), ma anche tratti di quasi primitivismo (Sante Bidoli), semplificazione (Tullio Crali, Urbano Corva) e linearizzazione del disegno (Marino Spadavecchia, Lea Battigelli D’Orlandi) verso, talvolta, una puntinizzazione (ancora una volta Carà) o, sovente, un’essenzializzazione (Edoardo Ricci) dell’immagine che si vuole rappresentare.
“Futurismi al confine orientale. Avanguardie di regime” sarà visitabile in orario 10-12.30//16-18.30, sabato e domenica 10-13. Info: irci@iol.it, tel.040/639188, fax 040/639161
AVANGUARDIE DI REGIME
dall’introduzione al catalogo del curatore, Piero Delbello, direttore dell’IRCI
«“Avanguardie di regime” propone una dettagliata ricerca sulla grafica d’avanguardia al confine orientale, recuperando l’immagine applicata ad eventi, occasioni istituzionali, feste pubbliche o festeggiamenti privati, e in generale alla “propaganda” di enti e istituzioni in un arco temporale fra il 1920 e gli anni ‘40 (con un’appendice che supera il 1950) del secolo appena trascorso. Trieste e la sua Provincia, l’area goriziana e il Friuli, ma anche l’Istria, Fiume e la Dalmazia, nonché la zona carsica slovena sono i luoghi di questa indagine che, indubbiamente, andando al recupero soprattutto della grafica minore ed in qualche caso minima (e dei suoi autori) si presenta come totalmente innovativa e mai tentata in precedenza. Sul Futurismo, sui suoi artisti, molto si è scritto, si continua ad indagare, nuovi approfondimenti emergono, frutto di studi monografici e indagini locali. La meno “classica” arte pubblicitaria, il design e il lettering di accompagnamento, la fotografia, la contaminazione di questi elementi, furono terreni di interessanti esperimenti e prove per il Futurismo: ma furono anche il luogo dove una sterminata (e, spesso, sconosciuta) miriade di artisti (pittori, grafici, fotografi, ma anche architetti, scultori, decoratori), pur non rientrando ufficialmente nelle file del movimento, applicarono, in qualche modo, l’aria che il Futurismo faceva respirare. Erano artisti minori, non era Futurismo e non erano futuristi, ma seppero mediare e mediarsi, talvolta anche confondersi, fra Futurismo, Deco, Cubismo, Costruttivismo … Ne uscirono esiti vari, a volte straordinari, più spesso ingenui, ma erano la personificazione quotidiana di tanti “ismi”, di tanta volontà di innovare. Di qui il riferimento ai “futurismi”, nell’intenzione di riassumere l’atmosfera appena descritta, indagando “a lato” sia geograficamente (le terre giulie) che artisticamente. La repertorializzazione di alcune centinaia di campioni grafici in argomento (gentilmente messi a disposizione del nostro istituto da fonti private) consentono di svelare un panorama sicuramente poco noto (addirittura, in molti casi, del tutto sconosciuto) delle nostre terre e, con la pubblicazione della catalogazione e della riproduzione del tutto, di proporre al pubblico degli esperti e degli storici dell’immagine, nonché a tutta l’opinione pubblica, uno strumento assolutamente nuovo e, appunto, inedito. Antonio Quaiatti, Umberto Ranzatto, Omero Valenti, Urbano Corva … sono solo alcuni dei nomi di cui si scoprono esiti impensabili. Disegno e lettering vengono esaminati nelle loro esemplificazioni: scopriamo le inattese scelte giovanili di artisti come Mascherini (superomico) o Carà (cubo-futurista). Si tratta a volte di un segno molto ardito come nel caso di Ferenzi o di Marcello Claris, di una costruzione di chiara ispirazione futurista (architetti come Angheben) che diventa esempio anche per altri, ed è il caso di Urbano Corva (che, però, aveva indubbiamente occhieggiato Depero) oppure ancora di scelte che superano il decò (Gustavo Petronio), sfociano nel novecentismo (Guido Marussig) o ammiccano al cubismo (Orfeo Toppi, Pollione Sigon, ancora Ferenzi, Caucigh, Mitri). Se tutto ciò, nella grafica applicata, trova una strada molto libera in ambito delle istituzioni del regime (Opera Balilla, Dopolavoro ma soprattutto GUF con i Littoriali), è innegabile che scelte stilistiche “ardite” le si ritrovino, pur con minore intensità, anche nella propaganda commerciale, industriale, turistica o del terziario. Come è innegabile che lo sforzo grafico “insolito” superi il confine degli anni della guerra e si procrastini, spesso per opera degli stessi artisti (e il caso, p.e., di Omero Valenti), sino ai primi anni ’50. Magari per situazioni di “idea” diametralmente opposte: proprio Valenti che nel 1944 aveva disegnato la copertina dell’opuscolo “Nostro Socialismo”, per la Repubblica Sociale Italiana, comporrà il manifesto, con un bel gioco di inserti grafici e fotografici, per il “I° Maggio Socialista” del 1953.
È questo il piccolo contributo che l’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata, insieme con la Famiglia di Grisignana dell’Unione degli Istriani, vuole dare al centenario della nascita del Futurismo: indubbiamente il momento culturale più dirompente che l’Italia abbia prodotto nel corso del Novecento e l’unico che abbia travalicato i confini nazionali ottenendo seguito e coinvolgimento in tutto il mondo».
COMUNICATO STAMPA
TRIESTE – Il pittore futurista Tullio Crali, gli scultori Ugo Carà e Marcello Mascherini, l’architetto Bruno Angheben, il fotografo Ferruccio Demanins, i grafici Urbano Corva ed Edoardo Ricci, e poi ancora altre straordinarie figure di artisti polivalenti, come l’eclettico Guido Marussig, pittore, grafico e scenografo: sono solo alcuni nomi, alcune personalità artistiche alle quali è dedicato il ricco percorso espositivo in mostra a Trieste dal 5 dicembre 2009 al 21 febbraio 2010, “Futurismi al confine orientale. Avanguardie di regime”, ideato e curato da Piero Delbello negli spazi del Museo della Civiltà istriana, fiumana e dalmata su progetto e allestimento di Athos Pericin. Promossa dall’IRCI – Istituto Regionale per la Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata e dalla Famiglia di Grisignana – Unione degli Istriani, la mostra è realizzata in collaborazione con la Provincia di Trieste e il Comune di Trieste – Assessorato alla Cultura, con il contributo del Governo Italiano (L 72/2001), della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, della Fondazione CRTrieste e di Esatto.
Il progetto prende avvio dalle celebrazioni del centenario del Futurismo, per illuminare una traiettoria storico-artistica tanto preziosa quanto – per certi versi - “imprendibile”: le atmosfere e l’humus, al confine orientale italiano, in cui maturava, cent’anni fa o poco meno, quell’espressività artistica a buon titolo definibile come “avanguardia”, un ‘segno’ impresso con forza ed evoluto per mille direzioni nella grafica, così come nella pittura, nell’illustrazione, nella scenografia. Una nuova cifra stilistica affidata a personalità divenute famose o, invece, rimaste sconosciute ai più: grafici e pittori capaci comunque di imprimere nuove rotte per le successive generazioni artistiche del Novecento. “Avanguardie di regime”, quindi, a racchiudere – quasi fosse un coloratissimo racconto per immagini - una creatività di ispirazione “grafica” e lo sguardo innovativo degli artisti che si sono formati negli anni fra il 1920 e il 1940 al confine orientale, in un’area che abbraccia la Venezia Giulia, Gorizia e il Friuli, l’Istria, Fiume e la Dalmazia. Artisti che hanno appunto sviluppato una concezione grafica fatta di linee ardite, ascrivibili più alle circostanze del regime (basti pensare a GIL, OND, Opera Balilla, GUF, Littoriali, …) che alla dimensione commerciale della loro committenza.
Futurismo, quindi, ma non solo e non semplicemente: linea sfuggente (Luigi Spazzapan), traiettoria di stampo o solo occhieggio futurista (Emilio Caucigh, Eligio Finazzer Flori, Ugo Carà, Bruno Angheben), massificazione della figura (Romolo Venucci) cubature in grafica (ancora Ugo Carà), giustapposizioni di colori (Omero Valenti, Marcello Claris), scivolamento e quasi trionfo di senso decó (Popi – Mariella Polli), ma non quello lezioso (Pollione Sigon, Piero Lucano), superomismo fumettoso (Marcello Mascherini), costruzioni e sovracostruzioni novecentiste (Guido Marussig, Nino Ferenzi), ma anche tratti di quasi primitivismo (Sante Bidoli), semplificazione (Tullio Crali, Urbano Corva) e linearizzazione del disegno (Marino Spadavecchia, Lea Battigelli D’Orlandi) verso, talvolta, una puntinizzazione (ancora una volta Carà) o, sovente, un’essenzializzazione (Edoardo Ricci) dell’immagine che si vuole rappresentare.
“Futurismi al confine orientale. Avanguardie di regime” sarà visitabile in orario 10-12.30//16-18.30, sabato e domenica 10-13. Info: irci@iol.it, tel.040/639188, fax 040/639161
AVANGUARDIE DI REGIME
dall’introduzione al catalogo del curatore, Piero Delbello, direttore dell’IRCI
«“Avanguardie di regime” propone una dettagliata ricerca sulla grafica d’avanguardia al confine orientale, recuperando l’immagine applicata ad eventi, occasioni istituzionali, feste pubbliche o festeggiamenti privati, e in generale alla “propaganda” di enti e istituzioni in un arco temporale fra il 1920 e gli anni ‘40 (con un’appendice che supera il 1950) del secolo appena trascorso. Trieste e la sua Provincia, l’area goriziana e il Friuli, ma anche l’Istria, Fiume e la Dalmazia, nonché la zona carsica slovena sono i luoghi di questa indagine che, indubbiamente, andando al recupero soprattutto della grafica minore ed in qualche caso minima (e dei suoi autori) si presenta come totalmente innovativa e mai tentata in precedenza. Sul Futurismo, sui suoi artisti, molto si è scritto, si continua ad indagare, nuovi approfondimenti emergono, frutto di studi monografici e indagini locali. La meno “classica” arte pubblicitaria, il design e il lettering di accompagnamento, la fotografia, la contaminazione di questi elementi, furono terreni di interessanti esperimenti e prove per il Futurismo: ma furono anche il luogo dove una sterminata (e, spesso, sconosciuta) miriade di artisti (pittori, grafici, fotografi, ma anche architetti, scultori, decoratori), pur non rientrando ufficialmente nelle file del movimento, applicarono, in qualche modo, l’aria che il Futurismo faceva respirare. Erano artisti minori, non era Futurismo e non erano futuristi, ma seppero mediare e mediarsi, talvolta anche confondersi, fra Futurismo, Deco, Cubismo, Costruttivismo … Ne uscirono esiti vari, a volte straordinari, più spesso ingenui, ma erano la personificazione quotidiana di tanti “ismi”, di tanta volontà di innovare. Di qui il riferimento ai “futurismi”, nell’intenzione di riassumere l’atmosfera appena descritta, indagando “a lato” sia geograficamente (le terre giulie) che artisticamente. La repertorializzazione di alcune centinaia di campioni grafici in argomento (gentilmente messi a disposizione del nostro istituto da fonti private) consentono di svelare un panorama sicuramente poco noto (addirittura, in molti casi, del tutto sconosciuto) delle nostre terre e, con la pubblicazione della catalogazione e della riproduzione del tutto, di proporre al pubblico degli esperti e degli storici dell’immagine, nonché a tutta l’opinione pubblica, uno strumento assolutamente nuovo e, appunto, inedito. Antonio Quaiatti, Umberto Ranzatto, Omero Valenti, Urbano Corva … sono solo alcuni dei nomi di cui si scoprono esiti impensabili. Disegno e lettering vengono esaminati nelle loro esemplificazioni: scopriamo le inattese scelte giovanili di artisti come Mascherini (superomico) o Carà (cubo-futurista). Si tratta a volte di un segno molto ardito come nel caso di Ferenzi o di Marcello Claris, di una costruzione di chiara ispirazione futurista (architetti come Angheben) che diventa esempio anche per altri, ed è il caso di Urbano Corva (che, però, aveva indubbiamente occhieggiato Depero) oppure ancora di scelte che superano il decò (Gustavo Petronio), sfociano nel novecentismo (Guido Marussig) o ammiccano al cubismo (Orfeo Toppi, Pollione Sigon, ancora Ferenzi, Caucigh, Mitri). Se tutto ciò, nella grafica applicata, trova una strada molto libera in ambito delle istituzioni del regime (Opera Balilla, Dopolavoro ma soprattutto GUF con i Littoriali), è innegabile che scelte stilistiche “ardite” le si ritrovino, pur con minore intensità, anche nella propaganda commerciale, industriale, turistica o del terziario. Come è innegabile che lo sforzo grafico “insolito” superi il confine degli anni della guerra e si procrastini, spesso per opera degli stessi artisti (e il caso, p.e., di Omero Valenti), sino ai primi anni ’50. Magari per situazioni di “idea” diametralmente opposte: proprio Valenti che nel 1944 aveva disegnato la copertina dell’opuscolo “Nostro Socialismo”, per la Repubblica Sociale Italiana, comporrà il manifesto, con un bel gioco di inserti grafici e fotografici, per il “I° Maggio Socialista” del 1953.
È questo il piccolo contributo che l’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata, insieme con la Famiglia di Grisignana dell’Unione degli Istriani, vuole dare al centenario della nascita del Futurismo: indubbiamente il momento culturale più dirompente che l’Italia abbia prodotto nel corso del Novecento e l’unico che abbia travalicato i confini nazionali ottenendo seguito e coinvolgimento in tutto il mondo».
04
dicembre 2009
Futurismi al confine orientale. Avanguardie di regime
Dal 04 dicembre 2009 al 21 febbraio 2010
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
NUOVO CIVICO MUSEO DELLA CIVILTÀ ISTRIANA FIUMANA E DALMATA
Trieste, Via Torino, (Trieste)
Trieste, Via Torino, (Trieste)
Biglietti
biglietto 2 €, ridotto 1 €
Orario di apertura
da lunedì a venerdì, ore 10 / 12.30 e 16 /18.30 sabato e domenica ore 10/13.00
Vernissage
4 Dicembre 2009, ore 18.30
Ufficio stampa
VOLPE&SAIN
Autore
Curatore