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FuturMacerata / L’Età della Carrozza
Le opere esposte, tutte relative al Futurismo, evidenziano l’importanza che questo movimento artistico ha avuto nella provincia di Macerata a partire dagli anni ’20 // Le vetture esposte provengono della collezione del Museo della Carrozza di Macerata
Comunicato stampa
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Nel museo di arte contemporanea di Palazzo Ricci e nella chiesa di S. Paolo di Macerata si aprono al pubblico le mostre FuturMacerata e L’Età della Carrozza, organizzate dall’Istituzione Macerata Cultura - Biblioteca e Musei e dalla FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DELLA PROVINCIA DI MACERATA. La cerimonia di inaugurazione delle mostre avrà luogo venerdì 13 Luglio 2007 nella chiesa di S. Paolo in piazza della Libertà, per poi proseguire a Palazzo Ricci in via Domenico Ricci 1.
L’idea della mostra “FuturMacerata. Il secondo Futurismo nelle collezioni della Pinacoteca Civica e di Palazzo Ricci” nasce grazie alla collaborazione tra la Pinacoteca Civica di Macerata e il museo di arte contemporanea di Palazzo Ricci, che per la prima volta mettono a confronto le opere delle proprie collezioni per offrire un quadro più esaustivo dei protagonisti del Futurismo maceratese. Le opere esposte, tutte relative al Futurismo, evidenziano l’importanza che questo movimento artistico ha avuto nella provincia di Macerata a partire dagli anni ’20. Si potranno ammirare opere di Ivo Pannaggi, Sante Monachesi, Bruno Tano, Wladimiro Tulli, dei fratelli Umberto e Alberto Peschi e di altri protagonisti di questa fiorente avanguardia artistica. La mostra affronterà i principali temi presenti nel celeberrimo Manifesto futurista di Filippo Tommaso Marinetti del 1909: dal mito della velocità all’esaltazione della tecnologia e della meccanica, dagli studi sui principi dell’estetica della macchina all’esaltazione del volo.
Il 26 giugno 1922, nella IV sala dell’Esposizione Provinciale d’Arte al Convitto Nazionale di Macerata, vicino agli epigoni locali di un Ottocento che ancora non voleva andarsene, campeggiavano, incomprensibili, alcune opere di Balla, Boccioni, Depero, Fornari, Marasco, Paladini, Prampolini, Scirocco, Sironi e del curatore dell’esposizione Ivo Pannaggi: è il primo contatto diretto della città con il Futurismo. Il maceratese Pannaggi ha solo 21 anni e ha già esposto opere, oltre che in numerose mostre italiane, a Praga, a Berlino, a Brno, a Kosice, ad Anversa e a Düsseldorf, prime tappe di un percorso che lo porterà un po’ ovunque in Europa e in importanti gallerie negli Stati Uniti. Nel 1922 Pannaggi, tra le altre cose, si era occupato di teatro mettendo in scena a Roma con Paladini il “Ballo meccanico futurista”; sempre con Paladini, cui si aggiunge l’anno successivo Prampolini, pubblica il “Manifesto dell’arte meccanica futurista”, e, secondo i principi dell’estetica della macchina, dipinge una delle sue opere più famose, il Treno in corsa. Per pochi anni ancora Pannaggi graviterà su Macerata: di lì a poco lascerà l’Italia, ma sempre con un pensiero rivolto alla sua città dove sceglierà di tornare a morire.
Nel dicembre del 1932 il Futurismo a Macerata mette radici più solide: viene costituito il “Gruppo Futurista” che prenderà il nome di Boccioni. È l’inizio di una vorticosa attività nel campo della pittura, della scultura, della grafica, della pubblicità, del cinema, che per oltre un decennio vedrà i membri del gruppo maceratese, Sante Monachesi, Bruno Tano, Rolando Bravi, Mario ed Ermete Buldorini, Ferdinando Paolo Angeletti, Giovanni Sabalich, Mario Monachesi animare la scena artistica dell’intera regione tanto da essere promossi sul campo da Marinetti da “gruppo maceratese” a “gruppo marchigiano”. Via via il gruppo si allarga con gli apporti dei fratelli Peschi, di Amorino Tombesi, del giovanissimo Wladimiro Tulli, con i poeti poco più che adolescenti Fulvio Benedetti, Mario Coltorti e Ubaldo Serbo e con le esperienze futuriste episodiche di Arnaldo Bellabarba, di Virginio Bonifazi, di Lamberto Massetani e Fulvio Raniero Mariani. Molti di questi giovani artisti sviluppano prevalentemente le loro linee di ricerca nell’ambito dell’aeropittura in tutte le sue declinazioni e alcuni di loro avranno occasione di esporre opere alle quadriennali romane, alle biennali di Venezia, a Torino, Roma, Parigi, Berlino New York.
Nel 1938 l’Esposizione Provinciale dei sotto i Trenta a Macerata e la Mostra di Aeropittura futurista ad Ancona; nel 1939 la Mostra Viaggiante di Aeropittura Futurista che percorre la costa da Falconara a Rimini; nel 1940 la Mostra di Arte Futurista al Teatro Lauro Rossi di Macerata e la Mostra Fotografica delle Terre d’Oltremare; nel 1942, sempre a Macerata, la Prima Mostra Nazionale dei fotoplastici di Guerra: è il Futurismo del consenso, portato avanti da giovani che aldilà delle tematiche indubbiamente fasciste, guardano alla politica con una certa smagatezza e spesso ironia, ma che vivono l’arte con l’impegno di chi non segue una moda e vuol far parte di un movimento che intende gettare una nuova luce sul mondo. Il Secondo Futurismo, pur nelle sue numerose varianti locali, riesce a far coincidere gli opposti di un atteggiamento nazionalistico con le aspirazioni cosmopolite, la chiusura di una provincia con l’avanguardia europea e il Gruppo Futurista Boccioni di Macerata occupa un posto di rilievo in questa fase della storia dell’arte italiana.
“L’Età della Carrozza. Echi e memorie di un tempo passato” presenta al grande pubblico veicoli risalenti ad un periodo compreso tra la fine del ‘700 e gli inizi del ‘900. Le vetture esposte provengono della collezione del Museo della Carrozza di Macerata. Costituitosi nel 1962, grazie alla donazione di carrozze ed equipaggiamenti elargita dal Conte Pier Alberto Conti con la mediazione del Lions Club, si è in seguito arricchito con altri preziosi elementi, frutto ulteriori donazione di nobili famiglie locali.
La funzionalità, i servizi, le modalità di viaggio, le soste, i cavalli, gli attacchi e i finimenti ven
gono narrati tramite l'esposizione di otto diversi modelli: berlina trasform, berlina, landau, coupé, mylord, break wagonette, louisiana e un delizioso Carrozzino da bambino, sarà, inoltre, ricostruito un tiro a quattro per una delle grandi carrozze da viaggio. L’esposizione sarà integrata da documenti e oggetti da viaggio in uso a quel tempo.
L’idea della mostra “FuturMacerata. Il secondo Futurismo nelle collezioni della Pinacoteca Civica e di Palazzo Ricci” nasce grazie alla collaborazione tra la Pinacoteca Civica di Macerata e il museo di arte contemporanea di Palazzo Ricci, che per la prima volta mettono a confronto le opere delle proprie collezioni per offrire un quadro più esaustivo dei protagonisti del Futurismo maceratese. Le opere esposte, tutte relative al Futurismo, evidenziano l’importanza che questo movimento artistico ha avuto nella provincia di Macerata a partire dagli anni ’20. Si potranno ammirare opere di Ivo Pannaggi, Sante Monachesi, Bruno Tano, Wladimiro Tulli, dei fratelli Umberto e Alberto Peschi e di altri protagonisti di questa fiorente avanguardia artistica. La mostra affronterà i principali temi presenti nel celeberrimo Manifesto futurista di Filippo Tommaso Marinetti del 1909: dal mito della velocità all’esaltazione della tecnologia e della meccanica, dagli studi sui principi dell’estetica della macchina all’esaltazione del volo.
Il 26 giugno 1922, nella IV sala dell’Esposizione Provinciale d’Arte al Convitto Nazionale di Macerata, vicino agli epigoni locali di un Ottocento che ancora non voleva andarsene, campeggiavano, incomprensibili, alcune opere di Balla, Boccioni, Depero, Fornari, Marasco, Paladini, Prampolini, Scirocco, Sironi e del curatore dell’esposizione Ivo Pannaggi: è il primo contatto diretto della città con il Futurismo. Il maceratese Pannaggi ha solo 21 anni e ha già esposto opere, oltre che in numerose mostre italiane, a Praga, a Berlino, a Brno, a Kosice, ad Anversa e a Düsseldorf, prime tappe di un percorso che lo porterà un po’ ovunque in Europa e in importanti gallerie negli Stati Uniti. Nel 1922 Pannaggi, tra le altre cose, si era occupato di teatro mettendo in scena a Roma con Paladini il “Ballo meccanico futurista”; sempre con Paladini, cui si aggiunge l’anno successivo Prampolini, pubblica il “Manifesto dell’arte meccanica futurista”, e, secondo i principi dell’estetica della macchina, dipinge una delle sue opere più famose, il Treno in corsa. Per pochi anni ancora Pannaggi graviterà su Macerata: di lì a poco lascerà l’Italia, ma sempre con un pensiero rivolto alla sua città dove sceglierà di tornare a morire.
Nel dicembre del 1932 il Futurismo a Macerata mette radici più solide: viene costituito il “Gruppo Futurista” che prenderà il nome di Boccioni. È l’inizio di una vorticosa attività nel campo della pittura, della scultura, della grafica, della pubblicità, del cinema, che per oltre un decennio vedrà i membri del gruppo maceratese, Sante Monachesi, Bruno Tano, Rolando Bravi, Mario ed Ermete Buldorini, Ferdinando Paolo Angeletti, Giovanni Sabalich, Mario Monachesi animare la scena artistica dell’intera regione tanto da essere promossi sul campo da Marinetti da “gruppo maceratese” a “gruppo marchigiano”. Via via il gruppo si allarga con gli apporti dei fratelli Peschi, di Amorino Tombesi, del giovanissimo Wladimiro Tulli, con i poeti poco più che adolescenti Fulvio Benedetti, Mario Coltorti e Ubaldo Serbo e con le esperienze futuriste episodiche di Arnaldo Bellabarba, di Virginio Bonifazi, di Lamberto Massetani e Fulvio Raniero Mariani. Molti di questi giovani artisti sviluppano prevalentemente le loro linee di ricerca nell’ambito dell’aeropittura in tutte le sue declinazioni e alcuni di loro avranno occasione di esporre opere alle quadriennali romane, alle biennali di Venezia, a Torino, Roma, Parigi, Berlino New York.
Nel 1938 l’Esposizione Provinciale dei sotto i Trenta a Macerata e la Mostra di Aeropittura futurista ad Ancona; nel 1939 la Mostra Viaggiante di Aeropittura Futurista che percorre la costa da Falconara a Rimini; nel 1940 la Mostra di Arte Futurista al Teatro Lauro Rossi di Macerata e la Mostra Fotografica delle Terre d’Oltremare; nel 1942, sempre a Macerata, la Prima Mostra Nazionale dei fotoplastici di Guerra: è il Futurismo del consenso, portato avanti da giovani che aldilà delle tematiche indubbiamente fasciste, guardano alla politica con una certa smagatezza e spesso ironia, ma che vivono l’arte con l’impegno di chi non segue una moda e vuol far parte di un movimento che intende gettare una nuova luce sul mondo. Il Secondo Futurismo, pur nelle sue numerose varianti locali, riesce a far coincidere gli opposti di un atteggiamento nazionalistico con le aspirazioni cosmopolite, la chiusura di una provincia con l’avanguardia europea e il Gruppo Futurista Boccioni di Macerata occupa un posto di rilievo in questa fase della storia dell’arte italiana.
“L’Età della Carrozza. Echi e memorie di un tempo passato” presenta al grande pubblico veicoli risalenti ad un periodo compreso tra la fine del ‘700 e gli inizi del ‘900. Le vetture esposte provengono della collezione del Museo della Carrozza di Macerata. Costituitosi nel 1962, grazie alla donazione di carrozze ed equipaggiamenti elargita dal Conte Pier Alberto Conti con la mediazione del Lions Club, si è in seguito arricchito con altri preziosi elementi, frutto ulteriori donazione di nobili famiglie locali.
La funzionalità, i servizi, le modalità di viaggio, le soste, i cavalli, gli attacchi e i finimenti ven
gono narrati tramite l'esposizione di otto diversi modelli: berlina trasform, berlina, landau, coupé, mylord, break wagonette, louisiana e un delizioso Carrozzino da bambino, sarà, inoltre, ricostruito un tiro a quattro per una delle grandi carrozze da viaggio. L’esposizione sarà integrata da documenti e oggetti da viaggio in uso a quel tempo.
13
luglio 2007
FuturMacerata / L’Età della Carrozza
Dal 13 luglio al 16 settembre 2007
arte contemporanea
Location
PALAZZO RICCI
Macerata, Via Domenico Ricci, 1, (Macerata)
Macerata, Via Domenico Ricci, 1, (Macerata)
Orario di apertura
10.00 -13.00 /16.00-20.00
Ufficio stampa
DE LUCA
Autore