-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Futuro Remoto – Tentativi di con-posizione per un’identità
Si tratta di una mostra specifica, dove non sono presenti solo opere, ma sostanzialmente creazioni altre/ oltre ciò che la gente comune conosce. Schifano ha realizzato filmati; Pascali lavorava per la RAI ecc… gli “attraversamenti” storici sono leggibili, manifestati da riproduzioni di Prime pagine di quotidiani tracce di un epoca e al contempo documento ed opere d’arte: gli anni ’60. Quindi, annullato l’oggetto, rimane l’azione dell’artista con un occhio chiuso, mentre l’altro veglia e guarda al futuro, ma con l’attenzione e il cuore sempre rivolti ai propri padri. Queste sono le tracce che aiutano a ricomporre un’identità, che è la loro e la nostra, dove noi ci ritroviamo ancora una volta.
I tre livelli di Palazzo Piacentini permettono una dislocazione del materiale in un percorso nel quale trovare la nostra consapevolezza. Dall’oscuro inconscio del sotterraneo si intravedono gigantografie e foto (M. Ceroli, T. Festa, S. Lombardo, P. Pascali, M. Schifano), dal carattere monumentale che escono dal buio e ci sorprendono. Ecco ritratti gli autori nella loro farm. La fotografia è un passepartout che rende possibile l’accesso al loro essere al loro Studio: luogo intimo, spazio ingombrante, sempre in contraddizione con se stesso. Ma è qui che l’opera prende forma.
Al piano terra – con dei video/art – si attraversa la coscienza del presente, sonoro (E. Grezzi). Sonoro anni ’60, Registrazioni…. Ri – individuare, riconoscere la voce della radio o del telegiornale anni ’60, armonia di fruscii che vanno alla ricerca della notizia.
Si sale così nella sommità della struttura sociale (al piano superiore) dove le immagini sono commentate da altre immagini: che cosa è l’immagine se non pura visibilità? Si è attratti da bagliori (immagini di film privati dell’audio), entriamo quindi nella stanza incontrando il suono (altro).
È necessario durante il percorso essere coinvolti visivamente in “ascolto”. Nell’opera altra, nel modo in cui vengono accostati e sincronizzati i due sensi, fornisce la loro stessa interpretazione.
Futuro Remoto – Tentativi di con-posizione per un’identità
San Benedetto Del Tronto, Via Del Consolato, (Ascoli Piceno)