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Gabriel Stanislas Morvay (1934-1988) – Gli anni italiani di un pittore in esilio
Attraverso le intense pennellate di Morvay, figlio della storia d’Europa, è possibile vedere tradizionali scorci del nostro territorio sotto un’ottica diversa, con gli occhi di un esule politico che ritrova nei paesaggi casalesi la sua natia Polonia.
Comunicato stampa
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Gabriel Stanislas Morvay (1934-1988)
Gli anni italiani di un pittore in esilio
24 novembre 2008 – 30 gennaio 2009
Palazzo Caffari – Reggio Emlia
“Atmosfere rurali, strade illuminate dal sole e la pianura avvolta dalla nebbia, il fiume Po come protagonista assoluto dell’opera.”
La Fondazione Dominato Leonense di Leno (Bs), istituzione che si occupa della valorizzazione culturale del territorio del Dominato Leonense, che comprende le province di Brescia, Cremona, Mantova, Parma e Reggio Emilia, fondata nel 2004 dalla BCC Cassa Padana, celebra il pittore di origine polacca Gabriel Stanislas Morvay, dedicandogli una personale che ricostruisce il periodo trascorso dall’artista in Italia, a Roma, in Liguria e Versilia, e infine a Casalmaggiore, dal 1968 al 1986.
Le tele esposte, di proprietà dell’avv. Emilio Azzini di Casalmaggiore (Cr) – il maggior collezionista italiano di Morvay – proseguono così il lungo viaggio iniziato nel 2003 a Cremona con la rassegna organizzata dalla locale dall’APT, che ha visto in seguito fare tappa nel 2006 a Villa Badia di Leno (Bs), con una esposizione curata dalla critica d’arte Maria Balsach. Un viaggio che ha portato l’arte di Morvay a rincontrare anche la sua amata Polonia, abbandonata negli anni ’50 e mai più ritrovata; Budapest – città d’origine della madre – per tornare in Italia la scorsa estate. Sulle rive del lago di Garda, a Toscolano Maderno, Morvay ha rappresentato infatti la Polonia alla Settimana internazionale dell’arte.
Attraverso le intense pennellate di Morvay, figlio della storia d’Europa, è possibile vedere tradizionali scorci del nostro territorio sotto un’ottica diversa, con gli occhi di un esule politico che ritrova nei paesaggi casalesi la sua natia Polonia.
Il pittore, fuggito dal regime comunista negli anni '50, ha viaggiato instancabilmente per tutta la sua vita, sottostando alla sua condizione di esiliato politico, condizione che ha caratterizzato l'esperienza di molti suoi connazionali.
Dopo la fuga dalla Polonia, dove studiava arte all'Accademia di Varsavia, soggiorna a Parigi, abbracciando l'arte informale e la pittura gestuale. Nel medesimo periodo conosce la Spagna e si trattiene spesso a Sabadell, città vicino a Barcellona, dove aderisce al Gruppo Gallot, con il quale crea una "pittura d'azione pubblica", anticipando il concetto di happening pittorico, sviluppatosi successivamente negli Stati Uniti.
Alla fine degli anni '60 arriva in Italia; ama questa terra, gli piacciono infinitamente la sensibilità della gente, le città e le strade. Nelle sue tele cattura come in una istantanea l'alba sul fiume Po, la luce di mezzogiorno che brilla sul mare della Liguria. In ogni opera emerge con forza la passione per ciò che dipinge, la sua vita, il suo destino è dipingere.
Con l'arrivo in Italia Morvay manifesta un rinnovato interesse per la pittura figurativa: nella produzione romana le figure emergono dall'impianto astratto del quadro, lasciandone appena intuire la presenza.
Negli anni successivi, con la scoperta di Cremona e Casalmaggiore e attratto dall'amabilità del paesaggio e della gente, Morvay si avvicina alla pittura realista, specializzandosi nella cosiddetta pittura di paesaggio, che comprende le vedute delle città e dei dintorni rurali. Questa nuova attitudine di Morvay coincide con tutto un seguito di crisi della sua vita privata, crisi che apportano profondi stimoli all'opera.
Il suo cavalletto gli faceva da rifugio; la pittura era per lui come un pianto che gli compensava, almeno in parte, l'inquietudine. Morvay dipingeva solo per il proprio piacere, dato che la pittura per lui significava essenzialmente la libertà.
Gli anni italiani di un pittore in esilio
24 novembre 2008 – 30 gennaio 2009
Palazzo Caffari – Reggio Emlia
“Atmosfere rurali, strade illuminate dal sole e la pianura avvolta dalla nebbia, il fiume Po come protagonista assoluto dell’opera.”
La Fondazione Dominato Leonense di Leno (Bs), istituzione che si occupa della valorizzazione culturale del territorio del Dominato Leonense, che comprende le province di Brescia, Cremona, Mantova, Parma e Reggio Emilia, fondata nel 2004 dalla BCC Cassa Padana, celebra il pittore di origine polacca Gabriel Stanislas Morvay, dedicandogli una personale che ricostruisce il periodo trascorso dall’artista in Italia, a Roma, in Liguria e Versilia, e infine a Casalmaggiore, dal 1968 al 1986.
Le tele esposte, di proprietà dell’avv. Emilio Azzini di Casalmaggiore (Cr) – il maggior collezionista italiano di Morvay – proseguono così il lungo viaggio iniziato nel 2003 a Cremona con la rassegna organizzata dalla locale dall’APT, che ha visto in seguito fare tappa nel 2006 a Villa Badia di Leno (Bs), con una esposizione curata dalla critica d’arte Maria Balsach. Un viaggio che ha portato l’arte di Morvay a rincontrare anche la sua amata Polonia, abbandonata negli anni ’50 e mai più ritrovata; Budapest – città d’origine della madre – per tornare in Italia la scorsa estate. Sulle rive del lago di Garda, a Toscolano Maderno, Morvay ha rappresentato infatti la Polonia alla Settimana internazionale dell’arte.
Attraverso le intense pennellate di Morvay, figlio della storia d’Europa, è possibile vedere tradizionali scorci del nostro territorio sotto un’ottica diversa, con gli occhi di un esule politico che ritrova nei paesaggi casalesi la sua natia Polonia.
Il pittore, fuggito dal regime comunista negli anni '50, ha viaggiato instancabilmente per tutta la sua vita, sottostando alla sua condizione di esiliato politico, condizione che ha caratterizzato l'esperienza di molti suoi connazionali.
Dopo la fuga dalla Polonia, dove studiava arte all'Accademia di Varsavia, soggiorna a Parigi, abbracciando l'arte informale e la pittura gestuale. Nel medesimo periodo conosce la Spagna e si trattiene spesso a Sabadell, città vicino a Barcellona, dove aderisce al Gruppo Gallot, con il quale crea una "pittura d'azione pubblica", anticipando il concetto di happening pittorico, sviluppatosi successivamente negli Stati Uniti.
Alla fine degli anni '60 arriva in Italia; ama questa terra, gli piacciono infinitamente la sensibilità della gente, le città e le strade. Nelle sue tele cattura come in una istantanea l'alba sul fiume Po, la luce di mezzogiorno che brilla sul mare della Liguria. In ogni opera emerge con forza la passione per ciò che dipinge, la sua vita, il suo destino è dipingere.
Con l'arrivo in Italia Morvay manifesta un rinnovato interesse per la pittura figurativa: nella produzione romana le figure emergono dall'impianto astratto del quadro, lasciandone appena intuire la presenza.
Negli anni successivi, con la scoperta di Cremona e Casalmaggiore e attratto dall'amabilità del paesaggio e della gente, Morvay si avvicina alla pittura realista, specializzandosi nella cosiddetta pittura di paesaggio, che comprende le vedute delle città e dei dintorni rurali. Questa nuova attitudine di Morvay coincide con tutto un seguito di crisi della sua vita privata, crisi che apportano profondi stimoli all'opera.
Il suo cavalletto gli faceva da rifugio; la pittura era per lui come un pianto che gli compensava, almeno in parte, l'inquietudine. Morvay dipingeva solo per il proprio piacere, dato che la pittura per lui significava essenzialmente la libertà.
24
novembre 2008
Gabriel Stanislas Morvay (1934-1988) – Gli anni italiani di un pittore in esilio
Dal 24 novembre 2008 al 30 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
PALAZZO CAFFARI – CASSA PADANA BCC
Reggio Nell'emilia, Via Emilia A Santo Stefano, 25, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Emilia A Santo Stefano, 25, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
Dal lunedì al venerdì, ore 09.00 – 12.00; 15.00 – 17.00
Sito web
www.fondazionedominatoleonense.it
Autore