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Gabriele Basilico – Palermo città
Mostra e libro del fotografo su un’inedita Palermo degli anni 90
Comunicato stampa
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Una Palermo inedita di fine anni novanta, attraverso 37 fotografie di uno tra i più noti fotografieuropei, Gabriele Basilico, per raccontare quello che nessuna cartolina potrà mai far vedere,ovvero il fascino e l’interesse che si nasconde nelle visioni meno stereotipate e più forti della cittàcontemporanea.IL LIBRO:Palermo andata e ritorno, è questo il titolo del volume a firma di Gabriele Basilico, a cura di ElisaFulco, con cui si racconta attraverso quaranta immagini circa, in bianco e nero e colore, unaPalermo diversa, insospettata, frammentata tra le visioni del centro storico e le incursioni in areepiù periferiche. Una Palermo senz’altro poco patinata.Chiamato a partecipare alla Biennale d’arte di Venezia attualmente in corso, direttadall’americano Robert Storr, Basilico è oggi tra i più noti fotografi italiani. Concepito in unaelegante e originale veste grafica, pensato come un libro di fotografie ‘da leggere’, il volume sisvolge intorno ad una lunga conversazione tra Basilico e Ferdinando Scianna. Due fotografi aconfronto, uno milanese che ha ripreso Palermo, l’altro siciliano di Bagheria trasferito a Milano,per parlare di Palermo e del mestiere di fotografo tout court.euro 25,00, formato cm 17x24, pp. 160, 41 fotografie in bianco e nero e a colori.
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PaLabPaLabPaLabPaLab. culturalbergheria. laboratorio di culture contemporanee. bar. ristorante.sede legale, via Autonomia Siciliana 109 - 90149 Palermo – p.iva 05562720820 – cod.fisc. 97211680828tel.fax 091.6170319 - www.palab.itsede espositiva, via del Fondaco (piazza Vittoria) – 90134 PalermoL’AUTORE:Gabriele Basilico è nato a Milano nel 1944, dove vive e lavora. Nel 1973 ha conseguito la laureain Architettura presso il Politecnico di Milano. Del 1982 è la prima committenza pubblica, Napoli,città di mare con porto, mentre al 1984 risale la committenza per la Mission photographique dela D.A.T.A.R., campagna rivolta all’indagine del paesaggio contemporaneo francese promossa dalGoverno francese. Nel 1992 gli viene attribuito il Gran Premio del Mese della Fotografia di Parigi,in occasione della mostra Porti di Mare. Del 1991 è la missione fotografica realizzata a Beirut, sucommissione della Fondazione Hariri e delle Editions du Cyprès.Nel 1996 vince il premio Osella d’Oro per la migliore fotografia d’architettura, alla Biennaled’architettura di Venezia. Nel 2001 viene incaricato di una campagna presso i siti archeologicidella regione PACA, in vista dell’esposizione Provincia Antiqua, ai 33^ Rencontres Internationalesde la Photographie di Arles. Nel 2002 gli viene conferito il premio Photo Espana per il migliorlibro di fotografia dell’anno. Nel 2005 inaugura un’istallazione permanente alla stazione Vanvitellidella Metropolitana di Napoli. Nell’estate del 2006 la MEP, Maison Europeenne de la Photographiedi Parigi gli ha dedicato un’ampia e articolata retrospettiva.Nel 2007 rappresenta l’Italia alla 52^Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, con il lavoro su Beirut del 1991.Tra le sue prinicipaliesposizioni Milano, ritratti di fabbriche, PAC, Milano 1983; Italia-France, RencontresInternationales de la Photographie d’Arles, 1987; Bord de mer, Galleria Ar-Ge Kunst, Bolzano1990; Porti di mare, Musée de l’Elysée, Lausanne 1992; Beyrouth, 1991 Teatro Sociale diBergamo 1995; Urban Views, Stedelijk Museum, Amsterdam 2000; Instant City, Centro d’artecontemporaneaa Luigi Pecci, Prato Milan, Berlin, Valente, IVAM, Valence e Cityscapes, MAMBA diBuenos Aires, 2001; 6xTorino, Galleria d’Arte Moderna Torino 2005.---------------------------------------------Dalla conversazione tra Basilico e Scianna:Elisa Fulco: In effetti la sua fotografia è stata usata a fini diversi. Da fotografo Ferdinando Scianna che lettura dà dellavoro di Gabriele?Ferdinando Scianna: Ho la sensazione che i fotografi comprendano meglio e più in profondità il lavoro di un altrofotografo dei critici d’arte, o peggio ancora dei critici di fotografia, se ce ne sono. Semmai trovo più spesso illuminanti, aproposito di fotografia, le opinioni degli scrittori. Vedo il lavoro di Gabriele come una sorta di diario sentimentale e trovoche non sia stato dato sufficiente risalto all’emotività che lo guida alla scoperta del fatto urbano come se fosse la letturadi un libro di pietra, come Victor Ugo definiva la città, come al carattere singolarmente mediterraneo delle sue immagini.Gabriele Basilico: Credo anch’io che molti esitino ad usare la parola “sentimento” perché temono che il suo significatopossa precipitare e contaminarsi con la parola “sentimentalismo”. Non c’è dubbio che la natura della luce nella suaestensione e variazione, provochi reazioni emozionali e sentimenti intensi. Ma tutto ciò non mette in discussione il rigoree la razionalità di un progetto, al contrario, ragione e sentimento possono coesistere in un rapporto dialettico e diarmonia.Dall’introduzione al libro:«Diceva Basilico a proposito della città invitato a riprendere “Palermo, come tante città italiane, ha il benessere e lamalattia che si accompagna alla bellezza struggente legata al passato (…) Come altre città del Sud è zeppa di cose chenon riescono più a stare insieme, che tendono a smembrarsi avvicinandosi ad un disfacimento che è il suo problemastorico, ma anche la sua natura occulta e più affascinante. In realtà io ho lavorato di più su una parte di città che ha pocodi mistero, che è tutta evidente. Mi è stato spontaneo scegliere il tessuto contemporaneo che rappresenta sicuramente laparte debole della contemporaneità, su cui, in qualità di medico mi sento maggiormente chiamato ad intervenire. Midefinisco solitamente un anatomo-patologo, un profondo osservatore di corpi urbani, che scruta la città esattamentecome un medico guarda il corpo del paziente per determinarne lo stato di salute. Palermo viene da me raccontataattraverso una struttura fisica e attraverso il suo rapporto straordinario con la natura, con le montagne che la circondano,con il mare, e soprattutto attraverso gli aspetti formali che la compongono, individuandone la specie e la tipologia:osservando il vicino e il lontano, scrutando come arriva la luce sulle sue superfici, come si modella una strada, in chemodo gli elementi urbani effimeri e strutturati si compongono tra di loro in un linguaggio articolato”. Ci siamo anchechiesti se queste immagini, e lo sguardo che vi si dispiega, non potessero diventare oggetto per un confronto e per unalettura diversa del senso del mestiere di fotografo, a partire dalle considerazioni di chi la fotografia la pratica e la vivedall’interno: da qui l’idea di sedersi attorno a un tavolo insieme a Gabriele Basilico e a Ferdinando Scianna, per parlare diquel lavoro fotografico del 1998 e non solo. Perché Scianna? Per quella particolare qualità di “distanza” che si stabiliscetra i due e che pure sembra farli incontrare da qualche parte: due fotografi che portano avanti delle ricerche del tuttoantitetiche, l’una centrata sui luoghi l’altra sul vissuto e gli abitanti dei luoghi – giusto per adoperare frasi di comodo;l’uno milanese che va a Palermo l’altro siciliano di Bagheria che è andato a Milano; l’uno noto per un linguaggio visivoclassico e sobrio, l’altro noto per la carnalità dell’approccio alle cose. Per mettere a confronto tutto ciò e per provare afare emergere nuovi elementi di lettura abbiamo invitato i due autori a parlare di sé e del loro immaginario in bianco e nero.
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PaLabPaLabPaLabPaLab. culturalbergheria. laboratorio di culture contemporanee. bar. ristorante.sede legale, via Autonomia Siciliana 109 - 90149 Palermo – p.iva 05562720820 – cod.fisc. 97211680828tel.fax 091.6170319 - www.palab.itsede espositiva, via del Fondaco (piazza Vittoria) – 90134 PalermoL’AUTORE:Gabriele Basilico è nato a Milano nel 1944, dove vive e lavora. Nel 1973 ha conseguito la laureain Architettura presso il Politecnico di Milano. Del 1982 è la prima committenza pubblica, Napoli,città di mare con porto, mentre al 1984 risale la committenza per la Mission photographique dela D.A.T.A.R., campagna rivolta all’indagine del paesaggio contemporaneo francese promossa dalGoverno francese. Nel 1992 gli viene attribuito il Gran Premio del Mese della Fotografia di Parigi,in occasione della mostra Porti di Mare. Del 1991 è la missione fotografica realizzata a Beirut, sucommissione della Fondazione Hariri e delle Editions du Cyprès.Nel 1996 vince il premio Osella d’Oro per la migliore fotografia d’architettura, alla Biennaled’architettura di Venezia. Nel 2001 viene incaricato di una campagna presso i siti archeologicidella regione PACA, in vista dell’esposizione Provincia Antiqua, ai 33^ Rencontres Internationalesde la Photographie di Arles. Nel 2002 gli viene conferito il premio Photo Espana per il migliorlibro di fotografia dell’anno. Nel 2005 inaugura un’istallazione permanente alla stazione Vanvitellidella Metropolitana di Napoli. Nell’estate del 2006 la MEP, Maison Europeenne de la Photographiedi Parigi gli ha dedicato un’ampia e articolata retrospettiva.Nel 2007 rappresenta l’Italia alla 52^Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, con il lavoro su Beirut del 1991.Tra le sue prinicipaliesposizioni Milano, ritratti di fabbriche, PAC, Milano 1983; Italia-France, RencontresInternationales de la Photographie d’Arles, 1987; Bord de mer, Galleria Ar-Ge Kunst, Bolzano1990; Porti di mare, Musée de l’Elysée, Lausanne 1992; Beyrouth, 1991 Teatro Sociale diBergamo 1995; Urban Views, Stedelijk Museum, Amsterdam 2000; Instant City, Centro d’artecontemporaneaa Luigi Pecci, Prato Milan, Berlin, Valente, IVAM, Valence e Cityscapes, MAMBA diBuenos Aires, 2001; 6xTorino, Galleria d’Arte Moderna Torino 2005.---------------------------------------------Dalla conversazione tra Basilico e Scianna:Elisa Fulco: In effetti la sua fotografia è stata usata a fini diversi. Da fotografo Ferdinando Scianna che lettura dà dellavoro di Gabriele?Ferdinando Scianna: Ho la sensazione che i fotografi comprendano meglio e più in profondità il lavoro di un altrofotografo dei critici d’arte, o peggio ancora dei critici di fotografia, se ce ne sono. Semmai trovo più spesso illuminanti, aproposito di fotografia, le opinioni degli scrittori. Vedo il lavoro di Gabriele come una sorta di diario sentimentale e trovoche non sia stato dato sufficiente risalto all’emotività che lo guida alla scoperta del fatto urbano come se fosse la letturadi un libro di pietra, come Victor Ugo definiva la città, come al carattere singolarmente mediterraneo delle sue immagini.Gabriele Basilico: Credo anch’io che molti esitino ad usare la parola “sentimento” perché temono che il suo significatopossa precipitare e contaminarsi con la parola “sentimentalismo”. Non c’è dubbio che la natura della luce nella suaestensione e variazione, provochi reazioni emozionali e sentimenti intensi. Ma tutto ciò non mette in discussione il rigoree la razionalità di un progetto, al contrario, ragione e sentimento possono coesistere in un rapporto dialettico e diarmonia.Dall’introduzione al libro:«Diceva Basilico a proposito della città invitato a riprendere “Palermo, come tante città italiane, ha il benessere e lamalattia che si accompagna alla bellezza struggente legata al passato (…) Come altre città del Sud è zeppa di cose chenon riescono più a stare insieme, che tendono a smembrarsi avvicinandosi ad un disfacimento che è il suo problemastorico, ma anche la sua natura occulta e più affascinante. In realtà io ho lavorato di più su una parte di città che ha pocodi mistero, che è tutta evidente. Mi è stato spontaneo scegliere il tessuto contemporaneo che rappresenta sicuramente laparte debole della contemporaneità, su cui, in qualità di medico mi sento maggiormente chiamato ad intervenire. Midefinisco solitamente un anatomo-patologo, un profondo osservatore di corpi urbani, che scruta la città esattamentecome un medico guarda il corpo del paziente per determinarne lo stato di salute. Palermo viene da me raccontataattraverso una struttura fisica e attraverso il suo rapporto straordinario con la natura, con le montagne che la circondano,con il mare, e soprattutto attraverso gli aspetti formali che la compongono, individuandone la specie e la tipologia:osservando il vicino e il lontano, scrutando come arriva la luce sulle sue superfici, come si modella una strada, in chemodo gli elementi urbani effimeri e strutturati si compongono tra di loro in un linguaggio articolato”. Ci siamo anchechiesti se queste immagini, e lo sguardo che vi si dispiega, non potessero diventare oggetto per un confronto e per unalettura diversa del senso del mestiere di fotografo, a partire dalle considerazioni di chi la fotografia la pratica e la vivedall’interno: da qui l’idea di sedersi attorno a un tavolo insieme a Gabriele Basilico e a Ferdinando Scianna, per parlare diquel lavoro fotografico del 1998 e non solo. Perché Scianna? Per quella particolare qualità di “distanza” che si stabiliscetra i due e che pure sembra farli incontrare da qualche parte: due fotografi che portano avanti delle ricerche del tuttoantitetiche, l’una centrata sui luoghi l’altra sul vissuto e gli abitanti dei luoghi – giusto per adoperare frasi di comodo;l’uno milanese che va a Palermo l’altro siciliano di Bagheria che è andato a Milano; l’uno noto per un linguaggio visivoclassico e sobrio, l’altro noto per la carnalità dell’approccio alle cose. Per mettere a confronto tutto ciò e per provare afare emergere nuovi elementi di lettura abbiamo invitato i due autori a parlare di sé e del loro immaginario in bianco e nero.
26
ottobre 2007
Gabriele Basilico – Palermo città
Dal 26 ottobre al 31 dicembre 2007
fotografia
Location
PALAB
Palermo, Via Del Fondaco, (Palermo)
Palermo, Via Del Fondaco, (Palermo)
Orario di apertura
dalle ore 18 alle ore 24. Lunedì chiuso
Vernissage
26 Ottobre 2007, ore 19.30
Editore
EDIZIONI DI PASSAGGIO
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