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Gabriele Buratti – Ricognizione post-urbana
La città da una parte, i luoghi selvaggi dall’altra, in mezzo il paesaggio antropizzato. E’ questa la tematica di cui Gabriele Buratti si è sempre occupato: osservare quali comportamenti e quali accadimenti siano connotati da un paradigma selvaggio e quali il risultato di una cognizione consapevole
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Ricognizione post-urbana”
di
Gabriele Buratti - Buga -
Inaugurazione 24 Novembre 2017 dalle ore 18 (la mostra proseguirà sino a metà gennaio 2018)
Presente l'artista
.
La città da una parte, i luoghi selvaggi dall’altra, in mezzo il paesaggio antropizzato.
E’ questa la tematica di cui Gabriele Buratti – Buga – si è sempre occupato: osservare quali comportamenti e quali accadimenti siano connotati da un paradigma selvaggio e quali il risultato di una cognizione civile e consapevole.
Nel mondo di oggi si avverte un’incapacità nel pensare ad uno sviluppo alternativo a quello capitalistico – economico.
Ci muoviamo verso mete imposte senza sapere che cammino vogliamo intraprendere e senza chiederci che costo avrà tutto questo in termini di preservazione della diversità come valore assoluto.
Lo sviluppo delle città attuali (vedi Pechino, Abu Dhabi, Milano) avviene con l’unica prerogativa di uno sviluppo immobiliare paesaggistico verticale, senza tener conto delle differenze geografiche e storiche.
Gli animali sono il paradigma di una logica tutt’altro che ambientalista.
L’essere umano non ha la facoltà di trovare la misura ideale dell’abitare in quanto non ancora pienamente convinto che un rapporto simbiotico con la natura sia la condizione sine qua non per riconcepire l’architettura.
“I suoi dipinti contengono anche un marchio, che marchio non è, perché e' un vero e proprio codice a barre, lo stesso che troviamo sui prodotti, e che segnano la produzione del nostro tempo, caratterizzata da un forte consumismo. Ebbene, proprio questo marchio è diventato un'icona, un segno, un'immagine forte che ruota quasi sempre nei dipinti del nostro artista, dando di lui un'idea forte della sua arte che non e' avulsa dalla storia degli ultimi anni, di quella storia economico-sociale che ha dato ai paesi occidentali e capitalismi processi accelerati.
Sono il simbolo dell’occultazione di ciò che potrebbe essere riconosciuto alla vista, una sorta di linguaggio, e il linguaggio è potere. Il codice a barre in questi contesti è un monito sul pericolo che la nostra società corre autoreferenziandosi attraverso il nulla dei contenuti che la sostengono: immagine e ripetizione infinita di cose uguali, prerogativa delle logiche di mercato, quindi del sistema economico. Anche l’immaginario estetico-visivo corre questo pericolo. A questi segnali va aggiunto come il Buratti campioni le scenografie dei suoi dipinti con toni brunati, qualche volta nerastri, come fossero dipinti che hanno raccolto paesaggi persino sironiani. Questi toni, queste fumie, queste nebbie che svaporano bianchi cirri su fondali anneriti non tralasciano emozioni culturali forti, diventano le nuove magie del terzo millennio, e ci dicono come ancora oggi l'arte descriva il proprio tempo senza tralasciare il cuore della poesia...”
Le sue immagini urbane, quasi monocromatiche, sembrano sospese in un tempo indefinito, immobili e silenziose, avvolte in nubi e nebbie in un’atmosfera quasi “post-atomica” dove gli unici esseri viventi sono i grandi animali della prateria, zebre, rinoceronti, giraffe, simboleggianti la forza della natura che non cede nonostante il saccheggio dell’uomo.
In questa personale che anticipa l’apertura del Salone Nautico egli porta anche le sue grandi navi, omaggio alla nostra tradizione di navigatori ma anche di armatori. Anche in questo caso il suo occhio ironico li attualizza inserendo il solito codice che li trasforma, da nobile mezzo per il trasporto e le speranze dei nostri emigranti, a enormi carri bestiame colmi della solita umanità vociante obbligata al divertimento e al consumo ad ogni costo.
Così dice di lui Barbara Cella Farina
In esposizione una dozzina di tele.
Note biografiche
Gabriele Buratti – Buga - nasce a Milano nel 1964, laureato al Politecnico in Architettura del Paesaggio, sviluppa negli anni interesse per i carattere fisici, antropici, storici e strutturali del territorio che influenzerà profondamente la sua opera di pittura, scultura e fotografia.
PREMI
2010 primo classificato al premio "United for animals Awards" Milano
2010 finalista (artisti premiati) al premio "Saturarte" Genova.
2010 finalista al "Wannabee prize" a Milano.
2009 premio della critica alla "Seconda Biennale dell'arte" Satura. Genova.
2008 secondo classificato al concorso "La fenice et des artistes" Milano
2008 finalista al premio "Segrete di Bocca" Libreria Bocca, Milano
2007 finalista al premio "Arte Mondadori" nel Museo della permanente di Milano.
2004 secondo classificato al premio di pittura "Segrete di Bocca", Libreria Bocca, in Galleria Vittorio Emanuele a Milano.
PAOLA MELIGA ART GALLERY
INFO MOSTRA:
Via Maria Vittoria 46/D | Torino
Tel. 0112079983 | 3284363514 | paolameliga@libero.it
www.paolettam69.wix.com/paolameliga
Orario:
dal Martedì al Venerdi dalle ore 15,30/19,30
Il sabato dalle ore 10,00 alle 12,30- 15,30/19,00
Domenica e Festivi – Lunedì Chiuso
Apertura privata su appuntamento
di
Gabriele Buratti - Buga -
Inaugurazione 24 Novembre 2017 dalle ore 18 (la mostra proseguirà sino a metà gennaio 2018)
Presente l'artista
.
La città da una parte, i luoghi selvaggi dall’altra, in mezzo il paesaggio antropizzato.
E’ questa la tematica di cui Gabriele Buratti – Buga – si è sempre occupato: osservare quali comportamenti e quali accadimenti siano connotati da un paradigma selvaggio e quali il risultato di una cognizione civile e consapevole.
Nel mondo di oggi si avverte un’incapacità nel pensare ad uno sviluppo alternativo a quello capitalistico – economico.
Ci muoviamo verso mete imposte senza sapere che cammino vogliamo intraprendere e senza chiederci che costo avrà tutto questo in termini di preservazione della diversità come valore assoluto.
Lo sviluppo delle città attuali (vedi Pechino, Abu Dhabi, Milano) avviene con l’unica prerogativa di uno sviluppo immobiliare paesaggistico verticale, senza tener conto delle differenze geografiche e storiche.
Gli animali sono il paradigma di una logica tutt’altro che ambientalista.
L’essere umano non ha la facoltà di trovare la misura ideale dell’abitare in quanto non ancora pienamente convinto che un rapporto simbiotico con la natura sia la condizione sine qua non per riconcepire l’architettura.
“I suoi dipinti contengono anche un marchio, che marchio non è, perché e' un vero e proprio codice a barre, lo stesso che troviamo sui prodotti, e che segnano la produzione del nostro tempo, caratterizzata da un forte consumismo. Ebbene, proprio questo marchio è diventato un'icona, un segno, un'immagine forte che ruota quasi sempre nei dipinti del nostro artista, dando di lui un'idea forte della sua arte che non e' avulsa dalla storia degli ultimi anni, di quella storia economico-sociale che ha dato ai paesi occidentali e capitalismi processi accelerati.
Sono il simbolo dell’occultazione di ciò che potrebbe essere riconosciuto alla vista, una sorta di linguaggio, e il linguaggio è potere. Il codice a barre in questi contesti è un monito sul pericolo che la nostra società corre autoreferenziandosi attraverso il nulla dei contenuti che la sostengono: immagine e ripetizione infinita di cose uguali, prerogativa delle logiche di mercato, quindi del sistema economico. Anche l’immaginario estetico-visivo corre questo pericolo. A questi segnali va aggiunto come il Buratti campioni le scenografie dei suoi dipinti con toni brunati, qualche volta nerastri, come fossero dipinti che hanno raccolto paesaggi persino sironiani. Questi toni, queste fumie, queste nebbie che svaporano bianchi cirri su fondali anneriti non tralasciano emozioni culturali forti, diventano le nuove magie del terzo millennio, e ci dicono come ancora oggi l'arte descriva il proprio tempo senza tralasciare il cuore della poesia...”
Le sue immagini urbane, quasi monocromatiche, sembrano sospese in un tempo indefinito, immobili e silenziose, avvolte in nubi e nebbie in un’atmosfera quasi “post-atomica” dove gli unici esseri viventi sono i grandi animali della prateria, zebre, rinoceronti, giraffe, simboleggianti la forza della natura che non cede nonostante il saccheggio dell’uomo.
In questa personale che anticipa l’apertura del Salone Nautico egli porta anche le sue grandi navi, omaggio alla nostra tradizione di navigatori ma anche di armatori. Anche in questo caso il suo occhio ironico li attualizza inserendo il solito codice che li trasforma, da nobile mezzo per il trasporto e le speranze dei nostri emigranti, a enormi carri bestiame colmi della solita umanità vociante obbligata al divertimento e al consumo ad ogni costo.
Così dice di lui Barbara Cella Farina
In esposizione una dozzina di tele.
Note biografiche
Gabriele Buratti – Buga - nasce a Milano nel 1964, laureato al Politecnico in Architettura del Paesaggio, sviluppa negli anni interesse per i carattere fisici, antropici, storici e strutturali del territorio che influenzerà profondamente la sua opera di pittura, scultura e fotografia.
PREMI
2010 primo classificato al premio "United for animals Awards" Milano
2010 finalista (artisti premiati) al premio "Saturarte" Genova.
2010 finalista al "Wannabee prize" a Milano.
2009 premio della critica alla "Seconda Biennale dell'arte" Satura. Genova.
2008 secondo classificato al concorso "La fenice et des artistes" Milano
2008 finalista al premio "Segrete di Bocca" Libreria Bocca, Milano
2007 finalista al premio "Arte Mondadori" nel Museo della permanente di Milano.
2004 secondo classificato al premio di pittura "Segrete di Bocca", Libreria Bocca, in Galleria Vittorio Emanuele a Milano.
PAOLA MELIGA ART GALLERY
INFO MOSTRA:
Via Maria Vittoria 46/D | Torino
Tel. 0112079983 | 3284363514 | paolameliga@libero.it
www.paolettam69.wix.com/paolameliga
Orario:
dal Martedì al Venerdi dalle ore 15,30/19,30
Il sabato dalle ore 10,00 alle 12,30- 15,30/19,00
Domenica e Festivi – Lunedì Chiuso
Apertura privata su appuntamento
24
novembre 2017
Gabriele Buratti – Ricognizione post-urbana
Dal 24 novembre 2017 al 16 gennaio 2018
arte contemporanea
Location
MELIGA ART GALLERY
Torino, Via Maria Vittoria, 46, (Torino)
Torino, Via Maria Vittoria, 46, (Torino)
Orario di apertura
dal Martedì al Venerdi 15.30 - 19.30
Sabato 10 - 12,30 e 15.30 - 19.00
Vernissage
24 Novembre 2017, ore 18
Autore