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Gabriele Coi
dieci frammentazioni del progetto “Sweet Home Under White Clouds”
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 10 Giungo 2006, alle ore 18.00, presso la sede della galleria Loft Arte, in Valdagno (VI) Corso Italia 35/f, avrà luogo l’inaugurazione della mostra di Gabriele Coi, saranno in visione dieci frammentazioni del progetto “Sweet Home Under White Clouds”.
Oggi ha chiamato M.
Ha risposto I.; le ha detto che sarebbe partito.
Qualche giorno.
Deve andare al funerale del suo amico: quello che aveva smesso di parlare.
Una mattina il suo amico ha smesso di parlare.
Non riuscire più a parlare.
Hanno detto tumore al cervello.
Se pensi ma smetti di parlare, è come se i pensieri non potessero fluire fuori;
e la testa si riempie;
si riempie fino a scoppiare.
I pensieri si moltiplicano, si comprimono e si fondono;
occupano sempre più spazio fino a farti impazzire;
fino a farti scoppiare.
Pensieri fraggati in migliaia di schegge.
Io non parlo molto.
Non sono timido;
aspetto.
Aspetto il momento in cui qualcosa intorno a me esploda.
Non riesco mai a vedere; vedo solo il brillare delle schegge.
A volte, quando sono fortunato, intravedo qualcosa con la coda dell'occhio;
quando mi giro è troppo tardi.
Bisogna essere molto attenti.
Bisogna sentire ciò che avverrà; trovare il punto giusto un secondo prima che accada.
Io riesco a vedere qualcosa con la coda dell'occhio;
quando sono fortunato.
Più spesso, solo il brillare delle schegge.
Quando conosco qualcuno, guardo qualcosa o vedo un posto nuovo, ho sempre l'impressione di averlo già fatto.
E’ come vivere un dejavu perpetuo;
è come vedere un film due volte;
è come vivere proiettandosi nel passato.
Ci sono troppe immagini nella mia testa;
spesso, faccio confusione.
Da bambino ho cominciato a parlare molto tardi;
forse ho cominciato quando la testa stava per scoppiare.
Mio padre era un fotografo;
comprava riviste di fotografia; molte.
Sono cresciuto guardando riviste di fotografia;
foto, immagini.
Ho memorizzato migliaia di foto senza assegnarne un significato, un contesto.
Ho solo memorizzato.
Quando oggi guardo una foto, ho l'impressione di averla già vista.
Faccio confusione, ho paura che la testa mi esploda.
Alcune persone si fanno fare un buco in testa.
C'e' chi dice che questa pratica aiuti il cervello ad espandersi;
a non avere quella sensazione di compressione che avvertiamo tutti.
Creare una valico fra il dentro e il fuori.
Fra noi e l'universo.
Non sono mai riuscito a vedere esplodere le cose;
ma sono certo che questo accada.
A volte si dissolvono solo per un istante;
a volte per sempre.
Non sono mai riuscito a vedere esplodere le cose.
Quando sono fortunato, intravedo qualcosa con la coda dell'occhio;
spesso riesco solo ad intuire che ciò accade.
Sono attento;
non parlo molto.
Aspetto.
(Gabriele Coi)
“Per quel che mi riguarda, il possibile sviluppo dell’arte figurativa non può che tendere
alla negazione di modelli da rappresentare o di storie da raccontare..”.
Affiancando un testo (What Else Is There - Royksopp) ai suoi quadri, come in un libro di fiabe illustrate,
Gabriele Coi intende dimostrare la mancanza di strutture narrative nel suo lavoro.
Pur non raccontando, Gabriele Coi, si attiene al senso del racconto, al fatto; penetra a fondo, direttamente fra le pieghe del ricordo di una memoria personale e collettiva ormai cortocircuitata: ultimo gradino prima di sprofondare nell’allucinazione.
Gabriele Coi Vive e lavora a Milano di cui ama i suoi cieli neri.
Lavori in esposizione:
It was me on that road
But you couldn't see me
Too many lights out, but nowhere near here,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 60x60
It was me on that road
Still you couldn't see me
And then flashlights and explosions,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 50x50
Roads end getting nearer
We cover distance but not together,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 50x50
I am the storm I am the wonder
And the flashlights nightmares
And sudden explosions,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 40x40
I don't know what more to ask for
I was given just one wish,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 40x40
I've got a golden ear
I cut and I spear
And what else is there,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 40x40
Roads and getting nearer
We cover distance still not together,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 40x40
There's no room where I can go and
You've got secrets too,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 50x50
If I am the storm if I am the wonder
Will I have a flashlights nightmares
And sudden explosions,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 50x50
The story of my maker
What I have and what I ache for,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 40x40
Oggi ha chiamato M.
Ha risposto I.; le ha detto che sarebbe partito.
Qualche giorno.
Deve andare al funerale del suo amico: quello che aveva smesso di parlare.
Una mattina il suo amico ha smesso di parlare.
Non riuscire più a parlare.
Hanno detto tumore al cervello.
Se pensi ma smetti di parlare, è come se i pensieri non potessero fluire fuori;
e la testa si riempie;
si riempie fino a scoppiare.
I pensieri si moltiplicano, si comprimono e si fondono;
occupano sempre più spazio fino a farti impazzire;
fino a farti scoppiare.
Pensieri fraggati in migliaia di schegge.
Io non parlo molto.
Non sono timido;
aspetto.
Aspetto il momento in cui qualcosa intorno a me esploda.
Non riesco mai a vedere; vedo solo il brillare delle schegge.
A volte, quando sono fortunato, intravedo qualcosa con la coda dell'occhio;
quando mi giro è troppo tardi.
Bisogna essere molto attenti.
Bisogna sentire ciò che avverrà; trovare il punto giusto un secondo prima che accada.
Io riesco a vedere qualcosa con la coda dell'occhio;
quando sono fortunato.
Più spesso, solo il brillare delle schegge.
Quando conosco qualcuno, guardo qualcosa o vedo un posto nuovo, ho sempre l'impressione di averlo già fatto.
E’ come vivere un dejavu perpetuo;
è come vedere un film due volte;
è come vivere proiettandosi nel passato.
Ci sono troppe immagini nella mia testa;
spesso, faccio confusione.
Da bambino ho cominciato a parlare molto tardi;
forse ho cominciato quando la testa stava per scoppiare.
Mio padre era un fotografo;
comprava riviste di fotografia; molte.
Sono cresciuto guardando riviste di fotografia;
foto, immagini.
Ho memorizzato migliaia di foto senza assegnarne un significato, un contesto.
Ho solo memorizzato.
Quando oggi guardo una foto, ho l'impressione di averla già vista.
Faccio confusione, ho paura che la testa mi esploda.
Alcune persone si fanno fare un buco in testa.
C'e' chi dice che questa pratica aiuti il cervello ad espandersi;
a non avere quella sensazione di compressione che avvertiamo tutti.
Creare una valico fra il dentro e il fuori.
Fra noi e l'universo.
Non sono mai riuscito a vedere esplodere le cose;
ma sono certo che questo accada.
A volte si dissolvono solo per un istante;
a volte per sempre.
Non sono mai riuscito a vedere esplodere le cose.
Quando sono fortunato, intravedo qualcosa con la coda dell'occhio;
spesso riesco solo ad intuire che ciò accade.
Sono attento;
non parlo molto.
Aspetto.
(Gabriele Coi)
“Per quel che mi riguarda, il possibile sviluppo dell’arte figurativa non può che tendere
alla negazione di modelli da rappresentare o di storie da raccontare..”.
Affiancando un testo (What Else Is There - Royksopp) ai suoi quadri, come in un libro di fiabe illustrate,
Gabriele Coi intende dimostrare la mancanza di strutture narrative nel suo lavoro.
Pur non raccontando, Gabriele Coi, si attiene al senso del racconto, al fatto; penetra a fondo, direttamente fra le pieghe del ricordo di una memoria personale e collettiva ormai cortocircuitata: ultimo gradino prima di sprofondare nell’allucinazione.
Gabriele Coi Vive e lavora a Milano di cui ama i suoi cieli neri.
Lavori in esposizione:
It was me on that road
But you couldn't see me
Too many lights out, but nowhere near here,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 60x60
It was me on that road
Still you couldn't see me
And then flashlights and explosions,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 50x50
Roads end getting nearer
We cover distance but not together,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 50x50
I am the storm I am the wonder
And the flashlights nightmares
And sudden explosions,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 40x40
I don't know what more to ask for
I was given just one wish,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 40x40
I've got a golden ear
I cut and I spear
And what else is there,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 40x40
Roads and getting nearer
We cover distance still not together,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 40x40
There's no room where I can go and
You've got secrets too,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 50x50
If I am the storm if I am the wonder
Will I have a flashlights nightmares
And sudden explosions,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 50x50
The story of my maker
What I have and what I ache for,
2006
Carta fotografica stratificata su PVC-exp
Cm 40x40
10
giugno 2006
Gabriele Coi
Dal 10 giugno al 30 agosto 2006
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA LOFT ARTE
Valdagno, Corso Italia, 35F, (Vicenza)
Valdagno, Corso Italia, 35F, (Vicenza)
Orario di apertura
sabato dalle 16.00 alle 19.00. Tutti i giorni su appuntamento tel. 335 6174115
Vernissage
10 Giugno 2006, ore 18
Autore