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Gabriele Corni – Adoperabili
In questa personale il giovane artista bolognese presenta in anteprima per la galleria bolognese un ciclo di 16 opere fotografiche che ruotano intorno alla figura della bambola, intesa quale gioco sessuale e rituale erotico di massa, ispirandosi all’iperrealistico prodotto della Doll Story.
Comunicato stampa
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Inaugurerà venerdì 18 settembre alle ore 18.00, presso la Galleria Oltre Dimore di Bologna, la mostra itinerante di Gabriele Corni dal titolo Adoperabili che nel corso del 2010 sarà riproposta in altri spazi espositivi sia in Italia sia all’estero.
In questa personale il giovane artista bolognese presenta in anteprima per la galleria di via D’Azeglio 35/a un ciclo di 16 opere fotografiche che ruotano intorno alla figura della bambola, intesa quale gioco sessuale e rituale erotico di massa, ispirandosi all’iperrealistico prodotto della Doll Story. Entrando in galleria il pubblico avrà a tratti l’impressione di trovarsi di fronte ad una vetrina di un lussuoso negozio, in grado di offrire un prodotto impeccabile, perfetto e subito pronto per l’uso, adoperabile per l’appunto. Il comune denominatore dei soggetti rappresentati è proprio la perfezione, che incute timore ma allo stesso tempo attira l’attenzione e innesca il sottile meccanismo del voyeurismo, il solo modo possibile per entrare a diretto contatto con queste figure algide, ambigue e impeccabili.
Le protagoniste di questa nuova serie di opere di Gabriele Corni sono due tipi ben precisi di bambole sessuali in silicone: la provocante, avvolgente e levigata, che si pone accogliendo, quasi con sicurezza, l’osservatore, e l’infantile figura androgina che si presenta più contratta, chiusa e tesa, in una posizione di inferiorità e sottomissione. Volti dello stesso stereotipo sessuale che riduce il ruolo della donna contemporanea a mero corpo-oggetto, avente come precisa e unica funzione proprio quella di soddisfare in tutto e per tutto il proprio referente maschile.
Queste geishe indossano una maschera sofisticatissima di trucco nei toni del bianco, del rosso e del nero, diventando a tutti gli effetti soggetti teatrali che sottolineano il confine e il limite tra il proprio volto e il mondo esterno. Nelle posizioni frontali Corni ottiene effetti ieratici, come se fosse la stessa mitica Sfinge a essere raffigurata. In altre immagini, al contrario, lo stato di attesa prende il sopravvento e diventa momento di sospensione psicologica. L’essere in bilico tra sensuale ed erotico, tra reale ed immaginato, pone ogni osservatore di fronte a domande di grande attualità, di natura personale, sociale, morale, etica.
All'origine, i meccanismi dell'ossessione verso ideali estetici irraggiungibili, nuove esigenze di perfezione e nuove conseguenti debolezze, come l'incapacità relazionale e la necessità di “risolvere” tutto senza investimenti personali e senza attese. Un mondo del presente che vede nell'utilizzo di androidi una soluzione alle proprie urgenze e un paese, il Giappone, che ha già realizzato questo scenario ibrido tra realtà e finzione.
Le fotografie di Gabriele Corni sono altamente raffinate e iperrealiste. Il mezzo fotografico unito alla pittura digitale attuano un gioco sottile: confondono l’osservatore in una luce irreale che ben aderisce all’ambiguità di fondo dei soggetti ritratti. Precisi dettagli anatomici spostano l’attenzione sul carattere umano delle bambole, confondendo il fruitore e spingendolo a un’osservazione quasi maniacale delle singole parti anatomiche, scambiando le maschere in volti e la pelle in porcellana.
L’immagine finale, ottenuta da una originaria qualità fotografica digitale ad altissima definizione e successivamente trattata attraverso una serie di interventi affidati a Giulio Giuseppe Pedaci, esperto di post produzione, porta queste donne impeccabili a diventare suppellettili a tutti gli effetti, raffinate maioliche apparentemente delicate; il loro riscatto consiste nella palese assenza emotiva che le pone altrove, distanti dallo sguardo e dal giudizio di chi le guarda e le usa.
Protette proprio dalla stessa impotenza che le ha generate Le adoperabili di Gabriele Corni subiscono un processo di riqualificazione, grazie alla perfezione estetica che le trasforma in muse totemiche ed esseri ultraterreni. La mostra resterà aperta fino al 31 ottobre 2009.
************************************************
Biografie:
Gabriele Corni
Gabriele Corni (Bologna, Italia, 1972) vive e lavora a Bologna.
Terminati gli studi e la formazione artistica ha perfezionato la tecnica della pittura ad olio nello studio di Norma Mascellani, con cui ha maturato il senso per l’equilibrio compositivo. Ha proseguito sperimentando la costruzione tridimensionale con materiali metallici e ha collaborato con la scultrice Silvia Zagni, orientandosi poi alla fotografia, strumento che lo ha riportato forzatamente al bidimensionale. Attraverso questo filtro e alle molteplici possibilità di intervenire con manipolazioni di post produzione, come la pittura digitale, Gabriele Corni è tornato alla sua esigenza primaria, quella dell’espressione pittorica, da cui non esclude, anzi accentua, la plasticità delle forme.
Nel ritocco digitale si avvale della collaborazione di Giulio G. Pedaci, esperto di post produzione.
È fotografo pubblicitario professionista dello studio Carlo Coppitz Fotografie di Bologna. (www.lelecorni.com)
Dopo aver partecipato a numerose mostre collettive arriva, con il progetto “Adoperabili” alla sua prima personale presso la galleria Oltre Dimore.
Giulio Pedaci
La realizzazione tecnica del ritocco in pittura digitale del progetto Adoperabili è affidata alla collaborazione di Giulio Pedaci, esperto di post produzione digitale dell'immagine in ambito pubblicitario e per l’editoria.
Leccese di nascita, bolognese d'adozione, Pedaci è diplomato in pittura presso l'Accademia delle Belle Arti di Bologna con il Maestro Concetto Pozzati.
Specializzato nelle tecniche di post-produzione digitale sin dalla nascita dei primi software dedicati è stato responsabile della divisione Grafica e Pre-stampa della fotolito emiliana Zincografica Felsinea e della Divisione Grafica della società di progettazione IEI di Roma e Bologna.
È titolare dello studio Ritoccando di Bologna e annovera tra i suoi clienti realtà imprenditoriali di massimo livello, nazionale e internazionale. (www.ritoccando.com)
In questa personale il giovane artista bolognese presenta in anteprima per la galleria di via D’Azeglio 35/a un ciclo di 16 opere fotografiche che ruotano intorno alla figura della bambola, intesa quale gioco sessuale e rituale erotico di massa, ispirandosi all’iperrealistico prodotto della Doll Story. Entrando in galleria il pubblico avrà a tratti l’impressione di trovarsi di fronte ad una vetrina di un lussuoso negozio, in grado di offrire un prodotto impeccabile, perfetto e subito pronto per l’uso, adoperabile per l’appunto. Il comune denominatore dei soggetti rappresentati è proprio la perfezione, che incute timore ma allo stesso tempo attira l’attenzione e innesca il sottile meccanismo del voyeurismo, il solo modo possibile per entrare a diretto contatto con queste figure algide, ambigue e impeccabili.
Le protagoniste di questa nuova serie di opere di Gabriele Corni sono due tipi ben precisi di bambole sessuali in silicone: la provocante, avvolgente e levigata, che si pone accogliendo, quasi con sicurezza, l’osservatore, e l’infantile figura androgina che si presenta più contratta, chiusa e tesa, in una posizione di inferiorità e sottomissione. Volti dello stesso stereotipo sessuale che riduce il ruolo della donna contemporanea a mero corpo-oggetto, avente come precisa e unica funzione proprio quella di soddisfare in tutto e per tutto il proprio referente maschile.
Queste geishe indossano una maschera sofisticatissima di trucco nei toni del bianco, del rosso e del nero, diventando a tutti gli effetti soggetti teatrali che sottolineano il confine e il limite tra il proprio volto e il mondo esterno. Nelle posizioni frontali Corni ottiene effetti ieratici, come se fosse la stessa mitica Sfinge a essere raffigurata. In altre immagini, al contrario, lo stato di attesa prende il sopravvento e diventa momento di sospensione psicologica. L’essere in bilico tra sensuale ed erotico, tra reale ed immaginato, pone ogni osservatore di fronte a domande di grande attualità, di natura personale, sociale, morale, etica.
All'origine, i meccanismi dell'ossessione verso ideali estetici irraggiungibili, nuove esigenze di perfezione e nuove conseguenti debolezze, come l'incapacità relazionale e la necessità di “risolvere” tutto senza investimenti personali e senza attese. Un mondo del presente che vede nell'utilizzo di androidi una soluzione alle proprie urgenze e un paese, il Giappone, che ha già realizzato questo scenario ibrido tra realtà e finzione.
Le fotografie di Gabriele Corni sono altamente raffinate e iperrealiste. Il mezzo fotografico unito alla pittura digitale attuano un gioco sottile: confondono l’osservatore in una luce irreale che ben aderisce all’ambiguità di fondo dei soggetti ritratti. Precisi dettagli anatomici spostano l’attenzione sul carattere umano delle bambole, confondendo il fruitore e spingendolo a un’osservazione quasi maniacale delle singole parti anatomiche, scambiando le maschere in volti e la pelle in porcellana.
L’immagine finale, ottenuta da una originaria qualità fotografica digitale ad altissima definizione e successivamente trattata attraverso una serie di interventi affidati a Giulio Giuseppe Pedaci, esperto di post produzione, porta queste donne impeccabili a diventare suppellettili a tutti gli effetti, raffinate maioliche apparentemente delicate; il loro riscatto consiste nella palese assenza emotiva che le pone altrove, distanti dallo sguardo e dal giudizio di chi le guarda e le usa.
Protette proprio dalla stessa impotenza che le ha generate Le adoperabili di Gabriele Corni subiscono un processo di riqualificazione, grazie alla perfezione estetica che le trasforma in muse totemiche ed esseri ultraterreni. La mostra resterà aperta fino al 31 ottobre 2009.
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Biografie:
Gabriele Corni
Gabriele Corni (Bologna, Italia, 1972) vive e lavora a Bologna.
Terminati gli studi e la formazione artistica ha perfezionato la tecnica della pittura ad olio nello studio di Norma Mascellani, con cui ha maturato il senso per l’equilibrio compositivo. Ha proseguito sperimentando la costruzione tridimensionale con materiali metallici e ha collaborato con la scultrice Silvia Zagni, orientandosi poi alla fotografia, strumento che lo ha riportato forzatamente al bidimensionale. Attraverso questo filtro e alle molteplici possibilità di intervenire con manipolazioni di post produzione, come la pittura digitale, Gabriele Corni è tornato alla sua esigenza primaria, quella dell’espressione pittorica, da cui non esclude, anzi accentua, la plasticità delle forme.
Nel ritocco digitale si avvale della collaborazione di Giulio G. Pedaci, esperto di post produzione.
È fotografo pubblicitario professionista dello studio Carlo Coppitz Fotografie di Bologna. (www.lelecorni.com)
Dopo aver partecipato a numerose mostre collettive arriva, con il progetto “Adoperabili” alla sua prima personale presso la galleria Oltre Dimore.
Giulio Pedaci
La realizzazione tecnica del ritocco in pittura digitale del progetto Adoperabili è affidata alla collaborazione di Giulio Pedaci, esperto di post produzione digitale dell'immagine in ambito pubblicitario e per l’editoria.
Leccese di nascita, bolognese d'adozione, Pedaci è diplomato in pittura presso l'Accademia delle Belle Arti di Bologna con il Maestro Concetto Pozzati.
Specializzato nelle tecniche di post-produzione digitale sin dalla nascita dei primi software dedicati è stato responsabile della divisione Grafica e Pre-stampa della fotolito emiliana Zincografica Felsinea e della Divisione Grafica della società di progettazione IEI di Roma e Bologna.
È titolare dello studio Ritoccando di Bologna e annovera tra i suoi clienti realtà imprenditoriali di massimo livello, nazionale e internazionale. (www.ritoccando.com)
18
settembre 2009
Gabriele Corni – Adoperabili
Dal 18 settembre al 31 ottobre 2009
fotografia
Location
OLTRE DIMORE – PALAZZO RUSCONI
Bologna, Via D'azeglio, 35/a, (Bologna)
Bologna, Via D'azeglio, 35/a, (Bologna)
Orario di apertura
martedì – sabato: 11.00 - 13.00, 17.00 – 19.30
Vernissage
18 Settembre 2009, ore 18.00 Concerto Jazz, ore 20.00 (Bruno Briscik contrabbasso, Nico Menci pianoforte, Carlo Atti saxofono)
Ufficio stampa
STUDIO PESCI
Autore
Curatore