Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Gabriele Di Matteo – Blue Braque
Con la mostra personale “Blue Braque”, Gabriele Di Matteo riporta alla memoria Georges Braque raccontando l’enigma del colore blu.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Federico Luger (FL GALLERY) è lieto di presentare Blue Braque, la mostra personale di Gabriele
Di Matteo, il cui testo è stato curato da Giorgio Verzotti.
Per ospitare la sua nuova personale da Luger, Gabriele Di Matteo è intervenuto sullo spazio,
sdoppiandolo: la sala espositiva ora ha due scale che salgono all’ufficio al piano superiore. La
nuova scala è identica alla prima, a parte il materiale di cui è fatta, il legno. Una scala-fantasma
doppia quella reale, e forte diventa l’impressione di entrare in una dimensione parallela. Questa
aggiunta strutturale ma precaria e “virtuale” rende lo spazio lo scenario di una narrazione fatta per
spunti tematici, per allusioni, tutti afferenti ad un evento reale, che riguarda Georges Braque.
Vediamo fra l’altro la riproduzione di un suo dipinto del 1938, uno dei suoi guéridons, natura morta
con un teschio invece della consueta chitarra, e, per alludere al contesto storico, anche di un
Picasso. Poi un grande ritratto dell’artista realizzato a partire da una fotografia e, con lo stesso
procedimento, una grande tela che riprende lo studio. Anche qui tutto in bianco e nero eccetto un
piccolissimo particolate, l’etichetta di un tubetto di colore, in blu. Al blu di Braque è dedicata l’intera
mostra, ce lo dice chiaramente il testo stampato sulla tela posta nel luogo dove dovrebbe stare la
seconda porta, gemella di quella esistente. Da sempre attratto dalle possibilità della copia, Di
Matteo ha riprodotto un articolo trovato per caso su una rivista degli anni Sessanta, dove si parla
delle ultime ore di vita del grande artista francese. Pare che prima di spirare avesse chiesto che gli
portassero il suo blu. Quale sarà stato fra i tanti blu possibili in pittura non è dato saperlo, ed è
proprio su questo non-sapere che Di Matteo articola la sua narrazione, improbabile come forse è
la fonte, un articolo giornalistico che potrebbe essere un’invenzione, frammentaria e incerta come
una notizia che si diffonde di voce in voce, senza certezze, e proprio per questo aperta al
possibile, e affascinante.
Dopo aver studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, nel 1985 Gabriele Di Matteo (Torre
del Greco, 1957) espone alla mostra Evacuare Napoli presso l’Istituto Grenoble di Napoli. I dipinti
da lui esposti riecheggiano il linguaggio dei neo-espressionisti, ma in chiave ironicamente teatrale.
In quell’occasione, per la prima volta in assoluto, interviene anche l’alter ego fittizio dell’artista,
denominato Armando Della Vittoria, una combinazione dei nomi del padre e della madre. Nel 1989
Di Matteo e Armando Della Vittoria partecipano con due diverse opere al Premio Saatchi, che
viene assegnato, nonostante la vittoria di quest’ultimo artista, all’opera “Cassa Contante” di Di
Matteo. Con la fondazione della rivista “E il topo nel 1991,” Armando Della Vittoria assume il ruolo
di direttore e si dedica in particolare alla ricerca sul tema dell’identità. Mentre dal 2012 Armando
Della Vittoria si è dedicato esclusivamente alla gestione della rivista, Di Matteo ha continuato a
riflettere sul tema della copia e sulla funzione delle immagini preesistenti.
Di Matteo, il cui testo è stato curato da Giorgio Verzotti.
Per ospitare la sua nuova personale da Luger, Gabriele Di Matteo è intervenuto sullo spazio,
sdoppiandolo: la sala espositiva ora ha due scale che salgono all’ufficio al piano superiore. La
nuova scala è identica alla prima, a parte il materiale di cui è fatta, il legno. Una scala-fantasma
doppia quella reale, e forte diventa l’impressione di entrare in una dimensione parallela. Questa
aggiunta strutturale ma precaria e “virtuale” rende lo spazio lo scenario di una narrazione fatta per
spunti tematici, per allusioni, tutti afferenti ad un evento reale, che riguarda Georges Braque.
Vediamo fra l’altro la riproduzione di un suo dipinto del 1938, uno dei suoi guéridons, natura morta
con un teschio invece della consueta chitarra, e, per alludere al contesto storico, anche di un
Picasso. Poi un grande ritratto dell’artista realizzato a partire da una fotografia e, con lo stesso
procedimento, una grande tela che riprende lo studio. Anche qui tutto in bianco e nero eccetto un
piccolissimo particolate, l’etichetta di un tubetto di colore, in blu. Al blu di Braque è dedicata l’intera
mostra, ce lo dice chiaramente il testo stampato sulla tela posta nel luogo dove dovrebbe stare la
seconda porta, gemella di quella esistente. Da sempre attratto dalle possibilità della copia, Di
Matteo ha riprodotto un articolo trovato per caso su una rivista degli anni Sessanta, dove si parla
delle ultime ore di vita del grande artista francese. Pare che prima di spirare avesse chiesto che gli
portassero il suo blu. Quale sarà stato fra i tanti blu possibili in pittura non è dato saperlo, ed è
proprio su questo non-sapere che Di Matteo articola la sua narrazione, improbabile come forse è
la fonte, un articolo giornalistico che potrebbe essere un’invenzione, frammentaria e incerta come
una notizia che si diffonde di voce in voce, senza certezze, e proprio per questo aperta al
possibile, e affascinante.
Dopo aver studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, nel 1985 Gabriele Di Matteo (Torre
del Greco, 1957) espone alla mostra Evacuare Napoli presso l’Istituto Grenoble di Napoli. I dipinti
da lui esposti riecheggiano il linguaggio dei neo-espressionisti, ma in chiave ironicamente teatrale.
In quell’occasione, per la prima volta in assoluto, interviene anche l’alter ego fittizio dell’artista,
denominato Armando Della Vittoria, una combinazione dei nomi del padre e della madre. Nel 1989
Di Matteo e Armando Della Vittoria partecipano con due diverse opere al Premio Saatchi, che
viene assegnato, nonostante la vittoria di quest’ultimo artista, all’opera “Cassa Contante” di Di
Matteo. Con la fondazione della rivista “E il topo nel 1991,” Armando Della Vittoria assume il ruolo
di direttore e si dedica in particolare alla ricerca sul tema dell’identità. Mentre dal 2012 Armando
Della Vittoria si è dedicato esclusivamente alla gestione della rivista, Di Matteo ha continuato a
riflettere sul tema della copia e sulla funzione delle immagini preesistenti.
08
ottobre 2019
Gabriele Di Matteo – Blue Braque
Dall'otto ottobre al 22 novembre 2019
arte contemporanea
Location
FL GALLERY
Milano, Viale Sabotino, 22, (Milano)
Milano, Viale Sabotino, 22, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a 10-13 e 14-19
Vernissage
8 Ottobre 2019, ore 18..30-21.00
Autore
Autore testo critico