Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Gabriele e Giampiero Niccoli – L’arte del ferro forgiato
Due maestri del ferro forgiato: quarant’anni d’idee e di lavoro nella continuità di un’antichissima tradizione
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Due maestri del ferro forgiato: quarant’anni d’idee e di lavoro nella continuità di un’antichissima tradizione
Dal 6 al 28 settembre 2008 la Basilica di Sant’Alessandro di Fiesole ospiterà una mostra che già dal titolo -“Gabriele e Giampiero Niccoli, l’arte del ferro forgiato”- illustra il suo aspetto inconsueto. Per la prima volta a quell’arte fabbrile che nel Rinascimento si conquistò l’insegna di “nuova arte maggiore” e che a Fiesole ai tempi nostri ha trovato la sua più nobile espressione nella “bottega” dei fratelli Niccoli, sarà offerta la possibilità di raccontarsi su un prestigioso palcoscenico.
Il Sindaco Fabio Incatasciato e l’Assessore alla cultura Paolo Becattini, accogliendo il progetto di Gigliola Melani Paciscopi, dato il pieno appoggio a questa esposizione destinata a narrare una vicenda che prese vita quarant’anni addietro in una piccola fucina fiesolana, e ha fatto raggiungere ai suoi protagonisti una notorietà internazionale. Racconta la curatrice in un pieghevole edito per l’occasione: “E’ osservando le scintille di fuoco che il maniscalco Belisario sollevava colpendo un pezzo di metallo infuocato che due ragazzi, Gabriele e Giampiero Niccoli, intravidero quasi mezzo secolo fa, il destino che li avrebbe portati a divenire maestri nell’arte del ferro forgiato. Era accanto alla loro casa di via Traversi a Luco di Mugello che Belisario apriva la sua mascalcia dove la domenica i contadini della zona portavano a ferrare bovi cavalli e muli, negli altri giorni della settimana impegnati nel lavoro dei campi o nelle opere di trasporto. Esercitava un mestiere che i romani avevano appreso da Galli e Celti ed era stato sostituendo con la ferratura gli scomodi legacci degli ipposandali fino allora usati per proteggere gli zoccoli dei cavalli che Roma aveva arricchito la sua potente armata di conquista. Gabriele e Giampiero capirono subito che potevano andare ben oltre un elementare uso della forgiatura e si stabilirono a Fiesole, a respirare il clima di quell’arte fabbrile che ai tempi del grande Rinascimento fiorentino e toscano aveva conosciuto le opere di maestri come Niccolò il Grosso detto il Caparra”. E’ ben noto come alla capacità di lavorare il ferro debbano essere attribuiti il progresso della civiltà e in taluni casi le sorti di eventi storici. Ce lo dice sorridendo una bella filastrocca inglese: Per mancanza di un chiodo un ferro fu perso, mancando un ferro il cavallo fu perso, mancando un cavallo la battaglia fu persa, perdendo la battaglia il regno fu perso. E tutto per la perdita di un chiodo di ferro. Per i Niccoli, nel giro di pochi anni, i segreti della lavorazione del ferro non ebbero più segreti, e nel maggio 1968 aprirono quella che chiamarono “bottega”, con la dichiarata volontà di richiamarsi all’antica, nobile tradizione. Poterono farlo grazie alla generosità di Vittorio Sani, un impresario edile fiesolano che, colpito e affascinato dalla volontà e dall’entusiasmo dei due fratelli, mise a loro disposizione un ampio locale in una zona centrale, accanto ai suoi uffici e magazzini. I Niccoli cercarono rapidamente l’incontro con altre intelligenze, con architetti di fama non solo nazionale, con artisti, letterati e grafici. Arricchirono così i loro orizzonti, le loro nozioni, la loro cultura e nacquero manufatti di alta qualità che, presentati in grandi eventi espositivi (dalla Fiera Campionaria di Milano a quelle di Roma e Bari e alla Mostra Internazionale dell’Artigianato di Firenze) si imposero ovunque, fino a ottenere consensi oltre i confini nazionali, dagli Stati Uniti agli Emirati Arabi. La mostra documenterà varie situazioni in cui si è ricorsi alla sapienza dei due fratelli. Un esempio per tutti, la ricostruzione, fedeli alle originarie, delle inferriate dell’antica Paggeria Reale di Parma che erano andate distrutte nella tragedia della seconda guerra mondiale. I visitatori potranno anche vedere, nella Basilica di Sant’Alessandro, al centro di un allestimento ispirato ai giardini “secchi” di stile giapponese, una vera opera d’arte, la fontana scultura “Rinascita formale” ideata e realizzata da Giampiero Niccoli. Sarà, questa mostra, anche un’occasione per ricordare Gabriele Niccoli che da poco se n’è andato, privando del suo entusiasmo anche gli ambienti sportivi non solo fiesolani. La “bottega” continua anche nel suo nome, con il fermo proposito di custodire con cura il tesoro dei suoi insegnamenti tecnici e la lezione di impegno e di serietà nel lavoro che è sempre stata il suo orgoglio e che ha saputo trasmettere all’amato fratello minore.
Dal 6 al 28 settembre 2008 la Basilica di Sant’Alessandro di Fiesole ospiterà una mostra che già dal titolo -“Gabriele e Giampiero Niccoli, l’arte del ferro forgiato”- illustra il suo aspetto inconsueto. Per la prima volta a quell’arte fabbrile che nel Rinascimento si conquistò l’insegna di “nuova arte maggiore” e che a Fiesole ai tempi nostri ha trovato la sua più nobile espressione nella “bottega” dei fratelli Niccoli, sarà offerta la possibilità di raccontarsi su un prestigioso palcoscenico.
Il Sindaco Fabio Incatasciato e l’Assessore alla cultura Paolo Becattini, accogliendo il progetto di Gigliola Melani Paciscopi, dato il pieno appoggio a questa esposizione destinata a narrare una vicenda che prese vita quarant’anni addietro in una piccola fucina fiesolana, e ha fatto raggiungere ai suoi protagonisti una notorietà internazionale. Racconta la curatrice in un pieghevole edito per l’occasione: “E’ osservando le scintille di fuoco che il maniscalco Belisario sollevava colpendo un pezzo di metallo infuocato che due ragazzi, Gabriele e Giampiero Niccoli, intravidero quasi mezzo secolo fa, il destino che li avrebbe portati a divenire maestri nell’arte del ferro forgiato. Era accanto alla loro casa di via Traversi a Luco di Mugello che Belisario apriva la sua mascalcia dove la domenica i contadini della zona portavano a ferrare bovi cavalli e muli, negli altri giorni della settimana impegnati nel lavoro dei campi o nelle opere di trasporto. Esercitava un mestiere che i romani avevano appreso da Galli e Celti ed era stato sostituendo con la ferratura gli scomodi legacci degli ipposandali fino allora usati per proteggere gli zoccoli dei cavalli che Roma aveva arricchito la sua potente armata di conquista. Gabriele e Giampiero capirono subito che potevano andare ben oltre un elementare uso della forgiatura e si stabilirono a Fiesole, a respirare il clima di quell’arte fabbrile che ai tempi del grande Rinascimento fiorentino e toscano aveva conosciuto le opere di maestri come Niccolò il Grosso detto il Caparra”. E’ ben noto come alla capacità di lavorare il ferro debbano essere attribuiti il progresso della civiltà e in taluni casi le sorti di eventi storici. Ce lo dice sorridendo una bella filastrocca inglese: Per mancanza di un chiodo un ferro fu perso, mancando un ferro il cavallo fu perso, mancando un cavallo la battaglia fu persa, perdendo la battaglia il regno fu perso. E tutto per la perdita di un chiodo di ferro. Per i Niccoli, nel giro di pochi anni, i segreti della lavorazione del ferro non ebbero più segreti, e nel maggio 1968 aprirono quella che chiamarono “bottega”, con la dichiarata volontà di richiamarsi all’antica, nobile tradizione. Poterono farlo grazie alla generosità di Vittorio Sani, un impresario edile fiesolano che, colpito e affascinato dalla volontà e dall’entusiasmo dei due fratelli, mise a loro disposizione un ampio locale in una zona centrale, accanto ai suoi uffici e magazzini. I Niccoli cercarono rapidamente l’incontro con altre intelligenze, con architetti di fama non solo nazionale, con artisti, letterati e grafici. Arricchirono così i loro orizzonti, le loro nozioni, la loro cultura e nacquero manufatti di alta qualità che, presentati in grandi eventi espositivi (dalla Fiera Campionaria di Milano a quelle di Roma e Bari e alla Mostra Internazionale dell’Artigianato di Firenze) si imposero ovunque, fino a ottenere consensi oltre i confini nazionali, dagli Stati Uniti agli Emirati Arabi. La mostra documenterà varie situazioni in cui si è ricorsi alla sapienza dei due fratelli. Un esempio per tutti, la ricostruzione, fedeli alle originarie, delle inferriate dell’antica Paggeria Reale di Parma che erano andate distrutte nella tragedia della seconda guerra mondiale. I visitatori potranno anche vedere, nella Basilica di Sant’Alessandro, al centro di un allestimento ispirato ai giardini “secchi” di stile giapponese, una vera opera d’arte, la fontana scultura “Rinascita formale” ideata e realizzata da Giampiero Niccoli. Sarà, questa mostra, anche un’occasione per ricordare Gabriele Niccoli che da poco se n’è andato, privando del suo entusiasmo anche gli ambienti sportivi non solo fiesolani. La “bottega” continua anche nel suo nome, con il fermo proposito di custodire con cura il tesoro dei suoi insegnamenti tecnici e la lezione di impegno e di serietà nel lavoro che è sempre stata il suo orgoglio e che ha saputo trasmettere all’amato fratello minore.
06
settembre 2008
Gabriele e Giampiero Niccoli – L’arte del ferro forgiato
Dal 06 al 28 settembre 2008
arte contemporanea
Location
BASILICA DI SANT’ALESSANDRO
Fiesole, Via San Francesco, (Firenze)
Fiesole, Via San Francesco, (Firenze)
Autore