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Gabriele Simei / Stefano Altieri – Ferro Colore Luce
Gli spazi e l’architettura illuminotecnica di “Stignani Illuminazione” dei fratelli Stignani pone le luci della ribalta artistica su Gabriele Simei e Stefano Altieri
Comunicato stampa
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Gli spazi e l’architettura illuminotecnica di “Stignani Illuminazione” dei fratelli Stignani pone le luci della ribalta artistica su Gabriele Simei e Stefano Altieri.
Il primo scultore che plasma il ferro, il secondo pittore iperrealista.
“ Gabriele riesce a creare forme a suo piacimento battendo, fondendo e piegando. Così il metallo elemento resistente per antonomasia assume una foggia non naturale, che in alcuni casi fa il verso alla natura stessa, facendo del paradosso il suo carattere principale. Dalla fuliggine e dal magma incandescente appare un simbolo caro allo scultore, il cuore. Questo Gabriele lo modella e lo rifinisce, ci lavora fino a farlo diventare liscio, levigato, in alcune parti affilato come un coltello. Mentre si osserva la superficie così finemente cesellata, appare una patina di ruggine che ingiallisce e intacca la perfezione estetica della scultura. L’ossidazione non è casuale anzi fortemente voluta dall’artista ci da la dimensione del tempo che passa, della presenza grandiosa e convinta del moto dell’animo che getta l’ancora nel panta rei temporale […] Le scaglie, gli scarti, pregni di esistenza vissuta vengono messi insieme e compongono una figura antropomorfa che incarna Vulcano. Tante piccoli segmenti di forza e fatica esperita che sono le cellule e le particelle di questo golem positivo […]Insistendo poi sull’alterazione delle caratteristiche fisiche principali della materia, in questo concetto del nonsense che sfida le leggi fisiche, il ferro sostituisce le sostanze pittoriche che per tradizione solcano il quadro. Il cavalletto e la tela si trasformano ora in un ferreo altare consacrato alla lima. Oggetto che ricorre spesso nella simbologia dello scultore romano e si configura come un importante emblema del lavoro fine e compiuto in maniera impeccabile sempre in accordo con la materia e il concetto. La dimensione delle lime aumentano, a volte la superficie è liscia come a voler rimarcare la forma senza sostanza che spesso s’incontra nella società del lavoro e non solo. Altre volte i grani della lima avversano la consueta casualità della disposizione sulla superficie per sottolineare tramite geometrie razionali la positività dell’uomo-artista e prima ancora dell’uomo-lavoratore. Prendono forma così percorsi ideali nati nella mente ed esplicitati sulla materia metallica che inducono lo spettatore alla riflessione con chiaro intento provocatorio ”.
Carlo Ercoli
Il primo scultore che plasma il ferro, il secondo pittore iperrealista.
“ Gabriele riesce a creare forme a suo piacimento battendo, fondendo e piegando. Così il metallo elemento resistente per antonomasia assume una foggia non naturale, che in alcuni casi fa il verso alla natura stessa, facendo del paradosso il suo carattere principale. Dalla fuliggine e dal magma incandescente appare un simbolo caro allo scultore, il cuore. Questo Gabriele lo modella e lo rifinisce, ci lavora fino a farlo diventare liscio, levigato, in alcune parti affilato come un coltello. Mentre si osserva la superficie così finemente cesellata, appare una patina di ruggine che ingiallisce e intacca la perfezione estetica della scultura. L’ossidazione non è casuale anzi fortemente voluta dall’artista ci da la dimensione del tempo che passa, della presenza grandiosa e convinta del moto dell’animo che getta l’ancora nel panta rei temporale […] Le scaglie, gli scarti, pregni di esistenza vissuta vengono messi insieme e compongono una figura antropomorfa che incarna Vulcano. Tante piccoli segmenti di forza e fatica esperita che sono le cellule e le particelle di questo golem positivo […]Insistendo poi sull’alterazione delle caratteristiche fisiche principali della materia, in questo concetto del nonsense che sfida le leggi fisiche, il ferro sostituisce le sostanze pittoriche che per tradizione solcano il quadro. Il cavalletto e la tela si trasformano ora in un ferreo altare consacrato alla lima. Oggetto che ricorre spesso nella simbologia dello scultore romano e si configura come un importante emblema del lavoro fine e compiuto in maniera impeccabile sempre in accordo con la materia e il concetto. La dimensione delle lime aumentano, a volte la superficie è liscia come a voler rimarcare la forma senza sostanza che spesso s’incontra nella società del lavoro e non solo. Altre volte i grani della lima avversano la consueta casualità della disposizione sulla superficie per sottolineare tramite geometrie razionali la positività dell’uomo-artista e prima ancora dell’uomo-lavoratore. Prendono forma così percorsi ideali nati nella mente ed esplicitati sulla materia metallica che inducono lo spettatore alla riflessione con chiaro intento provocatorio ”.
Carlo Ercoli
15
maggio 2008
Gabriele Simei / Stefano Altieri – Ferro Colore Luce
Dal 15 maggio al 15 giugno 2008
arte contemporanea
Location
STIGNANI ILLUMINAZIONE
Roma, Via Ostiense, 230 A, (Roma)
Roma, Via Ostiense, 230 A, (Roma)
Vernissage
15 Maggio 2008, ore 18:30
Autore