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Gabriella Benedini – Concerto per Sofonisba Anguissola
Come si deduce da questo titolo originale, gli elementi sono due: il riferimento a Sofonisba Anguissola, grande pittrice cremonese vissuta tra il 1532 e il 1625, e la componente musicale (insita nella parola “concerto”), così importante nella produzione artistica di Gabriella Benedini. Lei stessa spiega la genesi dell’idea di questa mostra: “Ho pensato di fare un omaggio a Sofonisba Anguissola dopo aver cercato la sua tomba nella chiesa di San Giorgio dei Genovesi a Palermo; in quella chiesa semibuia mi sono inginocchiata in meditazione riflettendo sui tanti coraggiosi passaggi della sua vita e sulla sua ammiratissima arte”.
Comunicato stampa
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Dal 9 aprile 2016 Gabriella Benedini torna nella sua città natale, Cremona, con una grande mostra intitolata “Concerto per Sofonisba Anguissola”, promossa dal Comune di Cremona.
Come si deduce da questo titolo originale, gli elementi sono due: il riferimento a Sofonisba Anguissola, grande pittrice cremonese vissuta tra il 1532 e il 1625, e la componente musicale (insita nella parola “concerto”), così importante nella produzione artistica di Gabriella Benedini. Lei stessa spiega la genesi dell’idea di questa mostra: “Ho pensato di fare un omaggio a Sofonisba Anguissola dopo aver cercato la sua tomba nella chiesa di San Giorgio dei Genovesi a Palermo; in quella chiesa semibuia mi sono inginocchiata in meditazione riflettendo sui tanti coraggiosi passaggi della sua vita e sulla sua ammiratissima arte”.
L’altro fattore fondamentale da cui è scaturita la concezione della mostra deriva dalla volontà di porre in relazione la figura di Sofonisba Anguissola con il luogo che la ospita: anzitutto Cremona, città della musica e della liuteria, e il Museo del Violino, che è “tempio” del trinomio, unico al mondo, fatto di musica, suono e violini e di quel “saper fare liutario” che è patrimonio immateriale dell’Umanità.
Da questo rapporto, tra l’arte e la musica, tra l’omaggio a una pittrice cremonese del passato e quello alla creatività, alla sapienza, alla manualità e alla raffinata precisione dei liutai di questa città, sono derivate a Gabriella molteplici suggestioni. Da tempo le sue sculture echeggiano metaforicamente la forma di strumenti musicali: sono le ormai famose “Arpe”, grandi sculture realizzate con legno dipinto, ferro, corde, vetroresina e piombo, che, come commentò Gillo Dorfles, “colmano d’una loro sonorità spaziale” l’ambiente in cui sono collocate, ispirando la sensazione di “note arcane, impercettibili, inafferrabili da orecchie umane”.
“Riscopriamo insieme chi siamo stati – riflette il Sindaco del Comune di Cremona Gianluca Galimberti – per capire dove vogliamo andare, come comunità, città e territorio. Quest’anno partiamo dal ’500 cremonese, riconoscendo figure grandi come Jannello Torriani, Andrea Amati e proprio Sofonisba Anguissola, non mettendole in una teca, ma lasciando che ci dicano oggi come essere nuovi e innovativi. Esattamente ciò che accade in “Concerto per Sonfonisba”: l’artista Benedini dialoga, a distanza di 500 anni, con l’artista Sofonisba, una creatività antica ed eccelsa che parla di nuovo attraverso creatività affascinante. E non è un caso che sia proprio il Museo del Violino ad ospitare la mostra. Perché anche l’antica arte liutaria, sapiente saper fare artigiano e artistico, riconosciuto patrimonio dell’Umanità, modella la materia, creando strumenti che suonano certo note udibili di musica sublime, ma cantano anche le note senza suono di un atto creativo di bellezza. È affascinante che il dialogo sia tra due donne, perché se vogliamo che “il mondo” cambi in meglio, proprio le donne devono essere sempre di più protagoniste dell’evoluzione della nostra società e certo anche della nostra città”.
Nelle “Arpe” di Gabriella Benedini, ma anche nelle sue altre opere pensate come fantasiosi strumenti ottenuti tramite l’assemblaggio “alchemico” di materiali di recupero, il riferimento alla musica si esplica nel suono: come scrive il curatore Paolo Bolpagni, è “un suono assente, potenziale, evocato, e perciò tanto più suggestivo. Il vuoto misterioso compreso all’interno della struttura delle ‘Arpe’ è inoltre anche intervallo musicale, è il tempo come dimensione visibile dello spazio”.
Così Gabriella Benedini, ormai da più di vent’anni, continua a moltiplicare, come una liutaia nella sua bottega, i suoi singolari “strumenti musicali”, che nel tempo si sono arricchiti di forme, di differenti materiali e anche di sintesi, sempre alla ricerca della giusta metamorfosi, allo scopo di creare risonanze poetiche.
In mostra saranno esposte diverse tipologie di opere di Gabriella Benedini: le sculture della serie “Mousiké”, le grandi “Porte del cielo”, un’installazione di metronomi, cento “libri d’artista” collocati su leggii, ovviamente le sue celebri “Arpe” e cinque grandi alte vele in vetroresina bianca, concave come se dovessero accogliere il vento per salpare verso lidi lontani.
Durante la mostra si terranno varie iniziative ed eventi collaterali, come concerti e incontri di approfondimento, che saranno ospitati nella seconda sala del percorso espositivo, dove sono collocati i leggii musicali.
__________
GABRIELLA BENEDINI (Cremona, 1932)
Si diploma all’Istituto d’Arte di Parma e frequenta l’Accademia di Brera. Dal 1958 al 1960 vive a Parigi, dove tiene mostre personali e partecipa a collettive. Rientrata in Italia, ha la sua prima mostra milanese nel 1962 alla Galleria Bergamini, presso la quale esporrà fino al 1980; in seguito gallerie di riferimento a Milano sono Spaziotemporaneo, Studio Cavenaghi e Arte 92. Viaggia moltissimo. Attenta all’uso dei materiali, produce nel 1973-75 due film, “Diutop” e “Doprenoi” (perduto), e, superando il vincolo della bidimensionalità, la scultura entra gradualmente nella sua ricerca. Da molti anni vive e lavora a Milano.
Tra le numerose mostre in spazi pubblici, sono da ricordare quelle a Ferrara, Palazzo Diamanti (1972), Como, Pinacoteca (1993), Aosta, Torre del Lebbroso (1994), Spoleto, Palazzo Racani Arroni (1997), Siena, Palazzo Patrizi (1999), Sarzana, Fortezza Firmafede (2004), Reggio Emilia, Palazzo Magnani (2006), Cremona, Museo Ala Ponzone (2007), Milano, Spazio Oberdan / Saluzzo, Castiglia (2012), Milano, Museo Diocesano (2014).
Importanti le presenze alla Biennale di San Paolo del Brasile (1982) e alla Biennale di Venezia (1986 e 2009).
PAOLO BOLPAGNI
Storico dell’arte, critico e curatore, i suoi principali campi di ricerca scientifica sono l’arte italiana ed europea dalla fine dell’Ottocento ad oggi e i rapporti tra musica e pittura.
È ricercatore universitario in Storia dell’arte contemporanea, direttore del museo Collezione Paolo VI - arte contemporanea di Brescia e presidente del Comitato scientifico della Fondazione Ragghianti di Lucca.
È uno dei primi storici dell’arte a usare ampiamente i nuovi media: ha creato nel 2011 un canale YouTube di successo, “Regola d’arte”. Nel 2013 ha vinto il Premio Sulmona per la storia dell’arte.
Come si deduce da questo titolo originale, gli elementi sono due: il riferimento a Sofonisba Anguissola, grande pittrice cremonese vissuta tra il 1532 e il 1625, e la componente musicale (insita nella parola “concerto”), così importante nella produzione artistica di Gabriella Benedini. Lei stessa spiega la genesi dell’idea di questa mostra: “Ho pensato di fare un omaggio a Sofonisba Anguissola dopo aver cercato la sua tomba nella chiesa di San Giorgio dei Genovesi a Palermo; in quella chiesa semibuia mi sono inginocchiata in meditazione riflettendo sui tanti coraggiosi passaggi della sua vita e sulla sua ammiratissima arte”.
L’altro fattore fondamentale da cui è scaturita la concezione della mostra deriva dalla volontà di porre in relazione la figura di Sofonisba Anguissola con il luogo che la ospita: anzitutto Cremona, città della musica e della liuteria, e il Museo del Violino, che è “tempio” del trinomio, unico al mondo, fatto di musica, suono e violini e di quel “saper fare liutario” che è patrimonio immateriale dell’Umanità.
Da questo rapporto, tra l’arte e la musica, tra l’omaggio a una pittrice cremonese del passato e quello alla creatività, alla sapienza, alla manualità e alla raffinata precisione dei liutai di questa città, sono derivate a Gabriella molteplici suggestioni. Da tempo le sue sculture echeggiano metaforicamente la forma di strumenti musicali: sono le ormai famose “Arpe”, grandi sculture realizzate con legno dipinto, ferro, corde, vetroresina e piombo, che, come commentò Gillo Dorfles, “colmano d’una loro sonorità spaziale” l’ambiente in cui sono collocate, ispirando la sensazione di “note arcane, impercettibili, inafferrabili da orecchie umane”.
“Riscopriamo insieme chi siamo stati – riflette il Sindaco del Comune di Cremona Gianluca Galimberti – per capire dove vogliamo andare, come comunità, città e territorio. Quest’anno partiamo dal ’500 cremonese, riconoscendo figure grandi come Jannello Torriani, Andrea Amati e proprio Sofonisba Anguissola, non mettendole in una teca, ma lasciando che ci dicano oggi come essere nuovi e innovativi. Esattamente ciò che accade in “Concerto per Sonfonisba”: l’artista Benedini dialoga, a distanza di 500 anni, con l’artista Sofonisba, una creatività antica ed eccelsa che parla di nuovo attraverso creatività affascinante. E non è un caso che sia proprio il Museo del Violino ad ospitare la mostra. Perché anche l’antica arte liutaria, sapiente saper fare artigiano e artistico, riconosciuto patrimonio dell’Umanità, modella la materia, creando strumenti che suonano certo note udibili di musica sublime, ma cantano anche le note senza suono di un atto creativo di bellezza. È affascinante che il dialogo sia tra due donne, perché se vogliamo che “il mondo” cambi in meglio, proprio le donne devono essere sempre di più protagoniste dell’evoluzione della nostra società e certo anche della nostra città”.
Nelle “Arpe” di Gabriella Benedini, ma anche nelle sue altre opere pensate come fantasiosi strumenti ottenuti tramite l’assemblaggio “alchemico” di materiali di recupero, il riferimento alla musica si esplica nel suono: come scrive il curatore Paolo Bolpagni, è “un suono assente, potenziale, evocato, e perciò tanto più suggestivo. Il vuoto misterioso compreso all’interno della struttura delle ‘Arpe’ è inoltre anche intervallo musicale, è il tempo come dimensione visibile dello spazio”.
Così Gabriella Benedini, ormai da più di vent’anni, continua a moltiplicare, come una liutaia nella sua bottega, i suoi singolari “strumenti musicali”, che nel tempo si sono arricchiti di forme, di differenti materiali e anche di sintesi, sempre alla ricerca della giusta metamorfosi, allo scopo di creare risonanze poetiche.
In mostra saranno esposte diverse tipologie di opere di Gabriella Benedini: le sculture della serie “Mousiké”, le grandi “Porte del cielo”, un’installazione di metronomi, cento “libri d’artista” collocati su leggii, ovviamente le sue celebri “Arpe” e cinque grandi alte vele in vetroresina bianca, concave come se dovessero accogliere il vento per salpare verso lidi lontani.
Durante la mostra si terranno varie iniziative ed eventi collaterali, come concerti e incontri di approfondimento, che saranno ospitati nella seconda sala del percorso espositivo, dove sono collocati i leggii musicali.
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GABRIELLA BENEDINI (Cremona, 1932)
Si diploma all’Istituto d’Arte di Parma e frequenta l’Accademia di Brera. Dal 1958 al 1960 vive a Parigi, dove tiene mostre personali e partecipa a collettive. Rientrata in Italia, ha la sua prima mostra milanese nel 1962 alla Galleria Bergamini, presso la quale esporrà fino al 1980; in seguito gallerie di riferimento a Milano sono Spaziotemporaneo, Studio Cavenaghi e Arte 92. Viaggia moltissimo. Attenta all’uso dei materiali, produce nel 1973-75 due film, “Diutop” e “Doprenoi” (perduto), e, superando il vincolo della bidimensionalità, la scultura entra gradualmente nella sua ricerca. Da molti anni vive e lavora a Milano.
Tra le numerose mostre in spazi pubblici, sono da ricordare quelle a Ferrara, Palazzo Diamanti (1972), Como, Pinacoteca (1993), Aosta, Torre del Lebbroso (1994), Spoleto, Palazzo Racani Arroni (1997), Siena, Palazzo Patrizi (1999), Sarzana, Fortezza Firmafede (2004), Reggio Emilia, Palazzo Magnani (2006), Cremona, Museo Ala Ponzone (2007), Milano, Spazio Oberdan / Saluzzo, Castiglia (2012), Milano, Museo Diocesano (2014).
Importanti le presenze alla Biennale di San Paolo del Brasile (1982) e alla Biennale di Venezia (1986 e 2009).
PAOLO BOLPAGNI
Storico dell’arte, critico e curatore, i suoi principali campi di ricerca scientifica sono l’arte italiana ed europea dalla fine dell’Ottocento ad oggi e i rapporti tra musica e pittura.
È ricercatore universitario in Storia dell’arte contemporanea, direttore del museo Collezione Paolo VI - arte contemporanea di Brescia e presidente del Comitato scientifico della Fondazione Ragghianti di Lucca.
È uno dei primi storici dell’arte a usare ampiamente i nuovi media: ha creato nel 2011 un canale YouTube di successo, “Regola d’arte”. Nel 2013 ha vinto il Premio Sulmona per la storia dell’arte.
08
aprile 2016
Gabriella Benedini – Concerto per Sofonisba Anguissola
Dall'otto aprile al 05 giugno 2016
arte contemporanea
Location
MUSEO DEL VIOLINO
Cremona, Piazza Guglielmo Marconi, 5, (Cremona)
Cremona, Piazza Guglielmo Marconi, 5, (Cremona)
Vernissage
8 Aprile 2016, ore 17
Autore
Curatore