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Gabriella Marchi – Le forme/non forme
Dare voce alle contraddizioni e armonizzarle. Visualizzare le emozioni legate alla memoria, ai sentimenti, al dolore. Rivelare ciò che è nel profondo della coscienza e non riusciamo a tradurre in parola, perché temiamo di esserne feriti. Questo si propone di ottenere l’opera dell’artista romana Gabriella Marchi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Chiesa dell’Angelo, Lodi
Via Fanfulla, 22
12 dicembre – 24 dicembre 2008
Mostra/Installazione
LE FORME/NON FORME
Opere di Gabriella Marchi
Lodi, 25 novembre 2008 - Dare voce alle contraddizioni e armonizzarle. Visualizzare le emozioni legate alla memoria, ai sentimenti, al dolore. Rivelare ciò che è nel profondo della coscienza e non riusciamo a tradurre in parola, perché temiamo di esserne feriti. Questo si propone di ottenere l’opera dell’artista romana Gabriella Marchi, che dal 12 al 24 dicembre presenta nella Chiesa dell’Angelo di Lodi il suo lavoro con la mostra personale Le forme/non forme.
Alla base di tutto: la convinzione che ciò che ci spaventa, facendoci sentire soli, sia in realtà una condizione condivisa, che può essere superata proprio attraverso l’unicum dell’immagine artistica.
Nell’opera Il negativo della memoria, realizzato con pellicole fotografiche poi bruciate, Gabriella Marchi sottolinea che sono gli aspetti traumatici o dolorosi delle storie personali a non renderci liberi. Il dolore di una separazione, ad esempio, diventa l'unica memoria che conta e la paura della sofferenza può impedirci di pensare liberamente, sino a congelare le nostre scelte.
L’immagine, dunque, ricompone le fratture che si producono nella realtà. In Equal not undifferentiated, si trova il tentativo di ridiscutere l'idea di uguaglianza. Piccoli specchi incorniciano etichette dello stesso codice a barre. Perché definire “uguali” gli esseri umani implica che essi siano anche indifferenziati, lasciando così in sospeso il concetto di una pari dignità.
Mankindprint riporta invece le impronte di un testimone d’eccezione, Moni Ovaia, attore teatrale e cantore della diversità culturale. È un lavoro da cui colano sangue, ruggine, ossidazioni. Al centro spicca un vecchio pulsante di ascensore con la scritta «rinvio». L’opera affronta il tema del controllo di massa, la presa delle impronte digitali, del Dna, cosicché le mani non sono più strumento del fare, della creatività, simbolo dell'opera umana: sono un sistema di identificazione di potenziali criminali o semplici sospettati, destino che tutti noi potremmo trovarci ad affrontare.
Ma la mostra è resa unica anche dal ricorso a suggestioni sonore che costituiscono parte integrante dei contenuti artistici. I Misdea, un progetto multimediale dei musicisti Norman Baiocchi e Mike Marchionni, hanno composto delle musiche ad hoc per integrare la proposta di senso di Gabriella Marchi. Il risultato è una coinvolgente esperienza multisensoriale, che accompagna il visitatore durante tutta la sua visita. In mostra, inoltre, saranno esposte anche alcune poesie di Gabriella Marchi: una sorta di contrappunto ai quadri, a cui si legano come a costruire un ipertesto artistico.
Le forme/non forme sarà inaugurata venerdì 12 dicembre alle 18,30 nella chiesa dell’Angelo, in via Fanfulla 22 a Lodi, e resterà aperta gratuitamente al pubblico fino a mercoledì 24 dicembre. In occasione dell’inaugurazione i Misdea si esibiranno dal vivo, presentando in anteprima il loro lavoro.
Patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Lodi, la mostra seguirà i seguenti orari: da martedì a venerdì, dalle 16 alle 19; sabato e domenica, dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19.
Ufficio stampa
Paola Manfredi Studio - Corso Italia 8 – 20122 Milano | Tel: +39 02 45 48 50 93 - Fax: +39 02 45 48 50 94
Andrea Della Valentina Cell. 338 61 59 539 | Mail: andrea.dellavalentina@paolamanfredi.com
Le forme/non-forme
La pittura di Gabriella Marchi, di Francesco Giulio Farachi
Avvicinare le emozioni, concentrarsi per un attimo sui percorsi specchianti che la coscienza solca e che proprio essa conduce per tutte le forze ed i fatti e gli incontri della vita a condensarsi in un’apparenza di colore fuso. Così, l’arte di Gabriella Marchi è un atto di conoscenza e misurazione, è solcare gli spazi intimi ed apprezzare la multiformità dell’esistente, è valutare il senso delle relazioni che in esso sono possibili. L’artista e la sua indagine si ritrovano e si definiscono dunque all’interno di questi “paesaggi mentali”, che sono luoghi della memoria e della psiche, degli stati emozionali e di quelli percettivi, sono territori “di coltura” della condizione umana profonda. L’opera poi viene da qui, è movimento di piani ed estensioni agiti dall’immaginario.
Le circostanze della vita concreta e reale, ed insieme l’insopprimibile vocazione a tenere la dimensione del fantastico, e poi ancora la volontà ad esplorare le adiacenze e le attinenze fra i contrasti del mondo, questo caricarsi di tensioni disomogenee e concorrenti si riversa in un processo che è costruttivo e rappresentativo, e che così accuratamente si trasforma in evento pittorico.
Le tele di Gabriella Marchi accolgono colori e materie, sedimentazioni luccicanti e nebulose limacciose di buio, acide corrosioni dei metalli ed il lucore sbiadito dell’encausto, evidenze aggrinzite su cui fanno attrito e si fermano relitti di luce ed ombra.
Realtà ed arte tendono a diventare sostanze di un’osmosi, risultanze di un respiro scambievole e reciprocamente vitale, che porta l’una nelle plaghe dell’altra, l’altra nelle pedissequità dell’una. Il significato fattuale, effettivo e autentico, delle cose esistenti viene scrutato, prelevato perfino di peso, e riversato nelle opere. Ecco l’impiego dei materiali e sostanze carpiti e recuperati dal quotidiano, ecco i processi di trasformazione che cauterizzano, corrodono, vetrificano pigmenti e consistenze. La pittura diventa così una strutturazione complessa e minuziosa, dove le scansioni cromatiche insistono insieme nel medesimo vortice immaginifico con aggregati ottici e materici, con gli oggetti e le loro smarrite allegorie. A questi elementi, o meglio, alla loro presenza non casuale, eterodossa e decontestualizzata, viene dunque conferito il ruolo attivo di partecipare al farsi plastico e pluridimensionale dell’opera, così viene esaltato il loro evidente senso di appartenenza sia al piano immaginativo sia a quello fisico e pratico.
Gabriella Marchi risolve l’impianto costruttivo come un progetto che spezza la bidimensionalità rigorosa e dispotica della tela, e che perciò tende a smarginare, ad erompere, a restituire come dato di fatto il senso di movimento e fluenza che è dell’idea ispirativa. Anche visivamente, non si considerano i confini preordinati dall’esterno, ma all’interno dell’opera esistono incorniciature e margini, porte e varchi immaginari, rettangoli di colore la cui regolarità è assunta dall’artista come motivo ricorrente e peculiare. Le porte schiuse fra le scabre superfici sovrapposte delle visioni, sono passaggi idealizzati, sono i necessari collegamenti che, prima di separare e distinguere, mettono in contatto e lasciano trapelare. Le porte geometricamente precisano e per geometrico contrappasso esaltano la multiversità degli spazi e degli ambiti messi sulla scena aperta della comprensione. Sono cioè forme stilizzate di cenni, ricordi, moniti, sono il sapore netto e tagliente del viaggio, il profumo ed il desiderio della conoscenza e della vicinanza fra le anime, sono il bagliore dell’avvertita urgenza di affermare la polarità e la complementarietà fra mondi.
L’opera si fa nell’interscambio di forme/non-forme, è la metamorfosi che riconduce mente e sentimento a vedere gli elementi primari, la forza d’amore che intacca la superficie del tempo e che ne adorna gli abissi foschi con energie e tensioni e promesse di vita.
GABRIELLA MARCHI
• Nata a Roma il 17 luglio 1964. Vive e lavora a Roma
• 1983 – 1998
Lavora come costumista e assistente alla regia per produzioni teatrali, cinematografiche e televisive
Inoltre è cantante professionista.
• 1998 – 2007
Su incarico del Ministero del Lavoro, progetta, dirige e scrive un progetto di ricerca relativo alla comunicazione su Internet. Il lavoro è stato pubblicato con il titolo di Internet e il III settore.
È inoltre addetta stampa per organizzazioni non-profit e cooperative editoriali. Adattatrice-dialoghista per il cinema e la televisione. È autrice di canzoni di numerose produzioni di video e cartoni animati per ragazzi. Collabora al volume Al-Qaeda, edito da Alberto Castelvecchi, di cui cura la sezione relativa alla storia dell’Iran, alla condizione femminile e al diritto nei paesi di religione musulmana.
Esposizioni:
• Agosto 2006
Mostra collettiva permanente Tra terra e Cielo, Piana di Navelli (L’Aquila). Patrocinio della Regione Abruzzo
• Febbraio 2007
Mostra collettiva Sagome 547, Roma, Palazzo della Farnesina. Col Patrocinio dell’Unicef e del Ministero degli Esteri. La mostra Sagome 547 è stata presentata anche a Parigi, Bruxelles, Amsterdam.
• Aprile 2007
Mostra Collettiva Impronte Indelebili. A cura della galleria Horti Lamiani Bettivò.
• Novembre 2007
Mostra Collettiva, galleria Domus Talenti, Roma.
• Dicembre 2007
Mostra Personale Porte tra Terra e Cielo, Civita Castellana (Viterbo), col Patrocinio del Comune di Civita Castellana e dell’Assessorato alla Cultura.
• Gennaio 2008
Mostra Personale Porte tra Terra e Cielo, Galleria Domus Talenti, Roma. A cura della Galleria Horti Lamiani Bettivò.
• Marzo 2008
Mostra Collettiva Ti Riciclo in Arte, Fonderia delle Arti, Roma.
• Aprile 2008
Mostra Collettiva Distanze di Sicurezza, Museo delle Auto della Polizia, Roma.
• Giugno 2008
Mostra Collettiva Different Looks. 36 Italian Artists, Zamos, Polonia. Con il Patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia.
• Luglio 2008
Mostra Collettiva Ti Riciclo in Arte, chiesa di S. Agnese, Capranica (Viterbo).
• Ottobre - novembre 2008
smArt Recycling: 37 Italian Artists on plastic, metal, glass, paper & co, CandidArts Trust, Londra (Gb).
MISDEA
Norman Baiocchi e Mike Marchionni, polistrumentisti, compositori, conduttori radiofonici.
Norman baiocchi è voce solista de I virtuosi del pianeta talento, dei Tantomdoora e dei Liberal Carme. Con questi ultimi ha da poco presentato l'ultimo lavoro: Dodici Nuove Polaroid. È il fondatore della compagnia teatrale Weltanshaung. Inoltre collabora con Paolo Benvegnù e con la web-Tv Trappola acustica.
Mike Marchionni è il tastierista del gruppo Quiet in the cave, con cui pubblica due Cd: Monstro e Future. Firma la colonna sonora di alcuni cortometraggi ricevendo anche una nomination come miglior colonna sonora all'Horror film fest di Torino. Il suo racconto, Legami di Sangue, è stato pubblicato nella raccolta curata da Giordano Lupi, Storie Impossibili, edito da Il Foglio.
Via Fanfulla, 22
12 dicembre – 24 dicembre 2008
Mostra/Installazione
LE FORME/NON FORME
Opere di Gabriella Marchi
Lodi, 25 novembre 2008 - Dare voce alle contraddizioni e armonizzarle. Visualizzare le emozioni legate alla memoria, ai sentimenti, al dolore. Rivelare ciò che è nel profondo della coscienza e non riusciamo a tradurre in parola, perché temiamo di esserne feriti. Questo si propone di ottenere l’opera dell’artista romana Gabriella Marchi, che dal 12 al 24 dicembre presenta nella Chiesa dell’Angelo di Lodi il suo lavoro con la mostra personale Le forme/non forme.
Alla base di tutto: la convinzione che ciò che ci spaventa, facendoci sentire soli, sia in realtà una condizione condivisa, che può essere superata proprio attraverso l’unicum dell’immagine artistica.
Nell’opera Il negativo della memoria, realizzato con pellicole fotografiche poi bruciate, Gabriella Marchi sottolinea che sono gli aspetti traumatici o dolorosi delle storie personali a non renderci liberi. Il dolore di una separazione, ad esempio, diventa l'unica memoria che conta e la paura della sofferenza può impedirci di pensare liberamente, sino a congelare le nostre scelte.
L’immagine, dunque, ricompone le fratture che si producono nella realtà. In Equal not undifferentiated, si trova il tentativo di ridiscutere l'idea di uguaglianza. Piccoli specchi incorniciano etichette dello stesso codice a barre. Perché definire “uguali” gli esseri umani implica che essi siano anche indifferenziati, lasciando così in sospeso il concetto di una pari dignità.
Mankindprint riporta invece le impronte di un testimone d’eccezione, Moni Ovaia, attore teatrale e cantore della diversità culturale. È un lavoro da cui colano sangue, ruggine, ossidazioni. Al centro spicca un vecchio pulsante di ascensore con la scritta «rinvio». L’opera affronta il tema del controllo di massa, la presa delle impronte digitali, del Dna, cosicché le mani non sono più strumento del fare, della creatività, simbolo dell'opera umana: sono un sistema di identificazione di potenziali criminali o semplici sospettati, destino che tutti noi potremmo trovarci ad affrontare.
Ma la mostra è resa unica anche dal ricorso a suggestioni sonore che costituiscono parte integrante dei contenuti artistici. I Misdea, un progetto multimediale dei musicisti Norman Baiocchi e Mike Marchionni, hanno composto delle musiche ad hoc per integrare la proposta di senso di Gabriella Marchi. Il risultato è una coinvolgente esperienza multisensoriale, che accompagna il visitatore durante tutta la sua visita. In mostra, inoltre, saranno esposte anche alcune poesie di Gabriella Marchi: una sorta di contrappunto ai quadri, a cui si legano come a costruire un ipertesto artistico.
Le forme/non forme sarà inaugurata venerdì 12 dicembre alle 18,30 nella chiesa dell’Angelo, in via Fanfulla 22 a Lodi, e resterà aperta gratuitamente al pubblico fino a mercoledì 24 dicembre. In occasione dell’inaugurazione i Misdea si esibiranno dal vivo, presentando in anteprima il loro lavoro.
Patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Lodi, la mostra seguirà i seguenti orari: da martedì a venerdì, dalle 16 alle 19; sabato e domenica, dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19.
Ufficio stampa
Paola Manfredi Studio - Corso Italia 8 – 20122 Milano | Tel: +39 02 45 48 50 93 - Fax: +39 02 45 48 50 94
Andrea Della Valentina Cell. 338 61 59 539 | Mail: andrea.dellavalentina@paolamanfredi.com
Le forme/non-forme
La pittura di Gabriella Marchi, di Francesco Giulio Farachi
Avvicinare le emozioni, concentrarsi per un attimo sui percorsi specchianti che la coscienza solca e che proprio essa conduce per tutte le forze ed i fatti e gli incontri della vita a condensarsi in un’apparenza di colore fuso. Così, l’arte di Gabriella Marchi è un atto di conoscenza e misurazione, è solcare gli spazi intimi ed apprezzare la multiformità dell’esistente, è valutare il senso delle relazioni che in esso sono possibili. L’artista e la sua indagine si ritrovano e si definiscono dunque all’interno di questi “paesaggi mentali”, che sono luoghi della memoria e della psiche, degli stati emozionali e di quelli percettivi, sono territori “di coltura” della condizione umana profonda. L’opera poi viene da qui, è movimento di piani ed estensioni agiti dall’immaginario.
Le circostanze della vita concreta e reale, ed insieme l’insopprimibile vocazione a tenere la dimensione del fantastico, e poi ancora la volontà ad esplorare le adiacenze e le attinenze fra i contrasti del mondo, questo caricarsi di tensioni disomogenee e concorrenti si riversa in un processo che è costruttivo e rappresentativo, e che così accuratamente si trasforma in evento pittorico.
Le tele di Gabriella Marchi accolgono colori e materie, sedimentazioni luccicanti e nebulose limacciose di buio, acide corrosioni dei metalli ed il lucore sbiadito dell’encausto, evidenze aggrinzite su cui fanno attrito e si fermano relitti di luce ed ombra.
Realtà ed arte tendono a diventare sostanze di un’osmosi, risultanze di un respiro scambievole e reciprocamente vitale, che porta l’una nelle plaghe dell’altra, l’altra nelle pedissequità dell’una. Il significato fattuale, effettivo e autentico, delle cose esistenti viene scrutato, prelevato perfino di peso, e riversato nelle opere. Ecco l’impiego dei materiali e sostanze carpiti e recuperati dal quotidiano, ecco i processi di trasformazione che cauterizzano, corrodono, vetrificano pigmenti e consistenze. La pittura diventa così una strutturazione complessa e minuziosa, dove le scansioni cromatiche insistono insieme nel medesimo vortice immaginifico con aggregati ottici e materici, con gli oggetti e le loro smarrite allegorie. A questi elementi, o meglio, alla loro presenza non casuale, eterodossa e decontestualizzata, viene dunque conferito il ruolo attivo di partecipare al farsi plastico e pluridimensionale dell’opera, così viene esaltato il loro evidente senso di appartenenza sia al piano immaginativo sia a quello fisico e pratico.
Gabriella Marchi risolve l’impianto costruttivo come un progetto che spezza la bidimensionalità rigorosa e dispotica della tela, e che perciò tende a smarginare, ad erompere, a restituire come dato di fatto il senso di movimento e fluenza che è dell’idea ispirativa. Anche visivamente, non si considerano i confini preordinati dall’esterno, ma all’interno dell’opera esistono incorniciature e margini, porte e varchi immaginari, rettangoli di colore la cui regolarità è assunta dall’artista come motivo ricorrente e peculiare. Le porte schiuse fra le scabre superfici sovrapposte delle visioni, sono passaggi idealizzati, sono i necessari collegamenti che, prima di separare e distinguere, mettono in contatto e lasciano trapelare. Le porte geometricamente precisano e per geometrico contrappasso esaltano la multiversità degli spazi e degli ambiti messi sulla scena aperta della comprensione. Sono cioè forme stilizzate di cenni, ricordi, moniti, sono il sapore netto e tagliente del viaggio, il profumo ed il desiderio della conoscenza e della vicinanza fra le anime, sono il bagliore dell’avvertita urgenza di affermare la polarità e la complementarietà fra mondi.
L’opera si fa nell’interscambio di forme/non-forme, è la metamorfosi che riconduce mente e sentimento a vedere gli elementi primari, la forza d’amore che intacca la superficie del tempo e che ne adorna gli abissi foschi con energie e tensioni e promesse di vita.
GABRIELLA MARCHI
• Nata a Roma il 17 luglio 1964. Vive e lavora a Roma
• 1983 – 1998
Lavora come costumista e assistente alla regia per produzioni teatrali, cinematografiche e televisive
Inoltre è cantante professionista.
• 1998 – 2007
Su incarico del Ministero del Lavoro, progetta, dirige e scrive un progetto di ricerca relativo alla comunicazione su Internet. Il lavoro è stato pubblicato con il titolo di Internet e il III settore.
È inoltre addetta stampa per organizzazioni non-profit e cooperative editoriali. Adattatrice-dialoghista per il cinema e la televisione. È autrice di canzoni di numerose produzioni di video e cartoni animati per ragazzi. Collabora al volume Al-Qaeda, edito da Alberto Castelvecchi, di cui cura la sezione relativa alla storia dell’Iran, alla condizione femminile e al diritto nei paesi di religione musulmana.
Esposizioni:
• Agosto 2006
Mostra collettiva permanente Tra terra e Cielo, Piana di Navelli (L’Aquila). Patrocinio della Regione Abruzzo
• Febbraio 2007
Mostra collettiva Sagome 547, Roma, Palazzo della Farnesina. Col Patrocinio dell’Unicef e del Ministero degli Esteri. La mostra Sagome 547 è stata presentata anche a Parigi, Bruxelles, Amsterdam.
• Aprile 2007
Mostra Collettiva Impronte Indelebili. A cura della galleria Horti Lamiani Bettivò.
• Novembre 2007
Mostra Collettiva, galleria Domus Talenti, Roma.
• Dicembre 2007
Mostra Personale Porte tra Terra e Cielo, Civita Castellana (Viterbo), col Patrocinio del Comune di Civita Castellana e dell’Assessorato alla Cultura.
• Gennaio 2008
Mostra Personale Porte tra Terra e Cielo, Galleria Domus Talenti, Roma. A cura della Galleria Horti Lamiani Bettivò.
• Marzo 2008
Mostra Collettiva Ti Riciclo in Arte, Fonderia delle Arti, Roma.
• Aprile 2008
Mostra Collettiva Distanze di Sicurezza, Museo delle Auto della Polizia, Roma.
• Giugno 2008
Mostra Collettiva Different Looks. 36 Italian Artists, Zamos, Polonia. Con il Patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia.
• Luglio 2008
Mostra Collettiva Ti Riciclo in Arte, chiesa di S. Agnese, Capranica (Viterbo).
• Ottobre - novembre 2008
smArt Recycling: 37 Italian Artists on plastic, metal, glass, paper & co, CandidArts Trust, Londra (Gb).
MISDEA
Norman Baiocchi e Mike Marchionni, polistrumentisti, compositori, conduttori radiofonici.
Norman baiocchi è voce solista de I virtuosi del pianeta talento, dei Tantomdoora e dei Liberal Carme. Con questi ultimi ha da poco presentato l'ultimo lavoro: Dodici Nuove Polaroid. È il fondatore della compagnia teatrale Weltanshaung. Inoltre collabora con Paolo Benvegnù e con la web-Tv Trappola acustica.
Mike Marchionni è il tastierista del gruppo Quiet in the cave, con cui pubblica due Cd: Monstro e Future. Firma la colonna sonora di alcuni cortometraggi ricevendo anche una nomination come miglior colonna sonora all'Horror film fest di Torino. Il suo racconto, Legami di Sangue, è stato pubblicato nella raccolta curata da Giordano Lupi, Storie Impossibili, edito da Il Foglio.
12
dicembre 2008
Gabriella Marchi – Le forme/non forme
Dal 12 al 24 dicembre 2008
arte contemporanea
Location
CHIESA DELL’ANGELO
Lodi, Via Tito Fanfulla, 22, (Lodi)
Lodi, Via Tito Fanfulla, 22, (Lodi)
Orario di apertura
da martedì a venerdì, dalle 16 alle 19; sabato e domenica, dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19
Vernissage
12 Dicembre 2008, ore 18,30
Ufficio stampa
PAOLA MANFREDI
Autore