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Gabriella Prati – Quello che resta 2001-2009
“Quando entro nell’atelier il mio stato è quello dell’incontro.
Gli oggetti, i resti hanno a loro volta incontrato l’esistente”
Gabriella Prati,nata a Napoli da 30 anni vive a Bologna
Comunicato stampa
Segnala l'evento
6 novembre ore 19.30
evaluna libreria delle donne napoli/lecce
presenta
Quello che resta 2001-2009
Opere di Gabriella Prati
"Quando entro nell’atelier il mio stato è quello dell’incontro.
Gli oggetti, i resti hanno a loro volta incontrato l’esistente.
Quello che mi porta verso di loro è questo loro esserne rimasti segnati, trasformati ma nel loro essere resti, rimasti, hanno acquistato una bellezza, una potenza, una sensualità erotica
Un incontro con la materia, con le trame che si scatenano nella stratificazione, nell’errore continuo alla ricerca della trasformazione mia e della materia insieme in un'unica azione sostanza.
Quando ho ri-cominciato a cercare un segno, l’azione è nata dal graffio potente di pastelli a cera sul foglio. qualcosa che mi tirasse fuori, che prendesse la sua via e che io potessi incontrare come nuovo, indipendente da me.
Dopo aver intravisto una luce gialla sotto gli strati di nero in un quadro di Franz Kline
ho sentito che quella era la strada, lo strato di segni, e ancora qualcosa che mi escludesse dal prodotto. Anni in cui raccoglievo oggetti, li tenevo da parte, in attesa che afferrassero le mie mani perché li aiutassi a parlare.
La stoffa trasfigurata dalla macerazione tramava intorno al ferro arrugginito e al legno bruciato,
le colle seccate, tutto il reale muto ed escluso era ciò che restava.
Il dolore, la paura di una perdita possibile reale, mi ha riportato il segno di una figura,
la madre che porta nel suo ventre la sua vita stessa e che nel dolore, nella paura di una perdita rinasce, con ciò che può essere pianto.
Le maternità e i compianti, presenze non cercate che mi affiancavano nel lavoro, mute di significato, solo ineluttabilmente lì, impossibile lasciarle fuori, io ero testimone della loro urgenza.
Il rosso l’oro e poi l’azzurro, le terre, impasto di sangue, magnifico splendore sostanziato di materia. Sempre con le mani.
Devo proteggere una bambina che ha qualcosa da dire che ha paura di sbagliare devo stare dalla sua parte. Per me tutto si racchiude nel fare, nello scegliere ed essere scelti, nello scoprire fra le crepe, fra il ritmo del segno una presenza assenza, un vuoto rotto, infranto.
I segni si intrecciavano strettamente alla poesia, ma io sfuggivo dai nessi in una ripetizione metonimica di ciò che doveva essere, la necessità della parola e del gesto, del segno e del simbolo
Ancora qualcosa lacera, il viso, i corpi, il colore stesso patisce una dimensione piana,
il vetro, la plastica trasparente, l’aria rotta da un urlo infranto, da pezzi, ancora pezzi echi di una trasparenza impossibile. le mie mani cercano di ferirsi in quelle trame di stracci e vetri, di pianto e corpi senza volto e volti senza corpo.
Così è per me e questo cerco di offrire a chi mi cerca e mi chiede di guidarlo, per cercare il suo segno, la sua traccia, persona grande o piccola che sia, nella ricerca del suo sogno.
Gabriella Prati
Nata a Napoli vive a Bologna da più di 30 anni
Psicologa, insegnante di scuola dell'infanzia, si occupa da anni di bambini e adolescenti e dei loro genitori per aiutarli in una crescita armoniosa favorendo lo sviluppo della sensibilità artistica, relazionale ed ecologica. Dipinge e aiuta le persone nell'individuazione di una personale filosofia di vita e di una autentica espressione artistica.
Co-fondatrice dell’associazione culturale il volo di Bologna, il cui fine è la ricerca di percorsi volti al riequilibrio e l’espressione di sé, ha dato vita al progetto Merzbau laboratori e esperienze residenziali di danza, arte e cucina per bambini e adolescenti
Le sue opere sono in mostra permanente presso le sedi e l’atelier dell’associazione culturale il volo di Bologna.
Nel Luglio 2009 ha tenuto una personale presso il laboratorio di studio conservazione e restauro di via dell’inferno 8, bologna
evaluna libreria delle donne napoli/lecce
presenta
Quello che resta 2001-2009
Opere di Gabriella Prati
"Quando entro nell’atelier il mio stato è quello dell’incontro.
Gli oggetti, i resti hanno a loro volta incontrato l’esistente.
Quello che mi porta verso di loro è questo loro esserne rimasti segnati, trasformati ma nel loro essere resti, rimasti, hanno acquistato una bellezza, una potenza, una sensualità erotica
Un incontro con la materia, con le trame che si scatenano nella stratificazione, nell’errore continuo alla ricerca della trasformazione mia e della materia insieme in un'unica azione sostanza.
Quando ho ri-cominciato a cercare un segno, l’azione è nata dal graffio potente di pastelli a cera sul foglio. qualcosa che mi tirasse fuori, che prendesse la sua via e che io potessi incontrare come nuovo, indipendente da me.
Dopo aver intravisto una luce gialla sotto gli strati di nero in un quadro di Franz Kline
ho sentito che quella era la strada, lo strato di segni, e ancora qualcosa che mi escludesse dal prodotto. Anni in cui raccoglievo oggetti, li tenevo da parte, in attesa che afferrassero le mie mani perché li aiutassi a parlare.
La stoffa trasfigurata dalla macerazione tramava intorno al ferro arrugginito e al legno bruciato,
le colle seccate, tutto il reale muto ed escluso era ciò che restava.
Il dolore, la paura di una perdita possibile reale, mi ha riportato il segno di una figura,
la madre che porta nel suo ventre la sua vita stessa e che nel dolore, nella paura di una perdita rinasce, con ciò che può essere pianto.
Le maternità e i compianti, presenze non cercate che mi affiancavano nel lavoro, mute di significato, solo ineluttabilmente lì, impossibile lasciarle fuori, io ero testimone della loro urgenza.
Il rosso l’oro e poi l’azzurro, le terre, impasto di sangue, magnifico splendore sostanziato di materia. Sempre con le mani.
Devo proteggere una bambina che ha qualcosa da dire che ha paura di sbagliare devo stare dalla sua parte. Per me tutto si racchiude nel fare, nello scegliere ed essere scelti, nello scoprire fra le crepe, fra il ritmo del segno una presenza assenza, un vuoto rotto, infranto.
I segni si intrecciavano strettamente alla poesia, ma io sfuggivo dai nessi in una ripetizione metonimica di ciò che doveva essere, la necessità della parola e del gesto, del segno e del simbolo
Ancora qualcosa lacera, il viso, i corpi, il colore stesso patisce una dimensione piana,
il vetro, la plastica trasparente, l’aria rotta da un urlo infranto, da pezzi, ancora pezzi echi di una trasparenza impossibile. le mie mani cercano di ferirsi in quelle trame di stracci e vetri, di pianto e corpi senza volto e volti senza corpo.
Così è per me e questo cerco di offrire a chi mi cerca e mi chiede di guidarlo, per cercare il suo segno, la sua traccia, persona grande o piccola che sia, nella ricerca del suo sogno.
Gabriella Prati
Nata a Napoli vive a Bologna da più di 30 anni
Psicologa, insegnante di scuola dell'infanzia, si occupa da anni di bambini e adolescenti e dei loro genitori per aiutarli in una crescita armoniosa favorendo lo sviluppo della sensibilità artistica, relazionale ed ecologica. Dipinge e aiuta le persone nell'individuazione di una personale filosofia di vita e di una autentica espressione artistica.
Co-fondatrice dell’associazione culturale il volo di Bologna, il cui fine è la ricerca di percorsi volti al riequilibrio e l’espressione di sé, ha dato vita al progetto Merzbau laboratori e esperienze residenziali di danza, arte e cucina per bambini e adolescenti
Le sue opere sono in mostra permanente presso le sedi e l’atelier dell’associazione culturale il volo di Bologna.
Nel Luglio 2009 ha tenuto una personale presso il laboratorio di studio conservazione e restauro di via dell’inferno 8, bologna
06
novembre 2009
Gabriella Prati – Quello che resta 2001-2009
Dal 06 al 12 novembre 2009
arte contemporanea
Location
EVALUNA LIBRERIA ARTGALLERY
Napoli, Piazza Vincenzo Bellini, 72, (Napoli)
Napoli, Piazza Vincenzo Bellini, 72, (Napoli)
Orario di apertura
da lunedi a sabato ore 19.00-23.00
Vernissage
6 Novembre 2009, ore 19.30
Autore
Curatore