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Gaetano Minafra – “……al Salento”
L’artista galatinese presenta in questa sua personale leccese una raccolta di opere polimateriche realizzate dal 2011 al 2014 che si caratterizzano per tecnica, originalità, note cromatiche e accenni di natura antropologica. La sua vuole essere una dedica accorata al proprio territorio di origine
Comunicato stampa
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GAETANO MINAFRA “....al Salento”
Il titolo, allusivo quanto emblematico, “....al Salento”, volutamente incompleto, lascia trasparire quelli che sono i molteplici intenti che hanno guidato l'artista durante il percorso di realizzazione di una nuova serie di opere, tutte realizzate tra il 2011 e il 2014, stilisticamente differenti da quello che era stato fino ad oggi
l'oggetto principale della sua ricerca, ossia la figura umana, delineata con particolare
attenzione per il tratto ed il segno grafico.
Il modo con cui Minafra attua questa scelta è abbastanza sorprendente se non altro
perché, dal titolo e dal percorso iconico del maestro, ci si aspetterebbe di imbattersi
in un'elaborazione figurativa del paesaggio, tradizionalmente intesa. Ci troviamo
davanti, invece, ad una tipologia di opere polimateriche, dove, grazie alla tecnica
dell'assemblaggio, trovano sublimazione artistica i materiali più vari, dai pezzi di
legno consunti dal tempo ai piccoli sassi, applicati direttamente sulla tela e, ancora,
pezzi di plastica rifrangenti, frammenti di stoffa, fili di spago e di cotone messi in
rapporto a fibre vegetali disidratate di fico d'India e, per finire, bottoni, spille di
metallo o di stoffa, riproducenti farfalle e coleotteri. Questi piccoli oggetti, rinvenuti
casualmente dall'artista e dotati di un proprio vissuto, assumono artisticamente il
ruolo dell'objet trouvé . Sono proprio essi a mantenere in certo qual modo un legame
con la figurazione, a parte qualche motivo stilizzato direttamente dall'artista, dove si
può riconoscere ancora la cascina, l'albero, la nuvoletta, il volatile, una donna. Con
le opere attuali l'artista sposta decisamente il suo sguardo dall'uomo verso il
territorio e lo fa con particolare dedizione, tanto che la sua diviene quasi una dedica,
al Salento appunto, titolo che suggerisce tutta la profondità del legame.
Il rapporto con il proprio territorio, e in particolare con Galatina, sua città natale,
diviene esplicito allorché tra gli oggetti applicati sulla tela vi si rinviene la
tarantola, fulcro degli antichi riti della cittadina salentina, o anche la civetta, che pur
campeggia nel suo stemma.
In questi ultimi caso l'indagine è per certi aspetti di tipo antropologicoculturale, dal
momento che il legame con il proprio territorio non può prescindere in alcun modo
da questi aspetti, che hanno attirato sin da tempi remoti l'attenzione di studiosi da
ogni parte del mondo. Minafra invece si accosta al fenomeno del tarantismo senza
pretesa alcuna, con l'arte, suscitando la curiosità del fruitore, ma anche spunti
interessanti di riflessione.
La nuova ventata di entusiasmo con cui l'artista rivolge il proprio sguardo alle
bellezze del Salento è rivelata anche da una particolare esaltazione del colore, del
rosa e dell'azzurro soprattutto, ma anche delle tonalità pastello. I riferimenti sono
svariati: la luminosità del cielo salentino, le stelle nella notte di S.Lorenzo, i fondali
marini del Mediterraneo, i campi, gli ulivi, le case colorate a tempera e calce di
alcuni centri storici del Salento.
Nota critica di Raffaele Gemma
Il titolo, allusivo quanto emblematico, “....al Salento”, volutamente incompleto, lascia trasparire quelli che sono i molteplici intenti che hanno guidato l'artista durante il percorso di realizzazione di una nuova serie di opere, tutte realizzate tra il 2011 e il 2014, stilisticamente differenti da quello che era stato fino ad oggi
l'oggetto principale della sua ricerca, ossia la figura umana, delineata con particolare
attenzione per il tratto ed il segno grafico.
Il modo con cui Minafra attua questa scelta è abbastanza sorprendente se non altro
perché, dal titolo e dal percorso iconico del maestro, ci si aspetterebbe di imbattersi
in un'elaborazione figurativa del paesaggio, tradizionalmente intesa. Ci troviamo
davanti, invece, ad una tipologia di opere polimateriche, dove, grazie alla tecnica
dell'assemblaggio, trovano sublimazione artistica i materiali più vari, dai pezzi di
legno consunti dal tempo ai piccoli sassi, applicati direttamente sulla tela e, ancora,
pezzi di plastica rifrangenti, frammenti di stoffa, fili di spago e di cotone messi in
rapporto a fibre vegetali disidratate di fico d'India e, per finire, bottoni, spille di
metallo o di stoffa, riproducenti farfalle e coleotteri. Questi piccoli oggetti, rinvenuti
casualmente dall'artista e dotati di un proprio vissuto, assumono artisticamente il
ruolo dell'objet trouvé . Sono proprio essi a mantenere in certo qual modo un legame
con la figurazione, a parte qualche motivo stilizzato direttamente dall'artista, dove si
può riconoscere ancora la cascina, l'albero, la nuvoletta, il volatile, una donna. Con
le opere attuali l'artista sposta decisamente il suo sguardo dall'uomo verso il
territorio e lo fa con particolare dedizione, tanto che la sua diviene quasi una dedica,
al Salento appunto, titolo che suggerisce tutta la profondità del legame.
Il rapporto con il proprio territorio, e in particolare con Galatina, sua città natale,
diviene esplicito allorché tra gli oggetti applicati sulla tela vi si rinviene la
tarantola, fulcro degli antichi riti della cittadina salentina, o anche la civetta, che pur
campeggia nel suo stemma.
In questi ultimi caso l'indagine è per certi aspetti di tipo antropologicoculturale, dal
momento che il legame con il proprio territorio non può prescindere in alcun modo
da questi aspetti, che hanno attirato sin da tempi remoti l'attenzione di studiosi da
ogni parte del mondo. Minafra invece si accosta al fenomeno del tarantismo senza
pretesa alcuna, con l'arte, suscitando la curiosità del fruitore, ma anche spunti
interessanti di riflessione.
La nuova ventata di entusiasmo con cui l'artista rivolge il proprio sguardo alle
bellezze del Salento è rivelata anche da una particolare esaltazione del colore, del
rosa e dell'azzurro soprattutto, ma anche delle tonalità pastello. I riferimenti sono
svariati: la luminosità del cielo salentino, le stelle nella notte di S.Lorenzo, i fondali
marini del Mediterraneo, i campi, gli ulivi, le case colorate a tempera e calce di
alcuni centri storici del Salento.
Nota critica di Raffaele Gemma
08
maggio 2014
Gaetano Minafra – “……al Salento”
Dall'otto al 22 maggio 2014
arte contemporanea
Location
A.R.C.A.
Lecce, via Palmieri , 28, (Lecce)
Lecce, via Palmieri , 28, (Lecce)
Orario di apertura
tutti i giorni ore 11-12.30 ; ore 18-21 o previo appuntamento
Vernissage
8 Maggio 2014, ore 20
Autore
Curatore