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Gaia Roma / Francesco Roma – Dentro la superficie
Gaia e Francesco danno vita a nuove espressioni artistiche. Il fatto è che si tratta di padre e figlia. Che vuol dire idee, confronto, “suggerimenti”, punti di vista, metodi, prospettive e l’ormai noto vocabolario sul tema.
Comunicato stampa
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Nelle grandi tele di Gaia la delicatezza della carta, indietreggia davanti alla rudezza del bitume, alle croste del gesso irradiate da squarci di nobile argento, l’uso di materiali diversi crea orizzonti della fantasia, paesaggi onirici e cieli fantastici. I mondi astratti di Gaia Roma, prendono forma attraverso un sapiente uso del colore, e la incredibile diversità di materiali “bidimensionali” utilizzati.
Nata e cresciuta in una famiglia di artisti, si innamora presto di un materiale, la carta, che compare in tutti i suoi lavori. A questo proposito dice: “il fatto che ogni volta la carta possa assumere forme e consistenze molto differenti dal semplice foglio iniziale, mi ha sempre intrigato molto. La carta è tradizione, passatempo, pensiero: è cuore, è materia che fa parte della nostra vita, della quotidianità. E’ semplice. E’ quello che appare. Sempre a portata di mano, pronta a essere il supporto per l’idea geniale che può cambiare la vita, pronta a diventare una lettera d’amore o un aeroplanino da far volare, pronta a diventare un foglio accartocciato da gettare nel cestino. Pronta a diventare altro da sé. Senza “fare una piega”. Di carta,d’oro,di materia crea “fondali per ‘immaginazione”.
Quadri solo in apparenza astratti, ma che rievocano o suggeriscono un luogo dove chiunque può essere stato, nel dormiveglia. Si diploma nel 2002 in decorazione all’Accademia di Belle Arti di Brera. Il suo studio sui Navigli, straripante di carte colorate, è il suo regno. Nel corso degli ultimi 15 anni ha partecipato a numerose esposizioni personali e collettive.
I disegni e le sculture di Francesco Roma sono sempre delle incisioni: entra nella materia con la matita o con la sgorbia come con il bulino. In questi ultimi anni ha dato una svolta decisa verso l’opera “utile” creando per esempio, una serie di manichini/appendiabiti; l’idea è evidentemente venuta all’interior designer, ma sviluppata dall’incisore/scultore che ha dato a queste opere uno spessore che va ben oltre il manufatto artigianale, così come le maniglie di bronzo, che basta guardare per avere il desiderio di impugnarle. Ha un’autentica passione per sperimentare e sperimentarsi. Usa il legno, il ferro, il bronzo. Nel suo eclettismo, riconosci comunque alcuni fondamenti precisi: la ricerca dell’armonia, il perfetto equilibrio fra idea ed esecuzione, il rispetto per la naturalità.
Da moltissimi anni a Milano, non ha perso il contatto con i colori forti e netti della sua terra d’origine, la Puglia. La sua mediterraneità si intuisce in un quadro, in una scultura, in un guizzo d’argento o d’oro che fa vibrare un legno, oltre che nel calore solare della sua personalità.
Gaia e Francesco danno vita a nuove espressioni artistiche. Il fatto è che si tratta di padre e figlia. Che vuol dire idee, confronto, “suggerimenti”, punti di vista, metodi, prospettive e l’ormai noto vocabolario sul tema. Poi l’eterno e così inevitabilmente familiare conflitto tra la voglia di costruire insieme e il bisogno di costruirsi da soli. Tra la matura scelta di cedere il passo e i mille lavori ancora da inventare. Tra il desiderio di provare, buttarsi, sbagliare e il piacere di ritrovare ogni giorno le radici della propria creatività nella materia e nell’esperienza di chi ci precede.
Nata e cresciuta in una famiglia di artisti, si innamora presto di un materiale, la carta, che compare in tutti i suoi lavori. A questo proposito dice: “il fatto che ogni volta la carta possa assumere forme e consistenze molto differenti dal semplice foglio iniziale, mi ha sempre intrigato molto. La carta è tradizione, passatempo, pensiero: è cuore, è materia che fa parte della nostra vita, della quotidianità. E’ semplice. E’ quello che appare. Sempre a portata di mano, pronta a essere il supporto per l’idea geniale che può cambiare la vita, pronta a diventare una lettera d’amore o un aeroplanino da far volare, pronta a diventare un foglio accartocciato da gettare nel cestino. Pronta a diventare altro da sé. Senza “fare una piega”. Di carta,d’oro,di materia crea “fondali per ‘immaginazione”.
Quadri solo in apparenza astratti, ma che rievocano o suggeriscono un luogo dove chiunque può essere stato, nel dormiveglia. Si diploma nel 2002 in decorazione all’Accademia di Belle Arti di Brera. Il suo studio sui Navigli, straripante di carte colorate, è il suo regno. Nel corso degli ultimi 15 anni ha partecipato a numerose esposizioni personali e collettive.
I disegni e le sculture di Francesco Roma sono sempre delle incisioni: entra nella materia con la matita o con la sgorbia come con il bulino. In questi ultimi anni ha dato una svolta decisa verso l’opera “utile” creando per esempio, una serie di manichini/appendiabiti; l’idea è evidentemente venuta all’interior designer, ma sviluppata dall’incisore/scultore che ha dato a queste opere uno spessore che va ben oltre il manufatto artigianale, così come le maniglie di bronzo, che basta guardare per avere il desiderio di impugnarle. Ha un’autentica passione per sperimentare e sperimentarsi. Usa il legno, il ferro, il bronzo. Nel suo eclettismo, riconosci comunque alcuni fondamenti precisi: la ricerca dell’armonia, il perfetto equilibrio fra idea ed esecuzione, il rispetto per la naturalità.
Da moltissimi anni a Milano, non ha perso il contatto con i colori forti e netti della sua terra d’origine, la Puglia. La sua mediterraneità si intuisce in un quadro, in una scultura, in un guizzo d’argento o d’oro che fa vibrare un legno, oltre che nel calore solare della sua personalità.
Gaia e Francesco danno vita a nuove espressioni artistiche. Il fatto è che si tratta di padre e figlia. Che vuol dire idee, confronto, “suggerimenti”, punti di vista, metodi, prospettive e l’ormai noto vocabolario sul tema. Poi l’eterno e così inevitabilmente familiare conflitto tra la voglia di costruire insieme e il bisogno di costruirsi da soli. Tra la matura scelta di cedere il passo e i mille lavori ancora da inventare. Tra il desiderio di provare, buttarsi, sbagliare e il piacere di ritrovare ogni giorno le radici della propria creatività nella materia e nell’esperienza di chi ci precede.
29
agosto 2009
Gaia Roma / Francesco Roma – Dentro la superficie
Dal 29 agosto al 06 settembre 2009
arte contemporanea
Location
COMUNE DI CIVENNA
Civenna, Piazza Abati Di Sant'ambrogio, (Como)
Civenna, Piazza Abati Di Sant'ambrogio, (Como)
Orario di apertura
dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 17,00 alle 19,00
Vernissage
29 Agosto 2009, ore 19
Autore
Curatore