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Galeazzo Viganò – Ritratti 1956-2012
L’esposizione, curata da Caterina Virdis Limentani, documenta una parte importante dell’opera dell’artista che ha per tema il ritratto di persone più o meno famose del mondo della cultura, dell’arte e della musica come: Eugenio Montale, Alberto Limentani, Elio Peruzzi, e tutti gli altri amici dell’artista con i quali egli ha condiviso la sua vita, i suoi pensieri, i suoi umori.
Un percorso che si dipana attraverso tecniche diversamente espressive che l’artista domina con elegante scioltezza e versatilità, passando dallo schizzo più rapido, all’abbozzo più dettagliato e al disegno più elaborato e complesso fino all’opera compiuta affidata ad una esecuzione che mostra di privilegiare la tempera su tavola, specialmente a partire dagli ultimi decenni del secolo scorso.
Il primo gruppo di ritratti si caratterizza per un fondale scuro in cui si staglia il volto illuminato spesso da una luce radente che ne esalta i tratti come in un’apparizione spettrale. Un secondo gruppo di fine anni Sessanta e Settanta presenta i soggetti ambientati in contesti quasi naturali o all’interno di stanze. Un ulteriore serie di opere offre sempre più ricchezza di oggetti che circondano la persona ritratta e la cui funzione è di tessere un racconto simbolico che affianca l’indagine fisica e psicologica. In questi ultimi, appartenenti al periodo che va dalla fine degli anni Settanta in poi, anche il paesaggio sempre meno naturale risponde ai tratti che definiscono la personalità della figura ritratta. Nei ritratti più recenti le figure umane sono sempre più a dimensione intera mentre infittiscono le corrispondenze simboliche dando all’immagine una realtà seconda, proprio per la sua acquisita autonomia.
Una realtà metafisica dunque, assolutizzata da questa assenza di casualità e relatività degli oggetti presenti nonché sostenuta da una pittura precisa, dai colori sfavillanti, ma che include pezzi o schegge di realtà che non sono derivati da un’operazione di semplice collage, ma rispondono a un principio di traslitterazione semantica.
La diversità fin quasi virtuosistica della tecnica trova una coerenza e un fondo comune nello sguardo indagatore dell’artista, fermo e implacabile nel suo deciso sondare le profondità nascoste dell’individuo che ha di fronte cogliendone l’essenza meno ravvisabile anche ad un secondo e più attento sguardo. Egli fissa il soggetto fugando qualsiasi apparenza effimera per concentrarsi sulla sua anima più nuda.
Dall’immersione nelle profondità più oscure della mente e del sentire umano fino all’emergere di una manifestazione luminosa, raggiante delle verità più nascoste, oppure dalla presenza di oggetti, ‘segnali’ rivelatori di situazioni psicologiche o di appartenenza a luoghi reali o immaginari della coscienza, alla traduzione ermetica e criptica di messaggi riferiti al soggetto ritratto.
L'esposizione è un contributo ad una ideale storia del ritratto dal Novecento fino ai giorni nostri, che nel caso del nostro artista diviene uno stimolante incontro per le intriganti implicazioni innescate nel panorama artistico contemporaneo.
Galeazzo Viganò – Ritratti 1956-2012
Padova, Corso Giuseppe Garibaldi, 33, (Padova)