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Galliano/ Riello/ Senoner/ Tessarollo – Gran Disegno Italiano
L’attività del disegnare nell’arte contemporanea è spesso completamente autonoma rispetto alla pittura o alla scultura. Disegnare è come scrivere. Si tratta di comporre un’ idea del mondo che non appartiene più alla fase progettuale e preparatoria, ma è completamente fine a se stessa.
Comunicato stampa
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“Il disegno è la dimora dell’immagine” (Giulio Paolini)
L’attività del disegnare nell’arte contemporanea è spesso completamente autonoma rispetto alla pittura o alla scultura. Disegnare è come scrivere. Si tratta di comporre un’ idea del mondo che non appartiene più alla fase progettuale e preparatoria, ma è completamente fine a se stessa. Disegnare vuol dire non solo applicare il piacere del fare, messo in secondo piano dalla cultura digitale o dalla pittura realizzata sulla proiezione di immagini, ma anche dedicare a questa attività un tempo variabile, lungo, quasi svincolato dalla velocità del vivere quotidiano. Disegnare è pensare, riflettere, riempire i grandi spazi della carta o degli altri supporti scelti, di segni che rispondono ad un’immagine, ad una visione.
“Colui che disegna”, scrive Jean Clair ne La Critica della modernità, ,“nutre il progetto di abolire la distanza fra se stesso e la realtà”. Goethe annotava : „Quello che non ho disegnato io non l’ho visto“, dimostrando che per lui il disegno non era una semplice testimonianza di quello che aveva visto, ma il medium che gli consentiva di vedere . Poiché disegnare è appropriarsi letteralmente del mondo.“Di qui l’innocenza fondamentale di colui che oggi fa il progetto di disegnare.”, insiste Jean Clair, poiché “posto davanti al mondo come se questo avesse ancora qualcosa da dirgli e liberato dallo scetticismo dei suoi contemporanei, egli è di nuovo l’essere nudo e primitivo all’alba della civiltà”-
Questa visione pone il disegno come ottica di approccio alla realtà che non è una ricerca di realismo, ma il bisogno di collegarsi ad una forma di realtà che si possa percepire come vera. Attraverso il disegno l’artista cerca una dimensione personale, non mediata dalla cultura, dalle regole, si riappropria dell’istinto dell’arte. Non abbiamo a che fare con die progetti, con una fase interlocutoria anche se indispensabile. Il disegno in questo caso è fine a se stesso, instaura le coordinate spazio-temporali della visione, costituisce l’approccio al reale come la pittura o la scultura non potranno mai fare.
Il “Grande Disegno Italiano” è un progetto su questa pratica Occidentale in cui la temporalità assomiglia ad un mantra che si ripete sempre diverso. E’ anche la scommessa su cui convergono artisti che provengono da storie e poetiche diverse, ma che possiedono in comune l’idea che il disegno sia il modo migliore per declinare un concetto di arte che superi la tecnica e che guardi all’attualità attraverso la pratica dell’arte. La grande dimensione dei lavori gli conferisce una incredibile dimensione “monumentale” che il disegno non ha mai avuto se non nella tecnica dell’affresco, forse. E testimonia della grande quantità di tempo che gli artisti hanno impiegato per realizzare le opere. Ma può avere anche una dimensione narrativa, assumere la forma di un racconto per immagini.
Questo valore concettuale si unisce alla straordinaria qualità dell’esecuzione, unendo la pazienza con l’attenzione al bello in tutte le forme e i nomi che questo possa avere. Ma si tratta di una bellezza spoglia, essenziale, che non concede nulla allo spettacolo. In questo caso la grande dimensione diventa una specularità sul mondo reale, una prova di realismo che non attinge ai sentimenti e nemmeno alla grammatica dei colori. Tutto è essenziale come una verità a lungo trattenuta che si rivela nell’inatteso e nel paradossale
L’attività del disegnare nell’arte contemporanea è spesso completamente autonoma rispetto alla pittura o alla scultura. Disegnare è come scrivere. Si tratta di comporre un’ idea del mondo che non appartiene più alla fase progettuale e preparatoria, ma è completamente fine a se stessa. Disegnare vuol dire non solo applicare il piacere del fare, messo in secondo piano dalla cultura digitale o dalla pittura realizzata sulla proiezione di immagini, ma anche dedicare a questa attività un tempo variabile, lungo, quasi svincolato dalla velocità del vivere quotidiano. Disegnare è pensare, riflettere, riempire i grandi spazi della carta o degli altri supporti scelti, di segni che rispondono ad un’immagine, ad una visione.
“Colui che disegna”, scrive Jean Clair ne La Critica della modernità, ,“nutre il progetto di abolire la distanza fra se stesso e la realtà”. Goethe annotava : „Quello che non ho disegnato io non l’ho visto“, dimostrando che per lui il disegno non era una semplice testimonianza di quello che aveva visto, ma il medium che gli consentiva di vedere . Poiché disegnare è appropriarsi letteralmente del mondo.“Di qui l’innocenza fondamentale di colui che oggi fa il progetto di disegnare.”, insiste Jean Clair, poiché “posto davanti al mondo come se questo avesse ancora qualcosa da dirgli e liberato dallo scetticismo dei suoi contemporanei, egli è di nuovo l’essere nudo e primitivo all’alba della civiltà”-
Questa visione pone il disegno come ottica di approccio alla realtà che non è una ricerca di realismo, ma il bisogno di collegarsi ad una forma di realtà che si possa percepire come vera. Attraverso il disegno l’artista cerca una dimensione personale, non mediata dalla cultura, dalle regole, si riappropria dell’istinto dell’arte. Non abbiamo a che fare con die progetti, con una fase interlocutoria anche se indispensabile. Il disegno in questo caso è fine a se stesso, instaura le coordinate spazio-temporali della visione, costituisce l’approccio al reale come la pittura o la scultura non potranno mai fare.
Il “Grande Disegno Italiano” è un progetto su questa pratica Occidentale in cui la temporalità assomiglia ad un mantra che si ripete sempre diverso. E’ anche la scommessa su cui convergono artisti che provengono da storie e poetiche diverse, ma che possiedono in comune l’idea che il disegno sia il modo migliore per declinare un concetto di arte che superi la tecnica e che guardi all’attualità attraverso la pratica dell’arte. La grande dimensione dei lavori gli conferisce una incredibile dimensione “monumentale” che il disegno non ha mai avuto se non nella tecnica dell’affresco, forse. E testimonia della grande quantità di tempo che gli artisti hanno impiegato per realizzare le opere. Ma può avere anche una dimensione narrativa, assumere la forma di un racconto per immagini.
Questo valore concettuale si unisce alla straordinaria qualità dell’esecuzione, unendo la pazienza con l’attenzione al bello in tutte le forme e i nomi che questo possa avere. Ma si tratta di una bellezza spoglia, essenziale, che non concede nulla allo spettacolo. In questo caso la grande dimensione diventa una specularità sul mondo reale, una prova di realismo che non attinge ai sentimenti e nemmeno alla grammatica dei colori. Tutto è essenziale come una verità a lungo trattenuta che si rivela nell’inatteso e nel paradossale
09
novembre 2013
Galliano/ Riello/ Senoner/ Tessarollo – Gran Disegno Italiano
Dal 09 novembre al 30 dicembre 2013
arte contemporanea
Location
PAOLO TONIN ARTE CONTEMPORANEA
Torino, Via San Tommaso, 6, (Torino)
Torino, Via San Tommaso, 6, (Torino)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 10,30-19
sabato su appuntamento
Vernissage
9 Novembre 2013, ore 21-24
Autore
Curatore