L’Accademia Britannica continua ad analizzare il rapporto fra l’arte e l’architettura invitando due studi romani a presentare il loro lavoro. La mostra dello studio Garofalo Miura (8-22 maggio 07) è incentrata sul tema, caratteristico del loro operare, della specificità dello spazio anziché dello stile. La mostra dello studio Nicola Di Battista (che aprirà in giugno) presenterà invece alcuni progetti da cui emerge il modo particolare in cui egli interagisce con gli artisti. Il tratto comune a questi architetti italiani e a quelli britannici della stessa generazione che sono stati invitati per il programma “Spaces for Art” è il rigore e la sobrietà dello stile, associati alla sensibilità e al rispetto per il contesto in cui operano (in particolare il contesto artistico).


Lo studio Garofalo Miura è stato fondato nel 1997 da Francesco Garofalo, di formazione romana, e Sharon Miura nata a Toronto e trasferitasi in Italia alla fine degli anni Ottanta.

Dopo la Chiesa di S. Maria Josefa, Francesco Garofalo e Sharon Miura hanno portato a termine gli spazi espositivi temporanei nella ex Caserma di via Guido Reni e alla Stazione Termini, inaugurati nel 2000 e nel 2001. Nel 2003 è stato completato il masterplan di ristrutturazione e ampliamento dell’Accademia Britannica. La ristrutturazione dell’Ambasciata del Canada a Roma è stata inaugurata lo scorso anno, e nel 2007 si aprirà il cantiere della Chiesa di S. Maria delle Grazie a Roma. Lo studio è stato tra i dieci finalisti del concorso per il nuovo Museo dell’arte nuragica e dell’arte contemporanea di Cagliari.


La mostra Space Matters presenta la ricerca dello studio Garofalo Miura attraverso dodici tra progetti e opere realizzate, nella cornice dello spazio ideato dagli stessi architetti. L’allestimento propone la lettura dell’architettura attraverso tre spazi della sua ideazione e comunicazione. Il primo è lo spazio reale di una piccola videoproiezione dedicata ai progetti realizzati e ai luoghi in cui questi sono ambientati, realizzata con il contributo di Alberto Muciaccia – un fotografo con cui i due architetti hanno spesso collaborato. Il secondo esplora lo spazio del modello, strumento privilegiato di lavoro per questi progettisti: dodici plastici sono appesi alla parete insieme a una foto scattata al loro interno che ne rivela la doppia qualità di oggetti e dispositivi spaziali. E infine lo spazio del progetto, in un grande volume da sfogliare che contiene i disegni delle architetture.

Gli spazi espositivi, i musei e le istituzioni culturali sono temi ricorrenti del lavoro dello studio, ma questa piccola mostra vuole dimostrare che le soluzioni spaziali, le proporzioni, i meccanismi di controllo della luce, sono comuni anche ad altri edifici, come una chiesa, una scuola o una stazione della metropolitana.

Garofalo e Miura cercano una strada per rendere l’ordinario ‘straordinario’ nella quotidianità e nella concentrazione sulla specificità di ogni opera, invece che sullo stile. In questo atteggiamento i due architetti trovano una affinità con alcune pratiche dell’arte contemporanea che è più forte di qualsiasi analogia formale.


Il programma d’architettura dell’Accademia Britannica è curato da Marina Engel con il sostegno di John S. Cohen Foundation, Cochemé Charitable Trust, Ambasciata del Canada, Branchini & Mancinelli spa, Knauf. Proseguirà in autunno con ulteriori iniziative sul tema delle collaborazioni fra architetti e artisti