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Gavino Canu – Giorni tutti uguali
Il protagonista di “Giorni tutti uguali” si sveglia da un sogno in cui elementi della sua vita passata sono più nitidi degli stessi ricordi che è capace di richiamare nella veglia e così cerca di ricostruire il percorso che l’ha portato all’oggi fermando sulla lastra questi suggerimenti onirici.
Comunicato stampa
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Cosa succede se nel sogno cerchiamo conferme di una realtà lontana? Questa è la domanda che si trova alla base del percorso che ha portato Gavino Canu, giovane fotografo sardo, ad intraprendere un progetto che si pone l’obiettivo di ri-stabilire un forte legame con la sua città natale, Olbia, l’obiettivo di individuare saldamente un punto di partenza ormai lontano, nel tempo e nello spazio, e difficile da individuare perché sommerso da un sovrapporsi continuo di situazioni culturali posticce e passeggere.
Questo sostanzialmente è ciò che spinge il protagonista di “Giorni tutti uguali” ad intraprendere il viaggio nelle sue profondità. Il bisogno di ravvivare colori, profumi, forme di un suo luogo d’origine, l’epifania cancellata quasi del tutto da una forza sclerotica che ci spinge altrove, ed è un altrove che pone il suo interrogativo non tanto nel “dove?”, ma nel “rispetto a dove?”
La fotografia ha il compito di fermare sulla carta le schegge vivide che il ricordo non riesce a trattenere ma che continuano ad essere evidenti nella dimensione del sogno.
Le opere di Gavino sono costruite con la grande capacità di rendere compresenti il sogno e la veglia. Forme morbide, forti contrasti e modelli provenienti dalla sottocultura indie/emo rappresentano la parte onirica della visione, mentre le location, quasi sempre ambienti abbandonati e fatiscenti sono gli elementi che con la loro concreta pesantezza testimoniano la realtà.
Le 13 fotografie di medio formato (37 x 24) in bianco e nero raccontano una storia dolce e malinconica; difficile non farsi coinvolgere dal sorriso triste dei personaggi “da sogno” che infondono vita alla desolazione circostante, altrettanto difficile non pensare che, in fondo, questo percorso alla ricerca del punto di partenza è un po’ comune ad ognuno di noi.
Questo sostanzialmente è ciò che spinge il protagonista di “Giorni tutti uguali” ad intraprendere il viaggio nelle sue profondità. Il bisogno di ravvivare colori, profumi, forme di un suo luogo d’origine, l’epifania cancellata quasi del tutto da una forza sclerotica che ci spinge altrove, ed è un altrove che pone il suo interrogativo non tanto nel “dove?”, ma nel “rispetto a dove?”
La fotografia ha il compito di fermare sulla carta le schegge vivide che il ricordo non riesce a trattenere ma che continuano ad essere evidenti nella dimensione del sogno.
Le opere di Gavino sono costruite con la grande capacità di rendere compresenti il sogno e la veglia. Forme morbide, forti contrasti e modelli provenienti dalla sottocultura indie/emo rappresentano la parte onirica della visione, mentre le location, quasi sempre ambienti abbandonati e fatiscenti sono gli elementi che con la loro concreta pesantezza testimoniano la realtà.
Le 13 fotografie di medio formato (37 x 24) in bianco e nero raccontano una storia dolce e malinconica; difficile non farsi coinvolgere dal sorriso triste dei personaggi “da sogno” che infondono vita alla desolazione circostante, altrettanto difficile non pensare che, in fondo, questo percorso alla ricerca del punto di partenza è un po’ comune ad ognuno di noi.
09
aprile 2010
Gavino Canu – Giorni tutti uguali
Dal 09 al 16 aprile 2010
fotografia
Location
LA PILLOLA 400
Bologna, Via Alessandro Algardi, 3/a, (Bologna)
Bologna, Via Alessandro Algardi, 3/a, (Bologna)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10.00-19.30
Vernissage
9 Aprile 2010, ore 19.00
Autore
Curatore