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Gebrek monologo interrotto in due parti
Gebrek, un despotico dittatore di un futuro non precisato presenterà la sua visione distorta e inquietante della società vestendo a tratti i panni del suo fumettistico alter ego. Di grande impatto emotivo la video arte di Francesca Lolli, che farà da cornice esaltativa al personaggio grottesco.
Comunicato stampa
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puntoelinea - Progetto Caleidos
GEBREK
MONOLOGO INTERROTTO IN DUE PARTI
di Claudio Elli
interpretazione e regia di Riccardo Magherini e Claudio Elli
comics di Alex Miozzi
disegno luci Marco Meola
video Francesca Lolli
voce femminile fuori campo Federica Armillis
altre voci fuori campo Sveva Dondi, Martino Dondi, Ruggero Dondi, Caterina Lucia, Arianna Lucia
musica nella sigla di chiusura MISHAELA di Noa e NefEsh
esecutori Trio NefEsh (violino Daniele Parziani, chitarra Manuel Buda, contrabbasso Davide Tedesco)
si ringraziano: Lab121, Istituto italiano di Fotografia di Milano
Sinossi
Gebrek è uno spietato dittatore che domina il mondo in un imprecisato futuro.
Le crudeltà perpetrate nei confronti del Vecchio Mondo, descritte in un linguaggio da Grand Guignol, sono l’espressione nichilista del suo potere vendicativo e beffardo.
Ma è un uomo a volere tutto questo o l’immagine di un comics che appare e scompare sovrapponendosi alla sua identità? A un certo punto, nella parte finale, un coup de théâtre svela in fondo la vera natura della sua condotta, riconducibile a quell’altrettanto crudele ipocrisia del Vecchio Mondo di cui egli è stato involontario testimone e vittima, e dove il fumetto è in fondo il suo alter ego grottesco. Ecco però a questo punto profilarsi un nuovo inquietante interrogativo, in cui permane il dubbio se il terrore e le aberrazioni della sua dittatura sono solo il frutto di una follia generata dalla frustrazione di un singolo o in fondo la logica conseguenza di un’umanità spenta che non sa più amare. Agli epigoni una possibile risposta.
Associazione puntoelinea
Nasce nel 2007 con l’intento di promuovere un’attività culturale a vasto raggio, comprendenti sia le attività editoriali, sia la produzione di spettacoli teatrali, performativi, di cabaret e la produzione di video. L’elemento di partenza è la testata eponima Punto e Linea Magazine, settimanale di arte e cultura, particolarmente attento alla critica teatrale. L’associazione ha prodotto o co-prodotto con altri partner alcuni spettacoli teatrali e di cabaret, questi soprattutto d’ispirazione futurista e dada. Tra i
primi Phenomena – Jazz in the Cities (2008) di Alex Miozzi con regia e interpretazione di Claudio Elli e di cabaret Storia di dadamore e un forse … (2007), No story (2008), Storia di dadamore e un forse … e oltre (2008), Street (2008) con testo e regia di Claudio Elli. L’ultimo spettacolo Christmas Carmina è dedicato invece a un percorso sul sacro con testi di Paolo di Tarso, San Giovanni della Croce e Francesco d’Assisi, e inserimenti musicali di Haendel e Bach eseguite dall’Ensemble “Dulcis Harmonia” (2009).
Claudio Elli
Nato a Milano nel 1962, ha pubblicato diversi libri di poesia e prosa, tra i quali la silloge Acqueforti (Rebellato Editore, Venezia, 1986), Poesia (OTMA Edizioni, Milano, 1997), La dea di padùk e altri racconti (Firenze Libri 2001), l’opera poetica Gwenhwyfar (2003) e Il volto sopra la maschera con postfazione (2005). Ottiene diversi riconoscimenti tra i quali il primo premio al Concorso internazionale Città di Milano del 1990 con la poesia Caorso 2000 e il primo premio come Migliore Artista Assoluto alla XVI Edizione del Concorso internazionale Carrara-Halstahammar del 1999. Attraverso performances in locali e teatri, le sue liriche e prose si fondono con le note di musica jazz, blues, classica e indiana. Tra queste ricordiamo La congiura di Babeuf, Le mani di Jeanne-Marie, Aree dimesse, Il giglio e il Sole e Multa per transito inopportuno. Del 2004 è invece Sophia, alchimia multisensoriale di poesia, danza e video e musica dal vivo scritta dal compositore Massimo Carrieri, con testo pubblicato da Bevivino Editore e ripresa filmata realizzata da McDiva. Impegnato a teatro come attore, cabarettista e scrittore di testi, ha recitato al Teatro Ariberto di Milano e presso il teatro PiM Spazio Scenico di Milano. Nel 2008 ha diretto e interpretato Phenomena Jazz in the Cities di Alex Miozzi, ed è stato ideatore e regista di Project 2 – Non conta ciò che vede l’uomo. Tra i cortometraggi ha partecipato a I dèmoni (tratto dal racconto omonimo di F. Dostoievskij) con la regia di Alessandro Perrone per Tutor ed al mediometraggio Andriolo per McDiva. Giornalista pubblicista, è presidente dell’associazione puntoelinea e nel mese di dicembre 2005 ha fondato la testata online Punto e Linea Magazine, settimanale di cultura e spettacolo che tuttora coordina.
Riccardo Magherini
Nato ad Asmara il 3 gennaio 1958, si è diplomato attore presso la Scuola Civica d'Arte Drammatica Piccolo Teatro di Milano nel 1979. Lavora presso compagnie teatrali come il Piccolo Teatro di Milano, il Gruppo della Rocca, il Teatro stabile di Roma, il Teatro Arsenale di Milano, PACTA Arsenale dei Teatri e collabora con registi quali G. Strehler, G. Solari, W. Pagliaro, V. Liberti, L. Muscato.
Regista teatrale, realizza spettacoli con compagnie nazionali come Donati&Olesen ed internazionali come Kokin Osaka e per la compagnia Teatro Arsenale. Alcuni titoli: Pulp tratto dall’opera di C. Bukowski, Casi tratto dall’opera di D. Charms, Venere e Adone di W. Shakespeare (con traduzione di Roberto Sanesi), Avanti Marx di Donati, Olesen, Kaiser, Magherini, Jpangkiko di R. Magherini per la produzione giapponese Kokin Hosaka, L’universo, molto probabilmente di R. Magherini, ispirato all’opera di D.Adams, Re Lear di W. Shakespeare, di cui cura la traduzione, l’adattamento e la regia. Come attore nel cinema e in televisione, è presente in sitcom quali Casa Vianello, Camera Caffè, Finalmente Soli, e in film quali Fame Chimica, L’Aria Serena dell’Ovest, Un amore di strega. Collabora con registi come U. Gregoretti, S. Soldini, M. Nichetti, C. Mazzacurati, B. Bigoni, F. Gasperi, A. Conti. Dal 2002 insegna teatro nelle scuole medie e tiene corsi brevi per la costruzione e l’uso della maschera nelle scuole elementari.
Alex Miozzi
Alessandro, detto Alex, Miozzi vive e lavora a Milano ed è giornalista e fumettista. Svolge il ruolo di direttore responsabile della testata online Punto e Linea Magazine, e scrive, anche in inglese, di musica, arte, fumetti, cinema, teatro e ha ricoperto incarichi di ufficio stampa. Oltre che di racconti, è autore dei testi dello spettacolo Phenomena – Jazz in the Cities (prima nazionale al Teatro Rosetum il 21/06/2008, con interpretazione e regia di Claudio Elli), del romanzo Space Riders of the Mysterious Thing, ARPANet, 2009, nonché autore completo dei fumetti Jimbo G e lo Scimmiotto di Giada, ARPANet, 2011, e Jimbo G e l’Obiettivo K, ARPANet, 2012. Nel 2013 ha trasposto in graphic novel il romanzo Le avventure di Pinocchio nella terra del Sol Levante, scritto dal M° Judoka Alfredo Vismara. Inoltre, è relatore di corsi, seminari e workshop, e dal 2014 anche disegnatore di cartoni animati. Per Nuvole e Strisce ha curato come illustratore l’adattamento comics di Gebrek di Claudio Elli.
Marco Meola
Nato a Roma nel 1959, ha iniziato la sua attività professionale nel 1976 in qualità di lighting designer al CRT di Milano, dove ha collaborato con Tadeusz Kantor, per la prima volta in Italia con La classe morta, Bob Wilson, Meredith Monk, Peter Schumann, Yves Lebreton, Eugenio Barba, Yoshi Oida, Massimo Schuster, Els Comediants, Jerzy Grotowski, Bolek Polivka, Bread and Puppets e molti altri. Nel 1979-80 si è trasferito al Piccolo Teatro di Milano sotto la direzione di Giorgio Strehler. Dal 1983 ha iniziato a collaborare come fonico con service al seguito di compagnie di giro all'estero in tournée musicali. Tornato in Italia, ha iniziato una collaborazione con alcuni teatri milanesi quali Litta, San Babila, Nuovo, Filodrammatici, Manzoni, Oscar Pacta dei Teatri, Rosetum ed alcuni teatri romani come Sistina, Vascello, Eliseo, Torre dell'Orologio. Ha lavorato con i registi Pino Quartullo, Gigi Proietti, Daniele Rubboli, G.F.Ronconi, Alberto Oliva, Alberto Astorri, Gaetano Callegaro, Bruno Montefusco, Claudio Elli e musicisti come Cieko Umezu, Steve Swallaw, Franco Cerri, Giorgio Gaslini, Renato Sellani, Gaetano Liguori, Enrico Rava, Enrico Intra, Antonella Ruggero, i Nomadi, Ivan Graziani, The Mahone. Recentemente al Teatro Litta ha seguito lo spettacolo Il venditore di sigari per la regia di Alberto Oliva e la rassegna Apache curata da Matteo Torterolo.
Francesca Lolli
Nata a Perugia nel 1976. Francesca si trasferisce a Milano nel 1998 dopo un breve periodo di studi in filosofia a Perugia. Si diploma alla scuola di Teatro 'Arsenale' come attrice e poco dopo si laurea in scenografia all' Accademia di Belle Arti di Perugia.
Durante gli anni dell'accademia lavora come attrice nella compagnia del Teatro Arsenale e partecipa a numerosi spettacoli ('Il gioco dell'epidemia' di E. Ionesco, 'Il berretto a sonagli' di L. Pirandello, 'Pulp' di C. Bukowsky, 'La chiesa' di L. F. Celine, ecc...). Per la tesi decide di girare un documentario su un famoso fotografo newyorkese: Andres Serrano. Dal quel momento decide di cambiare la sua vita e di dedicarsi completamente alla video arte e alla performance.
La sua ricerca si concentra sulle diversità di genere e le questioni socio-politiche.
I suoi lavori sono stati proiettati in numerosi festival nazionali ed internazionali.
Da giugno 2014, insieme a Mahmoud Saleh Mohammadi (un artista iraniano), gestisce Spazio Nour: punto d'incontro tra diverse arti e culture e loro residenza artistica permanente.
Dalle note di regia
Gebrek non è che un nome. Per molti non è che un suono senza significato.
Per quelli, invece, che masticano alcuni idiomi del nord Europa dire gebrek, significa parlare di scarto, di mancanza, di difetto.
Gebrek è un’icona che racchiude in sé i segni essenziali del genere umano, della bestia uomo.
L’umano, ovvero uno scherzo del creato: brutto, flaccido, privo di pelliccia, senza artigli, troppo lento nel correre, fragile, in balia della natura, ma dotato d’intelligenza, di una mente speculativa che lo rende potente e devastante come una pestilenza.
L’umano tra gli umani non è libero, se lo vieta, s’impone regole perché è consapevole che, senza, sarebbe travolto dalla sua medesima natura.
L’umano è libero solo se chiuso in un buco della terra, lontano dai suoi simili, quando apre il tappo e vomita quello che di peggio possa esistere nel creato. Quando è tra i suoi simili torna ad essere una vile creatura che soggiace, imbelle, alle leggi di sua invenzione, che si tormenta in una vita resa lunga, troppo lunga, dai suoi intrugli, dai suoi maneggi alchemici.
Gebrek è il sogno, fatto persona, dell’umano chiuso nel cesso che sputa sullo specchio la sua natura rabbiosa. E’ un fiume tragicomico che porta con sé banalità mischiate a verità scomode, volgarità da taverna, pensieri elevati, orribili ideologie, contraddizioni e verità distorte.
E’ anche un oceano d’immagini crude e, insieme, affascinanti, attrattive che scorrono, costanti, su monitor che incombono sugli astanti, aprendo lo sguardo su di un mondo parallelo, popolato da umani privi delle loro maschere, nudi, scorticati, senza difese.
Gebrek è un modo infantile, distorto, che l’umano usa per ritrarre se stesso: una creatura possente, dal fisico agile ed aggraziato, il volto duro, inespressivo, dai tratti che ricordano i dittatori più efferati: un Diabolik effeminato con la faccia di Adolf e i baffi di Stalin. E’ un disegno – un comics, si direbbe in gergo tecnico – tratteggiato sulla parete, che si anima, prende corpo, diventa alter ego, vive di vita propria.
Gebrek è un “cattivo ragazzo”, incontenibile, refrattario alla ragionevolezza, che va lasciato parlare. Va lasciato libero nel suo volo pieno d’acrobazie plateali, irriverenti fantasie, oscene eresie.
Quando si sarà sfogato tornerà alla quiete del suo ebete silenzio.
Riccardo Magherini
“Gebrek è in fondo l’urlo che accompagna una società alla deriva, una bestemmia che diviene la rabbia vivente nei confronti di un mondo che non sa più riconoscere i propri valori, come l’autenticità di un pensiero, ma è ormai solo il frutto di un’apparenza che proprio dalla distorsione del passato e di pretestuose consuetudini trae la sua linfa degenerativa. L’azione comica che corrisponde al personaggio interpretato da Riccardo Magherini, in interazione con una seconda enigmatica presenza, è la cornice in cui lo sproloquio e il delirio possono incontrare e dialogare con il comics di Alex Miozzi, i video di Francesca Lolli, un lighting design appositamente studiato da Marco Meola. Il tutto contribuisce a comporre una drammaturgia dove la follia corre sui contorni grafici di un mètacomics, ovvero la trasposizione scenica dell’immagine da raffigurazione all’interno di una sceneggiatura a interpretazione dal vivo e, quindi, “al confine” tra il segno di una riproduzione e l’azione che esula dalla rappresentazione stessa.
Per la prima volta in scena, in concomitanza con l’uscita dell’omonimo libro a fumetti, lo spettacolo vuole focalizzare quale punto di osservazione il bivio tra ciò che è effettivamente vaneggiamento e ciò che invece corrisponde a una traduzione crudele del presente, dove l’annichilimento e la violenza sono la trasfigurazione futura di ciò che è già in nuce oggi come nel passato. Un monito senza trasporti morali, ma solo una riflessione aperta sui destini di un’umanità che può ancora risvegliare una coscienza, nella consapevolezza di un proprio ruolo dimenticato.”
Claudio Elli
GEBREK
MONOLOGO INTERROTTO IN DUE PARTI
di Claudio Elli
interpretazione e regia di Riccardo Magherini e Claudio Elli
comics di Alex Miozzi
disegno luci Marco Meola
video Francesca Lolli
voce femminile fuori campo Federica Armillis
altre voci fuori campo Sveva Dondi, Martino Dondi, Ruggero Dondi, Caterina Lucia, Arianna Lucia
musica nella sigla di chiusura MISHAELA di Noa e NefEsh
esecutori Trio NefEsh (violino Daniele Parziani, chitarra Manuel Buda, contrabbasso Davide Tedesco)
si ringraziano: Lab121, Istituto italiano di Fotografia di Milano
Sinossi
Gebrek è uno spietato dittatore che domina il mondo in un imprecisato futuro.
Le crudeltà perpetrate nei confronti del Vecchio Mondo, descritte in un linguaggio da Grand Guignol, sono l’espressione nichilista del suo potere vendicativo e beffardo.
Ma è un uomo a volere tutto questo o l’immagine di un comics che appare e scompare sovrapponendosi alla sua identità? A un certo punto, nella parte finale, un coup de théâtre svela in fondo la vera natura della sua condotta, riconducibile a quell’altrettanto crudele ipocrisia del Vecchio Mondo di cui egli è stato involontario testimone e vittima, e dove il fumetto è in fondo il suo alter ego grottesco. Ecco però a questo punto profilarsi un nuovo inquietante interrogativo, in cui permane il dubbio se il terrore e le aberrazioni della sua dittatura sono solo il frutto di una follia generata dalla frustrazione di un singolo o in fondo la logica conseguenza di un’umanità spenta che non sa più amare. Agli epigoni una possibile risposta.
Associazione puntoelinea
Nasce nel 2007 con l’intento di promuovere un’attività culturale a vasto raggio, comprendenti sia le attività editoriali, sia la produzione di spettacoli teatrali, performativi, di cabaret e la produzione di video. L’elemento di partenza è la testata eponima Punto e Linea Magazine, settimanale di arte e cultura, particolarmente attento alla critica teatrale. L’associazione ha prodotto o co-prodotto con altri partner alcuni spettacoli teatrali e di cabaret, questi soprattutto d’ispirazione futurista e dada. Tra i
primi Phenomena – Jazz in the Cities (2008) di Alex Miozzi con regia e interpretazione di Claudio Elli e di cabaret Storia di dadamore e un forse … (2007), No story (2008), Storia di dadamore e un forse … e oltre (2008), Street (2008) con testo e regia di Claudio Elli. L’ultimo spettacolo Christmas Carmina è dedicato invece a un percorso sul sacro con testi di Paolo di Tarso, San Giovanni della Croce e Francesco d’Assisi, e inserimenti musicali di Haendel e Bach eseguite dall’Ensemble “Dulcis Harmonia” (2009).
Claudio Elli
Nato a Milano nel 1962, ha pubblicato diversi libri di poesia e prosa, tra i quali la silloge Acqueforti (Rebellato Editore, Venezia, 1986), Poesia (OTMA Edizioni, Milano, 1997), La dea di padùk e altri racconti (Firenze Libri 2001), l’opera poetica Gwenhwyfar (2003) e Il volto sopra la maschera con postfazione (2005). Ottiene diversi riconoscimenti tra i quali il primo premio al Concorso internazionale Città di Milano del 1990 con la poesia Caorso 2000 e il primo premio come Migliore Artista Assoluto alla XVI Edizione del Concorso internazionale Carrara-Halstahammar del 1999. Attraverso performances in locali e teatri, le sue liriche e prose si fondono con le note di musica jazz, blues, classica e indiana. Tra queste ricordiamo La congiura di Babeuf, Le mani di Jeanne-Marie, Aree dimesse, Il giglio e il Sole e Multa per transito inopportuno. Del 2004 è invece Sophia, alchimia multisensoriale di poesia, danza e video e musica dal vivo scritta dal compositore Massimo Carrieri, con testo pubblicato da Bevivino Editore e ripresa filmata realizzata da McDiva. Impegnato a teatro come attore, cabarettista e scrittore di testi, ha recitato al Teatro Ariberto di Milano e presso il teatro PiM Spazio Scenico di Milano. Nel 2008 ha diretto e interpretato Phenomena Jazz in the Cities di Alex Miozzi, ed è stato ideatore e regista di Project 2 – Non conta ciò che vede l’uomo. Tra i cortometraggi ha partecipato a I dèmoni (tratto dal racconto omonimo di F. Dostoievskij) con la regia di Alessandro Perrone per Tutor ed al mediometraggio Andriolo per McDiva. Giornalista pubblicista, è presidente dell’associazione puntoelinea e nel mese di dicembre 2005 ha fondato la testata online Punto e Linea Magazine, settimanale di cultura e spettacolo che tuttora coordina.
Riccardo Magherini
Nato ad Asmara il 3 gennaio 1958, si è diplomato attore presso la Scuola Civica d'Arte Drammatica Piccolo Teatro di Milano nel 1979. Lavora presso compagnie teatrali come il Piccolo Teatro di Milano, il Gruppo della Rocca, il Teatro stabile di Roma, il Teatro Arsenale di Milano, PACTA Arsenale dei Teatri e collabora con registi quali G. Strehler, G. Solari, W. Pagliaro, V. Liberti, L. Muscato.
Regista teatrale, realizza spettacoli con compagnie nazionali come Donati&Olesen ed internazionali come Kokin Osaka e per la compagnia Teatro Arsenale. Alcuni titoli: Pulp tratto dall’opera di C. Bukowski, Casi tratto dall’opera di D. Charms, Venere e Adone di W. Shakespeare (con traduzione di Roberto Sanesi), Avanti Marx di Donati, Olesen, Kaiser, Magherini, Jpangkiko di R. Magherini per la produzione giapponese Kokin Hosaka, L’universo, molto probabilmente di R. Magherini, ispirato all’opera di D.Adams, Re Lear di W. Shakespeare, di cui cura la traduzione, l’adattamento e la regia. Come attore nel cinema e in televisione, è presente in sitcom quali Casa Vianello, Camera Caffè, Finalmente Soli, e in film quali Fame Chimica, L’Aria Serena dell’Ovest, Un amore di strega. Collabora con registi come U. Gregoretti, S. Soldini, M. Nichetti, C. Mazzacurati, B. Bigoni, F. Gasperi, A. Conti. Dal 2002 insegna teatro nelle scuole medie e tiene corsi brevi per la costruzione e l’uso della maschera nelle scuole elementari.
Alex Miozzi
Alessandro, detto Alex, Miozzi vive e lavora a Milano ed è giornalista e fumettista. Svolge il ruolo di direttore responsabile della testata online Punto e Linea Magazine, e scrive, anche in inglese, di musica, arte, fumetti, cinema, teatro e ha ricoperto incarichi di ufficio stampa. Oltre che di racconti, è autore dei testi dello spettacolo Phenomena – Jazz in the Cities (prima nazionale al Teatro Rosetum il 21/06/2008, con interpretazione e regia di Claudio Elli), del romanzo Space Riders of the Mysterious Thing, ARPANet, 2009, nonché autore completo dei fumetti Jimbo G e lo Scimmiotto di Giada, ARPANet, 2011, e Jimbo G e l’Obiettivo K, ARPANet, 2012. Nel 2013 ha trasposto in graphic novel il romanzo Le avventure di Pinocchio nella terra del Sol Levante, scritto dal M° Judoka Alfredo Vismara. Inoltre, è relatore di corsi, seminari e workshop, e dal 2014 anche disegnatore di cartoni animati. Per Nuvole e Strisce ha curato come illustratore l’adattamento comics di Gebrek di Claudio Elli.
Marco Meola
Nato a Roma nel 1959, ha iniziato la sua attività professionale nel 1976 in qualità di lighting designer al CRT di Milano, dove ha collaborato con Tadeusz Kantor, per la prima volta in Italia con La classe morta, Bob Wilson, Meredith Monk, Peter Schumann, Yves Lebreton, Eugenio Barba, Yoshi Oida, Massimo Schuster, Els Comediants, Jerzy Grotowski, Bolek Polivka, Bread and Puppets e molti altri. Nel 1979-80 si è trasferito al Piccolo Teatro di Milano sotto la direzione di Giorgio Strehler. Dal 1983 ha iniziato a collaborare come fonico con service al seguito di compagnie di giro all'estero in tournée musicali. Tornato in Italia, ha iniziato una collaborazione con alcuni teatri milanesi quali Litta, San Babila, Nuovo, Filodrammatici, Manzoni, Oscar Pacta dei Teatri, Rosetum ed alcuni teatri romani come Sistina, Vascello, Eliseo, Torre dell'Orologio. Ha lavorato con i registi Pino Quartullo, Gigi Proietti, Daniele Rubboli, G.F.Ronconi, Alberto Oliva, Alberto Astorri, Gaetano Callegaro, Bruno Montefusco, Claudio Elli e musicisti come Cieko Umezu, Steve Swallaw, Franco Cerri, Giorgio Gaslini, Renato Sellani, Gaetano Liguori, Enrico Rava, Enrico Intra, Antonella Ruggero, i Nomadi, Ivan Graziani, The Mahone. Recentemente al Teatro Litta ha seguito lo spettacolo Il venditore di sigari per la regia di Alberto Oliva e la rassegna Apache curata da Matteo Torterolo.
Francesca Lolli
Nata a Perugia nel 1976. Francesca si trasferisce a Milano nel 1998 dopo un breve periodo di studi in filosofia a Perugia. Si diploma alla scuola di Teatro 'Arsenale' come attrice e poco dopo si laurea in scenografia all' Accademia di Belle Arti di Perugia.
Durante gli anni dell'accademia lavora come attrice nella compagnia del Teatro Arsenale e partecipa a numerosi spettacoli ('Il gioco dell'epidemia' di E. Ionesco, 'Il berretto a sonagli' di L. Pirandello, 'Pulp' di C. Bukowsky, 'La chiesa' di L. F. Celine, ecc...). Per la tesi decide di girare un documentario su un famoso fotografo newyorkese: Andres Serrano. Dal quel momento decide di cambiare la sua vita e di dedicarsi completamente alla video arte e alla performance.
La sua ricerca si concentra sulle diversità di genere e le questioni socio-politiche.
I suoi lavori sono stati proiettati in numerosi festival nazionali ed internazionali.
Da giugno 2014, insieme a Mahmoud Saleh Mohammadi (un artista iraniano), gestisce Spazio Nour: punto d'incontro tra diverse arti e culture e loro residenza artistica permanente.
Dalle note di regia
Gebrek non è che un nome. Per molti non è che un suono senza significato.
Per quelli, invece, che masticano alcuni idiomi del nord Europa dire gebrek, significa parlare di scarto, di mancanza, di difetto.
Gebrek è un’icona che racchiude in sé i segni essenziali del genere umano, della bestia uomo.
L’umano, ovvero uno scherzo del creato: brutto, flaccido, privo di pelliccia, senza artigli, troppo lento nel correre, fragile, in balia della natura, ma dotato d’intelligenza, di una mente speculativa che lo rende potente e devastante come una pestilenza.
L’umano tra gli umani non è libero, se lo vieta, s’impone regole perché è consapevole che, senza, sarebbe travolto dalla sua medesima natura.
L’umano è libero solo se chiuso in un buco della terra, lontano dai suoi simili, quando apre il tappo e vomita quello che di peggio possa esistere nel creato. Quando è tra i suoi simili torna ad essere una vile creatura che soggiace, imbelle, alle leggi di sua invenzione, che si tormenta in una vita resa lunga, troppo lunga, dai suoi intrugli, dai suoi maneggi alchemici.
Gebrek è il sogno, fatto persona, dell’umano chiuso nel cesso che sputa sullo specchio la sua natura rabbiosa. E’ un fiume tragicomico che porta con sé banalità mischiate a verità scomode, volgarità da taverna, pensieri elevati, orribili ideologie, contraddizioni e verità distorte.
E’ anche un oceano d’immagini crude e, insieme, affascinanti, attrattive che scorrono, costanti, su monitor che incombono sugli astanti, aprendo lo sguardo su di un mondo parallelo, popolato da umani privi delle loro maschere, nudi, scorticati, senza difese.
Gebrek è un modo infantile, distorto, che l’umano usa per ritrarre se stesso: una creatura possente, dal fisico agile ed aggraziato, il volto duro, inespressivo, dai tratti che ricordano i dittatori più efferati: un Diabolik effeminato con la faccia di Adolf e i baffi di Stalin. E’ un disegno – un comics, si direbbe in gergo tecnico – tratteggiato sulla parete, che si anima, prende corpo, diventa alter ego, vive di vita propria.
Gebrek è un “cattivo ragazzo”, incontenibile, refrattario alla ragionevolezza, che va lasciato parlare. Va lasciato libero nel suo volo pieno d’acrobazie plateali, irriverenti fantasie, oscene eresie.
Quando si sarà sfogato tornerà alla quiete del suo ebete silenzio.
Riccardo Magherini
“Gebrek è in fondo l’urlo che accompagna una società alla deriva, una bestemmia che diviene la rabbia vivente nei confronti di un mondo che non sa più riconoscere i propri valori, come l’autenticità di un pensiero, ma è ormai solo il frutto di un’apparenza che proprio dalla distorsione del passato e di pretestuose consuetudini trae la sua linfa degenerativa. L’azione comica che corrisponde al personaggio interpretato da Riccardo Magherini, in interazione con una seconda enigmatica presenza, è la cornice in cui lo sproloquio e il delirio possono incontrare e dialogare con il comics di Alex Miozzi, i video di Francesca Lolli, un lighting design appositamente studiato da Marco Meola. Il tutto contribuisce a comporre una drammaturgia dove la follia corre sui contorni grafici di un mètacomics, ovvero la trasposizione scenica dell’immagine da raffigurazione all’interno di una sceneggiatura a interpretazione dal vivo e, quindi, “al confine” tra il segno di una riproduzione e l’azione che esula dalla rappresentazione stessa.
Per la prima volta in scena, in concomitanza con l’uscita dell’omonimo libro a fumetti, lo spettacolo vuole focalizzare quale punto di osservazione il bivio tra ciò che è effettivamente vaneggiamento e ciò che invece corrisponde a una traduzione crudele del presente, dove l’annichilimento e la violenza sono la trasfigurazione futura di ciò che è già in nuce oggi come nel passato. Un monito senza trasporti morali, ma solo una riflessione aperta sui destini di un’umanità che può ancora risvegliare una coscienza, nella consapevolezza di un proprio ruolo dimenticato.”
Claudio Elli
11
dicembre 2014
Gebrek monologo interrotto in due parti
Dall'undici al 20 dicembre 2014
performance - happening
Location
TEATRO LITTA
Milano, Corso Magenta, 24, (Milano)
Milano, Corso Magenta, 24, (Milano)
Biglietti
intero € 14; ridotto € 10
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 21:00
domenica ore 17:00
Vernissage
11 Dicembre 2014, ore 21:00
Autore