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Geisha & Samurai – Lo specchio di una civiltà
è attraverso l’esposizione di circa ottanta opere appartenenti a due diversi mondi, quello femminile e quello maschile, che il Giappone di fine Ottocento prende corpo in una mostra articolata, ricca di reperti originali e di grande impatto emotivo.
Comunicato stampa
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Tutto il fascino iconografico del Sol Levante rivive in una mostra dal titolo “Geisha & Samurai. Lo specchio di una civiltà” che avrà luogo dal 22 maggio al 4 luglio nelle splendide sale del rinnovato Palazzo Lomellini di Carmagnola. Ad organizzare l’evento è l’associazione “Galileo Ferraris”,con la direzione artistica di Francesco Longo, in collaborazione con il Comune di Carmagnola e il contributo della Regione Piemonte. L’esposizione è stata pensata ed organizzata per celebrare la fine dei lavori di restauro durati undici anni che hanno trasformato Palazzo Lomellini, di proprietà comunale, in una galleria d’arte contemporanea che si propone di diventare il cuore pulsante della realtà artistica e culturale del territorio carmagnolese.
Nelle sale restituite al loro valore, caratterizzate da pregevoli soffitti a cassettoni faranno bella mostra di sé piantine, tavole di lettura, Ukiyo-e, kimono, fotografie d’epoca e rappresentazioni, katana, armature in cuoio e bambù, resistenti e incredibilmente leggere provenienti da prestigiose collezioni private: è attraverso l’esposizione di circa ottanta opere appartenenti a due diversi mondi, quello femminile e quello maschile, che il Giappone di fine Ottocento prende corpo in una mostra articolata, ricca di reperti originali e di grande impatto emotivo. La scelta di inaugurare una galleria d’arte contemporanea con una mostra etnografica può sembrare azzardata, ma così non è. Spiegano gli organizzatori: “Nell’effettuare questa scelta abbiamo tenuto conto del fatto che le proposte artistico-culturali contemporanee, si indirizzano ormai verso la ricerca di proposte innovative, che siano in grado di di stimolare la curiosità di un pubblico sempre più esigente e disincantato. Proprio in questa prospettiva, Palazzo Lomellini intende rappresentare per la città di Carmagnola e per il territorio che la circonda, il perno di una realtà intellettuale che è sì in crescita costante, ma che è anche alla ricerca di nuovi approcci con il mondo della conoscenza”.
Il professor Pietro Gobbi, curatore della mostra e profondo conoscitore della cultura e dell’arte giapponese, illustra le motivazioni di una scelta filologica così particolare: “Il Giappone dista dall’Italia circa 13mila chilometri. E’ un notevole distanza, non soltanto dal punto di vista geografico ma soprattutto dal punto di vista culturale e filosofico. L’accurata scelta delle opere esposte, ha lo scopo di fare chiarezza su ciò che la cultura occidentale ha finora assimilato, molto spesso in maniera distorta, da quella dell’estremo Oriente. Un esempio su tutti: si crede, erroneamente, che la geisha fosse un prostituta. Niente di più sbagliato: la geisha era una donna-artista, colta, raffinata, abile intrattenitrice. Le prostitute erano un’altra cosa: ma nell’esercitare il loro mestiere erano completamente differenti dalle nostre lucciole, che vendono in proprio corpo dietro pagamento. Le “oiran” andavano conquistate dopo mesi di corteggiamento, e non sempre lo spasimante otteneva ciò che voleva. Lo stesso discorso vale per i samurai. Il guerriero era l’espressione della cieca fedeltà al suo Signore e della potenza guerriera del Giappone. Un percorso durato millenni che ha poi portato, nel nome degli stessi principi che animavano gli antichi guerrieri, ai kamikaze della seconda guerra mondiale. Oggi i samurai non esistono quasi più, ma i principi sono rimasti inalterati. La fedeltà di un lavoratore occidentale è ben diversa dalla cieca fedeltà che un lavoratore giapponese nutre nei confronti dell’azienda per la quale lavora”.
L’esposizione articolata in tre sale, ripercorre le tappe salienti della corrente artistica che si era imposta in Giappone a cavallo tra il diciottesimo e ventesimo secolo: xilografie e tavole illustrate spiegano il procedimento dell’incisione in tutte le sue fasi, ritraggono artiste, nobildonne, cortigiane e popolane in momenti della vita quotidiana. Lo stesso dicasi per i samurai, impegnati nell’esercizio del potere in nome del feudatario. E poi la Natura, che viene presentata sotto una visuale del tutto trasversale: incisioni che hanno una loro morale, intrisa di una spiritualità e di una filosofia diametralmente opposta a quella occidentale, caratterizzata da un pragmatismo e cinismo ben diversi dal modo di pensare dell’Oriente.
La realtà alla quale si riferiscono i promotori dell’esposizione “Geishe e Samurai. Lo specchio di una civiltà”, è in continua evoluzione: da un lato è profondamente legata alla tradizione locale e, dall’altro nutre la necessità di porsi alla ricerca di nuovi contenuti anche provocatori, se il risultato sarà quello di coinvolgere un pubblico sempre più numeroso. “Oggi, dopo tanta attesa, - spiega Gian Luigi Surra, sindaco di Carmagnola – Palazzo Lomellini riapre per riproporre il suo antico splendore, saldamente ancorato al presente e vivacemente proiettato verso il futuro. Nella sua nuova veste di luogo di produzione culturale, a Palazzo Lomellini Arte Contemporanea, è affidata la fiducia di tutti coloro che, con impegno, hanno contribuito alla sua realizzazione”.
A determinare la scelta di allestire un’esposizione dedicata ad un Paese dalla storia millenaria ancora sconosciuta al grande pubblico, è stata anche la volontà di legare il gusto e l’interesse dei collezionisti a quello degli studiosi e degli appassionati delle culture, come quelle orientali, che hanno un profondo legame con la filosofia e la spiritualità: un connubio che ha pesantemente influenzato il volgere della storia e l’esistenza di centinaia di milioni di individui in aree geografiche così lontane e così ricche di un fascino ancora inespresso.
Nelle sale restituite al loro valore, caratterizzate da pregevoli soffitti a cassettoni faranno bella mostra di sé piantine, tavole di lettura, Ukiyo-e, kimono, fotografie d’epoca e rappresentazioni, katana, armature in cuoio e bambù, resistenti e incredibilmente leggere provenienti da prestigiose collezioni private: è attraverso l’esposizione di circa ottanta opere appartenenti a due diversi mondi, quello femminile e quello maschile, che il Giappone di fine Ottocento prende corpo in una mostra articolata, ricca di reperti originali e di grande impatto emotivo. La scelta di inaugurare una galleria d’arte contemporanea con una mostra etnografica può sembrare azzardata, ma così non è. Spiegano gli organizzatori: “Nell’effettuare questa scelta abbiamo tenuto conto del fatto che le proposte artistico-culturali contemporanee, si indirizzano ormai verso la ricerca di proposte innovative, che siano in grado di di stimolare la curiosità di un pubblico sempre più esigente e disincantato. Proprio in questa prospettiva, Palazzo Lomellini intende rappresentare per la città di Carmagnola e per il territorio che la circonda, il perno di una realtà intellettuale che è sì in crescita costante, ma che è anche alla ricerca di nuovi approcci con il mondo della conoscenza”.
Il professor Pietro Gobbi, curatore della mostra e profondo conoscitore della cultura e dell’arte giapponese, illustra le motivazioni di una scelta filologica così particolare: “Il Giappone dista dall’Italia circa 13mila chilometri. E’ un notevole distanza, non soltanto dal punto di vista geografico ma soprattutto dal punto di vista culturale e filosofico. L’accurata scelta delle opere esposte, ha lo scopo di fare chiarezza su ciò che la cultura occidentale ha finora assimilato, molto spesso in maniera distorta, da quella dell’estremo Oriente. Un esempio su tutti: si crede, erroneamente, che la geisha fosse un prostituta. Niente di più sbagliato: la geisha era una donna-artista, colta, raffinata, abile intrattenitrice. Le prostitute erano un’altra cosa: ma nell’esercitare il loro mestiere erano completamente differenti dalle nostre lucciole, che vendono in proprio corpo dietro pagamento. Le “oiran” andavano conquistate dopo mesi di corteggiamento, e non sempre lo spasimante otteneva ciò che voleva. Lo stesso discorso vale per i samurai. Il guerriero era l’espressione della cieca fedeltà al suo Signore e della potenza guerriera del Giappone. Un percorso durato millenni che ha poi portato, nel nome degli stessi principi che animavano gli antichi guerrieri, ai kamikaze della seconda guerra mondiale. Oggi i samurai non esistono quasi più, ma i principi sono rimasti inalterati. La fedeltà di un lavoratore occidentale è ben diversa dalla cieca fedeltà che un lavoratore giapponese nutre nei confronti dell’azienda per la quale lavora”.
L’esposizione articolata in tre sale, ripercorre le tappe salienti della corrente artistica che si era imposta in Giappone a cavallo tra il diciottesimo e ventesimo secolo: xilografie e tavole illustrate spiegano il procedimento dell’incisione in tutte le sue fasi, ritraggono artiste, nobildonne, cortigiane e popolane in momenti della vita quotidiana. Lo stesso dicasi per i samurai, impegnati nell’esercizio del potere in nome del feudatario. E poi la Natura, che viene presentata sotto una visuale del tutto trasversale: incisioni che hanno una loro morale, intrisa di una spiritualità e di una filosofia diametralmente opposta a quella occidentale, caratterizzata da un pragmatismo e cinismo ben diversi dal modo di pensare dell’Oriente.
La realtà alla quale si riferiscono i promotori dell’esposizione “Geishe e Samurai. Lo specchio di una civiltà”, è in continua evoluzione: da un lato è profondamente legata alla tradizione locale e, dall’altro nutre la necessità di porsi alla ricerca di nuovi contenuti anche provocatori, se il risultato sarà quello di coinvolgere un pubblico sempre più numeroso. “Oggi, dopo tanta attesa, - spiega Gian Luigi Surra, sindaco di Carmagnola – Palazzo Lomellini riapre per riproporre il suo antico splendore, saldamente ancorato al presente e vivacemente proiettato verso il futuro. Nella sua nuova veste di luogo di produzione culturale, a Palazzo Lomellini Arte Contemporanea, è affidata la fiducia di tutti coloro che, con impegno, hanno contribuito alla sua realizzazione”.
A determinare la scelta di allestire un’esposizione dedicata ad un Paese dalla storia millenaria ancora sconosciuta al grande pubblico, è stata anche la volontà di legare il gusto e l’interesse dei collezionisti a quello degli studiosi e degli appassionati delle culture, come quelle orientali, che hanno un profondo legame con la filosofia e la spiritualità: un connubio che ha pesantemente influenzato il volgere della storia e l’esistenza di centinaia di milioni di individui in aree geografiche così lontane e così ricche di un fascino ancora inespresso.
21
maggio 2010
Geisha & Samurai – Lo specchio di una civiltà
Dal 21 maggio al 04 luglio 2010
arte etnica
Location
PALAZZO LOMELLINI
Carmagnola, Piazza Sant'agostino, (Torino)
Carmagnola, Piazza Sant'agostino, (Torino)
Vernissage
21 Maggio 2010, ore 17.30
Curatore