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Gemelli/Twins
Opere, multipli, edizioni e gadgets
Comunicato stampa
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“Insicuro Noncurante” è un portfolio di 81 pagine numerate che rappresentano il lavoro di Alighiero Boetti dal 1966 al 1975. Il lavoro comprende forme differenti, dagli schizzi originali e collages, così come cartoline e lettere. La pagina n° 9 mostra il fotomontaggio “Gemelli”, che può essere considerato programmatico di un aspetto principale del processo artistico e di pensiero di Boetti. L’immagine visualizza la separazione e lo sdoppiamento della propria personalità che l’artista porta a compimento nel cambio del suo nome in Alighiero & Boetti. In questo modo egli estende la propria percezione del mondo come ordine bipolare, nel quale gli opposti interagiscono in ordine sintetico.
(...) “La noncuranza è un termine usato per la prima volta nel saggio di Ian Burn “Gli anni Sessanta: crisi e conseguenze (Ovvero memorie di un artista ex-concettuale)”, in Art & Text, nel 1981. È un concetto di notevole importanza per descrivere i tentativi del XX secolo di liberare dall'abilità artigianale e da altre forme di virtuosismo manuale l'orizzonte della produzione artistica e della valutazione estetica. Nel momento in cui l'oggetto trovato industriale, da cui ogni processo artigianale è bandito, è stato proclamato opera d'arte, la produzione collettiva dell'oggetto meccanico in serie ha preso il posto dell'opera eccezionale realizzata dal virtuoso.” (...)
“Territori di confine (bibliografia)” è un'opera che ho realizzato nel 2003. È un manifesto che rappresenta l’immagine di un lago tra le montagne, in territorio di confine tra Italia e Francia e sulla quale appare, sovraimpressa, una bibliografia sul colore. Generale e particolare per singoli colori, indicati da dischi colorati con il colore a cui fanno riferimento. Un lago. Una superficie illusoriamente colorata. Che in realtà assume il colore del cielo (seguendo quindi, nel tempo, le variazioni metereologiche). Lungo il suo perimetro è inoltre possibile disporsi, orizzontalmente e con segni, generazioni e modalità differenti. Il contributo di ciascuno è legato quindi all’osservazione e alla condivisione di uno o di molteplici punti di vista. O alla possibilità di disegnare sulla superficie liquida. Un gesto in grado di generare, a sua volta, altri disegni, circolari in questo caso, che si irradieranno per l’intera superficie, raggiungendo tutti gli altri amici che nel frattempo, incuriositi, si sono avvicinati alla riva...
Da questi e da altri appunti nascono le riflessioni che hanno dato vita due anni fa al Laboratorio di grafica di cui questo evento è manifestazione, appunti che contengono quegli elementi che ho ritenuto necessari per la stesura del progetto di un Laboratorio all’interno dell’Accademia di Belle Arti.
“Gemelli-Twins” appare nella copertina della dispensa distribuita agli studenti e diventa anche il titolo (a pieno titolo) dell’evento attuale, ponendo l’accento sulla trasformazione che quest’immagine indica. Dall’idea di modus operandi, che ha caratterizzato la produzione artistica degli anni ’70 , al modus vivendi attuale che Boetti anticipa e in qualche modo preconizza con quest’immagine che investe direttamente l’identità dell’autore, duplicandola. In un percorso, non chiuso e svincolato da qualsiasi specifico tecnico in particolare, ma piuttosto concentrato sul rapporto tra l’individuo e il linguaggio dell’arte, il punto di arrivo è ancora oggetto di ricerca, da parte di tutti, me compreso.
Dalle opere in mostra risulta evidente l’impossibilità di definire i contorni netti di un ipotetico confine tra grafica d’arte e grafica tout court, tra opera da museo e da galleria e oggetto di design, tra edizione d’arte e oggetto moltiplicato da supermarket. Ma soprattutto viene confermata la riflessione di Benjamin relativamente alla rivoluzione introdotta dalla riproducibilità: “(...) già precedentemente era stato sprecato molto acume per decidere la questione se la fotografia fosse un’arte, ma senza che ci si fosse posta la domanda preliminare: e cioè, se attraverso questa scoperta non si fosse modificato per sempre il carattere complessivo dell’arte. (...)”
L’intenzionalità artistica può segnare la differenza rispetto agli oggetti, ai prodotti, alle immagini e alle idee che ci circondano e che non nascono con la stessa intenzionalità, per via dell’utopia che è contenuta nell’arte e per via della possibilità di introdurre delle informazioni che soddisfino la necessità dell’individuo di ragionare con la propria testa. In quest’occasione, e per questa generazione di studenti, l'arte non si propone come spazio di rottura e di scontro ma piuttosto cerca di rendere possibili e soprattutto dialoganti la pratica e il confronto dei sentimenti personali rispetto alle ideologie dominanti, dei processi formali e produttivi locali rispetto a quelli globali, dei sogni privati rispetto alle pubblicità omologanti, della vita di quartiere rispetto alle modalità standardizzate di produzione e di comunicazione.
The Artway of Living.
Firenze | maggio 2007
Paolo Parisi
(...) “La noncuranza è un termine usato per la prima volta nel saggio di Ian Burn “Gli anni Sessanta: crisi e conseguenze (Ovvero memorie di un artista ex-concettuale)”, in Art & Text, nel 1981. È un concetto di notevole importanza per descrivere i tentativi del XX secolo di liberare dall'abilità artigianale e da altre forme di virtuosismo manuale l'orizzonte della produzione artistica e della valutazione estetica. Nel momento in cui l'oggetto trovato industriale, da cui ogni processo artigianale è bandito, è stato proclamato opera d'arte, la produzione collettiva dell'oggetto meccanico in serie ha preso il posto dell'opera eccezionale realizzata dal virtuoso.” (...)
“Territori di confine (bibliografia)” è un'opera che ho realizzato nel 2003. È un manifesto che rappresenta l’immagine di un lago tra le montagne, in territorio di confine tra Italia e Francia e sulla quale appare, sovraimpressa, una bibliografia sul colore. Generale e particolare per singoli colori, indicati da dischi colorati con il colore a cui fanno riferimento. Un lago. Una superficie illusoriamente colorata. Che in realtà assume il colore del cielo (seguendo quindi, nel tempo, le variazioni metereologiche). Lungo il suo perimetro è inoltre possibile disporsi, orizzontalmente e con segni, generazioni e modalità differenti. Il contributo di ciascuno è legato quindi all’osservazione e alla condivisione di uno o di molteplici punti di vista. O alla possibilità di disegnare sulla superficie liquida. Un gesto in grado di generare, a sua volta, altri disegni, circolari in questo caso, che si irradieranno per l’intera superficie, raggiungendo tutti gli altri amici che nel frattempo, incuriositi, si sono avvicinati alla riva...
Da questi e da altri appunti nascono le riflessioni che hanno dato vita due anni fa al Laboratorio di grafica di cui questo evento è manifestazione, appunti che contengono quegli elementi che ho ritenuto necessari per la stesura del progetto di un Laboratorio all’interno dell’Accademia di Belle Arti.
“Gemelli-Twins” appare nella copertina della dispensa distribuita agli studenti e diventa anche il titolo (a pieno titolo) dell’evento attuale, ponendo l’accento sulla trasformazione che quest’immagine indica. Dall’idea di modus operandi, che ha caratterizzato la produzione artistica degli anni ’70 , al modus vivendi attuale che Boetti anticipa e in qualche modo preconizza con quest’immagine che investe direttamente l’identità dell’autore, duplicandola. In un percorso, non chiuso e svincolato da qualsiasi specifico tecnico in particolare, ma piuttosto concentrato sul rapporto tra l’individuo e il linguaggio dell’arte, il punto di arrivo è ancora oggetto di ricerca, da parte di tutti, me compreso.
Dalle opere in mostra risulta evidente l’impossibilità di definire i contorni netti di un ipotetico confine tra grafica d’arte e grafica tout court, tra opera da museo e da galleria e oggetto di design, tra edizione d’arte e oggetto moltiplicato da supermarket. Ma soprattutto viene confermata la riflessione di Benjamin relativamente alla rivoluzione introdotta dalla riproducibilità: “(...) già precedentemente era stato sprecato molto acume per decidere la questione se la fotografia fosse un’arte, ma senza che ci si fosse posta la domanda preliminare: e cioè, se attraverso questa scoperta non si fosse modificato per sempre il carattere complessivo dell’arte. (...)”
L’intenzionalità artistica può segnare la differenza rispetto agli oggetti, ai prodotti, alle immagini e alle idee che ci circondano e che non nascono con la stessa intenzionalità, per via dell’utopia che è contenuta nell’arte e per via della possibilità di introdurre delle informazioni che soddisfino la necessità dell’individuo di ragionare con la propria testa. In quest’occasione, e per questa generazione di studenti, l'arte non si propone come spazio di rottura e di scontro ma piuttosto cerca di rendere possibili e soprattutto dialoganti la pratica e il confronto dei sentimenti personali rispetto alle ideologie dominanti, dei processi formali e produttivi locali rispetto a quelli globali, dei sogni privati rispetto alle pubblicità omologanti, della vita di quartiere rispetto alle modalità standardizzate di produzione e di comunicazione.
The Artway of Living.
Firenze | maggio 2007
Paolo Parisi
30
maggio 2007
Gemelli/Twins
Dal 30 maggio al 30 giugno 2007
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
NEON>CAMPOBASE
Bologna, Via Francesco Zanardi, 2/5, (Bologna)
Bologna, Via Francesco Zanardi, 2/5, (Bologna)
Autore