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Gemine Muse 2003 – Andrea Salvatori
testo critico a cura di Elettra Stamboulis
Non è casuale che Salvatori, nel progettare il suo lavoro, si sia ispirato ad una immagine che allude ad uno dei romanzi più crudeli mai scritti, I viaggi di Gulliver. In un certo senso anche i suoi lavori godono della stessa ingannevole ambiguità cui è legato il romanzo di Swift…
Comunicato stampa
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In un certo senso anche i suoi lavori godono della stessa ingannevole ambiguità cui è legato il romanzo di Swift: apparentemente romanzo di evasione, testo addirittura inserito nella letteratura per l'infanzia, in realtà romanzo filosofico, o ancora più puntualmente dialogico, dove la discussione porta alla ridefinizione dei valori della cultura occidentale. Come il narratore Gulliver, Salvatori si autoposiziona e spesso fa da mediatore tra l'opera e il suo pubblico. Egli c'è, con i suoi baffi riconoscibili e sornioni, ma spesso si nasconde al primo sguardo. Altro elemento simile, la letteralizzazione della metafora: procedimento utilizzato nel romanzo proprio nell'episodio di Lilliput e concretizzato dall'agire artistico del nostro. L'arte in fondo concretizza i procedimenti retorici.
Il protratto rapporto dei giochi significanti con il corpo è il centro nevralgico dell'agire artistico di Salvatori, che ha scelto la ceramica, ma al contempo l'ha svestita dell'edulcorazione che spesso attiene alla produzione seriale, di ornamento e piacevole diletto, che le è propria. Le sue statuine in piccolo formato acquisiscono nuovo significante grazie a lapsus interpretativi, a piccoli interventi che ne scardinano la funzione di vacuo godimento e le rendono foriere fastidiose di calembour semantici.
Il cavaliere inamidato nella sua tetra armatura continua ad attirare giovani fanciulle che non riescono a trattenersi dal baciarne le labbra. Forse l'alone di rossetto che è rimasto imprigionato sulle sue labbra verrà spazzato via dal restauro, ma certo non diminuirà l'aura romantica dell'opera. L'artista contemporaneo si nasconde: è l'assalitore o si sente oggetto di un assalto?
Il protratto rapporto dei giochi significanti con il corpo è il centro nevralgico dell'agire artistico di Salvatori, che ha scelto la ceramica, ma al contempo l'ha svestita dell'edulcorazione che spesso attiene alla produzione seriale, di ornamento e piacevole diletto, che le è propria. Le sue statuine in piccolo formato acquisiscono nuovo significante grazie a lapsus interpretativi, a piccoli interventi che ne scardinano la funzione di vacuo godimento e le rendono foriere fastidiose di calembour semantici.
Il cavaliere inamidato nella sua tetra armatura continua ad attirare giovani fanciulle che non riescono a trattenersi dal baciarne le labbra. Forse l'alone di rossetto che è rimasto imprigionato sulle sue labbra verrà spazzato via dal restauro, ma certo non diminuirà l'aura romantica dell'opera. L'artista contemporaneo si nasconde: è l'assalitore o si sente oggetto di un assalto?
08
novembre 2003
Gemine Muse 2003 – Andrea Salvatori
Dall'otto novembre 2003 all'undici gennaio 2004
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
MAR – MUSEO D’ARTE DELLA CITTA’
Ravenna, Via Di Roma, 13, (Ravenna)
Ravenna, Via Di Roma, 13, (Ravenna)
Sito web
www.giovaniartisti.it/Gm/2003/home.htm