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Gender Bender Festival 2019
Radical Choc, il titolo scelto per questa edizione, porta l’idea che la radicalità sia choccante. In particolare quest’anno Gender Bender si dimostra radicale per la libertà, la franchezza e l’apertura con cui guarda al contemporaneo, osservando in modo aperto, schietto e diretto le grandi contraddizioni di oggi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Radical Choc, il titolo scelto per questa edizione, porta l'idea che la radicalità sia choccante. In particolare quest’anno Gender Bender si dimostra radicale per la libertà, la franchezza e l'apertura con cui guarda al contemporaneo, osservando in modo aperto, schietto e diretto le grandi contraddizioni di oggi.
È un’edizione choc perché si avventura in aree geografiche calde come il Medio Oriente, l’America Latina e l’Africa, e affronta temi caldi come i nuovi femminismi e la costruzione di comunità al di là delle possibili conflittualità, dando spazio alle voci delle nuove generazioni .
Radical Choc per Gender Bender è l’occasione in cui far esplodere le contraddizioni per scardinare i luoghi comuni e creare un spazio di confronto artistico e culturale inclusivo, inaspettato, sorprendente.
Gli ingredienti del festival
Più di 120 appuntamenti in 12 giorni su 20 diverse location, realizzati grazie a una stretta collaborazione con più di 50 partner nazionali e internazionali. Questi sono gli ingredienti di Gender Bender – Radical Choc, tra Danza, Cinema, Conversazioni e Reading, Workshop e Party.
La sezione Danza conta 28 repliche di 12 spettacoli, di cui 4 in prima nazionale, con 11 compagnie provenienti da Israele, Iran, Francia, Argentina, Belgio, Spagna, Slovenia, Inghilterra e Italia. La volontà di creare una nuova idea di comunità emerge dai lavori Common Emotions e Sterotypes Game della coreografa israeliana Yasmeen Godder. Common emotions trasforma il palcoscenico in un luogo inaspettato di nuove relazioni tra pubblico e performer, con l’obiettivo di costruire una comunità di intenti. Stereotypes Game è invece un lavoro rivolto agli adolescenti che riflette sugli immaginari e gli stereotipi di genere. Le voci degli adolescenti emergono anche in Passing the Bechdel Test del coreografo belga Jan Martens: nel suo lavoro tredici giovani, che si identificano o meno come ragazze, parlano dei nuovi femminismi unendo la forza delle loro idee agli scritti di autrici del passato. L’Iran del coreografo trans Sorour Darabi è rievocato nel suo Savušun, un’ode alla vulnerabilità e alle emozioni in cui si ridefinisce il concetto di mascolinità. Invitano ad assumere un punto di vista critico e personale anche Enrico Ticconi e Ginevra Panzetti che in Harleking mettono in scena il rapporto ambiguo tra risata e potere.
Le dinamiche di una relazione tra due uomini sono raccontate ne L’età dell’horror di Riccardo Buscarini e in Un Poyo Rojo del coreografo argentino Hermes Gaido, che combina danza, acrobazie e attrazione nella cornice di uno spogliatoio, mentre P!nk Elephant di Siro Guglielmi riflette sui concetti di desiderio, trasformazione e sulle aspettative sociali nei confronti del corpo.
Il balletto “L’après midi d’un faune” di Nikinsky, con la sua invenzione coreografica rivoluzionaria che ha segnato la danza del Novecento, viene riletto in chiave radicale e contemporanea nei lavori Somiglianza di Mattia Russo e Antonio De Rosa e in Extended Symmetry di Giuseppe Vincent Giampino.
Gender Bender si conferma infine spazio di possibilità per i nuovi talenti ospitando lo spettacolo interattivo Keo di Elena Sgarbossa, vincitrice di DNAppunti coreografici 2018, il progetto di sostegno per giovani coreografi e coreografe italiani promosso e sostenuto in collaborazione tra Gender Bender, Centro Nazionale di produzione Firenze – Compagnia Virgilio Sieni, Operaestate Festival/CSC Centro per la scena contemporanea del Comune di Bassano del Grappa, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, Fondazione Romaeuropa e Triennale Teatro dell’Arte di Milano.
Vicende e persone radicali sono i protagonisti anche della sezione Cinema con più di 30 titoli selezionati dai principali festival internazionali, molti dei quali in prima nazionale.
Incontreremo le storie del fotografo statunitense Joel-Peter Witkin, che ha creato un mondo immaginifico focalizzandosi su corpi non convenzionali, raccontata in parallelo alla vita artistica del fratello pittore. La forza dirompente dell’arte e delle vite di Marina Abramovic, Sigalit Landau, Shirin Neshat e Katharina Sieverding è protagonista nel documentario Body of Truth di di Evelyn Schels, mentre l’irriverente lotta per la rivendicazione del piacere femminile ha il volto di 5 donne nel documentario Female Pleasure di Barbara Miller. È radicale anche l’adolescenza di Ren e Luca, sorella e fratello entrambi transgender e protagonisti del documentario Little Miss Westie di Joy E. Reed e Dan Hun. Il coraggio di una vita al di là dei generi è ripreso in Yo Imposible (Being Impossible) di Patricia Ortega, storia di una ragazza nata intersex. Nella commedia degli equivoci Clément, Alex et tous les autres, il regista taiwanese Cheng-Chui Kuo mette in scena un’esilarante serie di incomprensioni tra persone dai diversi orientamenti sessuali, mentre nel film di fantascienza Aniara le registe Pella Kågerman e Hugo Lilja raccontano la relazione tra due donne in un futuro apocalittico.
Come di consueto ritorna Same, Same but Different, la rassegna di corti per le scuole superiori, organizzata in collaborazione con Cineteca di Bologna, che propone un dibattito costruttivo e a una riflessione sulle identità di genere nella società contemporanea.
Infine, ritornano il Premio del Pubblico e il Premio della Giovane Critica per miglior documentario e migliore fiction, quest’ultimo in collaborazione con Cinefilia Ritrovata e Dipartimento delle Arti dell'Università di Bologna.
Radicali libere è il titolo della sezione Incontri che ci porta alla scoperta di quelle personalità, di quelle “cattive maestre” delle quali questa edizione del festival riprende l'attitudine iconoclasta: lo scrittore cileno Pedro Lemebel, l'artista francese Claude Cahun, il pittore Francis Bacon e la triade letteraria inglese Byron, Wilde e Auden.
Attraverso una lettura scenica, l’attrice e performer Elisa Turco Liveri presenterà insieme a Silvia Mazzucchelli Le scommesse sono aperte (Edizioni WunderKammer), l’opera più politica, impegnata e libera di Claude Cahun, nella sua prima edizione italiana e prima traduzione mondiale. In Di perle e di cicatrici la performer e porno-attivista Slavina presta la propria voce e il proprio corpo ai testi di Pedro Lemebel, introdotti da Ariase Barretta: un “bestiario” di vittime, complici e carnefici nella società cilena post-dittatura visti con gli occhi di chi ha sempre vissuto ai margini e fuori dai generi (in collaborazione con Edicola Edizioni). Lo scrittore Franco Buffoni presenterà il suo ultimo libro “Due pub, tre poeti e un desiderio” (Marcos y Marcos) insieme a Gino Scatasta, un testo che sfida le classificazioni intrecciando le voci e le vite di Byron, Wilde e Auden, unendo poesia, avventura e testimonianza civile. L’eccentrica vita e le opere di Francis Bacon rivivono nella graphic biography di Cristina Portolano.
I workshop proposti ripercorrono il fil-rouge di un’edizione attenta alle dinamiche capaci di creare inclusione e potenziare uno spirito di comunità. Per Roberta Racis (Italia) la liberazione del corpo è Love Rituals: un workshop che si fa rituale e in cui si rinegoziano le dinamiche di potere all’interno di un gruppo. Il genere è una danza folk da ballare in gruppo per la coreografa slovena Nataša Živković, che con il workshop Let The Birds Sing esplorerà le dinamiche di gruppo rapportandosi in maniera giocosa col concetto di leadership. Per Hannah Buckley e Sergio Martínez Vila le identità di genere sono come una catena montuosa: in Mountain si partirà dalla differenza e dalla varietà dei corpi di ogni partecipante per diventare elementi di un unico paesaggio.
I sostenitori
Gender Bender è prodotto dal Cassero LGBTI Center ed è realizzato con il contributo di Regione Emilia Romagna – Assessorato alla Cultura, Comune di Bologna, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Coop Alleanza 3.0, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Legacoop Bologna, Fondazione Unipolis, Granarolo, Nuovi Mecenati - Fondazione franco-italiana per la creazione contemporanea, Immobiliare Losanna.
I patrocini
Regione Emilia – Romagna, Comune di Bologna, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.
Tutte le informazioni e il programma completo sono disponibili a partire dal 4 ottobre 2019 su www.genderbender.it
È un’edizione choc perché si avventura in aree geografiche calde come il Medio Oriente, l’America Latina e l’Africa, e affronta temi caldi come i nuovi femminismi e la costruzione di comunità al di là delle possibili conflittualità, dando spazio alle voci delle nuove generazioni .
Radical Choc per Gender Bender è l’occasione in cui far esplodere le contraddizioni per scardinare i luoghi comuni e creare un spazio di confronto artistico e culturale inclusivo, inaspettato, sorprendente.
Gli ingredienti del festival
Più di 120 appuntamenti in 12 giorni su 20 diverse location, realizzati grazie a una stretta collaborazione con più di 50 partner nazionali e internazionali. Questi sono gli ingredienti di Gender Bender – Radical Choc, tra Danza, Cinema, Conversazioni e Reading, Workshop e Party.
La sezione Danza conta 28 repliche di 12 spettacoli, di cui 4 in prima nazionale, con 11 compagnie provenienti da Israele, Iran, Francia, Argentina, Belgio, Spagna, Slovenia, Inghilterra e Italia. La volontà di creare una nuova idea di comunità emerge dai lavori Common Emotions e Sterotypes Game della coreografa israeliana Yasmeen Godder. Common emotions trasforma il palcoscenico in un luogo inaspettato di nuove relazioni tra pubblico e performer, con l’obiettivo di costruire una comunità di intenti. Stereotypes Game è invece un lavoro rivolto agli adolescenti che riflette sugli immaginari e gli stereotipi di genere. Le voci degli adolescenti emergono anche in Passing the Bechdel Test del coreografo belga Jan Martens: nel suo lavoro tredici giovani, che si identificano o meno come ragazze, parlano dei nuovi femminismi unendo la forza delle loro idee agli scritti di autrici del passato. L’Iran del coreografo trans Sorour Darabi è rievocato nel suo Savušun, un’ode alla vulnerabilità e alle emozioni in cui si ridefinisce il concetto di mascolinità. Invitano ad assumere un punto di vista critico e personale anche Enrico Ticconi e Ginevra Panzetti che in Harleking mettono in scena il rapporto ambiguo tra risata e potere.
Le dinamiche di una relazione tra due uomini sono raccontate ne L’età dell’horror di Riccardo Buscarini e in Un Poyo Rojo del coreografo argentino Hermes Gaido, che combina danza, acrobazie e attrazione nella cornice di uno spogliatoio, mentre P!nk Elephant di Siro Guglielmi riflette sui concetti di desiderio, trasformazione e sulle aspettative sociali nei confronti del corpo.
Il balletto “L’après midi d’un faune” di Nikinsky, con la sua invenzione coreografica rivoluzionaria che ha segnato la danza del Novecento, viene riletto in chiave radicale e contemporanea nei lavori Somiglianza di Mattia Russo e Antonio De Rosa e in Extended Symmetry di Giuseppe Vincent Giampino.
Gender Bender si conferma infine spazio di possibilità per i nuovi talenti ospitando lo spettacolo interattivo Keo di Elena Sgarbossa, vincitrice di DNAppunti coreografici 2018, il progetto di sostegno per giovani coreografi e coreografe italiani promosso e sostenuto in collaborazione tra Gender Bender, Centro Nazionale di produzione Firenze – Compagnia Virgilio Sieni, Operaestate Festival/CSC Centro per la scena contemporanea del Comune di Bassano del Grappa, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, Fondazione Romaeuropa e Triennale Teatro dell’Arte di Milano.
Vicende e persone radicali sono i protagonisti anche della sezione Cinema con più di 30 titoli selezionati dai principali festival internazionali, molti dei quali in prima nazionale.
Incontreremo le storie del fotografo statunitense Joel-Peter Witkin, che ha creato un mondo immaginifico focalizzandosi su corpi non convenzionali, raccontata in parallelo alla vita artistica del fratello pittore. La forza dirompente dell’arte e delle vite di Marina Abramovic, Sigalit Landau, Shirin Neshat e Katharina Sieverding è protagonista nel documentario Body of Truth di di Evelyn Schels, mentre l’irriverente lotta per la rivendicazione del piacere femminile ha il volto di 5 donne nel documentario Female Pleasure di Barbara Miller. È radicale anche l’adolescenza di Ren e Luca, sorella e fratello entrambi transgender e protagonisti del documentario Little Miss Westie di Joy E. Reed e Dan Hun. Il coraggio di una vita al di là dei generi è ripreso in Yo Imposible (Being Impossible) di Patricia Ortega, storia di una ragazza nata intersex. Nella commedia degli equivoci Clément, Alex et tous les autres, il regista taiwanese Cheng-Chui Kuo mette in scena un’esilarante serie di incomprensioni tra persone dai diversi orientamenti sessuali, mentre nel film di fantascienza Aniara le registe Pella Kågerman e Hugo Lilja raccontano la relazione tra due donne in un futuro apocalittico.
Come di consueto ritorna Same, Same but Different, la rassegna di corti per le scuole superiori, organizzata in collaborazione con Cineteca di Bologna, che propone un dibattito costruttivo e a una riflessione sulle identità di genere nella società contemporanea.
Infine, ritornano il Premio del Pubblico e il Premio della Giovane Critica per miglior documentario e migliore fiction, quest’ultimo in collaborazione con Cinefilia Ritrovata e Dipartimento delle Arti dell'Università di Bologna.
Radicali libere è il titolo della sezione Incontri che ci porta alla scoperta di quelle personalità, di quelle “cattive maestre” delle quali questa edizione del festival riprende l'attitudine iconoclasta: lo scrittore cileno Pedro Lemebel, l'artista francese Claude Cahun, il pittore Francis Bacon e la triade letteraria inglese Byron, Wilde e Auden.
Attraverso una lettura scenica, l’attrice e performer Elisa Turco Liveri presenterà insieme a Silvia Mazzucchelli Le scommesse sono aperte (Edizioni WunderKammer), l’opera più politica, impegnata e libera di Claude Cahun, nella sua prima edizione italiana e prima traduzione mondiale. In Di perle e di cicatrici la performer e porno-attivista Slavina presta la propria voce e il proprio corpo ai testi di Pedro Lemebel, introdotti da Ariase Barretta: un “bestiario” di vittime, complici e carnefici nella società cilena post-dittatura visti con gli occhi di chi ha sempre vissuto ai margini e fuori dai generi (in collaborazione con Edicola Edizioni). Lo scrittore Franco Buffoni presenterà il suo ultimo libro “Due pub, tre poeti e un desiderio” (Marcos y Marcos) insieme a Gino Scatasta, un testo che sfida le classificazioni intrecciando le voci e le vite di Byron, Wilde e Auden, unendo poesia, avventura e testimonianza civile. L’eccentrica vita e le opere di Francis Bacon rivivono nella graphic biography di Cristina Portolano.
I workshop proposti ripercorrono il fil-rouge di un’edizione attenta alle dinamiche capaci di creare inclusione e potenziare uno spirito di comunità. Per Roberta Racis (Italia) la liberazione del corpo è Love Rituals: un workshop che si fa rituale e in cui si rinegoziano le dinamiche di potere all’interno di un gruppo. Il genere è una danza folk da ballare in gruppo per la coreografa slovena Nataša Živković, che con il workshop Let The Birds Sing esplorerà le dinamiche di gruppo rapportandosi in maniera giocosa col concetto di leadership. Per Hannah Buckley e Sergio Martínez Vila le identità di genere sono come una catena montuosa: in Mountain si partirà dalla differenza e dalla varietà dei corpi di ogni partecipante per diventare elementi di un unico paesaggio.
I sostenitori
Gender Bender è prodotto dal Cassero LGBTI Center ed è realizzato con il contributo di Regione Emilia Romagna – Assessorato alla Cultura, Comune di Bologna, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Coop Alleanza 3.0, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Legacoop Bologna, Fondazione Unipolis, Granarolo, Nuovi Mecenati - Fondazione franco-italiana per la creazione contemporanea, Immobiliare Losanna.
I patrocini
Regione Emilia – Romagna, Comune di Bologna, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.
Tutte le informazioni e il programma completo sono disponibili a partire dal 4 ottobre 2019 su www.genderbender.it
23
ottobre 2019
Gender Bender Festival 2019
Dal 23 ottobre al 03 novembre 2019
arte contemporanea
performance - happening
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Location
CASSERO
Bologna, Via Don Giovanni Minzoni, 18, (Bologna)
Bologna, Via Don Giovanni Minzoni, 18, (Bologna)
Sito web