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Genesi del fare
La galleria A arte Studio Invernizzi inaugura martedì 11 dicembre 2012 alle ore 18.30 la mostra “Genesi del fare”.
Comunicato stampa
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MOSTRA: Genesi del fare
ARTISTI ESPOSTI: Rodolfo Aricò, Francesco Candeloro, Nicola Carrino, Enrico Castellani, Alan Charlton, Carlo Ciussi, Gianni Colombo, Dadamaino, Riccardo De Marchi, Lesley Foxcroft, Sol LeWitt, John McCracken, François Morellet, Mario Nigro, Bruno Querci, Ulrich Rückriem, Nelio Sonego, Mauro Staccioli, Niele Toroni, David Tremlett, Grazia Varisco, Michel Verjux.
INAUGURAZIONE: martedì 11 dicembre 2012 ore 18.30
CATALOGO CON SAGGIO DI: Daria Ghirardini
PERIODO ESPOSITIVO: 12 dicembre 2012 - 30 gennaio 2013
SEDE: A arte Studio Invernizzi, Via D. Scarlatti 12, 20124 Milano
ORARI: da lunedì a venerdì 10-13 15-19, sabato su appuntamento
La galleria A arte Studio Invernizzi inaugura martedì 11 dicembre 2012 alle ore 18.30 la mostra “Genesi del fare” che ripercorre l’evoluzione di una direttrice dell’arte contemporanea che ha privilegiato la formazione di una nuova grammatica espressiva, a partire dalla ricerca della sintesi tra colore, atto pittorico, materia e forma.
Punto di partenza del percorso espositivo è l’opera “Spazio totale: progressioni ritmiche simultanee in variazione vibratile” realizzata nel 1953 da Mario Nigro, artista che dalla fine degli anni Quaranta guarda alle origini di un’esperienza non oggettiva come mezzo per interrogarsi sull’essenza dell’esistenza umana.
Al piano superiore, opere di Enrico Castellani, Gianni Colombo, Dadamaino, François Morellet e Grazia Varisco si propongono come ipotesi di attraversamento e superamento dell’immagine, come soglia che si apre alla conoscenza del tutto oltre il confine della bidimensionalità, per ritrovare forza comunicativa con ancor nuova energia. Questa ricerca, che affonda le proprie radici nel clima culturale degli anni Cinquanta in Europa ed a Milano, non si esaurisce nel tempo e trova nuove chiavi di lettura e di espressione nelle opere di Rodolfo Aricò e Carlo Ciussi, realizzate tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta ed esposte nella seconda sala dello stesso piano, pervase da una continua tensione progettuale che indaga forme e colori in una sintesi che tende all’universale. Allo stesso modo le sculture di Nicola Carrino, strettamente legate all’idea di costruzione e decostruzione, e di Mauro Staccioli, caratterizzate dall’essenzialità geometrica delle strutture, si esplicitano come l’esito di una riflessione sull’idea stessa di scultura, riletta in una prospettiva che guarda al divenire perdendo la propria entità autoreferenziale e divenendo un elemento specificatamente pensato per lo spazio di destinazione, per rispondere a un’esigenza di compenetrazione e individualità.
Nel terzo ambiente del piano superiore David Tremlett crea, con il tratto del pastello su carta, delicati equilibri di verticalità e orizzontalità tra forme geometriche elementari mentre Lesley Foxcroft indaga l’espressività artistica di materiali legati all’uso quotidiano, come carta, cartoncino e MDF.
Al piano inferiore della galleria, i lavori di artisti europei e americani quali Alan Charlton, Sol Lewitt, John McCracken, Ulrich Rückriem, Niele Toroni riflettono sulla possibilità di un gesto essenziale e sintetico che attraversi e percorra lo spazio espositivo. L’utilizzo di un elemento reiterativo di analisi, come le impronte di pennello di Niele Toroni, il colore grigio delle tele di Alan Charlton o il sezionare la pietra dolomitica in forme primarie di Ulrich Rückriem, diviene la cifra stilistica di una ricerca che si differenzia, per il legame che intercorre tra l’opera e la volontà di creare dei singoli artisti, dalle strutture primarie della Minimal Art americana di Sol Lewitt e John McCracken.
In un’altra sezione dello stesso piano si trovano i risultati più recenti di questo percorso. Le opere degli anni Ottanta caratterizzate dalla riflessione sullo spazio di Bruno Querci, che trasporta sulla tela un delicato equilibrio di campiture bianche e nere, e di Nelio Sonego, che trascrive sul fondo bianco le vibrazioni energetiche attraverso le cromie accese di colori acrilici, e dagli éclairages di Michel Verjux, che indagano gli ambienti con le loro proiezioni, portano negli anni Novanta a una ulteriore riflessione che si esprime nel gesto della foratura compiuto da Riccardo De Marchi su superfici in plexiglas e nella considerazione dell’architettura come parte fondante dell’opera di Francesco Candeloro. Queste opere esprimono, infatti, altrettante possibilità di lettura e sviluppo di un percorso artistico continuamente “in fieri”.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte, un saggio introduttivo di Daria Ghiradini, una poesia di Carlo Invernizzi e un apparato biografico.
ARTISTI ESPOSTI: Rodolfo Aricò, Francesco Candeloro, Nicola Carrino, Enrico Castellani, Alan Charlton, Carlo Ciussi, Gianni Colombo, Dadamaino, Riccardo De Marchi, Lesley Foxcroft, Sol LeWitt, John McCracken, François Morellet, Mario Nigro, Bruno Querci, Ulrich Rückriem, Nelio Sonego, Mauro Staccioli, Niele Toroni, David Tremlett, Grazia Varisco, Michel Verjux.
INAUGURAZIONE: martedì 11 dicembre 2012 ore 18.30
CATALOGO CON SAGGIO DI: Daria Ghirardini
PERIODO ESPOSITIVO: 12 dicembre 2012 - 30 gennaio 2013
SEDE: A arte Studio Invernizzi, Via D. Scarlatti 12, 20124 Milano
ORARI: da lunedì a venerdì 10-13 15-19, sabato su appuntamento
La galleria A arte Studio Invernizzi inaugura martedì 11 dicembre 2012 alle ore 18.30 la mostra “Genesi del fare” che ripercorre l’evoluzione di una direttrice dell’arte contemporanea che ha privilegiato la formazione di una nuova grammatica espressiva, a partire dalla ricerca della sintesi tra colore, atto pittorico, materia e forma.
Punto di partenza del percorso espositivo è l’opera “Spazio totale: progressioni ritmiche simultanee in variazione vibratile” realizzata nel 1953 da Mario Nigro, artista che dalla fine degli anni Quaranta guarda alle origini di un’esperienza non oggettiva come mezzo per interrogarsi sull’essenza dell’esistenza umana.
Al piano superiore, opere di Enrico Castellani, Gianni Colombo, Dadamaino, François Morellet e Grazia Varisco si propongono come ipotesi di attraversamento e superamento dell’immagine, come soglia che si apre alla conoscenza del tutto oltre il confine della bidimensionalità, per ritrovare forza comunicativa con ancor nuova energia. Questa ricerca, che affonda le proprie radici nel clima culturale degli anni Cinquanta in Europa ed a Milano, non si esaurisce nel tempo e trova nuove chiavi di lettura e di espressione nelle opere di Rodolfo Aricò e Carlo Ciussi, realizzate tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta ed esposte nella seconda sala dello stesso piano, pervase da una continua tensione progettuale che indaga forme e colori in una sintesi che tende all’universale. Allo stesso modo le sculture di Nicola Carrino, strettamente legate all’idea di costruzione e decostruzione, e di Mauro Staccioli, caratterizzate dall’essenzialità geometrica delle strutture, si esplicitano come l’esito di una riflessione sull’idea stessa di scultura, riletta in una prospettiva che guarda al divenire perdendo la propria entità autoreferenziale e divenendo un elemento specificatamente pensato per lo spazio di destinazione, per rispondere a un’esigenza di compenetrazione e individualità.
Nel terzo ambiente del piano superiore David Tremlett crea, con il tratto del pastello su carta, delicati equilibri di verticalità e orizzontalità tra forme geometriche elementari mentre Lesley Foxcroft indaga l’espressività artistica di materiali legati all’uso quotidiano, come carta, cartoncino e MDF.
Al piano inferiore della galleria, i lavori di artisti europei e americani quali Alan Charlton, Sol Lewitt, John McCracken, Ulrich Rückriem, Niele Toroni riflettono sulla possibilità di un gesto essenziale e sintetico che attraversi e percorra lo spazio espositivo. L’utilizzo di un elemento reiterativo di analisi, come le impronte di pennello di Niele Toroni, il colore grigio delle tele di Alan Charlton o il sezionare la pietra dolomitica in forme primarie di Ulrich Rückriem, diviene la cifra stilistica di una ricerca che si differenzia, per il legame che intercorre tra l’opera e la volontà di creare dei singoli artisti, dalle strutture primarie della Minimal Art americana di Sol Lewitt e John McCracken.
In un’altra sezione dello stesso piano si trovano i risultati più recenti di questo percorso. Le opere degli anni Ottanta caratterizzate dalla riflessione sullo spazio di Bruno Querci, che trasporta sulla tela un delicato equilibrio di campiture bianche e nere, e di Nelio Sonego, che trascrive sul fondo bianco le vibrazioni energetiche attraverso le cromie accese di colori acrilici, e dagli éclairages di Michel Verjux, che indagano gli ambienti con le loro proiezioni, portano negli anni Novanta a una ulteriore riflessione che si esprime nel gesto della foratura compiuto da Riccardo De Marchi su superfici in plexiglas e nella considerazione dell’architettura come parte fondante dell’opera di Francesco Candeloro. Queste opere esprimono, infatti, altrettante possibilità di lettura e sviluppo di un percorso artistico continuamente “in fieri”.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte, un saggio introduttivo di Daria Ghiradini, una poesia di Carlo Invernizzi e un apparato biografico.
11
dicembre 2012
Genesi del fare
Dall'undici dicembre 2012 al 30 gennaio 2013
arte contemporanea
Location
A ARTE INVERNIZZI
Milano, Via Domenico Scarlatti, 12, (Milano)
Milano, Via Domenico Scarlatti, 12, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 10-13 15-19, sabato su appuntamento
Vernissage
11 Dicembre 2012, ore 18.30
Autore