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Genovesino, Natura e invenzione nella pittura del Seicento a Cremona
La mostra presenta oltre 50 magnifiche opere del grande maestro, indiscusso protagonista della scena artistica seicentesca a Cremona, tra grandi soggetti religiosi, Vanitas e ritratti privati, provenienti da importanti chiese e musei italiani e prestigiose collezioni private italiane ed estere
Comunicato stampa
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Luigi Miradori, detto il Genovesino è il protagonista di questa mostra a Cremona, in un percorso diffuso che ha il suo cuore nella Pinacoteca del Museo Civico Ala Ponzone.
Un pittore che viene descritto come un uomo “allegro, bizzarro e faceto” che, come fosse un personaggio dei suoi quadri, girava per la città con una berretta rossa in testa e la barbetta sul mento.
Un autore che oggi è possibile scoprire attraverso le sue tele.
Nei suoi quadri è infatti immediatamente visibile la formazione genovese, fortemente influenzata dalla pittura del Caravaggio.
I suoi ritratti sono caratterizzati da una grande capacità di penetrazione psicologica; le scene sacre vengono tutt’oggi considerate tra le interpretazioni più intense e originali della pittura del seicento.
L’abilità del Genovesino sta infine nell’eseguire piccole figure, con un pittura vivace e connotata da una grande libertà inventiva, in grado di regalarci uno spaccato vividamente realista sugli anni subito successivi alla peste manzoniana del 1630.
Le tracce del Genovesino si possono trovare tutt’oggi a Cremona, non solo nei quadri presenti in Pinacoteca, ma anche osservando le grandi tele di Palazzo Comunale e visitando la Cattedrale e le chiese che l’hanno visto all’opera e che tutt’oggi conservano questi capolavori.
La mostra è organizzata all’interno delle Celebrazioni Monteverdiane
Con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri - con il contributo di Regione Lombardia - con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali del Turismo
Un pittore che viene descritto come un uomo “allegro, bizzarro e faceto” che, come fosse un personaggio dei suoi quadri, girava per la città con una berretta rossa in testa e la barbetta sul mento.
Un autore che oggi è possibile scoprire attraverso le sue tele.
Nei suoi quadri è infatti immediatamente visibile la formazione genovese, fortemente influenzata dalla pittura del Caravaggio.
I suoi ritratti sono caratterizzati da una grande capacità di penetrazione psicologica; le scene sacre vengono tutt’oggi considerate tra le interpretazioni più intense e originali della pittura del seicento.
L’abilità del Genovesino sta infine nell’eseguire piccole figure, con un pittura vivace e connotata da una grande libertà inventiva, in grado di regalarci uno spaccato vividamente realista sugli anni subito successivi alla peste manzoniana del 1630.
Le tracce del Genovesino si possono trovare tutt’oggi a Cremona, non solo nei quadri presenti in Pinacoteca, ma anche osservando le grandi tele di Palazzo Comunale e visitando la Cattedrale e le chiese che l’hanno visto all’opera e che tutt’oggi conservano questi capolavori.
La mostra è organizzata all’interno delle Celebrazioni Monteverdiane
Con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri - con il contributo di Regione Lombardia - con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali del Turismo
06
ottobre 2017
Genovesino, Natura e invenzione nella pittura del Seicento a Cremona
Dal 06 ottobre 2017 al 04 febbraio 2018
arte antica
Location
MUSEO CIVICO ALA PONZONE
Cremona, Via Ugolani Dati, 4, (Cremona)
Cremona, Via Ugolani Dati, 4, (Cremona)
Vernissage
6 Ottobre 2017, su invito
Sito web
www.mostragenovesino.it/
Ufficio stampa
LUCIA CRESPI
Autore