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Gente romana
Roma fu, fino all’Ottocento, una magnifica “metropoli paesana”, con orti e vigneti che assediavano le basiliche e le antiche rovine. Solo quattro porte della città erano vicine all’abitato: Porta del Popolo a nord, Porta Angelica e Porta Cavalleggeri ai due lati del Vaticano, Porta Portese a Trastevere. Le altre si trovavano in aperta campagna. “Metà della città – diceva Jules Michelet – è un giardino abbandonato. Le vigne stanno sul Campidoglio al posto dei senatori. Il deserto comincia in Roma stessa”. Dei sette colli soltanto due erano veramente abitati. Tutto il Pincio, l’Esquilino, l’Aventino e il Palatino, nonché buona parte del Quirinale e del Viminale erano campi coltivati o ville patrizie. Il fiume scorreva, nel suo letto naturale, fra le case, e spesso inondava i quartieri che lo costeggiavano. Lungo il Tevere erano attraccati molti mulini natanti, che scomparvero con la disastrosa piena del 1870. Greggi di pecore e capre attraversavano il Corso e piazza di Spagna. I buoi stazionavano ai Fori e si abbeveravano alla fontana del Tritone, in piazza Barberini, che era già periferia e luogo di sosta dei barrocci. Attraverso circa cinquanta immagini, scelte fra quelle conservate nella preziosa raccolta fotografica del Museo di Roma – che riguardo al primo periodo della fotografia è una delle più importanti del mondo – la mostra mette in luce questa “varia umanità” che animava la città in quegli anni
Gente romana
Roma, PIAZZA San Pantaleo, 10, (Roma)