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Geometria figurativa
La maggior parte degli artisti, di varie nazionalità, hanno base a New York e non hanno mai esposto in Italia. Hanno tra loro alcune affinità: lavorano con pattern, sistemi, e nello spazio tra figura, rappresentazione, geometria e astrazione, ma ciascuno ha sviluppato il proprio linguaggio visuale nei dipinti e nei disegni, frutto di differenti sensibilità ed estetiche
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La
mostra
Geometria
figurativa
include
le
opere
di
nove
artisti
che
si
può
pensare
rappresentino
un'astrazione
o,
inversamente,
astraggano
una
rappresentazione.
In
questa
prospettiva,
geometria
e
figurazione
si
intrecciano:
le
forme
cambiano
aspetto,
la
geometria
si
piega
su
se
stessa,
emergono
motivi
,
mentre
la
figurazione
si
riferisce
a
corpi
nello
spazio
–
corpi
che
si
protendono
per
poi
recedere
–
così
come
ai
numeri
e
al
loro
svolgersi
come
tempo,
per
esempio
il
numero
dei
secondi
in
un
giorno.
Il
tempo
è
anche
uno
dei
temi
ricorrenti
della
mostr
a.
Tutte
le
opere
sono
dipinte
a
mano,
in
alcuni
casi
wet
-
into
-
wet,
con
diverse
applicazioni
sulla
pittura
ancora
fresca,
per
essere
completate
in
una
singola
seduta.
La
pennellata
stessa,
amplificata
e
adattata
alla
scala
e
al
volume
del
piano
pittorico,
ha
una
sua
durata.
Pur
essendo
apparentemente
bidimensionali,
alcune
di
queste
opere
giocano
con
la
profondità
di
campo
in
termini
di
materiali,
stratificazioni
e
trasparenze,
di
dislocazioni
spaziali
che
coinvolgono
le
sale
in
cui
sono
esposte.
Qui
posson
o
anche
essere
considerate
come
basate
sul
tempo,
dato
che
operano
visua
lmente
a
velocità
diverse.
C
he
le
opere
rivelino
il
l
or
o
contenuto
in
modo
graduale
o
apparentemente
all'istante,
esiste
sempre
un
fattore
temporale
fra
l’immagine
e
la
sua
ricezione,
fra
lo
spettatore
e
l’opera.
Con
questo
ci
viene
ricordato
che
l'esplorazione
umana
dello
spazio
inizia
dapprima
con
la
visione,
dato
che
ci
“muoviamo”
nel
mondo
con
la
vista,
prima
di
affrontarlo
con
il
corpo.
C'è
il
pericolo
di
perdere
al
cuni
dei
nostri
poteri
iniziali
di
osservazione,
man
mano
che
diventiamo
sempre
più
mobili
e
distratti
,
con
la
mobilità
che
comunque
aumenta
e
diminuisce
lungo
l'arco
delle
nostre
esistenze.
Le
immagini
dipinte,
indipendentemente
dalla
velocità
con
cui
le
recepiamo,
ci
costringono
a
rallentare,
ci
attirano
verso
di
loro.
Le
opere
di
questa
mostra,
anche
quelle
dall'apparenza
più
astratta,
forse
proprio
queste
più
di
tutte
le
altre,
possono
essere
viste
come
rappresentanti
l'azione
del
vedere,
da
parte
sia
d
ell'artista
che
dello
spettatore
.
Per
alcuni
di
questi
artisti,
lo
scopo
primario
è
il
dipingere.
Per
altri,
la
pittura
è
solo
un
aspetto
di
una
pratica
più
ampia,
i
pigmenti
soltanto
un
materiale,
mentre
la
loro
applicazione
sulla
tela,
nell'accezione
pi
ù
comune,
è
solo
un
processo
tra
tanti
altri.
Ci
sono
dipinti
in
questa
mostra
che
sono
stati
assemblati,
come
se
le
forme
fossero
state
messe
insieme
per
creare
un
puzzle.
Altri
dipinti
sono
invece
sculturali,
si
misurano
con
l’architettura
e
il
supporto
come
fossero
una
superficie
da
piegare,
come
un
paravento
,
o
con
il
gesso
che
rivela
i
propri
difetti
–
e
quindi
il
passaggio
del
tempo
–
muro
sopra
muro.
Simili
a
oggetti
sono
anche
le
“piastrelle”
intime
di
ceramica
smaltata,
con
la
luce
e
il
cromatismo
che
giocano
con
il
luccichio
delle
superfici
lucidate.
Disposte
in
sequenza,
queste
opere
installate
in
un’unica
linea
possono
anche
sembrare
una
performan
ce,
trovano
il
proprio
ritmo
interno
nel
passaggio
dall'una
all’altra,
sincopate
inoltre
dagli
spazi
che
le
separano.
Messa
in
scena
in
questo
modo,
la
parete
-
proscenio
diventa
parte
del
piano
pittorico.
Come
a
teatro,
si
genera
una
sospensione
dell’incred
ulità.
Anche
se
composti
interamente
con
pittura
e
pennello,
alcuni
di
questi
dipinti
sembra
che
siano
stati
tessuti,
linee
sottili
intrecciate
nella
stoffa,
la
tela
di
cotone
appare
più
vicina
alla
tela
di
lino
o
a
un
tessuto
a
quadretti,
come
quelli
dell
e
stoffe
scozzesi
–
elementi
basilari,
in
effetti,
dell’astrazione
geometrica,
correlati
ai
vestiti
e
al
corpo,
alla
figurazione
–
disegnati,
tinti,
cuciti
e
ricamati
a
mano
.
Anche
se
la
maggior
parte
delle
opere
in
mostra
sono
state
dipinte,
questa
è
un’esposizione
non
di
pitture,
ma
di
pittori
–
una
distinzione
importante
da
fare
.
Per
questi
artisti,
l'atto
del
dipingere
è
chiaramente
rappresentato
nel
loro
lavoro,
e
può
esse
re
visto
come
una
dichiarazione
d'intenti.
In
un'epoca
in
cui
a
qualsiasi
cosa
appesa
al
muro
viene
concesso
immediatamente
lo
status
di
dipinto,
in
cui
ci
troviamo
spesso
davanti
a
"dipinti"
che
sono
stati
realizzati
senza
alcun
ricorso
a
materiale
pittor
ico,
e
creati
invece
con
stampanti
e
scanner,
o
con
l'aiuto
della
natura,
sbiancati
dal
sole,
macchiati
dalla
pioggia
(qualcosa
tra
la
process
art
e
la
pittura
en
plein
air
,
comunque
in
buon
ritardo),
in
quest'epoca
è
più
attuale
che
mai
una
pratica
pittorica
impegnata,
anziché
denigrata
come
reliq
uia
del
passato.
In
termini
di
arte
visiva,
la
pittura
è
oggi
ritenuta
il
mezzo
di
trasmissione
del
l’informazione
meno
vantaggioso;
ma
perché
è
così
indesiderabile?
Liquida
ta
frequentemente
come
obsoleta,
la
pittura
tuttavia
persiste
e
ribatte:
sostituita
da
cosa,
esattamente?
In
quanto
mondo
puramente
inventato,
non
ha
bisogno
di
riflettere
il
visibile.
Rende
visibile
ciò
che
prima
non
c’era,
ciò
che
sta
altrove
o
è
addirit
tura
scomparso.
Tutta
l’arte
è
una
testimonianza
della
vita
sulla
terra
e
del
passaggio
del
tempo,
anche
se
non
tutta
l’arte
arriva
a
incarnare
questo
passaggio.
Un
certo
numero
di
opere
più
oscure
in
questa
mostra,
notturne
magari,
tentano
di
visualizzare
uno
spazio
profondo,
cosmico,
e
sono
state
descritte
come
"Paesaggi"
[
Landscapes
]
o
qualificate
come
“Prima
della
morte”
[
Before
Dying
].
Come
esempio
particolarmente
risonante
di
geometria
figurativa,
esse
incarnano
il
tempo
in
termini
di
mortalità,
di
tr
aiettoria
umana
e
delle
sue
tracce,
e
servono
a
ricordarci
che
un
ritratto
dipinto,
anche
se
malandato
e
pieno
di
crepe,
sopravvive
sempre
al
suo
soggetto
.
Gli
artisti
inclusi
nella
mostra
sono:
Sadie
Benning
(Stati
Uniti;
vive
e
lavora
a
New
York)
Alex
Brown
(Stati
Uniti;
vive
e
lavora
a
Des
Moines,
Iowa)
Mamie
Holst
(Stati
Uniti;
vive
e
lavora
a
Ft.
Myers,
Florida)
Chip
Hughes
(Stati
Uniti;
vive
e
lavora
a
New
York)
Xylor
Jane
(Stati
Uniti;
vive
e
lavora
a
Greenfield,
Massachusetts)
Robert
Janitz
(
Germania;
vive
e
lavora
a
New
York)
Ulrike
Müller
(Austria;
vive
e
lavora
a
New
York)
Nicolas
Roggy
(Francia;
vive
e
lavora
a
Parigi)
Richard
Tinkler
(Stati
Uniti;
vive
e
lavora
a
New
York)
mostra
Geometria
figurativa
include
le
opere
di
nove
artisti
che
si
può
pensare
rappresentino
un'astrazione
o,
inversamente,
astraggano
una
rappresentazione.
In
questa
prospettiva,
geometria
e
figurazione
si
intrecciano:
le
forme
cambiano
aspetto,
la
geometria
si
piega
su
se
stessa,
emergono
motivi
,
mentre
la
figurazione
si
riferisce
a
corpi
nello
spazio
–
corpi
che
si
protendono
per
poi
recedere
–
così
come
ai
numeri
e
al
loro
svolgersi
come
tempo,
per
esempio
il
numero
dei
secondi
in
un
giorno.
Il
tempo
è
anche
uno
dei
temi
ricorrenti
della
mostr
a.
Tutte
le
opere
sono
dipinte
a
mano,
in
alcuni
casi
wet
-
into
-
wet,
con
diverse
applicazioni
sulla
pittura
ancora
fresca,
per
essere
completate
in
una
singola
seduta.
La
pennellata
stessa,
amplificata
e
adattata
alla
scala
e
al
volume
del
piano
pittorico,
ha
una
sua
durata.
Pur
essendo
apparentemente
bidimensionali,
alcune
di
queste
opere
giocano
con
la
profondità
di
campo
in
termini
di
materiali,
stratificazioni
e
trasparenze,
di
dislocazioni
spaziali
che
coinvolgono
le
sale
in
cui
sono
esposte.
Qui
posson
o
anche
essere
considerate
come
basate
sul
tempo,
dato
che
operano
visua
lmente
a
velocità
diverse.
C
he
le
opere
rivelino
il
l
or
o
contenuto
in
modo
graduale
o
apparentemente
all'istante,
esiste
sempre
un
fattore
temporale
fra
l’immagine
e
la
sua
ricezione,
fra
lo
spettatore
e
l’opera.
Con
questo
ci
viene
ricordato
che
l'esplorazione
umana
dello
spazio
inizia
dapprima
con
la
visione,
dato
che
ci
“muoviamo”
nel
mondo
con
la
vista,
prima
di
affrontarlo
con
il
corpo.
C'è
il
pericolo
di
perdere
al
cuni
dei
nostri
poteri
iniziali
di
osservazione,
man
mano
che
diventiamo
sempre
più
mobili
e
distratti
,
con
la
mobilità
che
comunque
aumenta
e
diminuisce
lungo
l'arco
delle
nostre
esistenze.
Le
immagini
dipinte,
indipendentemente
dalla
velocità
con
cui
le
recepiamo,
ci
costringono
a
rallentare,
ci
attirano
verso
di
loro.
Le
opere
di
questa
mostra,
anche
quelle
dall'apparenza
più
astratta,
forse
proprio
queste
più
di
tutte
le
altre,
possono
essere
viste
come
rappresentanti
l'azione
del
vedere,
da
parte
sia
d
ell'artista
che
dello
spettatore
.
Per
alcuni
di
questi
artisti,
lo
scopo
primario
è
il
dipingere.
Per
altri,
la
pittura
è
solo
un
aspetto
di
una
pratica
più
ampia,
i
pigmenti
soltanto
un
materiale,
mentre
la
loro
applicazione
sulla
tela,
nell'accezione
pi
ù
comune,
è
solo
un
processo
tra
tanti
altri.
Ci
sono
dipinti
in
questa
mostra
che
sono
stati
assemblati,
come
se
le
forme
fossero
state
messe
insieme
per
creare
un
puzzle.
Altri
dipinti
sono
invece
sculturali,
si
misurano
con
l’architettura
e
il
supporto
come
fossero
una
superficie
da
piegare,
come
un
paravento
,
o
con
il
gesso
che
rivela
i
propri
difetti
–
e
quindi
il
passaggio
del
tempo
–
muro
sopra
muro.
Simili
a
oggetti
sono
anche
le
“piastrelle”
intime
di
ceramica
smaltata,
con
la
luce
e
il
cromatismo
che
giocano
con
il
luccichio
delle
superfici
lucidate.
Disposte
in
sequenza,
queste
opere
installate
in
un’unica
linea
possono
anche
sembrare
una
performan
ce,
trovano
il
proprio
ritmo
interno
nel
passaggio
dall'una
all’altra,
sincopate
inoltre
dagli
spazi
che
le
separano.
Messa
in
scena
in
questo
modo,
la
parete
-
proscenio
diventa
parte
del
piano
pittorico.
Come
a
teatro,
si
genera
una
sospensione
dell’incred
ulità.
Anche
se
composti
interamente
con
pittura
e
pennello,
alcuni
di
questi
dipinti
sembra
che
siano
stati
tessuti,
linee
sottili
intrecciate
nella
stoffa,
la
tela
di
cotone
appare
più
vicina
alla
tela
di
lino
o
a
un
tessuto
a
quadretti,
come
quelli
dell
e
stoffe
scozzesi
–
elementi
basilari,
in
effetti,
dell’astrazione
geometrica,
correlati
ai
vestiti
e
al
corpo,
alla
figurazione
–
disegnati,
tinti,
cuciti
e
ricamati
a
mano
.
Anche
se
la
maggior
parte
delle
opere
in
mostra
sono
state
dipinte,
questa
è
un’esposizione
non
di
pitture,
ma
di
pittori
–
una
distinzione
importante
da
fare
.
Per
questi
artisti,
l'atto
del
dipingere
è
chiaramente
rappresentato
nel
loro
lavoro,
e
può
esse
re
visto
come
una
dichiarazione
d'intenti.
In
un'epoca
in
cui
a
qualsiasi
cosa
appesa
al
muro
viene
concesso
immediatamente
lo
status
di
dipinto,
in
cui
ci
troviamo
spesso
davanti
a
"dipinti"
che
sono
stati
realizzati
senza
alcun
ricorso
a
materiale
pittor
ico,
e
creati
invece
con
stampanti
e
scanner,
o
con
l'aiuto
della
natura,
sbiancati
dal
sole,
macchiati
dalla
pioggia
(qualcosa
tra
la
process
art
e
la
pittura
en
plein
air
,
comunque
in
buon
ritardo),
in
quest'epoca
è
più
attuale
che
mai
una
pratica
pittorica
impegnata,
anziché
denigrata
come
reliq
uia
del
passato.
In
termini
di
arte
visiva,
la
pittura
è
oggi
ritenuta
il
mezzo
di
trasmissione
del
l’informazione
meno
vantaggioso;
ma
perché
è
così
indesiderabile?
Liquida
ta
frequentemente
come
obsoleta,
la
pittura
tuttavia
persiste
e
ribatte:
sostituita
da
cosa,
esattamente?
In
quanto
mondo
puramente
inventato,
non
ha
bisogno
di
riflettere
il
visibile.
Rende
visibile
ciò
che
prima
non
c’era,
ciò
che
sta
altrove
o
è
addirit
tura
scomparso.
Tutta
l’arte
è
una
testimonianza
della
vita
sulla
terra
e
del
passaggio
del
tempo,
anche
se
non
tutta
l’arte
arriva
a
incarnare
questo
passaggio.
Un
certo
numero
di
opere
più
oscure
in
questa
mostra,
notturne
magari,
tentano
di
visualizzare
uno
spazio
profondo,
cosmico,
e
sono
state
descritte
come
"Paesaggi"
[
Landscapes
]
o
qualificate
come
“Prima
della
morte”
[
Before
Dying
].
Come
esempio
particolarmente
risonante
di
geometria
figurativa,
esse
incarnano
il
tempo
in
termini
di
mortalità,
di
tr
aiettoria
umana
e
delle
sue
tracce,
e
servono
a
ricordarci
che
un
ritratto
dipinto,
anche
se
malandato
e
pieno
di
crepe,
sopravvive
sempre
al
suo
soggetto
.
Gli
artisti
inclusi
nella
mostra
sono:
Sadie
Benning
(Stati
Uniti;
vive
e
lavora
a
New
York)
Alex
Brown
(Stati
Uniti;
vive
e
lavora
a
Des
Moines,
Iowa)
Mamie
Holst
(Stati
Uniti;
vive
e
lavora
a
Ft.
Myers,
Florida)
Chip
Hughes
(Stati
Uniti;
vive
e
lavora
a
New
York)
Xylor
Jane
(Stati
Uniti;
vive
e
lavora
a
Greenfield,
Massachusetts)
Robert
Janitz
(
Germania;
vive
e
lavora
a
New
York)
Ulrike
Müller
(Austria;
vive
e
lavora
a
New
York)
Nicolas
Roggy
(Francia;
vive
e
lavora
a
Parigi)
Richard
Tinkler
(Stati
Uniti;
vive
e
lavora
a
New
York)
15
ottobre 2016
Geometria figurativa
Dal 15 ottobre 2016 al 02 aprile 2017
arte contemporanea
Location
COLLEZIONE MARAMOTTI
Reggio Nell'emilia, Via Fratelli Cervi, 66, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Fratelli Cervi, 66, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
Giovedì e venerdì 14.30 – 18.30
Sabato e domenica 10.30 – 18.30
Chiuso: 1°novembre, 25-26 dicembre, 1 e 6 gennaio
Vernissage
15 Ottobre 2016, h 18 su invito
Autore
Curatore