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Germano Facetti – 53396 (R)esistere per immagini
La mostra rende omaggio a Germano Facetti, uomo sopravvissuto alla Deportazione, art director alla Penguin Books e creativo poliedrico, attraverso i documenti privati e professionali che fanno parte del fondo acquisito dall’ Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” di Torino.
Comunicato stampa
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53396 (R)esistere per immagini
Dal Lunedì al Venerdì
Dalle 9 alle 18
Isia, Istituto Superiore Industrie Artistiche, Urbino
Facoltà di Sociologia,Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”
Accademia di Belle Arti, Urbino
Germano Facetti dalla rappresentazione del Lager alla storia del XX secolo
La mostra rende omaggio a Germano Facetti, uomo sopravvissuto alla Deportazione, art director alla Penguin Books e creativo poliedrico, attraverso i documenti privati e professionali che fanno parte del fondo acquisito dall’ Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” di Torino. La prima edizione della mostra (Torino 25 gennaio, 27 aprile 2008) è stata prodotta dal Museo diffuso della Resistenza con il coordinamento scientifico di Ersilia Alessandrone Perona; progetto e immagine grafica di Gianfranco Torri
la mostra è così articolata: Sopravvivere: la deportazione a Mauthausen – Gusen per ragioni politiche e il ritorno a Milano. La scelta del silenzio. Vivere: la ricca esperienza di Facetti nell’avanguardia europea, prevalentemente a Londra (1950-1972)e i primi contatti con il cinema francese (Parigi 1959-1960). L’intima elaborazione dell’esperienza concentrazionaria vissuta. Testimoniare: il bisogna di “portare esperienza” sull deportazione attraverso i suoi disegni eseguiti nel 1944-45 e mai mostrati in pubblico, diventa urgente nell’ultimo decennio della sua vita, sotto la spinta del negazionismo.
Fotografie della mostra a cura di Müge Yilmaz
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R-esistenze Video-testimonianze di partigiani
Il documentario, prodotto dall’Accademia di Belle arti di Urbino nel Bienno Specialistico di Visual Design e realizzato da Raffaele Mariotti, Manuel Zanettin e Marcello Signorile, con interviste condotte da Giorgio Donini e Umberto Palestini, vuole essere un tassello da affiancare a quelli già prodotti dalla storiografia ufficiale, per ribadire alcuni imprescindibili valori. Il trattino che divide l’integrità del termine resistenze intende far risaltare l’importanza della vita di coloro che permisero quell’indimenticabile momento, trasformando, secondo le parole di Sergio Luzzato, un’avventura in cultura.ù
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Grafici per la Democrazia
È il titolo di una installazione realizzata dagli studenti del 2° anno della specialistica al termine di una ricerca sul contributo dei grafici alla resistenza e alla ricostruzione in Europa. Attraverso il progetto di 9 libretti vengono indagate e raccontate le vite e i progetti degli italiani Albe e Lica Steiner, Remo Muratore, Aldo Novarese, Luigi Veronesi, Attilio Rossi, Germano Facetti, e accostate a quelle degli olandesi N.H. Werkman, Willen Sandberg e del tedesco John Heartfield. Grafici che, dal giugno del 43 con l’arrivo degli alleati e l’incalzare dei massacri tedeschi, sentirono il dovere di aderire al movimento resistenziale mettendo a disposizione della stampa clandestina la loro esperienza professionale. In Italia, finita la guerra, parteciparono da protagonisti alla rinascita culturale del Paese, si impegnarono per il riconoscimento professionale e per affermare il ruolo sociale del grafico, a vario titolo sperimentarono nuovi percorsi formativi. “Il nuovo assetto sociale richiese un nuovo immaginario visivo e l’entusiasmo per le sperimentazioni delle avanguardie tedesche” portò al rinnovamento del linguaggio basandolo sul rigore dell’essenziale e spostando l’attenzione da ciò che è ornamentale a ciò che è significante.
Fotografie della mostra a cura di Müge Yilmaz
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Penguin, cover story 1960 – 70, una raccolta di libri della casa editrice Penguin Book curati dall’art director Germano Facetti, a cura della biblioteca Isia.
Nel campo editoriale le copertine della Penguin Books, con la nuova direzione artistica di Facetti, realizzano una vera e propria svolta innovativa che porta l’ammagine complessiva della casa editrice a nuovi livelli di qualità: con innovazioni tipografiche, con la grafica, ma soprattutto attraverso il coordinamento del lavoro progettuale di un gruppo di grafici inglesi con cui collabora realizzando complessivamente 2.000 copertine.
1938 – 1945, la persecuzione degli ebrei in Italia.
Documenti per una storia, una mostra a stampa della Fondazione Centro di documentazione ebraica Contemporanea.La mostra illustra, con impostazione scientifica e completezza storica, la persecuzione degli ebrei in Italia dal 1938 al 1945. Essa ricostruisce tanto la fase della minorazione dei diritti e della persecuzione sociale, attuate dal 1938 al 1943 sotto il governo fascista del Regno d’Italia, quanto la fase degli arresti, della deportazione e dello sterminio, attuati dal settembre 1943 alla Liberazione nelle regioni poste soto l’occupazione tedesca e la Repubblica Sociale Itliana.
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La scatola gialla di Tony West (1996)
«Germano Facetti è un personaggio noto in ambito internazionale per la sua attività di grafico, legata in particolare alla direzione artistica della casa editrice inglese Penguin Books nei rivoluzionari anni Sessanta. Pochissimi seppero che, a diciassette anni, era stato deportato a Mauthausen, per ragioni politiche, dopo essere stato detenuto quattro mesi nel carcere di San Vittore e che per undici mesi aveva sofferto l’esperienza estrema del Lager nel sottocampo di Gusen I. Neanche i suoi familiari videro i documenti della sua vicenda, i disegni nei quali aveva fissato l’orrore del campo, le fotografie che aveva portato via nei giorni della liberazione, frugando fra i materiali abbandonati dai tedeschi. Al suo ritorno a Milano, disgustato dalla mancanza di ascolto verso i superstiti, aveva chiuso tutto in una scatola gialla di carta fotografica Kodak. Egli l’avrebbe aperta al pubblico solo negli ultimi anni della sua vita, a partire dal 1997, anno in cui accettò di raccontare l’esperienza della deportazione nel documentario The yellow Box. A History of Hate di Tony West, usando come documenti I suoi disegni e gli altri materiali raccolti.Il film La scatola gialla non è il racconto tardivo di un sopravvissuto sulla propria vicenda di deportazione, ma è un messaggio che va oltre una tragedia personale: esso trasmette la riflessione maturata nel corso di tutta la vita di un testimone, col supporto di ogni tipo di conoscenza e di esperienza professionale. Per questo egli dichiara, in apertura del film: Cos’è la storia: un campo infinito, senza confini, dove troverai il mio granello di sabbia. Un granello che è necessario raccogliere, perché, ricordati, c’è sempre gente che smentisce i fatti».
Testo a cura di Ersilia Alessandrone Perona e Giovanni De Luna, tratto da “La scatola gialla di Germano Facetti”, Paravia, 2008
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Copertina Facetti
Disegno Facetti
Disegno Facetti
Disegno Facetti
Germano Facetti dalla rappresentazione del Lager alla storia del XX secolo
La mostra rende omaggio a Germano Facetti, uomo sopravvissuto alla Deportazione,art director alla Penguin Books e creativo poliedrico, attraverso i documenti privatie professionali che fanno parte del fondo acquisito dall’ Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” di Torino.La prima edizione della mostra (Torino 25 gennaio, 27 aprile 2008) è stata prodottadal Museo diffuso della Resistenza con il coordinamento scientifico di Ersilia Alessandrone Perona; progetto e immagine grafica di Gianfranco Torri
la mostra è così articolata:Sopravvivere: la deportazione a Mauthausen – Gusen per ragioni politiche e il ritorno a Milano. La scelta del silenzio.Vivere: la ricca esperienza di Facetti nell’avanguardia europea, prevalentemente a Londra(1950-1972)e i primi contatti con il cinema francese (Parigi 1959-1960).L’intima elaborazione dell’esperienza concentrazionaria vissuta.Testimoniare: il bisogna di “portare esperienza” sull deportazione attraverso i suoi disegni eseguiti nel 1944-45 e mai mostrati in pubblico, diventa urgente nell’ultimo decenniodella sua vita, sotto la spinta del negazionismo.
Nota biograficaGermano Facetti nasce a Milano nel 1926.Arrestato nel febbraio del 1944 per attività antifascista, è incarcerato per alcuni mesi a San Vittore, deportato nel Lager di Mauthausen e poi trasferito nel sottocampo di Gusen.Al suo rientro a Milano (giugno 1945) frequenta corsi di grafica e pubblicità presso i Convitti Rinascita e lo studio di Architettura BBPR come disegnatore.Nel 1950 si trasferisce a Londra, dove studia tipografia alla Central School al Arts and Crafts e collabora con la British Olivetti.Gli anni successivi saranno sempre più legati alla grafica editoriale.Dal 1959 frequenta a Parigi gli ambienti cinematografici.Nel 1960 approda alla Penguin Books, diventando Art director, rivoluzionandone la grafica.Nel 1972 ritorna i Italia, dedicandosi all’insegnamento, disegnando per il settimanale “L’Espresso” e assumendo la direzione artistica della Storia del Parlamento Italiano.Muore a Sarzana l’8 aprile 2006.
“Noi non volevamo vivere e testimoniare, ma vivere per testimoniare” afferma Primo Levi nella prefazione all’adattamento teatrale di Se questo è un uomo. Questo stesso imperativo guidò anche il giovanissimo Germano Facetti nel documentare con disegni e altre immagini gli orrori visti e sofferti a Mauthausen-Gusen dal febbraio 1944 al maggio 1945. Ma ben presto egli chiuse quelle testimonianze in una ‘scatola gialla’ di carta fotografica Kodak e tacque per mezzo secolo. Visse una vita artistica e professionale molto intensa, lavorando per vent’anni a Londra, dove si affermò come grafico d’avanguardia, a contatto con le più innovative esperienze internazionali. Solo alla fine degli anni Novanta egli aprì per il pubblico la ‘scatola gialla’ e parlò della sua esperienza.Lo fece innanzitutto partendo dai suoi antichi disegni e documenti, allargando però la visuale al tema delle guerre e della violenza nella storia del Novecento, attingendo all’imponente archivio di immagini che aveva raccolto nella sua vita professionale e che andava ordinando nei suoi ultimi anni in questa nuova prospettiva. L’esigenza di trasmettere il suo messaggio lo indusse a donare il suo archivio di oltre 22.000 immagini all’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” poco prima della sua morte, avvenuta l’8 aprile 2006.
Dal Lunedì al Venerdì
Dalle 9 alle 18
Isia, Istituto Superiore Industrie Artistiche, Urbino
Facoltà di Sociologia,Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”
Accademia di Belle Arti, Urbino
Germano Facetti dalla rappresentazione del Lager alla storia del XX secolo
La mostra rende omaggio a Germano Facetti, uomo sopravvissuto alla Deportazione, art director alla Penguin Books e creativo poliedrico, attraverso i documenti privati e professionali che fanno parte del fondo acquisito dall’ Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” di Torino. La prima edizione della mostra (Torino 25 gennaio, 27 aprile 2008) è stata prodotta dal Museo diffuso della Resistenza con il coordinamento scientifico di Ersilia Alessandrone Perona; progetto e immagine grafica di Gianfranco Torri
la mostra è così articolata: Sopravvivere: la deportazione a Mauthausen – Gusen per ragioni politiche e il ritorno a Milano. La scelta del silenzio. Vivere: la ricca esperienza di Facetti nell’avanguardia europea, prevalentemente a Londra (1950-1972)e i primi contatti con il cinema francese (Parigi 1959-1960). L’intima elaborazione dell’esperienza concentrazionaria vissuta. Testimoniare: il bisogna di “portare esperienza” sull deportazione attraverso i suoi disegni eseguiti nel 1944-45 e mai mostrati in pubblico, diventa urgente nell’ultimo decennio della sua vita, sotto la spinta del negazionismo.
Fotografie della mostra a cura di Müge Yilmaz
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R-esistenze Video-testimonianze di partigiani
Il documentario, prodotto dall’Accademia di Belle arti di Urbino nel Bienno Specialistico di Visual Design e realizzato da Raffaele Mariotti, Manuel Zanettin e Marcello Signorile, con interviste condotte da Giorgio Donini e Umberto Palestini, vuole essere un tassello da affiancare a quelli già prodotti dalla storiografia ufficiale, per ribadire alcuni imprescindibili valori. Il trattino che divide l’integrità del termine resistenze intende far risaltare l’importanza della vita di coloro che permisero quell’indimenticabile momento, trasformando, secondo le parole di Sergio Luzzato, un’avventura in cultura.ù
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Grafici per la Democrazia
È il titolo di una installazione realizzata dagli studenti del 2° anno della specialistica al termine di una ricerca sul contributo dei grafici alla resistenza e alla ricostruzione in Europa. Attraverso il progetto di 9 libretti vengono indagate e raccontate le vite e i progetti degli italiani Albe e Lica Steiner, Remo Muratore, Aldo Novarese, Luigi Veronesi, Attilio Rossi, Germano Facetti, e accostate a quelle degli olandesi N.H. Werkman, Willen Sandberg e del tedesco John Heartfield. Grafici che, dal giugno del 43 con l’arrivo degli alleati e l’incalzare dei massacri tedeschi, sentirono il dovere di aderire al movimento resistenziale mettendo a disposizione della stampa clandestina la loro esperienza professionale. In Italia, finita la guerra, parteciparono da protagonisti alla rinascita culturale del Paese, si impegnarono per il riconoscimento professionale e per affermare il ruolo sociale del grafico, a vario titolo sperimentarono nuovi percorsi formativi. “Il nuovo assetto sociale richiese un nuovo immaginario visivo e l’entusiasmo per le sperimentazioni delle avanguardie tedesche” portò al rinnovamento del linguaggio basandolo sul rigore dell’essenziale e spostando l’attenzione da ciò che è ornamentale a ciò che è significante.
Fotografie della mostra a cura di Müge Yilmaz
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Penguin, cover story 1960 – 70, una raccolta di libri della casa editrice Penguin Book curati dall’art director Germano Facetti, a cura della biblioteca Isia.
Nel campo editoriale le copertine della Penguin Books, con la nuova direzione artistica di Facetti, realizzano una vera e propria svolta innovativa che porta l’ammagine complessiva della casa editrice a nuovi livelli di qualità: con innovazioni tipografiche, con la grafica, ma soprattutto attraverso il coordinamento del lavoro progettuale di un gruppo di grafici inglesi con cui collabora realizzando complessivamente 2.000 copertine.
1938 – 1945, la persecuzione degli ebrei in Italia.
Documenti per una storia, una mostra a stampa della Fondazione Centro di documentazione ebraica Contemporanea.La mostra illustra, con impostazione scientifica e completezza storica, la persecuzione degli ebrei in Italia dal 1938 al 1945. Essa ricostruisce tanto la fase della minorazione dei diritti e della persecuzione sociale, attuate dal 1938 al 1943 sotto il governo fascista del Regno d’Italia, quanto la fase degli arresti, della deportazione e dello sterminio, attuati dal settembre 1943 alla Liberazione nelle regioni poste soto l’occupazione tedesca e la Repubblica Sociale Itliana.
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La scatola gialla di Tony West (1996)
«Germano Facetti è un personaggio noto in ambito internazionale per la sua attività di grafico, legata in particolare alla direzione artistica della casa editrice inglese Penguin Books nei rivoluzionari anni Sessanta. Pochissimi seppero che, a diciassette anni, era stato deportato a Mauthausen, per ragioni politiche, dopo essere stato detenuto quattro mesi nel carcere di San Vittore e che per undici mesi aveva sofferto l’esperienza estrema del Lager nel sottocampo di Gusen I. Neanche i suoi familiari videro i documenti della sua vicenda, i disegni nei quali aveva fissato l’orrore del campo, le fotografie che aveva portato via nei giorni della liberazione, frugando fra i materiali abbandonati dai tedeschi. Al suo ritorno a Milano, disgustato dalla mancanza di ascolto verso i superstiti, aveva chiuso tutto in una scatola gialla di carta fotografica Kodak. Egli l’avrebbe aperta al pubblico solo negli ultimi anni della sua vita, a partire dal 1997, anno in cui accettò di raccontare l’esperienza della deportazione nel documentario The yellow Box. A History of Hate di Tony West, usando come documenti I suoi disegni e gli altri materiali raccolti.Il film La scatola gialla non è il racconto tardivo di un sopravvissuto sulla propria vicenda di deportazione, ma è un messaggio che va oltre una tragedia personale: esso trasmette la riflessione maturata nel corso di tutta la vita di un testimone, col supporto di ogni tipo di conoscenza e di esperienza professionale. Per questo egli dichiara, in apertura del film: Cos’è la storia: un campo infinito, senza confini, dove troverai il mio granello di sabbia. Un granello che è necessario raccogliere, perché, ricordati, c’è sempre gente che smentisce i fatti».
Testo a cura di Ersilia Alessandrone Perona e Giovanni De Luna, tratto da “La scatola gialla di Germano Facetti”, Paravia, 2008
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Copertina Facetti
Disegno Facetti
Disegno Facetti
Disegno Facetti
Germano Facetti dalla rappresentazione del Lager alla storia del XX secolo
La mostra rende omaggio a Germano Facetti, uomo sopravvissuto alla Deportazione,art director alla Penguin Books e creativo poliedrico, attraverso i documenti privatie professionali che fanno parte del fondo acquisito dall’ Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” di Torino.La prima edizione della mostra (Torino 25 gennaio, 27 aprile 2008) è stata prodottadal Museo diffuso della Resistenza con il coordinamento scientifico di Ersilia Alessandrone Perona; progetto e immagine grafica di Gianfranco Torri
la mostra è così articolata:Sopravvivere: la deportazione a Mauthausen – Gusen per ragioni politiche e il ritorno a Milano. La scelta del silenzio.Vivere: la ricca esperienza di Facetti nell’avanguardia europea, prevalentemente a Londra(1950-1972)e i primi contatti con il cinema francese (Parigi 1959-1960).L’intima elaborazione dell’esperienza concentrazionaria vissuta.Testimoniare: il bisogna di “portare esperienza” sull deportazione attraverso i suoi disegni eseguiti nel 1944-45 e mai mostrati in pubblico, diventa urgente nell’ultimo decenniodella sua vita, sotto la spinta del negazionismo.
Nota biograficaGermano Facetti nasce a Milano nel 1926.Arrestato nel febbraio del 1944 per attività antifascista, è incarcerato per alcuni mesi a San Vittore, deportato nel Lager di Mauthausen e poi trasferito nel sottocampo di Gusen.Al suo rientro a Milano (giugno 1945) frequenta corsi di grafica e pubblicità presso i Convitti Rinascita e lo studio di Architettura BBPR come disegnatore.Nel 1950 si trasferisce a Londra, dove studia tipografia alla Central School al Arts and Crafts e collabora con la British Olivetti.Gli anni successivi saranno sempre più legati alla grafica editoriale.Dal 1959 frequenta a Parigi gli ambienti cinematografici.Nel 1960 approda alla Penguin Books, diventando Art director, rivoluzionandone la grafica.Nel 1972 ritorna i Italia, dedicandosi all’insegnamento, disegnando per il settimanale “L’Espresso” e assumendo la direzione artistica della Storia del Parlamento Italiano.Muore a Sarzana l’8 aprile 2006.
“Noi non volevamo vivere e testimoniare, ma vivere per testimoniare” afferma Primo Levi nella prefazione all’adattamento teatrale di Se questo è un uomo. Questo stesso imperativo guidò anche il giovanissimo Germano Facetti nel documentare con disegni e altre immagini gli orrori visti e sofferti a Mauthausen-Gusen dal febbraio 1944 al maggio 1945. Ma ben presto egli chiuse quelle testimonianze in una ‘scatola gialla’ di carta fotografica Kodak e tacque per mezzo secolo. Visse una vita artistica e professionale molto intensa, lavorando per vent’anni a Londra, dove si affermò come grafico d’avanguardia, a contatto con le più innovative esperienze internazionali. Solo alla fine degli anni Novanta egli aprì per il pubblico la ‘scatola gialla’ e parlò della sua esperienza.Lo fece innanzitutto partendo dai suoi antichi disegni e documenti, allargando però la visuale al tema delle guerre e della violenza nella storia del Novecento, attingendo all’imponente archivio di immagini che aveva raccolto nella sua vita professionale e che andava ordinando nei suoi ultimi anni in questa nuova prospettiva. L’esigenza di trasmettere il suo messaggio lo indusse a donare il suo archivio di oltre 22.000 immagini all’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” poco prima della sua morte, avvenuta l’8 aprile 2006.
27
gennaio 2009
Germano Facetti – 53396 (R)esistere per immagini
Dal 27 gennaio al 28 febbraio 2009
fotografia
Location
EX CONVENTO DI SANTA CHIARA – ISIA
Urbino, Via Santa Chiara, 36, (Pesaro E Urbino)
Urbino, Via Santa Chiara, 36, (Pesaro E Urbino)
Orario di apertura
Dal Lunedì al Venerdì
Dalle 9 alle 18
Autore