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Germano Paolini – Il settimo giorno
La Galleria della Tartaruga, a distanza di quattro anni dalla sua ultima mostra personale presenta nelle proprie sale “Il settimo giorno”, una serie di inediti paesaggi, olio su tela, di Germano Paolini.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria della Tartaruga, a distanza di quattro anni dalla sua ultima mostra personale presenta nelle proprie sale “Il settimo giorno”, una serie di inediti paesaggi, olio su tela, di Germano Paolini.
Così l’autore spiega la motivazione che lo ha portato a realizzare questa mostra: “Un commento al primo Libro della Genesi ricorda come “oggi viviamo nel settimo giorno, nel quale Dio si compiace di ciò che ha creato e desidera mettersi in relazione con le sue creature”. L’idea della contemplazione di ciò che ci circonda - di gustare e apprezzare ciò che troviamo e che ogni giorno abbiamo la fortuna di poter ammirare - porta con sé l’attitudine a riflettere; a interpellarsi sul rapporto che oggi sussiste fra creato e creatura. Osservando un paesaggio che ci emoziona, si attiva unicamente una serie di sentimenti - retaggio di una cultura che affonda ancora molto nel romanticismo ottocentesco? O ci sentiamo parte di una relazione che ci rende responsabili e custodi di ciò che stiamo contemplando e ci sprona ad averne cura, come di qualcosa che dovremo lasciare, se possibile, meglio di come l’abbiamo ricevuta? E’ per me, ma non è mio. Non ci posso fare quello che voglio. Così come un figlio non è solo per me ma è per il mondo, per l’umanità. Ecco, dunque, che i soggetti raffigurati nelle opere qua esposte - i luoghi che più frequento, la terra, il mare, il cielo che ben conosco, quella Toscana che negli anni ho imparato a sentire mia, tanto più provenendo dalle nebbie e dal grigiore della pianura padana - assumono per me un senso differente da quello di una pittura di paesaggio. Si tratta piuttosto di paesaggi universali, interiori, o interiorizzati, nei quali mi sento calato ed immerso tanto più quanto più sono grandi le loro dimensioni. Scriveva Mark Rothko nel 1951: “dipingere un quadro piccolo significa situarsi al di fuori della propria esperienza, significa osservarla attraverso una lente che la rimpicciolisce e l’allontana. Un quadro di grandi dimensioni, in qualunque modo lo si dipinga, permette al contrario di entrare a far parte di esso. E’ ineluttabile.” E’ allora come ammirare in una minuscola cellula la grandezza della vita intera.”
Così l’autore spiega la motivazione che lo ha portato a realizzare questa mostra: “Un commento al primo Libro della Genesi ricorda come “oggi viviamo nel settimo giorno, nel quale Dio si compiace di ciò che ha creato e desidera mettersi in relazione con le sue creature”. L’idea della contemplazione di ciò che ci circonda - di gustare e apprezzare ciò che troviamo e che ogni giorno abbiamo la fortuna di poter ammirare - porta con sé l’attitudine a riflettere; a interpellarsi sul rapporto che oggi sussiste fra creato e creatura. Osservando un paesaggio che ci emoziona, si attiva unicamente una serie di sentimenti - retaggio di una cultura che affonda ancora molto nel romanticismo ottocentesco? O ci sentiamo parte di una relazione che ci rende responsabili e custodi di ciò che stiamo contemplando e ci sprona ad averne cura, come di qualcosa che dovremo lasciare, se possibile, meglio di come l’abbiamo ricevuta? E’ per me, ma non è mio. Non ci posso fare quello che voglio. Così come un figlio non è solo per me ma è per il mondo, per l’umanità. Ecco, dunque, che i soggetti raffigurati nelle opere qua esposte - i luoghi che più frequento, la terra, il mare, il cielo che ben conosco, quella Toscana che negli anni ho imparato a sentire mia, tanto più provenendo dalle nebbie e dal grigiore della pianura padana - assumono per me un senso differente da quello di una pittura di paesaggio. Si tratta piuttosto di paesaggi universali, interiori, o interiorizzati, nei quali mi sento calato ed immerso tanto più quanto più sono grandi le loro dimensioni. Scriveva Mark Rothko nel 1951: “dipingere un quadro piccolo significa situarsi al di fuori della propria esperienza, significa osservarla attraverso una lente che la rimpicciolisce e l’allontana. Un quadro di grandi dimensioni, in qualunque modo lo si dipinga, permette al contrario di entrare a far parte di esso. E’ ineluttabile.” E’ allora come ammirare in una minuscola cellula la grandezza della vita intera.”
16
ottobre 2019
Germano Paolini – Il settimo giorno
Dal 16 al 26 ottobre 2019
arte contemporanea
Location
GALLERIA DELLA TARTARUGA
Roma, Via Sistina, 85A, (Roma)
Roma, Via Sistina, 85A, (Roma)
Orario di apertura
10-13 e 16.30-19.30 - Chiuso i festivi ed il lunedì mattina
Vernissage
16 Ottobre 2019, Ore 18.00
Sito web
Editore
Marco Pezzali
Ufficio stampa
Marco Pezzali
Autore
Curatore
Produzione organizzazione