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Germinale
Sabato 8 ottobre 2011 alle ore 18 in via Italia 1 a Paitone, inaugura lo Spazio Arte Duina con una
collettiva di nove artisti, una nuova e vivace realtà espositiva che proporrà al pubblico mostre ed incontri destinati a promuovere le arti visive contemporanee
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Opere di Elisa Anfuso, Stefano Arici, Davide Dattola, Carlo Duina, Gianfranco Gentile, Jessica Rimondi, Camilla Rossi,
Carlo Francesco Salodini ed Enrico Schinetti
Inaugurazione: sabato 8 ottobre 2011 ore 18.00
Sabato 8 ottobre 2011 alle ore 18.00 in via Italia 1 a Paitone, inaugura lo Spazio Arte Duina con una
collettiva di nove artisti, una nuova e vivace realtà espositiva che proporrà al pubblico mostre ed
incontri destinati a promuovere le arti visive contemporanee
A metà strada tra la città di Brescia e Salò, apre lo Spazio Arte Duina, che si pone come una realtà innovativa
volta a generare un centro dinamico e vitale in cui i protagonisti divengono le espressioni artistiche e il
pubblico.
Lo Spazio Arte Duina è un’associazione culturale che prende vita nel 2010 e intende dare respiro all’arte
contemporanea accogliendo giovani talenti a artisti affermati. E’ un nuovo luogo per la cultura, un’area espositiva
che diventa spazio d’incontro per appassionati, promuovendo la ricerca artistica in tutte le sue forme con lo scopo di
arricchire di nuovi spunti e prospettive il panorama dell’arte contemporanea.
Coerenti a questo impegno, si proporranno artisti capaci di comunicare con intelligenza e profondità qualcosa di nuovo
e originale, presentando opere non sensazionalistiche ma opere di contenuto e bellezza. Saranno organizzati inoltre
incontri e conferenze in cui verranno forniti al pubblico gli strumenti di lettura per capire e leggere autonomamente le
opere e i movimenti artistici.
Germinale è il titolo della mostra che apre il ciclo dello Spazio Arte Duina e vede l’esposizione delle opere di Elisa
Anfuso, Stefano Arici, Davide Dattola, Carlo Duina, Gianfranco Gentile, Jessica Rimondi, Camilla Rossi ed Enrico
Schinetti, diversissimi per formazione, provenienza, stile ed età ma accomunati dallo spirito e dalla capacità esecutiva.
La mostra vede la presenza di Enrico Schinetti, maestro noto per la potenza evocativa e drammatica dei suoi
cicli pittorici con un’opera del 2005: La memoria dismessa. Gianfranco Gentile espone il lavoro Reperto #28,
un’inquadratura inusuale e decontestualizzata di un reperto ferroso e riscoperto nella sua valenza estetica.
Vogliovolerevolare è il titolo dell’opera proposta dalla giovane artista siciliana Elisa Anfuso, nella cui ricerca si
intrecciano delicatamente il sogno, la grazia e l’ironia. Jessica Rimondi, presenta una tecnica mista su legno: Rivolgere
la mente in cui predomina il rapporto tra il gesto la forma e la musica.
L’artista bresciana Camilla Rossi espone una tecnica mista dal ciclo pittorico Mappe in cui il tempo della scoperta e il
tempo della creazione si mescolano inestricabilmente, creando uno spazio dove segni sottili e profondi invadono lo
spazio pittorico generando suggestioni inconsce.
Carlo Duina attraverso una tecnica sapiente che si muove tra l’illustrazione e la grafica, conduce lo spettatore
in un viaggio metaforico dell’uomo contemporaneo, vestito degli abiti di un novello Ulisse nel lavoro tratto dal
ciclo L’Odissea.
Germinazioninervose è l’opera presentata da Stefano Arici. Caratteristica che domina nel lavoro dell’artista è
lo scribble: “arte in potenza”, in cui i segni sono creati liberamente, linee e colori che sono generati dal silenzio
della razionalità e dalla quiete dell’anima.
Davide Dattola espone un lavoro del 2011 dal titolo Ristretto. La sua ricerca ha dato vita ad una nuova
tecnica, la “catrargilla”, a memoria delle due materie primarie a confronto: l´argilla ed il catrame. L’artista vede
in questi i mezzi ottimali per evocare le vicende “della terra” raccontando il proprio rapporto col quotidiano
attraverso le opacità e le difficoltà della materia biblica su un supporto contemporaneo che la respinge.
Come scritto nel testo critico che accompagna la mostra “Germinale era il settimo mese delle Rivoluzione francese e
indicava il momento della apertura alla vita. Dopo il mese agitato di Ventoso, cadeva il momento della generazione della
linfa che avrebbe consentito la rinascita nelle settimane di Fiorile. Tutto ciò è la metafora del progetto dello Spazio Arte
Duina che attraverso i suoi artisti instilla una goccia di nuova linfa nel vasto palcoscenico artistico”.
Verrà esposta, per sottolineare un senso di continuità con il fermento culturale del prima parte del secolo
corso, un’opera su tela di Francesco Carlo Salodini, artista poco noto ma dalla grande forza pittorica,
scomparso prematuramente nel 1950, anno in cui la Galleria Gianferrari gli dedica una personale nei suoi
spazi milanesi.
GERMINALE
Paitone, Brescia , Spazio Arte Duina, via Italia 1
8 ottobre 2011 – 29 ottobre 2011
Inaugurazione: sabato 8 ottobre ore 18.00
Ingresso libero
Dal martedì al sabato dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Per informazioni:
Tel. 030. 63. 42. 296
info@spazioarteduina.it
www.spazioarteduina.it
Patrocini: Comunità Montana di Valle Sabbia e Comune di Paitone
Ufficio Stampa:
tel +39 030.99.06.337
fax+39 030. 99.06.337
mobile +39 347.97.36.323
www.esartcomunicazione.it
info@esartcomunicazione.it
Germinale
Emil Cioran, uno dei più grandi e misconosciuti intellettuali del secolo scorso scriveva nel 1973,
una riflessione dura come una pietra: “La fisionomia della pittura, della musica di qui a un secolo? Nessuno se lo può immaginare. Come dopo la caduta di Atene o di Roma, interverrà una lunga pausa, per via dell’estenuazione dei mezzi di espressione e dello sfibramento della coscienza
stessa. L’umanità per riallacciarsi al passato, dovrà inventarsi un nuovo candore, senza il quale
non potrà mai riprendere le arti”. Credo che Cioran come un sismografo rilevasse la metamorfosi
che si agitavano nel nucleo della cultura e delle arti visive. Si sono prodotti dagli anni 60 in poi
una quantità di nuovi linguaggi che sono esplosi caotici. Tutto ciò era vitalità ma spesso conteneva in se la vitalità della metastasi, la danza impazzita delle cellule tumorali. L’arte ha cercato nuovi mezzi di espressione e non sempre gli esiti sono stati comprensibili ed efficaci. Si è ammucchiato, assemblato e confuso, esasperando e scimmiottando le intuizioni geniali dei grandi artisti. L’abilità tecnica è divenuta accessoria, confondendo le carte: la bellezza è diventata secondaria rispetto alla forza del pensiero, ma se la bellezza è tangibile, la forza del pensiero si può simulare, questo ha permesso che l’estetica talvolta prendesse qualunque spazzatura profumandola di ideologia.
Germinale è il titolo della mostra che apre il ciclo espositivo dello Spazio Arte Duina. Germinale era il settimo mese delle Rivoluzione francese e indicava il momento della apertura alla vita. Dopo il mese agitato di Ventoso, cadeva il momento della generazione della linfa che avrebbe consentito la rinascita nelle settimane di Fiorile.
Tutto ciò è la metafora del progetto dello Spazio Arte Duina che intende attraverso i suoi artisti
instillare una goccia di nuova linfa nel vasto palcoscenico artistico alla ricerca del nuovo candore auspicato da Cioran.
Elisa Anfuso, Stefano Arici, Davide Dattola, Carlo Duina, Gianfranco Gentile, Jessica Rimondi,
Camilla Rossi, Carlo Francesco Salodini ed Enrico Schinetti non sono accomunati dallo stile ma
dallo spirito.
Il lavoro di questi artisti è caratterizzato dalla ricerca intellettiva ed emotiva e dalla qualità tecnica, non vi è la comodità di un’idea furba e veloce, atta a colpire superficialmente la pancia del pubblico.
Mi piace immaginarli come degli esploratori in grado di rendere visibili mondi interiori e porgerli agli occhi e alle menti di chi guarda le loro opere. Hanno come tutti noi un fazzoletto di vita ma lo allargano fino a farlo diventare una terra fiorita e sterminata dove tutti possiamo abitare; hanno l’ignoto davanti e lo dissodano, lo coltivano, lo conquistano palmo a palmo, con il rischio di rimanere travolti dalla furia dell’esistenza.
Attraverso la realizzazioni di mostre ed incontri culturali lo Spazio Arte Duina vuole coinvolgere
ed avvicinare le persone mosse da interesse o curiosità alle arti visive. L’arte ha la capacità di accrescere non solo la conoscenza ma anche gli orizzonti intellettuali e il mondo interiore di
ciascuno; è una finestra attraverso la quale arriva l’infinto che solo gli artisti vedono, generando in noi il turbamento dell’ignoto e la meraviglia della bellezza, rendendoci esseri nuovi ogni volta che ne entriamo in contatto.
Mariella Segala
BIOGRAFIE
Elisa Anfuso è nata a Catania nel 1982, città dove vive e lavora. Laureata presso l'Accademia di Belle Arti di Catania ha conseguito la specializzazione e l'abilitazione
all'insegnamento delle Discipline Pittoriche, arricchendo la sua formazione con la frequenza di diversi stage di pittura e fotografia. Viene selezionata e partecipa ad importanti mostre e fiere d'arte contemporanea e segnalata nei principali premi e riconoscimenti italiani.
Nel 2005 ha vinto il primo premio al concorso Fate questo in memoria di me, a cura del Museo Diocesano di Catania. Nel 2008 ha inaugurato la prima mostra personale Del corpo... dell'anima presso Artesia Galleria d'Arte di Catania.
Nel 2010 è tra i vincitori del prestigioso premio internazionale Arte Laguna, finalista al Premio Combat ed espone a Venezia,Vienna, Praga e Fukuoka in Giappone. E' l'anno di altre due mostre personali: SOgNO (Artesia Galleria d'Arte, Catania) e La mia ombra è lieve (Galleria Gagliardi, S. Gimignano).
Vogliovolerevolare è il titolo della raffinata opera esposta in mostra in cui si intrecciano delicatamente il sogno, la grazia e l’ironia.
Stefano Arici è nato a Brescia nel 1976.
Autodidatta coltiva da sempre la passione per l’illustrazione e il disegno. Fumettista e illustratore ha pubblicato sia in Italia che all’estero, collabora con riviste di illustrazione proponendo spesso piccole storie non-sense. Caratteristica dominante del suo lavoro è lo scribble ovvero lo scarabocchio, che è la più naturale essenza della fantasia. Questa particolare espressione artistica, di cui Germinazioninervose, opera in mostra, ne è una
folgorante esempio, nasce all'improvviso senza alcuna idea di fondo e basa la sua caratteristica principale sul fatto di essere completamente autonoma dal cervello.
Tuttavia lo scribble racchiude in sè grandissime potenzialità creative, "arte in potenza", arte pronta a esplodere; linee e colori che sono generati dal silenzio della razionalità e dalla quiete dell’anima.
Davide Dattola è nato a Brescia nel 1975.
Si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Brera come decoratore, nel 1999. E’ attivo nell´arte dal 1995. Esordisce nella selezione Absolut Brera esponendo a fianco di opere di artisti quali Warhol, Arman, Britto,
Echo, Haring, Kosolapov, Ruscha, Spinazzola, Watchel ed altri. La sua poetica visiva si pone il fine di creare una gerarchia nella percezione dei soggetti dell´opera, attingendo, dove funzionale, alle tecniche visive proprie del cartoon o del fumetto. Dal 2000 lavora allo sviluppo di un modo pittorico polimaterico che
possa rendere più efficace la narrazione dell´immagine. Nel 2002 approda alle prime forme di una tecnica che battezza “catrargilla” a memoria delle due materie primarie a confronto: l´argilla ed il catrame. Vede in questi i mezzi ottimali per evocare le vicende “della terra” raccontando il proprio rapporto col quotidiano
attraverso le opacità e le difficoltà della materia biblica su un supporto che la respinge. L’opera in mostra Ristretto realizzata nel 2011, vede prevalere la materia argillosa che crea lo scorcio di un paesaggio onirico
che rimanda ai classici canali della laguna veneta. Nella parte superiore del quadro viene contrapposto il Cielo alla Terra nella loro forma pura, privi di caratteristiche particolari o forme distintive oggettive (gli edifici
sono tutti uguali, a dispetto di ciò che è poi la percezione degli stessi) modulati ed armonizzati dalla forma della coscienza: la piccola creatura bianca. Nella parte inferiore è rappresentato il "percepito" ossia ciò che viene letto come reale, ma che racchiude il risultato "alchemico" delle tre forze che dominano la parte alta del
quadro.
Carlo Duina è nato a Brescia nel 1979.
Nel 2001 comincia il suo percorso artistico frequentando vari studi di artisti locali fino ad arrivare a partecipare ai corsi di illustrazione presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata.
La sua ricerca artistica mira a trovare una equilibrata relazione tra l’illustrazione, la grafica e le tradizionali espressioni pittoriche. Sulla superficie si accostano sapientemente tecniche diverse: dalla china, ai gessi
colorati al collage. La sua ultima mostra personale, Evolutamente, si tiene presso la Piccola Galleria UCAI di Brescia nel 2010. L’opera esposta fa parte del ciclo pittorico dedicato all’Odissea che prende avvio nel 2011.
Il suo contemporaneo Ulisse, naviga attraverso gli ostacoli quotidiani, banali o difficili che siano, in cerca della conoscenza e del senso della vita, ma ogni autentico Ulisse contemporaneo deve indossare, più che
la casacca del marinaio, la camicia, e avventurarsi nelle città, nelle case e oltre, che fra isole sperdute; l’Ulisse odierno deve essere esperto della lontananza del mito e dell’esilio della natura, deve essere un esploratore dell’assenza e della latitanza della vita vera.
Gianfranco Gentile è nato a Verona nel 1949.
Per tutto il decennio degli anni '70 vive a Firenze dove si laurea in Architettura. In quegli anni frequenta il corso di Fonologia e Musica elettronica presso il Conservatorio Cherubini e si occupa principalmente di musica sperimentale e di improvvisazione elettroacustica, partecipando a manifestazioni di musica contemporanea sia in Italia che all'estero. Autore di colonne sonore e performer in vari spettacoli teatrali tra cui
i 6 eventi del "Teatro Invisibile" di A. Rostagno e "Finita Infinita" in coppia con la cantante-attrice Maria Monti. Compositore e interprete in ambito pop-rock, fino a metà degli anni '80 vive a Roma e successivamente a Verona dove lavora come scenografo, grafico e disegnatore di oggetti d'arredo. Dalla metà degli anni '90 si incammina anche sulla strada della pittura utilizzando principalmente pastelli e tecniche miste, con inquadrature inusuali della realtà visiva di tutti i giorni e proponendo una "archeologia
industriale" segnata dalla riproduzione decontestualizzata di reperti ferrosi, brani meccanici abbandonati e riscoperti in un'appassionata ricerca sul territorio di cui l’opera in mostra Reperto#28 ne esprime
profondamente il percorso intrapreso.
Nel 2011 una sua opera è esposta al MART di Rovereto nell’’ambito della mostra Percorsi riscoperti dell’arte italiana a cura di Gabriella Belli.
Jessica Rimondi è nata a Torino nel 1987.
Segue il corso di pittura all’Accademia Albertina di Torino. Nel 2007 lavora per la rivista “Offerta speciale” di poesia visuale e partecipa a mostre di libri d’artista tra cui la “Fe-Art Books” di Bologna. Attraverso la
partecipazione al concorso “4 Premio Internazionale Arte Laguna 2009.2010” espone alla collettiva degli artisti finalisti del medesimo, presso le Tese dell’Arsenale di Venezia e vince il premio speciale che la rende partecipe alle mostre collettive tenutesi agli istituti di cultura di Vienna e Praga. Nel 2011 partecipa al “Premio Combat” ricevendo la menzione da parte della giuria. Attualmente vive e lavora a Berlino, dove ha partecipato alla perfomance dell'artista Olaf Nicolai “Innere
Stimme”. La sua ricerca artistica mira sempre più all’interazione tra suono e pittura che subiscono, già allo stato attuale, grande influenza reciproca. In ambito pittorico, nell’ultimo anno, particolare attenzione è stata
data all’analisi delle possibili “densità” del gesto relazionato alla forma. Nell’opera Rivolgere la mente, lavoro recente, equilibri e contrasti creati da questa relazione rappresentano l’interesse nodale, nonché il mezzo
espressivo dell’artista.
Camilla Rossi è nata a Brescia dove vive e lavora.
Nel 2002 si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, indirizzo Pittura, frequentando anche l’Università di Belle Arti di Granada. La sua attività espositiva prende avvio dalla fine degli anni ’90, tra mostre personali
e collettive; caratteristica del suo linguaggio, l’unione e al contempo il contrasto tra segno incisivo e finezza cromatica, necessari ad esprimere l’ambivalenza tematica del “ricordo” e delle “presenze”, costanti ambiti di
una riflessione creativa che crede ancora nel valore della pittura come intervento “onnivoro” e rigenerante, tra memoria e attualizzazione dell’immagine-segno. Il lavoro del 2011 presentato in mostra è parte del ciclo
Mappe, in cui il tempo della scoperta e il tempo della creazione si mescolano inestricabilmente, creando uno spazio dove segni sottili e profondi invadono lo spazio pittorico generando suggestioni inconsce. Sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche; dal 2003 è docente presso la Libera Accademia di Belle Arti di Brescia.
Francesco Carlo Salodini (Calvisano 1903 – Monza 1950) Si forma presso la Scuola di Disegno di Brescia, dove comincia a lavorare presso il noto affreschista Vittorio Trainini. Nel 1933 grazie ad un sussidio comunale per la prosecuzione degli studi, si iscrive all’Accademia
di Brera. E’ del 1934 la sua prima personale presso la Galleria Campana di Brescia e nello stesso anno partecipa alla II Mostra d'arte del Sindacato provinciale di belle arti. Affianca l’attività di pittore a quella di
illustratore lavorando intensamente per la casa editrice La Scuola. Nel 1948 l'artista vince con Bambina il "Prix du Montparnasse" perché, come recita la motivazione ufficiale, "la sua precedente esperienza stilistica possa
continuarsi in ricerche dirette sui documenti figurativi della maggiore tradizione artistica francese". La giuria del premio è formata da Ferruccio Ferrazzi, Amerigo Bartoli, Pericle Fazzini e Giulio Carlo Argan; altri concorrenti
sono Guido Cadorin e Arturo Carmassi. Dopo la mostra delle opere partecipanti e premiate che si tiene nel Palazzo comunale di Tivoli in parallelo al "Premio Villa d'Este", come vincitore del premio soggiorna e lavora per un mese a Parigi, dove visita con entusiasmo tutti i musei e approfondisce nel contatto diretto la sua
conoscenza della pittura impressionista. Muore prematuramente in un incidente stradale nel 1950, anno in cui i suoi lavori sono esposti all’importante Galleria Gianferrari di Milano.
Nell’opera in mostra emerge la forza del segno, nervoso e secco, costruttore di un disegno preciso, una esperienza che arriva dalla xilografia di cui fu eccellente artefice. La pennellata è rapida, sobria, pulita non
indulgente a leziosi artifici, creatrice, nel vigore estetico, di sintesi compositive espresse con sicura efficacia.
Poesia e forza sono dunque due elementi che nell'arte di Salodini si integrano per un modello espressivo di chiara personalità.
Enrico Schinetti è nato a Grumello del Monte, in provincia di Bergamo, nel 1945.
A pochi mesi dalla nascita la famiglia si trasferisce a San Zeno Naviglio, alle porte di Brescia, dove l'artista vive e lavora ancora oggi. Dopo aver frequentato la scuola d'arte di Castelmassa ed essersi diplomato in
decorazione pittorica nel 1969, Schinetti organizza la sua prima personale alla AAB di Brescia. In quegli anni l'artista lavora sul ciclo de "I monumenti" (1967-73), rappresentando i personaggi e le correnti più importanti
della storia dell'arte. A partire dal 1974, le opere di Schinetti sono state esposte in importanti spazi: dalla galleria "Contemporaine" di Basilea alla "Kunst Markt" di Dusseldorf , dalla "Duncan Gallery" di Londra
('75) al Palazzo dei Papi di Orvieto, dove nel 1979 è stata organizzata una sua personale. Nel frattempo l'artista è passato dal ciclo de "I test" (1973-'78) a quello dei "Teatri non immaginari" che lo ha coinvolto fino al 1985, anno in cui prende avvio il ciclo “I problemi di Ulisse” che terminerà nel 1996. Con il passare
degli anni la tecnica pittorica di Schinetti ha raggiunto livelli elevatissimi e i temi del suo lavoro hanno subìto continue evoluzioni. In mostra viene presentata una sua opera tratta dal ciclo I giardini ateniesi avviato nel
1999. La memoria dismessa è un lavoro del 2005 ed emerge prepotente la profonda ricerca intellettuale ed artistica di Schinetti. I Giardini ateniesi sono quelli della filosofia e del mito, del sacro e del mistero. L’artista
- che da sempre tenta un teatro filosofico-dialogico nella sua pittura - vorrebbe che nel presente l'arte fosse ancora pericolosa, non compiacente e gradevole, bensì capace di far vibrare le corde più profonde del
sentire umano. Le immagini del mito antico e della filosofia incarnano il dissidio della struttura dell’anima, contemporaneamente le figure moderne sono senza riposo, bizzarre e febbrili. Schinetti macera e spolpa i
suoi personaggi condannandoli a una dolorosa impotenza.
Carlo Francesco Salodini ed Enrico Schinetti
Inaugurazione: sabato 8 ottobre 2011 ore 18.00
Sabato 8 ottobre 2011 alle ore 18.00 in via Italia 1 a Paitone, inaugura lo Spazio Arte Duina con una
collettiva di nove artisti, una nuova e vivace realtà espositiva che proporrà al pubblico mostre ed
incontri destinati a promuovere le arti visive contemporanee
A metà strada tra la città di Brescia e Salò, apre lo Spazio Arte Duina, che si pone come una realtà innovativa
volta a generare un centro dinamico e vitale in cui i protagonisti divengono le espressioni artistiche e il
pubblico.
Lo Spazio Arte Duina è un’associazione culturale che prende vita nel 2010 e intende dare respiro all’arte
contemporanea accogliendo giovani talenti a artisti affermati. E’ un nuovo luogo per la cultura, un’area espositiva
che diventa spazio d’incontro per appassionati, promuovendo la ricerca artistica in tutte le sue forme con lo scopo di
arricchire di nuovi spunti e prospettive il panorama dell’arte contemporanea.
Coerenti a questo impegno, si proporranno artisti capaci di comunicare con intelligenza e profondità qualcosa di nuovo
e originale, presentando opere non sensazionalistiche ma opere di contenuto e bellezza. Saranno organizzati inoltre
incontri e conferenze in cui verranno forniti al pubblico gli strumenti di lettura per capire e leggere autonomamente le
opere e i movimenti artistici.
Germinale è il titolo della mostra che apre il ciclo dello Spazio Arte Duina e vede l’esposizione delle opere di Elisa
Anfuso, Stefano Arici, Davide Dattola, Carlo Duina, Gianfranco Gentile, Jessica Rimondi, Camilla Rossi ed Enrico
Schinetti, diversissimi per formazione, provenienza, stile ed età ma accomunati dallo spirito e dalla capacità esecutiva.
La mostra vede la presenza di Enrico Schinetti, maestro noto per la potenza evocativa e drammatica dei suoi
cicli pittorici con un’opera del 2005: La memoria dismessa. Gianfranco Gentile espone il lavoro Reperto #28,
un’inquadratura inusuale e decontestualizzata di un reperto ferroso e riscoperto nella sua valenza estetica.
Vogliovolerevolare è il titolo dell’opera proposta dalla giovane artista siciliana Elisa Anfuso, nella cui ricerca si
intrecciano delicatamente il sogno, la grazia e l’ironia. Jessica Rimondi, presenta una tecnica mista su legno: Rivolgere
la mente in cui predomina il rapporto tra il gesto la forma e la musica.
L’artista bresciana Camilla Rossi espone una tecnica mista dal ciclo pittorico Mappe in cui il tempo della scoperta e il
tempo della creazione si mescolano inestricabilmente, creando uno spazio dove segni sottili e profondi invadono lo
spazio pittorico generando suggestioni inconsce.
Carlo Duina attraverso una tecnica sapiente che si muove tra l’illustrazione e la grafica, conduce lo spettatore
in un viaggio metaforico dell’uomo contemporaneo, vestito degli abiti di un novello Ulisse nel lavoro tratto dal
ciclo L’Odissea.
Germinazioninervose è l’opera presentata da Stefano Arici. Caratteristica che domina nel lavoro dell’artista è
lo scribble: “arte in potenza”, in cui i segni sono creati liberamente, linee e colori che sono generati dal silenzio
della razionalità e dalla quiete dell’anima.
Davide Dattola espone un lavoro del 2011 dal titolo Ristretto. La sua ricerca ha dato vita ad una nuova
tecnica, la “catrargilla”, a memoria delle due materie primarie a confronto: l´argilla ed il catrame. L’artista vede
in questi i mezzi ottimali per evocare le vicende “della terra” raccontando il proprio rapporto col quotidiano
attraverso le opacità e le difficoltà della materia biblica su un supporto contemporaneo che la respinge.
Come scritto nel testo critico che accompagna la mostra “Germinale era il settimo mese delle Rivoluzione francese e
indicava il momento della apertura alla vita. Dopo il mese agitato di Ventoso, cadeva il momento della generazione della
linfa che avrebbe consentito la rinascita nelle settimane di Fiorile. Tutto ciò è la metafora del progetto dello Spazio Arte
Duina che attraverso i suoi artisti instilla una goccia di nuova linfa nel vasto palcoscenico artistico”.
Verrà esposta, per sottolineare un senso di continuità con il fermento culturale del prima parte del secolo
corso, un’opera su tela di Francesco Carlo Salodini, artista poco noto ma dalla grande forza pittorica,
scomparso prematuramente nel 1950, anno in cui la Galleria Gianferrari gli dedica una personale nei suoi
spazi milanesi.
GERMINALE
Paitone, Brescia , Spazio Arte Duina, via Italia 1
8 ottobre 2011 – 29 ottobre 2011
Inaugurazione: sabato 8 ottobre ore 18.00
Ingresso libero
Dal martedì al sabato dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Per informazioni:
Tel. 030. 63. 42. 296
info@spazioarteduina.it
www.spazioarteduina.it
Patrocini: Comunità Montana di Valle Sabbia e Comune di Paitone
Ufficio Stampa:
tel +39 030.99.06.337
fax+39 030. 99.06.337
mobile +39 347.97.36.323
www.esartcomunicazione.it
info@esartcomunicazione.it
Germinale
Emil Cioran, uno dei più grandi e misconosciuti intellettuali del secolo scorso scriveva nel 1973,
una riflessione dura come una pietra: “La fisionomia della pittura, della musica di qui a un secolo? Nessuno se lo può immaginare. Come dopo la caduta di Atene o di Roma, interverrà una lunga pausa, per via dell’estenuazione dei mezzi di espressione e dello sfibramento della coscienza
stessa. L’umanità per riallacciarsi al passato, dovrà inventarsi un nuovo candore, senza il quale
non potrà mai riprendere le arti”. Credo che Cioran come un sismografo rilevasse la metamorfosi
che si agitavano nel nucleo della cultura e delle arti visive. Si sono prodotti dagli anni 60 in poi
una quantità di nuovi linguaggi che sono esplosi caotici. Tutto ciò era vitalità ma spesso conteneva in se la vitalità della metastasi, la danza impazzita delle cellule tumorali. L’arte ha cercato nuovi mezzi di espressione e non sempre gli esiti sono stati comprensibili ed efficaci. Si è ammucchiato, assemblato e confuso, esasperando e scimmiottando le intuizioni geniali dei grandi artisti. L’abilità tecnica è divenuta accessoria, confondendo le carte: la bellezza è diventata secondaria rispetto alla forza del pensiero, ma se la bellezza è tangibile, la forza del pensiero si può simulare, questo ha permesso che l’estetica talvolta prendesse qualunque spazzatura profumandola di ideologia.
Germinale è il titolo della mostra che apre il ciclo espositivo dello Spazio Arte Duina. Germinale era il settimo mese delle Rivoluzione francese e indicava il momento della apertura alla vita. Dopo il mese agitato di Ventoso, cadeva il momento della generazione della linfa che avrebbe consentito la rinascita nelle settimane di Fiorile.
Tutto ciò è la metafora del progetto dello Spazio Arte Duina che intende attraverso i suoi artisti
instillare una goccia di nuova linfa nel vasto palcoscenico artistico alla ricerca del nuovo candore auspicato da Cioran.
Elisa Anfuso, Stefano Arici, Davide Dattola, Carlo Duina, Gianfranco Gentile, Jessica Rimondi,
Camilla Rossi, Carlo Francesco Salodini ed Enrico Schinetti non sono accomunati dallo stile ma
dallo spirito.
Il lavoro di questi artisti è caratterizzato dalla ricerca intellettiva ed emotiva e dalla qualità tecnica, non vi è la comodità di un’idea furba e veloce, atta a colpire superficialmente la pancia del pubblico.
Mi piace immaginarli come degli esploratori in grado di rendere visibili mondi interiori e porgerli agli occhi e alle menti di chi guarda le loro opere. Hanno come tutti noi un fazzoletto di vita ma lo allargano fino a farlo diventare una terra fiorita e sterminata dove tutti possiamo abitare; hanno l’ignoto davanti e lo dissodano, lo coltivano, lo conquistano palmo a palmo, con il rischio di rimanere travolti dalla furia dell’esistenza.
Attraverso la realizzazioni di mostre ed incontri culturali lo Spazio Arte Duina vuole coinvolgere
ed avvicinare le persone mosse da interesse o curiosità alle arti visive. L’arte ha la capacità di accrescere non solo la conoscenza ma anche gli orizzonti intellettuali e il mondo interiore di
ciascuno; è una finestra attraverso la quale arriva l’infinto che solo gli artisti vedono, generando in noi il turbamento dell’ignoto e la meraviglia della bellezza, rendendoci esseri nuovi ogni volta che ne entriamo in contatto.
Mariella Segala
BIOGRAFIE
Elisa Anfuso è nata a Catania nel 1982, città dove vive e lavora. Laureata presso l'Accademia di Belle Arti di Catania ha conseguito la specializzazione e l'abilitazione
all'insegnamento delle Discipline Pittoriche, arricchendo la sua formazione con la frequenza di diversi stage di pittura e fotografia. Viene selezionata e partecipa ad importanti mostre e fiere d'arte contemporanea e segnalata nei principali premi e riconoscimenti italiani.
Nel 2005 ha vinto il primo premio al concorso Fate questo in memoria di me, a cura del Museo Diocesano di Catania. Nel 2008 ha inaugurato la prima mostra personale Del corpo... dell'anima presso Artesia Galleria d'Arte di Catania.
Nel 2010 è tra i vincitori del prestigioso premio internazionale Arte Laguna, finalista al Premio Combat ed espone a Venezia,Vienna, Praga e Fukuoka in Giappone. E' l'anno di altre due mostre personali: SOgNO (Artesia Galleria d'Arte, Catania) e La mia ombra è lieve (Galleria Gagliardi, S. Gimignano).
Vogliovolerevolare è il titolo della raffinata opera esposta in mostra in cui si intrecciano delicatamente il sogno, la grazia e l’ironia.
Stefano Arici è nato a Brescia nel 1976.
Autodidatta coltiva da sempre la passione per l’illustrazione e il disegno. Fumettista e illustratore ha pubblicato sia in Italia che all’estero, collabora con riviste di illustrazione proponendo spesso piccole storie non-sense. Caratteristica dominante del suo lavoro è lo scribble ovvero lo scarabocchio, che è la più naturale essenza della fantasia. Questa particolare espressione artistica, di cui Germinazioninervose, opera in mostra, ne è una
folgorante esempio, nasce all'improvviso senza alcuna idea di fondo e basa la sua caratteristica principale sul fatto di essere completamente autonoma dal cervello.
Tuttavia lo scribble racchiude in sè grandissime potenzialità creative, "arte in potenza", arte pronta a esplodere; linee e colori che sono generati dal silenzio della razionalità e dalla quiete dell’anima.
Davide Dattola è nato a Brescia nel 1975.
Si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Brera come decoratore, nel 1999. E’ attivo nell´arte dal 1995. Esordisce nella selezione Absolut Brera esponendo a fianco di opere di artisti quali Warhol, Arman, Britto,
Echo, Haring, Kosolapov, Ruscha, Spinazzola, Watchel ed altri. La sua poetica visiva si pone il fine di creare una gerarchia nella percezione dei soggetti dell´opera, attingendo, dove funzionale, alle tecniche visive proprie del cartoon o del fumetto. Dal 2000 lavora allo sviluppo di un modo pittorico polimaterico che
possa rendere più efficace la narrazione dell´immagine. Nel 2002 approda alle prime forme di una tecnica che battezza “catrargilla” a memoria delle due materie primarie a confronto: l´argilla ed il catrame. Vede in questi i mezzi ottimali per evocare le vicende “della terra” raccontando il proprio rapporto col quotidiano
attraverso le opacità e le difficoltà della materia biblica su un supporto che la respinge. L’opera in mostra Ristretto realizzata nel 2011, vede prevalere la materia argillosa che crea lo scorcio di un paesaggio onirico
che rimanda ai classici canali della laguna veneta. Nella parte superiore del quadro viene contrapposto il Cielo alla Terra nella loro forma pura, privi di caratteristiche particolari o forme distintive oggettive (gli edifici
sono tutti uguali, a dispetto di ciò che è poi la percezione degli stessi) modulati ed armonizzati dalla forma della coscienza: la piccola creatura bianca. Nella parte inferiore è rappresentato il "percepito" ossia ciò che viene letto come reale, ma che racchiude il risultato "alchemico" delle tre forze che dominano la parte alta del
quadro.
Carlo Duina è nato a Brescia nel 1979.
Nel 2001 comincia il suo percorso artistico frequentando vari studi di artisti locali fino ad arrivare a partecipare ai corsi di illustrazione presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata.
La sua ricerca artistica mira a trovare una equilibrata relazione tra l’illustrazione, la grafica e le tradizionali espressioni pittoriche. Sulla superficie si accostano sapientemente tecniche diverse: dalla china, ai gessi
colorati al collage. La sua ultima mostra personale, Evolutamente, si tiene presso la Piccola Galleria UCAI di Brescia nel 2010. L’opera esposta fa parte del ciclo pittorico dedicato all’Odissea che prende avvio nel 2011.
Il suo contemporaneo Ulisse, naviga attraverso gli ostacoli quotidiani, banali o difficili che siano, in cerca della conoscenza e del senso della vita, ma ogni autentico Ulisse contemporaneo deve indossare, più che
la casacca del marinaio, la camicia, e avventurarsi nelle città, nelle case e oltre, che fra isole sperdute; l’Ulisse odierno deve essere esperto della lontananza del mito e dell’esilio della natura, deve essere un esploratore dell’assenza e della latitanza della vita vera.
Gianfranco Gentile è nato a Verona nel 1949.
Per tutto il decennio degli anni '70 vive a Firenze dove si laurea in Architettura. In quegli anni frequenta il corso di Fonologia e Musica elettronica presso il Conservatorio Cherubini e si occupa principalmente di musica sperimentale e di improvvisazione elettroacustica, partecipando a manifestazioni di musica contemporanea sia in Italia che all'estero. Autore di colonne sonore e performer in vari spettacoli teatrali tra cui
i 6 eventi del "Teatro Invisibile" di A. Rostagno e "Finita Infinita" in coppia con la cantante-attrice Maria Monti. Compositore e interprete in ambito pop-rock, fino a metà degli anni '80 vive a Roma e successivamente a Verona dove lavora come scenografo, grafico e disegnatore di oggetti d'arredo. Dalla metà degli anni '90 si incammina anche sulla strada della pittura utilizzando principalmente pastelli e tecniche miste, con inquadrature inusuali della realtà visiva di tutti i giorni e proponendo una "archeologia
industriale" segnata dalla riproduzione decontestualizzata di reperti ferrosi, brani meccanici abbandonati e riscoperti in un'appassionata ricerca sul territorio di cui l’opera in mostra Reperto#28 ne esprime
profondamente il percorso intrapreso.
Nel 2011 una sua opera è esposta al MART di Rovereto nell’’ambito della mostra Percorsi riscoperti dell’arte italiana a cura di Gabriella Belli.
Jessica Rimondi è nata a Torino nel 1987.
Segue il corso di pittura all’Accademia Albertina di Torino. Nel 2007 lavora per la rivista “Offerta speciale” di poesia visuale e partecipa a mostre di libri d’artista tra cui la “Fe-Art Books” di Bologna. Attraverso la
partecipazione al concorso “4 Premio Internazionale Arte Laguna 2009.2010” espone alla collettiva degli artisti finalisti del medesimo, presso le Tese dell’Arsenale di Venezia e vince il premio speciale che la rende partecipe alle mostre collettive tenutesi agli istituti di cultura di Vienna e Praga. Nel 2011 partecipa al “Premio Combat” ricevendo la menzione da parte della giuria. Attualmente vive e lavora a Berlino, dove ha partecipato alla perfomance dell'artista Olaf Nicolai “Innere
Stimme”. La sua ricerca artistica mira sempre più all’interazione tra suono e pittura che subiscono, già allo stato attuale, grande influenza reciproca. In ambito pittorico, nell’ultimo anno, particolare attenzione è stata
data all’analisi delle possibili “densità” del gesto relazionato alla forma. Nell’opera Rivolgere la mente, lavoro recente, equilibri e contrasti creati da questa relazione rappresentano l’interesse nodale, nonché il mezzo
espressivo dell’artista.
Camilla Rossi è nata a Brescia dove vive e lavora.
Nel 2002 si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, indirizzo Pittura, frequentando anche l’Università di Belle Arti di Granada. La sua attività espositiva prende avvio dalla fine degli anni ’90, tra mostre personali
e collettive; caratteristica del suo linguaggio, l’unione e al contempo il contrasto tra segno incisivo e finezza cromatica, necessari ad esprimere l’ambivalenza tematica del “ricordo” e delle “presenze”, costanti ambiti di
una riflessione creativa che crede ancora nel valore della pittura come intervento “onnivoro” e rigenerante, tra memoria e attualizzazione dell’immagine-segno. Il lavoro del 2011 presentato in mostra è parte del ciclo
Mappe, in cui il tempo della scoperta e il tempo della creazione si mescolano inestricabilmente, creando uno spazio dove segni sottili e profondi invadono lo spazio pittorico generando suggestioni inconsce. Sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche; dal 2003 è docente presso la Libera Accademia di Belle Arti di Brescia.
Francesco Carlo Salodini (Calvisano 1903 – Monza 1950) Si forma presso la Scuola di Disegno di Brescia, dove comincia a lavorare presso il noto affreschista Vittorio Trainini. Nel 1933 grazie ad un sussidio comunale per la prosecuzione degli studi, si iscrive all’Accademia
di Brera. E’ del 1934 la sua prima personale presso la Galleria Campana di Brescia e nello stesso anno partecipa alla II Mostra d'arte del Sindacato provinciale di belle arti. Affianca l’attività di pittore a quella di
illustratore lavorando intensamente per la casa editrice La Scuola. Nel 1948 l'artista vince con Bambina il "Prix du Montparnasse" perché, come recita la motivazione ufficiale, "la sua precedente esperienza stilistica possa
continuarsi in ricerche dirette sui documenti figurativi della maggiore tradizione artistica francese". La giuria del premio è formata da Ferruccio Ferrazzi, Amerigo Bartoli, Pericle Fazzini e Giulio Carlo Argan; altri concorrenti
sono Guido Cadorin e Arturo Carmassi. Dopo la mostra delle opere partecipanti e premiate che si tiene nel Palazzo comunale di Tivoli in parallelo al "Premio Villa d'Este", come vincitore del premio soggiorna e lavora per un mese a Parigi, dove visita con entusiasmo tutti i musei e approfondisce nel contatto diretto la sua
conoscenza della pittura impressionista. Muore prematuramente in un incidente stradale nel 1950, anno in cui i suoi lavori sono esposti all’importante Galleria Gianferrari di Milano.
Nell’opera in mostra emerge la forza del segno, nervoso e secco, costruttore di un disegno preciso, una esperienza che arriva dalla xilografia di cui fu eccellente artefice. La pennellata è rapida, sobria, pulita non
indulgente a leziosi artifici, creatrice, nel vigore estetico, di sintesi compositive espresse con sicura efficacia.
Poesia e forza sono dunque due elementi che nell'arte di Salodini si integrano per un modello espressivo di chiara personalità.
Enrico Schinetti è nato a Grumello del Monte, in provincia di Bergamo, nel 1945.
A pochi mesi dalla nascita la famiglia si trasferisce a San Zeno Naviglio, alle porte di Brescia, dove l'artista vive e lavora ancora oggi. Dopo aver frequentato la scuola d'arte di Castelmassa ed essersi diplomato in
decorazione pittorica nel 1969, Schinetti organizza la sua prima personale alla AAB di Brescia. In quegli anni l'artista lavora sul ciclo de "I monumenti" (1967-73), rappresentando i personaggi e le correnti più importanti
della storia dell'arte. A partire dal 1974, le opere di Schinetti sono state esposte in importanti spazi: dalla galleria "Contemporaine" di Basilea alla "Kunst Markt" di Dusseldorf , dalla "Duncan Gallery" di Londra
('75) al Palazzo dei Papi di Orvieto, dove nel 1979 è stata organizzata una sua personale. Nel frattempo l'artista è passato dal ciclo de "I test" (1973-'78) a quello dei "Teatri non immaginari" che lo ha coinvolto fino al 1985, anno in cui prende avvio il ciclo “I problemi di Ulisse” che terminerà nel 1996. Con il passare
degli anni la tecnica pittorica di Schinetti ha raggiunto livelli elevatissimi e i temi del suo lavoro hanno subìto continue evoluzioni. In mostra viene presentata una sua opera tratta dal ciclo I giardini ateniesi avviato nel
1999. La memoria dismessa è un lavoro del 2005 ed emerge prepotente la profonda ricerca intellettuale ed artistica di Schinetti. I Giardini ateniesi sono quelli della filosofia e del mito, del sacro e del mistero. L’artista
- che da sempre tenta un teatro filosofico-dialogico nella sua pittura - vorrebbe che nel presente l'arte fosse ancora pericolosa, non compiacente e gradevole, bensì capace di far vibrare le corde più profonde del
sentire umano. Le immagini del mito antico e della filosofia incarnano il dissidio della struttura dell’anima, contemporaneamente le figure moderne sono senza riposo, bizzarre e febbrili. Schinetti macera e spolpa i
suoi personaggi condannandoli a una dolorosa impotenza.
08
ottobre 2011
Germinale
Dall'otto al 29 ottobre 2011
arte contemporanea
Location
SPAZIO ARTE DUINA
Brescia, Via Marsala, 17, (Brescia)
Brescia, Via Marsala, 17, (Brescia)
Orario di apertura
Dal martedì al sabato dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Vernissage
8 Ottobre 2011, ore 18
Autore