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Gernot Wieland – …like ink in milk
Quartz Studio è lieto di presentare …like ink in milk, la prima personale italiana di Gernot Wieland (Horn, Austria, 1968) a cura di Zasha Colah. La mostra include il video Ink in Milk (2018), che ha ricevuto il Best Film Award nel contesto del Kinodot Experimental Film Festival di San Pietroburgo.
Comunicato stampa
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Sabato 24 aprile 2021, dalle ore 15:00, Quartz Studio è lieto di presentare …like ink in milk, la prima personale italiana di Gernot Wieland (Horn, Austria, 1968) a cura di Zasha Colah.
La mostra include il video Ink in Milk (2018), che ha ricevuto il Best Film Award nel contesto del Kinodot Experimental Film Festival di San Pietroburgo (2020), una Menzione Speciale in occasione della XXXVI edizione dello Short Film Festival di Amburgo (2019) e il Media Art Award of the German Film Critics all’interno dell’European Media Art Festival di Osnabrück (2019). Il film è stato sottotitolato in italiano in occasione della mostra presso Quartz Studio a Torino, dopo essere stato presentato alla Kunst Halle Sankt Gallen, in Svizzera e alla Salzburger Kunstverein di Vienna, e in seguito alla pubblicazione monografica Gernot Wieland Thievery and Songs, edita dalla Salzburger Kunstverein in collaborazione con la Kunst Halle Sankt Gallen (2020).
Il narratore in prima persona è un elemento decisivo! Chiunque decida di ricorrere a un “io” narrante determina anche un “tu”, determina l’altro. – Gernot Wieland
(Una risposta). In un dettaglio di An Attempt to Circumnavigate the Pictorial Truth of Gernot Wieland (2020), il primo disegno che si incontra nella recente monografia, le tensioni psicoanalitiche della voce narrante in prima persona vengono suddivise in Es e Io; subito sotto, come su una stele di Rosetta, Wieland scinde anche gli elementi della copertina del libro (un fotogramma di Ink in Milk, 2018): una mano e un cristallo. Abbiamo quindi un soggetto che regge un oggetto, messi in parallelo con le parti dell’io. Lo zio di cui si parla nel film e che inventa una forma di empatia basata sull’imitazione corporea dei cristalli, potrebbe inoltre essere l’incarnazione inconscia di un personaggio noto del XX secolo. Ecco quindi un soggetto (“mio zio”) che si trasforma in un oggetto (“il cristallo”) e poi di nuovo in un soggetto (“il personaggio noto”), anch’essi messi in parallelo con le parti dell’io.
Il narratore in prima persona ricostruisce come da giovane ha imparato da suo zio a imitare le strutture del cristallo (mentre la luce desaturata di una Super 8, i colori pastello, gli stampini fatti con le patate e omini disegnati con le stanghette perturbano frammenti di ricordi d’infanzia) con l’intento di adattarsi alle strutture di potere. La voce narrante analizza e smembra i vari sé: l’Es, l’io, il sé auto-finzionale, quello autobiografico, la narrazione biografica inconscia e i ricordi che possono innescare la dissoluzione (e la rivolta), finché l’altro non si è trasformato in un ulteriore frammento di questo sé. – Zasha Colah
Artist talk: On birds, Pombero and artistic research on the disappeared
23 Aprile 2021, 12:00–14:00
nell’ambito di Exhibiting and the disappeared, con la Prof.ssa Zasha Colah, Department of Visual Arts and Curatorial Studies, Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) Milano
Artist talk: Memory as archive
27 Aprile 2021, 10:00–12:00
nell’ambito di English and Postcolonial Literature, con la Prof.ssa Carmen Concilio, Dipartimento di Lingue Letterature Straniere Culture Moderne, Università degli Studi di Torino
Gernot Wieland (Horn, Austria, 1968) ha studiato persso l’Universität der Künste di Berlino e l’Akademie der Bildenden Künste di Vienna. Sue mostre recenti sono: Videonale, Festival for Video und Time-Based Art, Kunstmuseum Bonn (2021); Kunst Halle Sankt Gallen, St. Gallen (2020, solo); Salzburger Kunstverein, Salzburg (2020, solo); ANIMA–Taiwan International Video Art Exhibition, Hong-Gah Museum, Taipei (2020); The Law is a White Dog, TULCA Festival of Visual Arts, Galway (2020); Wait and See, IFFR - International Film Festival, Rotterdam (2020); Zoo Cosmos, Casa Conti /Ange Leccia Art Center, Oletta (2020); 15th IndieLisboa - International Independent Film Festival, Lisbon (2020); 12x12, IBB Video Space at Berlinische Galerie, Berlin (2020, solo); Videoart at Midnight, Berlin, (2020); Risentimento / Ressentiment, Merano Arte, Merano (2020); Grand Hotel Abyss, Steirischer Herbst Festival, Graz (2019); Belmacz, London (2019, solo); Vdrome, London (2019); Monitoring, Kasseler Kunstverein, Kassel (2018); Zeitspuren, Centre d´art Pasquart, Biel (2018); una lecture-performance presso OGR, Torino (2018) and in Shame, Künstlerhaus Bremen, Bremen (2018). L’artista è rappresentato da Belmacz, London (UK).
La mostra include il video Ink in Milk (2018), che ha ricevuto il Best Film Award nel contesto del Kinodot Experimental Film Festival di San Pietroburgo (2020), una Menzione Speciale in occasione della XXXVI edizione dello Short Film Festival di Amburgo (2019) e il Media Art Award of the German Film Critics all’interno dell’European Media Art Festival di Osnabrück (2019). Il film è stato sottotitolato in italiano in occasione della mostra presso Quartz Studio a Torino, dopo essere stato presentato alla Kunst Halle Sankt Gallen, in Svizzera e alla Salzburger Kunstverein di Vienna, e in seguito alla pubblicazione monografica Gernot Wieland Thievery and Songs, edita dalla Salzburger Kunstverein in collaborazione con la Kunst Halle Sankt Gallen (2020).
Il narratore in prima persona è un elemento decisivo! Chiunque decida di ricorrere a un “io” narrante determina anche un “tu”, determina l’altro. – Gernot Wieland
(Una risposta). In un dettaglio di An Attempt to Circumnavigate the Pictorial Truth of Gernot Wieland (2020), il primo disegno che si incontra nella recente monografia, le tensioni psicoanalitiche della voce narrante in prima persona vengono suddivise in Es e Io; subito sotto, come su una stele di Rosetta, Wieland scinde anche gli elementi della copertina del libro (un fotogramma di Ink in Milk, 2018): una mano e un cristallo. Abbiamo quindi un soggetto che regge un oggetto, messi in parallelo con le parti dell’io. Lo zio di cui si parla nel film e che inventa una forma di empatia basata sull’imitazione corporea dei cristalli, potrebbe inoltre essere l’incarnazione inconscia di un personaggio noto del XX secolo. Ecco quindi un soggetto (“mio zio”) che si trasforma in un oggetto (“il cristallo”) e poi di nuovo in un soggetto (“il personaggio noto”), anch’essi messi in parallelo con le parti dell’io.
Il narratore in prima persona ricostruisce come da giovane ha imparato da suo zio a imitare le strutture del cristallo (mentre la luce desaturata di una Super 8, i colori pastello, gli stampini fatti con le patate e omini disegnati con le stanghette perturbano frammenti di ricordi d’infanzia) con l’intento di adattarsi alle strutture di potere. La voce narrante analizza e smembra i vari sé: l’Es, l’io, il sé auto-finzionale, quello autobiografico, la narrazione biografica inconscia e i ricordi che possono innescare la dissoluzione (e la rivolta), finché l’altro non si è trasformato in un ulteriore frammento di questo sé. – Zasha Colah
Artist talk: On birds, Pombero and artistic research on the disappeared
23 Aprile 2021, 12:00–14:00
nell’ambito di Exhibiting and the disappeared, con la Prof.ssa Zasha Colah, Department of Visual Arts and Curatorial Studies, Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) Milano
Artist talk: Memory as archive
27 Aprile 2021, 10:00–12:00
nell’ambito di English and Postcolonial Literature, con la Prof.ssa Carmen Concilio, Dipartimento di Lingue Letterature Straniere Culture Moderne, Università degli Studi di Torino
Gernot Wieland (Horn, Austria, 1968) ha studiato persso l’Universität der Künste di Berlino e l’Akademie der Bildenden Künste di Vienna. Sue mostre recenti sono: Videonale, Festival for Video und Time-Based Art, Kunstmuseum Bonn (2021); Kunst Halle Sankt Gallen, St. Gallen (2020, solo); Salzburger Kunstverein, Salzburg (2020, solo); ANIMA–Taiwan International Video Art Exhibition, Hong-Gah Museum, Taipei (2020); The Law is a White Dog, TULCA Festival of Visual Arts, Galway (2020); Wait and See, IFFR - International Film Festival, Rotterdam (2020); Zoo Cosmos, Casa Conti /Ange Leccia Art Center, Oletta (2020); 15th IndieLisboa - International Independent Film Festival, Lisbon (2020); 12x12, IBB Video Space at Berlinische Galerie, Berlin (2020, solo); Videoart at Midnight, Berlin, (2020); Risentimento / Ressentiment, Merano Arte, Merano (2020); Grand Hotel Abyss, Steirischer Herbst Festival, Graz (2019); Belmacz, London (2019, solo); Vdrome, London (2019); Monitoring, Kasseler Kunstverein, Kassel (2018); Zeitspuren, Centre d´art Pasquart, Biel (2018); una lecture-performance presso OGR, Torino (2018) and in Shame, Künstlerhaus Bremen, Bremen (2018). L’artista è rappresentato da Belmacz, London (UK).
24
aprile 2021
Gernot Wieland – …like ink in milk
Dal 24 aprile al 26 giugno 2021
arte contemporanea
Location
QUARTZ STUDIO
Torino, Via Giulia Di Barolo, 18d, (Torino)
Torino, Via Giulia Di Barolo, 18d, (Torino)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
24 Aprile 2021, h 15:00
Sito web
Autore
Curatore
Sponsor
Patrocini