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Getulio Alviani
La mostra si concentra sull’intero arco della carriera del maestro friulano ed esplora tecniche, periodi e formati differenti della sua produzione
Comunicato stampa
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Dal 22 ottobre al 27 febbraio 2005 alla GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo - si terrà l’antologica dedicata a Getulio Alviani (Udine, 1939), uno degli artisti più significativi a livello internazionale tra gli anni ’60 e ’70, protagonista di quella corrente indicata di volta in volta come Optical Art, Arte Cinetica e, come definita da Umberto Eco, Arte Programmata.
La personale - curata da Giacinto Di Pietrantonio, direttore della GAMeC - si concentra sull’intero arco della carriera del maestro friulano ed esplora tecniche, periodi e formati differenti della sua produzione, ponendo l’attenzione sia alla dimensione ambientale del lavoro di Alviani – attraverso il rifacimento di ambienti cinetici degli anni ’60 come Interrelazione cromospeculare (1969), Interrelazione speculare curva (1965/1967) e Rilievo a riflessione ortogonale (1967), tutti presenti in mostra – sia alla ricerca sulla sintesi tecnica tra luce e dinamismo in opere dal formato più tradizionale. Il suo approccio astratto alla forma viene analizzato, oltre che attraverso ambienti e sculture, anche attraverso le sue caratteristiche opere realizzate con la molatura di materiali metallici come l’acciaio e l’alluminio, dalla superficie cangiante che si definiscono a seconda del movimento dello spettatore e di cui viene presentata un’ampia selezione che spazia fino ai giorni nostri.
Da oltre quarant’anni Alviani conduce ricerche nell’àmbito dei materiali e della loro organizzazione in insiemi programmati: il suo interesse per l’uso in arte di strutture plastiche desunte dal campo industriale inizia negli anni Sessanta, con la produzione delle prime opere in alluminio (come Linee luce, 1961 e Superficie a testura vibratile 1.2.4, 1961-62), una delle quali entra a far parte della collezione permanente del MoMA di New York a partire dal 1965, anno in cui l’artista viene invitato alla collettiva The Responsive Eye.
Alviani ha sempre operato secondo una prassi artistica che intende progettare l’intero campo della vita e dell’estetica contemporanee, agendo non solo nel campo delle arti visive ma estendendo la sua creatività ai campi del design, dell’architettura e della moda.
Alviani è stato uno dei principali promotori, a livello internazionale, di un approccio all’arte come forma conoscitiva che, attraverso lo studio dei fenomeni ottici, indaghi le strutture della percezione. In questo senso il suo operare non si è svolto solo attraverso il lavoro da artista ma anche attraverso l’attività di teorico, con l’elaborazione di numerosi scritti e la curatela di svariate mostre.
Nelle sue opere è evidente la ricerca continua di regole e proporzioni geometriche generate da calcoli matematici e contrasti di colori primari o complementari: arte e scienza diventano campi di ricerca di un rigore estetico che le denota entrambe.
La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione monografica, edita da Skira Editore, con testi di Loredana Parmesiani, di Beppe Finessi e con una conversazione tra l’artista e Giacinto Di Pietrantonio. Completa il volume, un’ampia documentazione di scritti dell’artista e apparati bio/bibliografici.
CENNI BIOGRAFICI
Getulio Alviani (Udine, 1939) espone per la prima all’estero con una personale presso la Mala Galerija di Lubiana nel 1961, seguita da una seconda, nel 1962, alla Galerija Suvremene Umjetnosti di Zagabria e allo Studio f di Ulm. Nello stesso anno partecipa alla mostra Arte Programmata a Venezia, Roma, Düsseldorf, Leverkusen e a Zero alla Galleria Diogenes di Berlino. Prima personale all'estero
Nel 1963 espone allo Stadtisches Museum Schloss Morsbroich di Leverkusen. Nel 1964 prende parte alla mostra Nouvelles Tendences al Palazzo del Louvre di Parigi e nel 1965 alla collettiva The Responsive Eye al MOMA di New York che gli acquista alcune opere che entrano a far parte della collezione permanente e crea le prime stanze-ambienti con pareti a superficie vibratile. Nel 1968 è invitato a Documenta 4 a Kassel.
Dal 1981 al 1985 dirige il Museo d'Arte Moderna di Ciudad Bolivar, Venezuela.
Prende parte più volte alla Biennale di Venezia (1984, 1986 e 1993). Nel 1992 interviene alla trigon – identität – differenz a Graz e realizza Mai wai alla Galleria Seno di Milano.
Antologiche gli sono dedicate alla Galleria Tivoli di Lubiana (1996) e al Muzej Suvremene Umjetnosti di Zagabria (1997). Nel 2000 è curata una sua rassegna di grafica dalla Galeria Bielska BWA di Bielsko-Biala. Sue personali sono state ospitate: al Muzeum Okregove, Chelm (1994); alla Stara Galleria BWA, Lublino (1995); alla Galleria BWA Avantgarda, Cracovia (1996); alla Galleria Dina Carola, Napoli (1998); alla Galeria Schoeller, Düsseldorf (2000); alla Galerie Conny Van Kasteel, Egmond Aan Zee; alla Galerie Cuenca, Ulm; alla Galleria Spazia, Bologna; alla Galleria Placentia, Piacenza (2001); alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone (2003). Nel 2001 gli sono dedicate una monografica di superfici metalliche allo Städtischens Museum-Gelsenkirchen e una rassegna al Mondriaanhuis Amersfoort.
Tra il 2001 e il 2003 è presente a Luce movimento & programmazione, mostra itinerante nei musei di Ulm, Mennheim, Gelsenkirchen, Kiel, Schwerin e Klagenfurt. Nel 2002 è alla Biennale di Buenos Aires. L’anno successivo allestisce collettive alla Galleria Seno (Milano), a Villa Croce (Genova) all’Académie de France à Rome (Roma) e al Museo della Permanente, Spazio Atelier (Milano). Nel 2004 è di nuovo a Milano alla Triennale; espone alla Kunsthaus di Graz e al Palazzo delle Papesse. Negli ultimi anni si è dedicato alla cura di testi ed esposizioni riguardanti i protagonisti delle ricerche strutturali e visive a livello internazionale, collaborando con musei soprattutto dell’Europa dell’est e ha realizzato vari progetti di architettura.
La personale - curata da Giacinto Di Pietrantonio, direttore della GAMeC - si concentra sull’intero arco della carriera del maestro friulano ed esplora tecniche, periodi e formati differenti della sua produzione, ponendo l’attenzione sia alla dimensione ambientale del lavoro di Alviani – attraverso il rifacimento di ambienti cinetici degli anni ’60 come Interrelazione cromospeculare (1969), Interrelazione speculare curva (1965/1967) e Rilievo a riflessione ortogonale (1967), tutti presenti in mostra – sia alla ricerca sulla sintesi tecnica tra luce e dinamismo in opere dal formato più tradizionale. Il suo approccio astratto alla forma viene analizzato, oltre che attraverso ambienti e sculture, anche attraverso le sue caratteristiche opere realizzate con la molatura di materiali metallici come l’acciaio e l’alluminio, dalla superficie cangiante che si definiscono a seconda del movimento dello spettatore e di cui viene presentata un’ampia selezione che spazia fino ai giorni nostri.
Da oltre quarant’anni Alviani conduce ricerche nell’àmbito dei materiali e della loro organizzazione in insiemi programmati: il suo interesse per l’uso in arte di strutture plastiche desunte dal campo industriale inizia negli anni Sessanta, con la produzione delle prime opere in alluminio (come Linee luce, 1961 e Superficie a testura vibratile 1.2.4, 1961-62), una delle quali entra a far parte della collezione permanente del MoMA di New York a partire dal 1965, anno in cui l’artista viene invitato alla collettiva The Responsive Eye.
Alviani ha sempre operato secondo una prassi artistica che intende progettare l’intero campo della vita e dell’estetica contemporanee, agendo non solo nel campo delle arti visive ma estendendo la sua creatività ai campi del design, dell’architettura e della moda.
Alviani è stato uno dei principali promotori, a livello internazionale, di un approccio all’arte come forma conoscitiva che, attraverso lo studio dei fenomeni ottici, indaghi le strutture della percezione. In questo senso il suo operare non si è svolto solo attraverso il lavoro da artista ma anche attraverso l’attività di teorico, con l’elaborazione di numerosi scritti e la curatela di svariate mostre.
Nelle sue opere è evidente la ricerca continua di regole e proporzioni geometriche generate da calcoli matematici e contrasti di colori primari o complementari: arte e scienza diventano campi di ricerca di un rigore estetico che le denota entrambe.
La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione monografica, edita da Skira Editore, con testi di Loredana Parmesiani, di Beppe Finessi e con una conversazione tra l’artista e Giacinto Di Pietrantonio. Completa il volume, un’ampia documentazione di scritti dell’artista e apparati bio/bibliografici.
CENNI BIOGRAFICI
Getulio Alviani (Udine, 1939) espone per la prima all’estero con una personale presso la Mala Galerija di Lubiana nel 1961, seguita da una seconda, nel 1962, alla Galerija Suvremene Umjetnosti di Zagabria e allo Studio f di Ulm. Nello stesso anno partecipa alla mostra Arte Programmata a Venezia, Roma, Düsseldorf, Leverkusen e a Zero alla Galleria Diogenes di Berlino. Prima personale all'estero
Nel 1963 espone allo Stadtisches Museum Schloss Morsbroich di Leverkusen. Nel 1964 prende parte alla mostra Nouvelles Tendences al Palazzo del Louvre di Parigi e nel 1965 alla collettiva The Responsive Eye al MOMA di New York che gli acquista alcune opere che entrano a far parte della collezione permanente e crea le prime stanze-ambienti con pareti a superficie vibratile. Nel 1968 è invitato a Documenta 4 a Kassel.
Dal 1981 al 1985 dirige il Museo d'Arte Moderna di Ciudad Bolivar, Venezuela.
Prende parte più volte alla Biennale di Venezia (1984, 1986 e 1993). Nel 1992 interviene alla trigon – identität – differenz a Graz e realizza Mai wai alla Galleria Seno di Milano.
Antologiche gli sono dedicate alla Galleria Tivoli di Lubiana (1996) e al Muzej Suvremene Umjetnosti di Zagabria (1997). Nel 2000 è curata una sua rassegna di grafica dalla Galeria Bielska BWA di Bielsko-Biala. Sue personali sono state ospitate: al Muzeum Okregove, Chelm (1994); alla Stara Galleria BWA, Lublino (1995); alla Galleria BWA Avantgarda, Cracovia (1996); alla Galleria Dina Carola, Napoli (1998); alla Galeria Schoeller, Düsseldorf (2000); alla Galerie Conny Van Kasteel, Egmond Aan Zee; alla Galerie Cuenca, Ulm; alla Galleria Spazia, Bologna; alla Galleria Placentia, Piacenza (2001); alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone (2003). Nel 2001 gli sono dedicate una monografica di superfici metalliche allo Städtischens Museum-Gelsenkirchen e una rassegna al Mondriaanhuis Amersfoort.
Tra il 2001 e il 2003 è presente a Luce movimento & programmazione, mostra itinerante nei musei di Ulm, Mennheim, Gelsenkirchen, Kiel, Schwerin e Klagenfurt. Nel 2002 è alla Biennale di Buenos Aires. L’anno successivo allestisce collettive alla Galleria Seno (Milano), a Villa Croce (Genova) all’Académie de France à Rome (Roma) e al Museo della Permanente, Spazio Atelier (Milano). Nel 2004 è di nuovo a Milano alla Triennale; espone alla Kunsthaus di Graz e al Palazzo delle Papesse. Negli ultimi anni si è dedicato alla cura di testi ed esposizioni riguardanti i protagonisti delle ricerche strutturali e visive a livello internazionale, collaborando con musei soprattutto dell’Europa dell’est e ha realizzato vari progetti di architettura.
21
ottobre 2004
Getulio Alviani
Dal 21 ottobre 2004 al 27 febbraio 2005
arte contemporanea
Location
GAMEC – GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Bergamo, Via San Tomaso, 53, (Bergamo)
Bergamo, Via San Tomaso, 53, (Bergamo)
Orario di apertura
martedì – domenica 10.00 – 19.00; giovedì 10.00 – 22.00. Lunedì, Natale e Capodanno chiuso
Vernissage
21 Ottobre 2004, ore 18.30
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore