Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Giacomo D’Aguanno – La città perduta
Inaugura mercoledì 21 dicembre 2011 allo Spazio Cannatella di via Papireto 10 la mostra “La città perduta”, di Giacomo D’Aguanno. 30 scatti inediti sulla fragilità e la complessità di Palermo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giacomo D'Aguanno - La città perduta
a cura di Alessandro Bazan
con la collaborazione di Tiziana Pantaleo
Al traguardo dei tre anni, lo Spazio Cannatella si prepara ad accogliere per la prima volta una personale. Durante il suo brulicante percorso lo Spazio si è contraddistinto per l'attenzione verso i giovani artisti, li ha accompagnati e li ha sostenuti in una crescita professionale e personale. Ma si è anche confrontato con artisti e personalità che con la loro esperienza hanno arricchito questa "piccola e giovane realtà". E lo ha fatto avendo accanto preziosissime guide, amici e maestri.
Da qui nasce lo stimolo, un po' una scommessa per lo Spazio Cannatella e un po' un desiderio da parte degli artisti, di delineare un ciclo di mostre personali che si innestano in un discorso fatto di scambi continui di energie tra le giovani leve e le generazioni più mature.
Apre i battenti "La città perduta" di Giacomo D'Aguanno. 30 scatti mai mostrati, che ci mettono davanti una Palermo silenziosamente violentata, irrazionalmente indifesa, che malinconicamente tenta di ritrovarsi.
La mostra è accompagnata da un testo, quasi un racconto, in cui Alessandro Bazan ci parla di D'Aguanno.
<
Un paio di mesi fa mi ha mostrato queste fotografie che nessuno ha finora visto e che ci offrono il suo lato artistico e profondo e che mi hanno rivelato un mondo ed una commozione che di lui non sospettavo.
Come in maniera forse un po' troppo radicale secondo Hemingway nessuno può essere scrittore se non è stato in guerra, io credo che a volte l'arte la sappia fare meglio chi, al di là del territorio stretto ed auto-referenziale del mondo intellettuale, ha la fortuna di avere fatto reali esperienze di vita a 360° come Giacomo D'Aguanno che ho prima definito, non me ne abbia, operaio del mezzo fotografico.
Le foto sono state scattate davanti al mare, in quel litorale da sempre sottratto alla città e che ai tempi dei nostri nonni rappresentava "lo sfogo a mare" dei palermitani, la nostra costa rubata, una delle tante vessazioni che da silenti e fin troppo accondiscendenti cittadini abbiamo accettato, così come dati di fatto del destino! Si è posto a distanza di 100 anni davanti agli stessi paesaggi descritti dai Lo Jacono e dai Catti indirizzando la sua attenzione e quella dello spettatore verso gli elementi residuali che oggi hanno preso il posto della natura e della bellezza descritta dai pittori dell'800 siciliano. La pittoricità delle foto sta nell'avere individuato il punctum deviando la nostra attenzione non sull'amenità perduta del paesaggio quanto sulla riflessione che esso ci porta a compiere, ai pensieri che ci percorrono quando siamo davanti a questa memoria vituperata. Ma la denuncia dell'autore, in questo lavoro, non è gridata e nevroticamente dichiarata diventando fine a se stessa, bensì immersa nella superficie poetica dell'immagine fotografica, trattenuta nella riflessione e nel pensiero che ci offrono queste immagini dove una malinconia inevitabile apre le porte ad un un futuro che molti di noi pensano la città non potrà mai avere, non considerando che il futuro avverrà, indipendentemente dalle nostre volontà e che forse sarebbe ora che ci preoccupassimo di più di farlo andare in una direzione inversa rispetto a quella che dalle vedute marine del Catti arriva fino ad oggi. Forse Giacomo con la sua città perduta ci porta nel territorio dell'estetica e della poesia per svegliare in noi questo senso, per avvertirci che non vedere e non sentire ci rende complici di chi vuole la città perduta per sempre>>. (Alessandro Bazan)
Giacomo D’Aguanno è nato a Palermo nel 1961.
Dal 1987 svolge l’attività di fotografo professionista, occupandosi nel corso degli anni di fotografia pubblicitaria, industriale e reportage. Parallelamente si occupa di tematiche sociali inerenti alla città di Palermo.
Nel 2006 ha partecipato, con il reportage PALERMOMARE, a “Visa pour l’image” 18 edizione del festival internazionale di fotogiornalismo di Perpignan (Francia)
Tra i suoi lavori si ricordano:
Il Catalogo della Mostra su Francesco Lojacono 1838-1915
Il Catalogo della Civica Galleria d’Arte Moderna – Complesso Monumentale Sant’Anna -
I Cataloghi della collezione “Fondazione Banco di Sicilia”:
FILATELIA - NUMISMATICA – MAIOLICHE – DIPINTI – STAMPE E DISEGNI ARCHEOLOGIA
Per l’Istituto dell’ Enciclopedia Italiana “Treccani” il volume monografico su Palermo che fa parte della collana “I luoghi dell’Arte”
a cura di Alessandro Bazan
con la collaborazione di Tiziana Pantaleo
Al traguardo dei tre anni, lo Spazio Cannatella si prepara ad accogliere per la prima volta una personale. Durante il suo brulicante percorso lo Spazio si è contraddistinto per l'attenzione verso i giovani artisti, li ha accompagnati e li ha sostenuti in una crescita professionale e personale. Ma si è anche confrontato con artisti e personalità che con la loro esperienza hanno arricchito questa "piccola e giovane realtà". E lo ha fatto avendo accanto preziosissime guide, amici e maestri.
Da qui nasce lo stimolo, un po' una scommessa per lo Spazio Cannatella e un po' un desiderio da parte degli artisti, di delineare un ciclo di mostre personali che si innestano in un discorso fatto di scambi continui di energie tra le giovani leve e le generazioni più mature.
Apre i battenti "La città perduta" di Giacomo D'Aguanno. 30 scatti mai mostrati, che ci mettono davanti una Palermo silenziosamente violentata, irrazionalmente indifesa, che malinconicamente tenta di ritrovarsi.
La mostra è accompagnata da un testo, quasi un racconto, in cui Alessandro Bazan ci parla di D'Aguanno.
<
Come in maniera forse un po' troppo radicale secondo Hemingway nessuno può essere scrittore se non è stato in guerra, io credo che a volte l'arte la sappia fare meglio chi, al di là del territorio stretto ed auto-referenziale del mondo intellettuale, ha la fortuna di avere fatto reali esperienze di vita a 360° come Giacomo D'Aguanno che ho prima definito, non me ne abbia, operaio del mezzo fotografico.
Le foto sono state scattate davanti al mare, in quel litorale da sempre sottratto alla città e che ai tempi dei nostri nonni rappresentava "lo sfogo a mare" dei palermitani, la nostra costa rubata, una delle tante vessazioni che da silenti e fin troppo accondiscendenti cittadini abbiamo accettato, così come dati di fatto del destino! Si è posto a distanza di 100 anni davanti agli stessi paesaggi descritti dai Lo Jacono e dai Catti indirizzando la sua attenzione e quella dello spettatore verso gli elementi residuali che oggi hanno preso il posto della natura e della bellezza descritta dai pittori dell'800 siciliano. La pittoricità delle foto sta nell'avere individuato il punctum deviando la nostra attenzione non sull'amenità perduta del paesaggio quanto sulla riflessione che esso ci porta a compiere, ai pensieri che ci percorrono quando siamo davanti a questa memoria vituperata. Ma la denuncia dell'autore, in questo lavoro, non è gridata e nevroticamente dichiarata diventando fine a se stessa, bensì immersa nella superficie poetica dell'immagine fotografica, trattenuta nella riflessione e nel pensiero che ci offrono queste immagini dove una malinconia inevitabile apre le porte ad un un futuro che molti di noi pensano la città non potrà mai avere, non considerando che il futuro avverrà, indipendentemente dalle nostre volontà e che forse sarebbe ora che ci preoccupassimo di più di farlo andare in una direzione inversa rispetto a quella che dalle vedute marine del Catti arriva fino ad oggi. Forse Giacomo con la sua città perduta ci porta nel territorio dell'estetica e della poesia per svegliare in noi questo senso, per avvertirci che non vedere e non sentire ci rende complici di chi vuole la città perduta per sempre>>. (Alessandro Bazan)
Giacomo D’Aguanno è nato a Palermo nel 1961.
Dal 1987 svolge l’attività di fotografo professionista, occupandosi nel corso degli anni di fotografia pubblicitaria, industriale e reportage. Parallelamente si occupa di tematiche sociali inerenti alla città di Palermo.
Nel 2006 ha partecipato, con il reportage PALERMOMARE, a “Visa pour l’image” 18 edizione del festival internazionale di fotogiornalismo di Perpignan (Francia)
Tra i suoi lavori si ricordano:
Il Catalogo della Mostra su Francesco Lojacono 1838-1915
Il Catalogo della Civica Galleria d’Arte Moderna – Complesso Monumentale Sant’Anna -
I Cataloghi della collezione “Fondazione Banco di Sicilia”:
FILATELIA - NUMISMATICA – MAIOLICHE – DIPINTI – STAMPE E DISEGNI ARCHEOLOGIA
Per l’Istituto dell’ Enciclopedia Italiana “Treccani” il volume monografico su Palermo che fa parte della collana “I luoghi dell’Arte”
21
dicembre 2011
Giacomo D’Aguanno – La città perduta
Dal 21 dicembre 2011 al 22 gennaio 2012
fotografia
Location
SPAZIO CANNATELLA
Palermo, Via Papireto, 10, (Palermo)
Palermo, Via Papireto, 10, (Palermo)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 10-13 e 16-19
sabato 10-13
Vernissage
21 Dicembre 2011, h 19:00
Autore
Curatore