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Giacomo Favretto – Venezia Fascino e Seduzione
La Mostra che si terrà la prossima primavera al Chiostro del Bramante è la prima dedicata a Giacomo Favretto, il maggiore esponente della pittura veneta dell’Ottocento, e uno dei più importanti dell’intera pittura dell’Ottocento italiano, e offre l’occasione di avere una panoramica completa della sua produzione attraverso l’esposizione di tutte le opere più importanti, dagli esordi accademici all’Esposizione di Venezia del 1887, impreziosite dalla presenza più unica che rara di capolavori che furono del Re, di opere mai uscite dai Musei o dalle collezioni private che le custodiscono.
Comunicato stampa
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La Mostra che si terrà la prossima primavera al Chiostro del Bramante è la prima dedicata a Giacomo Favretto, il maggiore esponente della pittura veneta dell’Ottocento, e uno dei più importanti dell’intera pittura dell’Ottocento italiano, e offre l’occasione di avere una panoramica completa della sua produzione attraverso l’esposizione di tutte le opere più importanti, dagli esordi accademici all’Esposizione di Venezia del 1887, impreziosite dalla presenza più unica che rara di capolavori che furono del Re, di opere mai uscite dai Musei o dalle collezioni private che le custodiscono.
Il progetto
La Mostra si propone di presentare l'opera di Giacomo Favretto nella sua completezza e storicità, con particolare attenzione al percorso cronologico, alle numerose esposizioni, italiane ed estere, alle quali il pittore partecipa, al contesto storico, artistico e sociale nel quale l'artista si muove, al condizionamento del gusto, del pubblico e della critica.
Le sezioni della mostra fermeranno dunque l'attenzione non solo sulle opere di Giacomo Favretto, ma su tutti gli elementi idonei a ricostruire l'ambiente storico, sociale, artistico del pittore: la sua formazione all'Accademia di Venezia e la condizione della pittura veneziana agli inizi degli anni '70; la esposizione di Brera del 1873, che segna la nascita della "moderna scuola veneziana"; le opere degli anni '70, con particolare attenzione alle suggestioni del viaggio parigino del 1878; la straordinaria stagione creativa degli anni '80; il revival settecentesco; le esposizioni di Roma del 1883 e Venezia del 1887; l'eredità pittorica lasciata dall'artista alla sua morte.
La presentazione contestuale di opere del maestro e di pittori a lui vicini, per datazione o tematica, permetterà di comprendere il giudizio della critica, ma anche quello del pubblico, e di conoscere i momenti e le ragioni del loro convergere o divergere, attraverso la valutazione del successo nazionale e internazionale delle composizioni, che presero a modello la vita quotidiana veneziana.
Di interesse per il pubblico e la comunità scientifica sarà inoltre il Catalogo (Silvana editoriale), che tratterà molti aspetti e temi del tutto sconosciuti dell’attività dell’artista, con la pubblicazione di apparati critici e documentali inediti. In particolare verrà presentata la prima biografia basata solo su fonti documentali; un saggio sui rapporti tra Giacomo Favretto e l’Ungheria, frutto di ricerche svolte in loco; lo stesso avverrà per i rapporti tra l’artista e John Singer Sargent. Due sezioni di studio verranno dedicate alla critica d’arte contemporanea al pittore, e al collezionismo nazionale e straniero.
Il percorso della Mostra
Il percorso della Mostra si apre con le opere dei maestri di Favretto all’Accademia di Venezia e con le prime composizioni giovanili (Sale 1-3). Nato a Venezia nel 1849 da famiglia di modeste condizioni economiche, Giacomo Favretto si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove mostra immediatamente il suo talento, ricevendo numerosi premi dal 1866 al 1870, una menzione d’onore l’anno successivo e un incarico come supplente per gli elementi della figura dal 1873 al 1878. Suoi professori all’Accademia sono Pompeo Marino Molmenti per la pittura, Michelangelo Grigoletti per il disegno della figura, Napoleone Nani, professore aggiunto per il disegno della figura, e Domenico Bresolin per il paesaggio, tutti rappresentati nella prima sezione della Mostra con opere di grande impegno ed importanza. In particolare per Napoleone Nani, pittore di grande qualità, dal quale Favretto trarrà il gusto per le composizioni argute e briose venate da un pizzico di malizia, verrà presentata una selezionata di quattro dipinti straordinari.
La Mostra prosegue con le opere degli anni Settanta (Sale 4-6). Dopo le prime opere presentate appena uscito dall’Accademia, quali a Treviso nel 1872 Il francescano Duns Scoto nella cella (in Mostra) è l’Esposizione di Brera del 1873, che lo segnala all’attenzione della critica e che segna la nascita della moderna scuola veneziana. Le recensioni positive e le lodi di un critico arguto come Camillo Boito sono di sprone al giovane talento che realizza opere giovanili di piccolo formato, quali La moglie gelosa, In pinacoteca o I miei cari (tutte in Mostra) caratterizzate da un tono intimo e lirico, arguto e ironico.
Dopo la realizzazione di dipinti caratterizzati da un terso vigore di luminosità, quali La raccolta del riso nelle terre del basso veronese (in Mostra), nel 1878 a Brera espone Il sorcio, opera bellissima presente in Mostra, che renderà immediatamente popolare il nostro artista. Nello stesso anno si reca a Parigi per visitare l’Esposizione Universale, alla quale presenta In sartoria (in Mostra) e La ricetta. Questi dipinti, di grande qualità, testimoniano la declinazione tutta veneziana che Favretto dà alle opere presentate alle Esposizioni internazionali, in risposta al successo dell’opera di stesso soggetto veneziano esposta da Cecil Van Haanen al Salon del 1876, Infilatrici di perle, premiata con la grande medaglia, anch’essa assicurata alla Mostra.
Gli anni successivi, a partire dalla bellissima Pollivendola della Collezione Cariplo (in Mostra), per proseguire con L’ultima parola e Due quadri da vendere della Galleria d’Arte Moderna di Milano, entrambi visibili in Mostra, sono caratterizzati dalla piacevolezza delle composizioni e dalla tecnica pittorica adottata, tipica delle opere degli inizi degli anni 80.
I dipinti di Favretto saranno presentati in Mostra assieme a quelli di altri grandi esponenti della pittura veneta di quel periodo, quali Ettore Tito, Alessandro Milesi, e soprattutto Guglielmo Ciardi e Luigi Nono, ai quali sarà dedicata un’intera sala della Mostra (Sala 7).
Le opere dei primi anni Ottanta (Sala 8) si aprono con Vandalismo! Poveri antichi (in Mostra), che nel 1880 vince all’Esposizione di Brera il premio Principe Umberto. Lo stesso anno la partecipazione di Favretto alla Esposizione Nazionale di Torino è recensita in maniera entusiasta dal critico Filippi: “Favretto sarà il Longhi del secolo XIX e Ciardi ne sarà il Canaletto. […] Un artista straordinario, i cui quadri attraggono la folla, comandano l’ammirazione e soddisfano i più esigenti conoscitori è Giacomo Favretto, un giovane piccino, più che modesto, timido, trasandato, che a vederlo non ci si darebbero due soldi. Sotto quella apparenza meschina sta un osservatore profondo, un grande artista nel senso vero della parola. Egli ritrae la vita esteriore casalinga del popolo veneziano con una verità da far strabiliare, e a questa verità aggiunge un colore potente luminoso, sodo, disegno accurato, una tecnica di pennello sorprendente, ottenuto dagli effetti veri e dalle apparenze minute con una incredibile semplicità dei mezzi. – Mandò sei dipinti che sono sei gemme di un solo monile. Si può preferire l’uno o l’altro, ma tutti hanno dei pregi singolari che giustificano le preferenze”.
Nello stesso periodo Favretto realizza opere in costume settecentesco, riprendendo un filone di gran gusto e di gran moda del tempo, quali Soli! del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, o le due opere della Fondazione Balzan, tutte in Mostra (Sala 9), e le sue opere influenzeranno quasi tutti i pittori di area veneta.
I dipinti degli anni ‘80 (Sale 10-11) segnano la maturità della carriera artistica di Favretto e vengono presentati in Mostra seguendo le pubbliche Esposizioni alle quali il pittore partecipò. Si potranno ammirare la bellissima Bottega della fioraia, Mercato in Campo S. Polo, Dopo il bagno della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, l’afoso e sensuale Caldo esposto a Milano nel 1885, lo stupendo Susanna e i due vecchi in prestito dalla Galleria Nazionale di Budapest, che per la prima volta arriva in Italia, lo straordinario Lavandaie della collezione Katalinic, mai esposto prima.
Nel 1887 partecipa all’Esposizione Nazionale di Venezia, durante la quale muore. Lascia nello studio uno dei suoi grandi capolavori, Liston moderno, opera acquistata dal Re e oggi in collezione privata, che sarà possibile ammirare in Mostra.
Le scelte del pubblico e il gusto collezionistico dell'epoca testimoniano la persistenza di una fortissima richiesta di dipinti di genere sulla scia delle composizioni di Favretto, sia da parte dei mercanti, che dei privati collezionisti. Si presenta in Mostra un'ampia sezione di dipinti di artisti veneti (Sala 11), da Dall’Oca Bianca a Barison a Bressanin a Zonaro a Pastega a Laurenti a Serena, che continuano il filone compositivo di Favretto e alimentano il gusto collezionistico dell'epoca.
Venezia fascino e seduzione
GIACOMO FAVRETTO
(Venezia 1849-1887)
Mostra e catalogo a cura di Paolo Serafini
Roma, Chiostro del Bramante
21 aprile - 4 luglio 2010
Comitato scientifico
Silvia Bordini
Carlos Gonzalez Lopez
Elisabetta Matteucci
Orietta Rossi Pinelli
Paolo Serafini
Le ragioni della Mostra
Sul pittore Giacomo Favretto, il maggiore esponente della pittura veneta dell’Ottocento, e uno dei più importanti dell’intera pittura dell’Ottocento italiano, non è mai stata realizzata una mostra monografica.
Ci sono state soltanto tre piccole esposizioni: una retrospettiva alla III Esposizione Internazionale d'Arte della città di Venezia del 1899 con 40 dipinti; un omaggio in occasione della celebrazione del centenario della nascita, a Cà Pesaro nell'agosto del 1949, con 14 dipinti; una piccola esposizione alla XXV Biennale di Venezia con 20 dipinti.
Le tre piccole esposizioni hanno inoltre semplicemente raccolto insieme un esiguo numero di opere dell’artista, senza alcuna pretesa di rendere compiuto un progetto espositivo. Anche i cataloghi, infatti, contengono soltanto l'elenco delle opere, senza le schede dei dipinti, e senza alcun apparato critico e storico-documentale.
Non è stata dunque mai realizzata una mostra completa del grande artista, soprattutto per il fatto che la maggior parte delle sue opere è gelosamente custodita in collezioni private.
Gli otto anni di lavoro dedicati alla realizzazione del catalogo ragionato dei dipinti e dei disegni di un altro grande pittore veneto, Luigi Nono, hanno permesso a chi scrive di conoscere personalmente la quasi totalità delle collezioni private di pittura veneta dell'Ottocento.
L'idea di una mostra antologica delle opere di Favretto è stata accolta con entusiasmo da tutti i collezionisti, che hanno tutti dato la disponibilità al prestito delle opere. Tutte le opere del pittore si trovano in Italia ad eccezioni di quattro composizioni importanti.
Il progetto
La Mostra si propone di presentare l'opera di Giacomo Favretto nella sua completezza e storicità, con particolare attenzione al percorso cronologico, alle numerose esposizioni, italiane ed estere, alle quali il pittore partecipa, al contesto storico, artistico e sociale nel quale l'artista si muove, al condizionamento del gusto, del pubblico e della critica.
Le dieci sezioni della mostra fermeranno dunque l'attenzione non solo sulle opere di Giacomo Favretto, ma su tutti gli elementi idonei a ricostruire l'ambiente storico, sociale, artistico del pittore: la sua formazione all'Accademia di Venezia; la condizione della pittura a Venezia agli inizi degli anni '70; la esposizione di Brera del 1873, che segna la nascita della "moderna scuola veneziana"; le opere degli anni '70, con particolare attenzione alle suggestioni del viaggio parigino del 1878; la straordinaria stagione creativa degli anni '80; le esposizioni di Roma del 1883 e Venezia del 1887; l'eredità pittorica lasciata dall'artista alla sua morte.
La presenza di un qualificato comitato scientifico porterà un contributo fondamentale alla conoscenza dell'operato di Giacomo Favretto, dell'ambiente che lo circonda, degli elementi che contribuirono ad influenzare o orientare le sue scelte.
La presentazione contestuale di opere del maestro e di pittori a lui vicini, per datazione o tematica, permetterà di comprendere il giudizio della critica, ma spesso anche il giudizio del pubblico, e di conoscere i momenti e le ragioni del loro convergere o divergere.
Inoltre la valutazione del successo internazionale, soprattutto in Germania e Inghilterra, delle sue composizioni, e l’accostamento a queste di quelle di altri maestri veneti e stranieri, che presero a modello dei loro dipinti la vita quotidiana veneziana, permetterà di avere utili elementi sulla storia del gusto e sull'occhio con cui il pubblico del tempo guardava la realtà circostante.
L'impostazione metodologica contestuale permetterà inoltre di fare attenzione alla funzione sociale delle immagini, che era molto differente da quella che vediamo oggi, e di conoscere il ruolo delle immagini nell’ambito più vasto della vita culturale e quanto l’esperienza visiva fosse una delle forme fondamentali della conoscenza.
Il catalogo
Di interesse per il pubblico e la comunità scientifica sarà il Catalogo, che si avvarrà della collaborazione di insigni studiosi e tratterà molti aspetti e temi del tutto sconosciuti dell’attività dell’artista, con la pubblicazione di apparati critici e documentali inediti. In particolare verrà presentata la prima biografia basata solo su fonti documentali; un saggio sui rapporti tra Giacomo Favretto e l’Ungheria, frutto di ricerche svolte in loco; lo stesso avverrà per i rapporti tra l’artista e John Singer Sargent. Sarà inoltre trattato il tema dell’importanza del restauro a Venezia nell’Ottocento, basato sui rapporti tra l’Accademia di Belle Arti e i pittori allievi. Una sezione verrà dedicata alla critica d’arte contemporanea al pittore.
Il Catalogo sarà pubblicato dalla casa editrice Silvana editoriale.
LE SEZIONI DELLA MOSTRA
1) L'Accademia veneziana di Belle Arti
La Mostra si apre con le opere dei maestri di Favretto all'Accademia di Belle Arti di Venezia. I diversi registri pittorici adottati dai professori aiutano a comprendere le varie suggestioni e tendenze, che hanno orientato e guidato il percorso formativo di Giacomo. Così accanto alla tradizione accademica di Pompeo Marino Molmenti, professore di pittura, e Michelangelo Grigoletti, professore di disegno della figura, si presentano le opere di Domenico Bresolin, titolare della cattedra di paesaggio, e primo fruitore di una sovvenzione statale finalizzata a portare gli alunni a dipingere all'aria aperta, e soprattutto Napoleone Nani, professore aggiunto per il disegno della figura dall’anno Accademico 1869-70 in sostituzione di Grigoletti, morto nel 1870, autore di briose e gustose scene di genere, che tanta parte avrà nella scelte compositive del Nostro.
2) Gli esordi. Venezia 1869-1872
La seconda sezione presenta le prime prove del giovane artista e una panoramica della pittura a Venezia agli inizi degli anni '70. Si ferma l'attenzione sugli indirizzi artistici di alcuni professori all'Accademia (Domenico Bresolin), che avevano portato, per esempio, Guglielmo Ciardi, di sette anni più anziano di Giacomo, a realizzare molto presto dipinti di forte impegno. Si sottolinea inoltre la presenza di personalità non veneziane, quali Michele Cammarano, fondamentali nella comprensione del percorso formativo dei giovani artisti veneziani.
3) Il rinnovamento della pittura veneziana. L'Esposizione di Belle arti di Brera del 1873.
Questa sezione è dedicata alla importante Esposizione di Belle Arti di Brera del 1873, che segna la nascita della moderna scuola veneziana. Come ricorda il critico d'arte Camillo Boito, Rassegna artistica. La Mostra annuale di Belle Arti a Milano, in Nuova Antologia, Milano, ottobre 1873, Vol. XXIV, pag. 418, in una lunga e famosa recensione a quella esposizione: "Nei veneti ci sono due novellini eccellenti Giacomo Favretto e Luigi Nono, degni di una lode minuta. E queste rassegne si compiacciono tanto nelle belle speranze, che troveranno il modo di fermarsi presto a Venezia, dove, rotte finalmente le consuetudini vecchie dell'arte, ch'erano più tenaci in quella che non nelle altre province d'Italia, sette od otto giovani hanno iniziato lo studio ingenuo, tenace, viscerale e individuale della natura, nel quale la fortuna vuole che non si somiglino punto. Così la natura, vista sinceramente da ognuno, ma, secondo il suo proprio animo, da ciascuno diversamente, profitterà meglio a tutti".
4) I dipinti degli anni '70
Segue una ampia sezione con la presentazione di una straordinaria serie di opere di Giacomo Favretto degli anni '70.
5) Parigi 1878
Nel 1878 il pittore partecipa alla Esposizione di Parigi e ne trae interessanti spunti. Vengono qui presentate le opere parigine e quelle immediatamente successive influenzate dal viaggio transalpino.
6) I dipinti degli anni '80
La sezione delle opere degli anni '80 presenta una panoramica completa del più felice periodo artistico del pittore, del quale vengono esposti tutti i dipinti più significativi, con particolare attenzione a quelli presentati alle Pubbliche Esposizioni, e in particolar modo alla grande Mostra di Roma del 1883.
7) L'influenza di Favretto sulla pittura veneta degli anni '80
Il successo di Giacomo Favretto, di pubblico e di critica, influenza notevolmente il gusto collezionistico dell'epoca e di conseguenza le opere di quasi tutti gli artisti veneti. La sezione presenta una significativa panoramica di pittori veneti, che negli anni '80 seguono lo stile del pittore o vengono influenzati dalle sue composizioni.
8) Il Revival settecentesco
Nello sviluppare temi a carattere settecentesco, Giacomo Favretto si fa interprete di un gusto diffuso del suo tempo per le scene di tale genere, tornate in auge a seguito della revisione del settecento e dell'arte antica di Venezia e della riscoperta tiepolesca, della quale fu interprete anche Pompeo Gherardo Molmenti.
9) L'Esposizione Nazionale di Venezia del 1887
L'Esposizione Nazionale di Venezia segna un evento di grande importanza per la comunità artistica veneziana. Tutti gli artisti si preparano con molto anticipo all'evento e lavorano a composizioni di forte impegno. Vengono presentati quasi tutti i dipinti dei più significativi artisti veneti, presentati a tale rassegna, sì da ricreare l'impressione generale avuta dal pubblico in quella occasione, e l'impatto visivo ed emozionale del fruitore e del critico d'arte del tempo.
10) L'eredità di Favretto
Durante la Esposizione Nazionale di Venezia del 1887, Giacomo Favretto muore.
Tuttavia le scelte del pubblico e il gusto collezionistico dell'epoca testimoniano la persistenza di una fortissima richiesta di dipinti di genere sulla scia delle composizioni di Giacomo, sia da parte dei mercanti, che dei privati collezionisti. Una lettera di Luigi Nono alla futura moglie Rina, presenta chiaramente la situazione: Carissima Rina, Lunedì 18 luglio ’87 7 pome. [...] tu ieri m’hai fatta un’osservazione così giusta, che iersera al letto rammentandomela, l’ho benedetta! Ah, sicuro, quella degli eredi in arte, del povero Favretto! E che mi converrebbe il trattare soggetti veneziani!
Si presenta dunque un'ampia sezione di dipinti di artisti veneti, che continuano il filone compositivo di Favretto e alimentano il gusto collezionistico dell'epoca.
GIACOMO FAVRETTO
Breve biografia e percorso della Mostra
Nato a Venezia nel 1849 da famiglia di modeste condizioni economiche, dopo un apprendistato dal pittore e restauratore Francesco Vason , Giacomo Favretto si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove mostra immediatamente il suo talento, ricevendo numerosi premi dal 1866 al 1870, una menzione d’onore l’anno successivo e un incarico come supplente per gli elementi della figura dal 1873 al 1878.
Suoi professori all’Accademia sono Pompeo Marino Molmenti per la pittura, Michelangelo Grigoletti per il disegno della figura, Napoleone Nani, professore aggiunto per il disegno della figura dall’anno Accademico 1869-70 in sostituzione di Grigoletti, morto nel 1870, e Domenico Bresolin per il paesaggio, tutti rappresentati nella prima sezione della Mostra con opere di grande impegno ed importanza. In particolare per Napoleone Nani, pittore di grande qualità, dal quale Favretto trarrà il gusto per le composizioni argute e briose venate da un pizzico di malizia, verrà presentata una selezionata di quattro dipinti straordinari.
Dopo le prime opere presentate appena uscito dall’Accademia, quali ad es. a Treviso nel 1872 Il francescano Duns Scoto nella cella (Immagine) è l’Esposizione di Brera del 1873, che lo segnala all’attenzione della critica e che segna la nascita della moderna scuola veneziana.
Le recensioni positive e le lodi di un critico arguto come Camillo Boito sono di sprone al giovane talento che realizza opere giovanili di piccolo formato, quali La moglie gelosa, In pinacoteca (Immagine) o I miei cari caratterizzate da un tono intimo e lirico, arguto e ironico.
Dopo la realizzazione di dipinti caratterizzati da un terso vigore di luminosità quali La raccolta del riso nelle terre del basso veronese, nel 1878 a Brera espone Il sorcio, opera bellissima, presente in Mostra, che renderà immediatamente popolare il nostro artista. Nello stesso anno si reca a Parigi per visitare l’Esposizione Universale, alla quale presenta In sartoria e La ricetta, opere di grande qualità, che esemplificano la declinazione tutta veneziana che Favretto dà alle opere presentate alle Esposizioni internazionali, in risposta al successo dell’opera di stesso soggetto veneziano esposta da Cecil Van Haanen al Salon del 1876 e premiata con la grande medaglia, anch’essa assicurata alla Mostra.
Gli anni successivi, a partire dalla bellissima Pollivendola della Collezione Cariplo (Immagine), per proseguire con L’ultima parola e Due quadri da vendere della Galleria d’Arte Moderna di Milano, tutti visibili in Mostra, sono caratterizzati dalla piacevolezza della composizioni e dalla tecnica pittorica adottata, elementi che delineano la declinazione tutta veneziana che Favretto dà alle opere degli inizi degli anni 80 dopo le suggestioni della visita alla Esposizione parigina del 1878.
Nel 1880 Vandalismo! Poveri antichi, in Mostra, vince all’Esposizione di Brera il premio Principe Umberto e la partecipazione di Favretto alla Esposizione Nazionale di Torino è recensita in maniera entusiasta dal critico Filippi: “Favretto sarà il Longhi del secolo XIX e Ciardi ne sarà il Canaletto. […] Un artista straordinario, i cui quadri attraggono la folla, comandano l’ammirazione e soddisfano i più esigenti conoscitori è Giacomo Favretto, un giovane piccino, più che modesto, timido, trasandato, che a vederlo non ci si darebbero due soldi. Sotto quella apparenza meschina sta un osservatore profondo, un grande artista nel senso vero della parola. Egli ritrae la vita esteriore casalinga del popolo veneziano con una verità da far strabiliare, e a questa verità aggiunge un colore potente luminoso, sodo, disegno accurato, una tecnica di pennello sorprendente, ottenuto dagli effetti veri e dalle apparenze minute con una incredibile semplicità dei mezzi. – Mandò sei dipinti che sono sei gemme di un solo monile. Si può preferire l’uno o l’altro, ma tutti hanno dei pregi singolari che giustificano le preferenze”.
I dipinti degli anni ‘80 segnano la maturità della carriera artistica di Favretto e vengono presentati in Mostra seguendo le pubbliche Esposizioni alle quali il pittore partecipò. Si potranno ammirare la bellissima Bottega della fioraia (Immagine), Mercato in Campo S. Polo, Dopo il bagno della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, l’afoso e sensuale Caldo esposto a Milano nel 1885, lo stupendo Susanna e i due vecchi in prestito dalla Galleria Nazionale di Budapest, che per la prima volta arriva in Italia.
Questi dipinti saranno presentati in Mostra assieme a quelli di altri grandi esponenti della pittura veneta di quel periodo, quali Ettore Tito, Alessandro Milesi, e soprattutto Guglielmo Ciardi (Immagine) e Luigi Nono (Immagine), ai quali sarà dedicata un’intera sezione della Mostra.
Nello stesso periodo Favretto realizza opere in costume settecentesco, riprendendo un filone di gran gusto e di gran moda del tempo, che saranno in Mostra , quali Soli! del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, e le sue opere influenzeranno quasi tutti i pittori di area veneta, dei quali la Mostra presenterà una significativa selezione.
Nel 1887 partecipa alla Esposizione Nazionale di Venezia, durante la quale muore. Lascia nello studio uno dei suoi grandi capolavori, Liston moderno, opera acquistata dal Re e oggi in collezione privata, che sarà possibile ammirare in Mostra.
Il progetto
La Mostra si propone di presentare l'opera di Giacomo Favretto nella sua completezza e storicità, con particolare attenzione al percorso cronologico, alle numerose esposizioni, italiane ed estere, alle quali il pittore partecipa, al contesto storico, artistico e sociale nel quale l'artista si muove, al condizionamento del gusto, del pubblico e della critica.
Le sezioni della mostra fermeranno dunque l'attenzione non solo sulle opere di Giacomo Favretto, ma su tutti gli elementi idonei a ricostruire l'ambiente storico, sociale, artistico del pittore: la sua formazione all'Accademia di Venezia e la condizione della pittura veneziana agli inizi degli anni '70; la esposizione di Brera del 1873, che segna la nascita della "moderna scuola veneziana"; le opere degli anni '70, con particolare attenzione alle suggestioni del viaggio parigino del 1878; la straordinaria stagione creativa degli anni '80; il revival settecentesco; le esposizioni di Roma del 1883 e Venezia del 1887; l'eredità pittorica lasciata dall'artista alla sua morte.
La presentazione contestuale di opere del maestro e di pittori a lui vicini, per datazione o tematica, permetterà di comprendere il giudizio della critica, ma anche quello del pubblico, e di conoscere i momenti e le ragioni del loro convergere o divergere, attraverso la valutazione del successo nazionale e internazionale delle composizioni, che presero a modello la vita quotidiana veneziana.
Di interesse per il pubblico e la comunità scientifica sarà inoltre il Catalogo (Silvana editoriale), che tratterà molti aspetti e temi del tutto sconosciuti dell’attività dell’artista, con la pubblicazione di apparati critici e documentali inediti. In particolare verrà presentata la prima biografia basata solo su fonti documentali; un saggio sui rapporti tra Giacomo Favretto e l’Ungheria, frutto di ricerche svolte in loco; lo stesso avverrà per i rapporti tra l’artista e John Singer Sargent. Due sezioni di studio verranno dedicate alla critica d’arte contemporanea al pittore, e al collezionismo nazionale e straniero.
Il percorso della Mostra
Il percorso della Mostra si apre con le opere dei maestri di Favretto all’Accademia di Venezia e con le prime composizioni giovanili (Sale 1-3). Nato a Venezia nel 1849 da famiglia di modeste condizioni economiche, Giacomo Favretto si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove mostra immediatamente il suo talento, ricevendo numerosi premi dal 1866 al 1870, una menzione d’onore l’anno successivo e un incarico come supplente per gli elementi della figura dal 1873 al 1878. Suoi professori all’Accademia sono Pompeo Marino Molmenti per la pittura, Michelangelo Grigoletti per il disegno della figura, Napoleone Nani, professore aggiunto per il disegno della figura, e Domenico Bresolin per il paesaggio, tutti rappresentati nella prima sezione della Mostra con opere di grande impegno ed importanza. In particolare per Napoleone Nani, pittore di grande qualità, dal quale Favretto trarrà il gusto per le composizioni argute e briose venate da un pizzico di malizia, verrà presentata una selezionata di quattro dipinti straordinari.
La Mostra prosegue con le opere degli anni Settanta (Sale 4-6). Dopo le prime opere presentate appena uscito dall’Accademia, quali a Treviso nel 1872 Il francescano Duns Scoto nella cella (in Mostra) è l’Esposizione di Brera del 1873, che lo segnala all’attenzione della critica e che segna la nascita della moderna scuola veneziana. Le recensioni positive e le lodi di un critico arguto come Camillo Boito sono di sprone al giovane talento che realizza opere giovanili di piccolo formato, quali La moglie gelosa, In pinacoteca o I miei cari (tutte in Mostra) caratterizzate da un tono intimo e lirico, arguto e ironico.
Dopo la realizzazione di dipinti caratterizzati da un terso vigore di luminosità, quali La raccolta del riso nelle terre del basso veronese (in Mostra), nel 1878 a Brera espone Il sorcio, opera bellissima presente in Mostra, che renderà immediatamente popolare il nostro artista. Nello stesso anno si reca a Parigi per visitare l’Esposizione Universale, alla quale presenta In sartoria (in Mostra) e La ricetta. Questi dipinti, di grande qualità, testimoniano la declinazione tutta veneziana che Favretto dà alle opere presentate alle Esposizioni internazionali, in risposta al successo dell’opera di stesso soggetto veneziano esposta da Cecil Van Haanen al Salon del 1876, Infilatrici di perle, premiata con la grande medaglia, anch’essa assicurata alla Mostra.
Gli anni successivi, a partire dalla bellissima Pollivendola della Collezione Cariplo (in Mostra), per proseguire con L’ultima parola e Due quadri da vendere della Galleria d’Arte Moderna di Milano, entrambi visibili in Mostra, sono caratterizzati dalla piacevolezza delle composizioni e dalla tecnica pittorica adottata, tipica delle opere degli inizi degli anni 80.
I dipinti di Favretto saranno presentati in Mostra assieme a quelli di altri grandi esponenti della pittura veneta di quel periodo, quali Ettore Tito, Alessandro Milesi, e soprattutto Guglielmo Ciardi e Luigi Nono, ai quali sarà dedicata un’intera sala della Mostra (Sala 7).
Le opere dei primi anni Ottanta (Sala 8) si aprono con Vandalismo! Poveri antichi (in Mostra), che nel 1880 vince all’Esposizione di Brera il premio Principe Umberto. Lo stesso anno la partecipazione di Favretto alla Esposizione Nazionale di Torino è recensita in maniera entusiasta dal critico Filippi: “Favretto sarà il Longhi del secolo XIX e Ciardi ne sarà il Canaletto. […] Un artista straordinario, i cui quadri attraggono la folla, comandano l’ammirazione e soddisfano i più esigenti conoscitori è Giacomo Favretto, un giovane piccino, più che modesto, timido, trasandato, che a vederlo non ci si darebbero due soldi. Sotto quella apparenza meschina sta un osservatore profondo, un grande artista nel senso vero della parola. Egli ritrae la vita esteriore casalinga del popolo veneziano con una verità da far strabiliare, e a questa verità aggiunge un colore potente luminoso, sodo, disegno accurato, una tecnica di pennello sorprendente, ottenuto dagli effetti veri e dalle apparenze minute con una incredibile semplicità dei mezzi. – Mandò sei dipinti che sono sei gemme di un solo monile. Si può preferire l’uno o l’altro, ma tutti hanno dei pregi singolari che giustificano le preferenze”.
Nello stesso periodo Favretto realizza opere in costume settecentesco, riprendendo un filone di gran gusto e di gran moda del tempo, quali Soli! del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, o le due opere della Fondazione Balzan, tutte in Mostra (Sala 9), e le sue opere influenzeranno quasi tutti i pittori di area veneta.
I dipinti degli anni ‘80 (Sale 10-11) segnano la maturità della carriera artistica di Favretto e vengono presentati in Mostra seguendo le pubbliche Esposizioni alle quali il pittore partecipò. Si potranno ammirare la bellissima Bottega della fioraia, Mercato in Campo S. Polo, Dopo il bagno della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, l’afoso e sensuale Caldo esposto a Milano nel 1885, lo stupendo Susanna e i due vecchi in prestito dalla Galleria Nazionale di Budapest, che per la prima volta arriva in Italia, lo straordinario Lavandaie della collezione Katalinic, mai esposto prima.
Nel 1887 partecipa all’Esposizione Nazionale di Venezia, durante la quale muore. Lascia nello studio uno dei suoi grandi capolavori, Liston moderno, opera acquistata dal Re e oggi in collezione privata, che sarà possibile ammirare in Mostra.
Le scelte del pubblico e il gusto collezionistico dell'epoca testimoniano la persistenza di una fortissima richiesta di dipinti di genere sulla scia delle composizioni di Favretto, sia da parte dei mercanti, che dei privati collezionisti. Si presenta in Mostra un'ampia sezione di dipinti di artisti veneti (Sala 11), da Dall’Oca Bianca a Barison a Bressanin a Zonaro a Pastega a Laurenti a Serena, che continuano il filone compositivo di Favretto e alimentano il gusto collezionistico dell'epoca.
Venezia fascino e seduzione
GIACOMO FAVRETTO
(Venezia 1849-1887)
Mostra e catalogo a cura di Paolo Serafini
Roma, Chiostro del Bramante
21 aprile - 4 luglio 2010
Comitato scientifico
Silvia Bordini
Carlos Gonzalez Lopez
Elisabetta Matteucci
Orietta Rossi Pinelli
Paolo Serafini
Le ragioni della Mostra
Sul pittore Giacomo Favretto, il maggiore esponente della pittura veneta dell’Ottocento, e uno dei più importanti dell’intera pittura dell’Ottocento italiano, non è mai stata realizzata una mostra monografica.
Ci sono state soltanto tre piccole esposizioni: una retrospettiva alla III Esposizione Internazionale d'Arte della città di Venezia del 1899 con 40 dipinti; un omaggio in occasione della celebrazione del centenario della nascita, a Cà Pesaro nell'agosto del 1949, con 14 dipinti; una piccola esposizione alla XXV Biennale di Venezia con 20 dipinti.
Le tre piccole esposizioni hanno inoltre semplicemente raccolto insieme un esiguo numero di opere dell’artista, senza alcuna pretesa di rendere compiuto un progetto espositivo. Anche i cataloghi, infatti, contengono soltanto l'elenco delle opere, senza le schede dei dipinti, e senza alcun apparato critico e storico-documentale.
Non è stata dunque mai realizzata una mostra completa del grande artista, soprattutto per il fatto che la maggior parte delle sue opere è gelosamente custodita in collezioni private.
Gli otto anni di lavoro dedicati alla realizzazione del catalogo ragionato dei dipinti e dei disegni di un altro grande pittore veneto, Luigi Nono, hanno permesso a chi scrive di conoscere personalmente la quasi totalità delle collezioni private di pittura veneta dell'Ottocento.
L'idea di una mostra antologica delle opere di Favretto è stata accolta con entusiasmo da tutti i collezionisti, che hanno tutti dato la disponibilità al prestito delle opere. Tutte le opere del pittore si trovano in Italia ad eccezioni di quattro composizioni importanti.
Il progetto
La Mostra si propone di presentare l'opera di Giacomo Favretto nella sua completezza e storicità, con particolare attenzione al percorso cronologico, alle numerose esposizioni, italiane ed estere, alle quali il pittore partecipa, al contesto storico, artistico e sociale nel quale l'artista si muove, al condizionamento del gusto, del pubblico e della critica.
Le dieci sezioni della mostra fermeranno dunque l'attenzione non solo sulle opere di Giacomo Favretto, ma su tutti gli elementi idonei a ricostruire l'ambiente storico, sociale, artistico del pittore: la sua formazione all'Accademia di Venezia; la condizione della pittura a Venezia agli inizi degli anni '70; la esposizione di Brera del 1873, che segna la nascita della "moderna scuola veneziana"; le opere degli anni '70, con particolare attenzione alle suggestioni del viaggio parigino del 1878; la straordinaria stagione creativa degli anni '80; le esposizioni di Roma del 1883 e Venezia del 1887; l'eredità pittorica lasciata dall'artista alla sua morte.
La presenza di un qualificato comitato scientifico porterà un contributo fondamentale alla conoscenza dell'operato di Giacomo Favretto, dell'ambiente che lo circonda, degli elementi che contribuirono ad influenzare o orientare le sue scelte.
La presentazione contestuale di opere del maestro e di pittori a lui vicini, per datazione o tematica, permetterà di comprendere il giudizio della critica, ma spesso anche il giudizio del pubblico, e di conoscere i momenti e le ragioni del loro convergere o divergere.
Inoltre la valutazione del successo internazionale, soprattutto in Germania e Inghilterra, delle sue composizioni, e l’accostamento a queste di quelle di altri maestri veneti e stranieri, che presero a modello dei loro dipinti la vita quotidiana veneziana, permetterà di avere utili elementi sulla storia del gusto e sull'occhio con cui il pubblico del tempo guardava la realtà circostante.
L'impostazione metodologica contestuale permetterà inoltre di fare attenzione alla funzione sociale delle immagini, che era molto differente da quella che vediamo oggi, e di conoscere il ruolo delle immagini nell’ambito più vasto della vita culturale e quanto l’esperienza visiva fosse una delle forme fondamentali della conoscenza.
Il catalogo
Di interesse per il pubblico e la comunità scientifica sarà il Catalogo, che si avvarrà della collaborazione di insigni studiosi e tratterà molti aspetti e temi del tutto sconosciuti dell’attività dell’artista, con la pubblicazione di apparati critici e documentali inediti. In particolare verrà presentata la prima biografia basata solo su fonti documentali; un saggio sui rapporti tra Giacomo Favretto e l’Ungheria, frutto di ricerche svolte in loco; lo stesso avverrà per i rapporti tra l’artista e John Singer Sargent. Sarà inoltre trattato il tema dell’importanza del restauro a Venezia nell’Ottocento, basato sui rapporti tra l’Accademia di Belle Arti e i pittori allievi. Una sezione verrà dedicata alla critica d’arte contemporanea al pittore.
Il Catalogo sarà pubblicato dalla casa editrice Silvana editoriale.
LE SEZIONI DELLA MOSTRA
1) L'Accademia veneziana di Belle Arti
La Mostra si apre con le opere dei maestri di Favretto all'Accademia di Belle Arti di Venezia. I diversi registri pittorici adottati dai professori aiutano a comprendere le varie suggestioni e tendenze, che hanno orientato e guidato il percorso formativo di Giacomo. Così accanto alla tradizione accademica di Pompeo Marino Molmenti, professore di pittura, e Michelangelo Grigoletti, professore di disegno della figura, si presentano le opere di Domenico Bresolin, titolare della cattedra di paesaggio, e primo fruitore di una sovvenzione statale finalizzata a portare gli alunni a dipingere all'aria aperta, e soprattutto Napoleone Nani, professore aggiunto per il disegno della figura dall’anno Accademico 1869-70 in sostituzione di Grigoletti, morto nel 1870, autore di briose e gustose scene di genere, che tanta parte avrà nella scelte compositive del Nostro.
2) Gli esordi. Venezia 1869-1872
La seconda sezione presenta le prime prove del giovane artista e una panoramica della pittura a Venezia agli inizi degli anni '70. Si ferma l'attenzione sugli indirizzi artistici di alcuni professori all'Accademia (Domenico Bresolin), che avevano portato, per esempio, Guglielmo Ciardi, di sette anni più anziano di Giacomo, a realizzare molto presto dipinti di forte impegno. Si sottolinea inoltre la presenza di personalità non veneziane, quali Michele Cammarano, fondamentali nella comprensione del percorso formativo dei giovani artisti veneziani.
3) Il rinnovamento della pittura veneziana. L'Esposizione di Belle arti di Brera del 1873.
Questa sezione è dedicata alla importante Esposizione di Belle Arti di Brera del 1873, che segna la nascita della moderna scuola veneziana. Come ricorda il critico d'arte Camillo Boito, Rassegna artistica. La Mostra annuale di Belle Arti a Milano, in Nuova Antologia, Milano, ottobre 1873, Vol. XXIV, pag. 418, in una lunga e famosa recensione a quella esposizione: "Nei veneti ci sono due novellini eccellenti Giacomo Favretto e Luigi Nono, degni di una lode minuta. E queste rassegne si compiacciono tanto nelle belle speranze, che troveranno il modo di fermarsi presto a Venezia, dove, rotte finalmente le consuetudini vecchie dell'arte, ch'erano più tenaci in quella che non nelle altre province d'Italia, sette od otto giovani hanno iniziato lo studio ingenuo, tenace, viscerale e individuale della natura, nel quale la fortuna vuole che non si somiglino punto. Così la natura, vista sinceramente da ognuno, ma, secondo il suo proprio animo, da ciascuno diversamente, profitterà meglio a tutti".
4) I dipinti degli anni '70
Segue una ampia sezione con la presentazione di una straordinaria serie di opere di Giacomo Favretto degli anni '70.
5) Parigi 1878
Nel 1878 il pittore partecipa alla Esposizione di Parigi e ne trae interessanti spunti. Vengono qui presentate le opere parigine e quelle immediatamente successive influenzate dal viaggio transalpino.
6) I dipinti degli anni '80
La sezione delle opere degli anni '80 presenta una panoramica completa del più felice periodo artistico del pittore, del quale vengono esposti tutti i dipinti più significativi, con particolare attenzione a quelli presentati alle Pubbliche Esposizioni, e in particolar modo alla grande Mostra di Roma del 1883.
7) L'influenza di Favretto sulla pittura veneta degli anni '80
Il successo di Giacomo Favretto, di pubblico e di critica, influenza notevolmente il gusto collezionistico dell'epoca e di conseguenza le opere di quasi tutti gli artisti veneti. La sezione presenta una significativa panoramica di pittori veneti, che negli anni '80 seguono lo stile del pittore o vengono influenzati dalle sue composizioni.
8) Il Revival settecentesco
Nello sviluppare temi a carattere settecentesco, Giacomo Favretto si fa interprete di un gusto diffuso del suo tempo per le scene di tale genere, tornate in auge a seguito della revisione del settecento e dell'arte antica di Venezia e della riscoperta tiepolesca, della quale fu interprete anche Pompeo Gherardo Molmenti.
9) L'Esposizione Nazionale di Venezia del 1887
L'Esposizione Nazionale di Venezia segna un evento di grande importanza per la comunità artistica veneziana. Tutti gli artisti si preparano con molto anticipo all'evento e lavorano a composizioni di forte impegno. Vengono presentati quasi tutti i dipinti dei più significativi artisti veneti, presentati a tale rassegna, sì da ricreare l'impressione generale avuta dal pubblico in quella occasione, e l'impatto visivo ed emozionale del fruitore e del critico d'arte del tempo.
10) L'eredità di Favretto
Durante la Esposizione Nazionale di Venezia del 1887, Giacomo Favretto muore.
Tuttavia le scelte del pubblico e il gusto collezionistico dell'epoca testimoniano la persistenza di una fortissima richiesta di dipinti di genere sulla scia delle composizioni di Giacomo, sia da parte dei mercanti, che dei privati collezionisti. Una lettera di Luigi Nono alla futura moglie Rina, presenta chiaramente la situazione: Carissima Rina, Lunedì 18 luglio ’87 7 pome. [...] tu ieri m’hai fatta un’osservazione così giusta, che iersera al letto rammentandomela, l’ho benedetta! Ah, sicuro, quella degli eredi in arte, del povero Favretto! E che mi converrebbe il trattare soggetti veneziani!
Si presenta dunque un'ampia sezione di dipinti di artisti veneti, che continuano il filone compositivo di Favretto e alimentano il gusto collezionistico dell'epoca.
GIACOMO FAVRETTO
Breve biografia e percorso della Mostra
Nato a Venezia nel 1849 da famiglia di modeste condizioni economiche, dopo un apprendistato dal pittore e restauratore Francesco Vason , Giacomo Favretto si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove mostra immediatamente il suo talento, ricevendo numerosi premi dal 1866 al 1870, una menzione d’onore l’anno successivo e un incarico come supplente per gli elementi della figura dal 1873 al 1878.
Suoi professori all’Accademia sono Pompeo Marino Molmenti per la pittura, Michelangelo Grigoletti per il disegno della figura, Napoleone Nani, professore aggiunto per il disegno della figura dall’anno Accademico 1869-70 in sostituzione di Grigoletti, morto nel 1870, e Domenico Bresolin per il paesaggio, tutti rappresentati nella prima sezione della Mostra con opere di grande impegno ed importanza. In particolare per Napoleone Nani, pittore di grande qualità, dal quale Favretto trarrà il gusto per le composizioni argute e briose venate da un pizzico di malizia, verrà presentata una selezionata di quattro dipinti straordinari.
Dopo le prime opere presentate appena uscito dall’Accademia, quali ad es. a Treviso nel 1872 Il francescano Duns Scoto nella cella (Immagine) è l’Esposizione di Brera del 1873, che lo segnala all’attenzione della critica e che segna la nascita della moderna scuola veneziana.
Le recensioni positive e le lodi di un critico arguto come Camillo Boito sono di sprone al giovane talento che realizza opere giovanili di piccolo formato, quali La moglie gelosa, In pinacoteca (Immagine) o I miei cari caratterizzate da un tono intimo e lirico, arguto e ironico.
Dopo la realizzazione di dipinti caratterizzati da un terso vigore di luminosità quali La raccolta del riso nelle terre del basso veronese, nel 1878 a Brera espone Il sorcio, opera bellissima, presente in Mostra, che renderà immediatamente popolare il nostro artista. Nello stesso anno si reca a Parigi per visitare l’Esposizione Universale, alla quale presenta In sartoria e La ricetta, opere di grande qualità, che esemplificano la declinazione tutta veneziana che Favretto dà alle opere presentate alle Esposizioni internazionali, in risposta al successo dell’opera di stesso soggetto veneziano esposta da Cecil Van Haanen al Salon del 1876 e premiata con la grande medaglia, anch’essa assicurata alla Mostra.
Gli anni successivi, a partire dalla bellissima Pollivendola della Collezione Cariplo (Immagine), per proseguire con L’ultima parola e Due quadri da vendere della Galleria d’Arte Moderna di Milano, tutti visibili in Mostra, sono caratterizzati dalla piacevolezza della composizioni e dalla tecnica pittorica adottata, elementi che delineano la declinazione tutta veneziana che Favretto dà alle opere degli inizi degli anni 80 dopo le suggestioni della visita alla Esposizione parigina del 1878.
Nel 1880 Vandalismo! Poveri antichi, in Mostra, vince all’Esposizione di Brera il premio Principe Umberto e la partecipazione di Favretto alla Esposizione Nazionale di Torino è recensita in maniera entusiasta dal critico Filippi: “Favretto sarà il Longhi del secolo XIX e Ciardi ne sarà il Canaletto. […] Un artista straordinario, i cui quadri attraggono la folla, comandano l’ammirazione e soddisfano i più esigenti conoscitori è Giacomo Favretto, un giovane piccino, più che modesto, timido, trasandato, che a vederlo non ci si darebbero due soldi. Sotto quella apparenza meschina sta un osservatore profondo, un grande artista nel senso vero della parola. Egli ritrae la vita esteriore casalinga del popolo veneziano con una verità da far strabiliare, e a questa verità aggiunge un colore potente luminoso, sodo, disegno accurato, una tecnica di pennello sorprendente, ottenuto dagli effetti veri e dalle apparenze minute con una incredibile semplicità dei mezzi. – Mandò sei dipinti che sono sei gemme di un solo monile. Si può preferire l’uno o l’altro, ma tutti hanno dei pregi singolari che giustificano le preferenze”.
I dipinti degli anni ‘80 segnano la maturità della carriera artistica di Favretto e vengono presentati in Mostra seguendo le pubbliche Esposizioni alle quali il pittore partecipò. Si potranno ammirare la bellissima Bottega della fioraia (Immagine), Mercato in Campo S. Polo, Dopo il bagno della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, l’afoso e sensuale Caldo esposto a Milano nel 1885, lo stupendo Susanna e i due vecchi in prestito dalla Galleria Nazionale di Budapest, che per la prima volta arriva in Italia.
Questi dipinti saranno presentati in Mostra assieme a quelli di altri grandi esponenti della pittura veneta di quel periodo, quali Ettore Tito, Alessandro Milesi, e soprattutto Guglielmo Ciardi (Immagine) e Luigi Nono (Immagine), ai quali sarà dedicata un’intera sezione della Mostra.
Nello stesso periodo Favretto realizza opere in costume settecentesco, riprendendo un filone di gran gusto e di gran moda del tempo, che saranno in Mostra , quali Soli! del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, e le sue opere influenzeranno quasi tutti i pittori di area veneta, dei quali la Mostra presenterà una significativa selezione.
Nel 1887 partecipa alla Esposizione Nazionale di Venezia, durante la quale muore. Lascia nello studio uno dei suoi grandi capolavori, Liston moderno, opera acquistata dal Re e oggi in collezione privata, che sarà possibile ammirare in Mostra.
23
aprile 2010
Giacomo Favretto – Venezia Fascino e Seduzione
Dal 23 aprile al 04 luglio 2010
arte moderna
Location
CHIOSTRO DEL BRAMANTE
Roma, Arco Della Pace, 5, (Roma)
Roma, Arco Della Pace, 5, (Roma)
Biglietti
Intero € 10,00 Ridotto (martedì per tutti) € 7,50 Ridotto ( 14 – 18 anni ) € 7,50 Ridotto ( 14 – 18 anni ) € 7,50 Ridotto ( 7 – 13 anni ) € 4,50 Gruppi ( min. 15 max 25 nella settimana) € 7,00 (min. 15 max 20 nel fine settimana) € 9,00 Scuole € 4,50 Per i gruppi la prenotazione è obbligatoria e deve essere effettuata mediante bonifico bancario entro 8 giorni dalla data della prenotazione.
Orario di apertura
dal martedi’ alla domenica dalle 10.00 alle 20.00 Lunedì chiuso
Editore
SILVANA EDITORIALE
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