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Giacomo Ghezzi – In fuga, da fermi
mostra personale di scultura
Comunicato stampa
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Giacomo Ghezzi ha intrapreso un lungo discorso con la forma, la plasticità e la materia che non cessa di destare interesse e sorpresa. L’interesse è dato sicuramente dall’uso della tecnica alla quale Giacomo Ghezzi non assoggetta il risultato artistico ma che è di volta in volta esplorazione di una possibilità della forma di lasciare qualcosa in più della sua fenomenologia nei materiali che l’artista ha scelto, la sorpresa è data dall’esito mai scontato della sua esplorazione che col passare del tempo qualifica in riconoscibilità il suo operato ma aliena ripetitività e convenzionalità. Tralasciamo in questa riflessione il lavoro pittorico per sostare accanto a quello scultoreo che a mio parere riguarda anche la produzione delle ceramiche, qui non arte applicata, ma arte e basta. Gesto di confine e posizionamento tra pittura e scultura. Le ceramiche realizzate - che l’artista chiama i piatti - sono sfondo e regno di una voluttà del colore, del caos che tenta di rinserrarsi nel confine del cerchio che è però barriera materica e già in essi si avverte qualcosa che nelle sculture in legno si afferma con decisione: una sorta di contesa tra azione e contemplazione, lotta e resa, abbandono e resistenza. Busti femminili fatti di parti assemblate, figure geometriche che chiudono forme instabili, solidità di tronchi (ciliegio soprattutto) che decostruiscono la spazialità rigida attraverso torsioni e ricomposizioni. Se nelle opere pittoriche il dinamismo che Giacomo Ghezzi sa così bene catturare diviene quasi narratorio, il codice delle sculture è decisamente antinarrativo. Esse stanno. Ci guardano e fronteggiano testimoni di se stesse, del loro viaggio e sforzo di nascita dal legno all’opera, per volontà e soggiacenza dell’autore che infatti nel corso di una conversazione su questa recente produzione mi ha detto: “ È come se questi legni hanno una loro volontà, è come se si impongono a me le forme che devono venire fuori”. Naturalmente molto potremmo dire su questa affermazione, l’indistinzione tra creatura e creatore è uno dei più fascinosi archetipi mitologici che è alla base di molte mitopoiesi. Potrebbe poi risovvenirci a mente l’amore di Giacomo Ghezzi per il Brasile e il suo mondo di mistero ma qui si preferisce restare dentro il percorso di un artista, del suo fare, delle sue sculture che sono torsioni di materia ma che stanno lì per ricordarci che la stasi in un’opera d’arte è solo capacità di catturare il movimento dell’energia e la differenza tra artista ed artigiano non è solo nell’assenza di scopo, utilità del prodotto realizzato, ma nella perizia e nell’ardimento di catturare l’energia celata nella materia e consegnarla alla durevolezza del nostro sguardo così da renderci irrepetibilmente in fuga, da fermi.
Mariella De Santis
Mariella De Santis
06
novembre 2012
Giacomo Ghezzi – In fuga, da fermi
Dal 06 al 25 novembre 2012
arte contemporanea
Location
CALISTO CAFE’
Vailate, Via Alessandro Manzoni, 2, (Cremona)
Vailate, Via Alessandro Manzoni, 2, (Cremona)
Orario di apertura
martedì-mercoledì-giovedì 7:30 - 1:00
venerdì-sabato-domenica 7:30 - 2:00
Vernissage
6 Novembre 2012, ore 21:00
Autore