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Giacomo Spaconi – Les Invisibles
La serie di opere di Giacomo Spaconi, intimi ritratti fotografici rielaborati attraverso accurate operazioni digitali, mettono in atto una provocazione: cosa rimane di un volto umano se gli si tolgono gli occhi? O meglio, su cosa si soffermeranno i nostri desideri?
Comunicato stampa
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La serie di opere di Giacomo Spaconi, intimi ritratti fotografici rielaborati attraverso accurate operazioni digitali, mettono in atto una provocazione: cosa rimane di un volto umano se gli si tolgono gli occhi? O meglio, su cosa si soffermeranno i nostri desideri, quale appiglio visivo troverà la nostra attenzione se la figura umana è manipolata e ne viene decurtata una parte così fondamentale?
Il punctum è per Roland Barthes quel particolare che in uno scatto ci coinvolge, la ferita che esso suscita individualmente, un elemento segreto che agisce sulla memoria e, attraverso i ricordi, sul nostro essere presente. Il problema degli Invisibili rappresentati da Spaconi è il seguente: non è il contenuto ma ciò che manca a smuovere le nostre viscere, lasciandoci straniati, in balia di una sospensione non preventivata.
Nell’opera "Your gaze hits the side of my face" di Barbara Kruger un volto è posto di tre quarti mentre degli estranei lo colpiscono letteralmente con il loro scrutare. Allo stesso modo, negli scatti di Giacomo il fruitore - vorace collezionista di sensazioni - cerca di cogliere e catturare i pensieri, le preoccupazioni, il carattere, l’essenza delle persone ritratte. Eppure, la freccia scoccata dall'arco non trova terreno né carne in cui insidiarsi e siamo noi a dover integrare le lacune.
"Gli occhi sono da sempre considerati lo specchio dell’anima, la finestra sulla personalità, l’elemento fondamentale per stabilire una comunicazione e una relazione con l’altro. Privare i soggetti dei loro occhi significa sottrarre loro la loro identità, la loro espressività, la loro umanità", spiega l'artista.
I volti immortalati da Giacomo Spaconi risultano impersonali, senza identità ma non paiono in attesa che degli occhi riempiano i vuoti o che qualcuno indossi la maschera di carne. O, se anche fossero in attesa, non lo comunicano ad anima viva, non lanciano SOS. Sono dei fantasmi con le palpebre cucite attraverso un attento e calibrato lavoro di grafica 3D iperrealistica. E qui si compie ancora lo scarto: se i punti di sutura fossero esplicitati potremmo pensare a un'aggressione, una violenza perpetrata a loro danno, un atto di un sadico carnefice o a un incidente irreversibile. Ciò ci spingerebbe a provare compassione, a immedesimarci, a dis-porci nella pelle dell’altro. Tutte queste considerazioni non si attivano, al contrario, le immagini ci respingono nonostante dei gesti richiamino e facciano percepire calore umano: una lacrima riga la guancia di una donna, una mano cinge quasi per massaggiare il retro di un collo taurino, un’altra mano accoglie teneramente un volto femminile.
Les Invisibles è un progetto che sfida lo spettatore a riattivare il suo sguardo critico ed empatico, a cercare di andare oltre la superficie e di entrare in contatto con l’essenza dell’altro. È un invito a riscoprire il valore dello sguardo come strumento di conoscenza e di dialogo, come ponte tra il sé e l’altro, come fonte di bellezza e di umanità.
BIO:
Giacomo Spaconi è regista e visual artist. Nato a Roma nel 1989, si laurea in Farmacia ma decide di dedicarsi al mondo dell'audiovisivo, approfondendo le sue skill di 3D Animation e VFX alla New York Film Academy di Manhattan. Noto al pubblico per essere il regista del duo comico Le Coliche, de Le Gioconde con Michela Giraud e di molte webstar italiane, il focus del suo lavoro è fondere la arti tradizionali con quelle più innovative, così da esplorare a fondo i limiti e le nuove possibilità dell'arte visiva, impiegando anche l'intelligenza artificiale e le nuove tecnologie come "creatività aumentata”. Espone nel 2015 la serie “Il Secondo Pianeta” al MACRO di Testaccio, e nel 2021 presenta il primo studio de "Les Invisibles" negli spazi di Largo Venue.
IG @giacomo.spaconi
Giacomo Spaconi - Les Invisibles
A cura di Giorgia Basili
IG @giorgia_basili_
Il punctum è per Roland Barthes quel particolare che in uno scatto ci coinvolge, la ferita che esso suscita individualmente, un elemento segreto che agisce sulla memoria e, attraverso i ricordi, sul nostro essere presente. Il problema degli Invisibili rappresentati da Spaconi è il seguente: non è il contenuto ma ciò che manca a smuovere le nostre viscere, lasciandoci straniati, in balia di una sospensione non preventivata.
Nell’opera "Your gaze hits the side of my face" di Barbara Kruger un volto è posto di tre quarti mentre degli estranei lo colpiscono letteralmente con il loro scrutare. Allo stesso modo, negli scatti di Giacomo il fruitore - vorace collezionista di sensazioni - cerca di cogliere e catturare i pensieri, le preoccupazioni, il carattere, l’essenza delle persone ritratte. Eppure, la freccia scoccata dall'arco non trova terreno né carne in cui insidiarsi e siamo noi a dover integrare le lacune.
"Gli occhi sono da sempre considerati lo specchio dell’anima, la finestra sulla personalità, l’elemento fondamentale per stabilire una comunicazione e una relazione con l’altro. Privare i soggetti dei loro occhi significa sottrarre loro la loro identità, la loro espressività, la loro umanità", spiega l'artista.
I volti immortalati da Giacomo Spaconi risultano impersonali, senza identità ma non paiono in attesa che degli occhi riempiano i vuoti o che qualcuno indossi la maschera di carne. O, se anche fossero in attesa, non lo comunicano ad anima viva, non lanciano SOS. Sono dei fantasmi con le palpebre cucite attraverso un attento e calibrato lavoro di grafica 3D iperrealistica. E qui si compie ancora lo scarto: se i punti di sutura fossero esplicitati potremmo pensare a un'aggressione, una violenza perpetrata a loro danno, un atto di un sadico carnefice o a un incidente irreversibile. Ciò ci spingerebbe a provare compassione, a immedesimarci, a dis-porci nella pelle dell’altro. Tutte queste considerazioni non si attivano, al contrario, le immagini ci respingono nonostante dei gesti richiamino e facciano percepire calore umano: una lacrima riga la guancia di una donna, una mano cinge quasi per massaggiare il retro di un collo taurino, un’altra mano accoglie teneramente un volto femminile.
Les Invisibles è un progetto che sfida lo spettatore a riattivare il suo sguardo critico ed empatico, a cercare di andare oltre la superficie e di entrare in contatto con l’essenza dell’altro. È un invito a riscoprire il valore dello sguardo come strumento di conoscenza e di dialogo, come ponte tra il sé e l’altro, come fonte di bellezza e di umanità.
BIO:
Giacomo Spaconi è regista e visual artist. Nato a Roma nel 1989, si laurea in Farmacia ma decide di dedicarsi al mondo dell'audiovisivo, approfondendo le sue skill di 3D Animation e VFX alla New York Film Academy di Manhattan. Noto al pubblico per essere il regista del duo comico Le Coliche, de Le Gioconde con Michela Giraud e di molte webstar italiane, il focus del suo lavoro è fondere la arti tradizionali con quelle più innovative, così da esplorare a fondo i limiti e le nuove possibilità dell'arte visiva, impiegando anche l'intelligenza artificiale e le nuove tecnologie come "creatività aumentata”. Espone nel 2015 la serie “Il Secondo Pianeta” al MACRO di Testaccio, e nel 2021 presenta il primo studio de "Les Invisibles" negli spazi di Largo Venue.
IG @giacomo.spaconi
Giacomo Spaconi - Les Invisibles
A cura di Giorgia Basili
IG @giorgia_basili_
22
giugno 2023
Giacomo Spaconi – Les Invisibles
Dal 22 al 28 giugno 2023
arte contemporanea
arti performative
fotografia
arti performative
fotografia
Location
TAG – Tevere Art Gallery
Roma, Via di Santa Passera, 25, (RM)
Roma, Via di Santa Passera, 25, (RM)
Orario di apertura
Orari 18:30 - 2
Vernissage
22 Giugno 2023, 18.30-20: esperienza immersiva con visori VR a cura di Riccardo Galdenzi
20.30: performance di Cora Gasparotti con Giangiacomo Gallo
A seguire DJ-set
Autore
Curatore
Autore testo critico