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Giacomo Vanetti – Unrest
Mostra personale di Giacomo Vanetti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Area35 Art Gallery è lieta di annunciare la prima mostra personale del fotografo e video artist Giacomo Vanetti.
L’artista presenta i suoi lavori più recenti, opere fotografiche, installazioni e video art, in cui il movimento è la matrice dalla quale sviluppa la sua ricerca artistica, influenzata da grandi maestri come Man Ray, Muybridge e Francis Bacon. E, come per quest’ultimo lo studio del movimento permise di creare una nuova e differente rappresentazione dell’umanità immersa in un’atmosfera di malessere, angoscia, desolazione e inquietudine, così Vanetti analizza il corpo in movimento come simbolo di un’identità e di un sentire personali e condivisi in cui non sempre è facile riconoscersi, ma è facile immedesimarsi. Argomenti umani, dunque, affrontati nell’arte di Vanetti dove la corporeità è nascosta, frantumata, ripetuta e spesso identica a se stessa, quasi immutabile. I soggetti, sempre femminili, inglobano quell’assenza/presenza di corporeità contemporanea che rappresenta al meglio il tableau vivant ricercato dall’artista: figure femminili che divengono in relazione alla luce, allo sguardo, talvolta al suono, simboliche e immanenti insieme.
Uno spazio scandito in tre serie e un video. AN ABORTED BEGINNING, progetto artistico nato da alcuni scatti digitali in cui l’artista ha selezionato un solo fotogramma e lo ha ripetutamente fotografato in Polaroid, esaltando così il difetto della pellicola, punto di forza e segno originale. Il soggetto, che si ripete sette volte identicamente (a eccezione della “macchia” dei chimici Polaroid), indossa una maschera che, coprendone l’intera testa, lo priva della vista. Un pattern tramite cui Vanetti affronta il tema dell’errore che riguarda tutta la nostra esistenza nel sapere e nell’agire, l’identità determinata dalla consapevolezza dell’azione e del tempo. In DEATH OF A PARTY, opera installativa in cui, ancora, lo stesso soggetto viene rappresentato in modi differenti, questa volta tre, l’artista indaga il tema dell’abbandono, della solitudine e della frustrazione. L’ambiente ricreato evoca una discoteca, in cui l’assenza di musica e persone amplifica la serie di cinque fotografie in bianco e nero, solarizzate, molto scure, stampate su vecchia carta ormai scaduta, un Lightbox rosso acceso, in cui il soggetto è stato moltiplicato direttamente in fase di ripresa, e un visore analogico per immagini 3d stampate su pellicola litografica. La luce: una lampadina a led colorata, strobosfera specchiata contemporanea e low-fi. La ricerca continua di Vanetti sul rapporto tra opera e osservatore è viva in TWO RIGHTS MAKE ONE WRONG. Il soggetto è un nudo di donna con indosso una maschera in lattice che ne priva la vista e consente di respirare solo dalla bocca. L’immagine muta lievemente a seconda dell’angolo di incidenza del punto di vista, grazie alla scelta di sovrapporre i negativi e proiettarli su una lastra di alluminio riflettente. Oltre alle serie fotografiche verrà presentato un video, ancora in fase sperimentale, in cui artifici visivi e suono binauriale agiscono insieme. Il tema è la diretta relazione tra opera e spettatore, aspetto fondamentale della poetica di Vanetti. Un ringraziamento particolare a Mr. Henry per la sonorizzazione originale.
“...Mi piace pensare che le fotografie – e in realtà tecnicamente è così – abbiano una loro vita, logicamente influenzata dal mio intervento, che si evolve autonoma nel tempo e nello spazio e che spesso le “sporcature” come dici tu, ne influenzino lo sviluppo. Da qui la scelta di utilizzare prodotti come candeggina, pellicole e carte scadute, materiali difettosi (come me) e così via; prodotti sui quali, a parte il diritto di scelta esercitato in principio, non ho più nessun potere una volta realizzate.”
Nota Biografica
Giacomo Vanetti nasce a Varese nel 1974. Dopo il Liceo scientifico si iscrive alla facoltà di Disegno Industriale del Politecnico di Milano dove si Laurea in Grafica e Comunicazione Visiva nel 2001. Durante la carriera universitaria ha l’opportunità, grazie ad una borsa di studio, di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Granada dove, oltre a diplomarsi in litografia, segue con successo corsi di fotografia, serigrafia e incisione. Dopo La Laurea, e dopo una collaborazione con il Politecnico di Milano come Cultore della Materia Fotografica e un periodo di lavoro come assistente fotografo di architettura, frequenta l’Istituto Italiano di Fotografia, sempre di Milano, collaborando come tecnico di studio. Si diploma in Fotografia nel 2004. L’interesse per la sperimentazione sui mezzi e linguaggi fotografici ha sempre caratterizzato la sua ricerca portandolo ad utilizzare differenti tecniche di lavoro sia analogiche che digitali. Pur dedicandosi con passione anche alla fotografia di reportage e commerciale, il copro del suo lavoro indaga principalmente la figura umana e il medium fotografico. Ha tenuto mostre personali e collettive in Italia e in Europa e le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private. Vive e lavora a Varese.
L’artista presenta i suoi lavori più recenti, opere fotografiche, installazioni e video art, in cui il movimento è la matrice dalla quale sviluppa la sua ricerca artistica, influenzata da grandi maestri come Man Ray, Muybridge e Francis Bacon. E, come per quest’ultimo lo studio del movimento permise di creare una nuova e differente rappresentazione dell’umanità immersa in un’atmosfera di malessere, angoscia, desolazione e inquietudine, così Vanetti analizza il corpo in movimento come simbolo di un’identità e di un sentire personali e condivisi in cui non sempre è facile riconoscersi, ma è facile immedesimarsi. Argomenti umani, dunque, affrontati nell’arte di Vanetti dove la corporeità è nascosta, frantumata, ripetuta e spesso identica a se stessa, quasi immutabile. I soggetti, sempre femminili, inglobano quell’assenza/presenza di corporeità contemporanea che rappresenta al meglio il tableau vivant ricercato dall’artista: figure femminili che divengono in relazione alla luce, allo sguardo, talvolta al suono, simboliche e immanenti insieme.
Uno spazio scandito in tre serie e un video. AN ABORTED BEGINNING, progetto artistico nato da alcuni scatti digitali in cui l’artista ha selezionato un solo fotogramma e lo ha ripetutamente fotografato in Polaroid, esaltando così il difetto della pellicola, punto di forza e segno originale. Il soggetto, che si ripete sette volte identicamente (a eccezione della “macchia” dei chimici Polaroid), indossa una maschera che, coprendone l’intera testa, lo priva della vista. Un pattern tramite cui Vanetti affronta il tema dell’errore che riguarda tutta la nostra esistenza nel sapere e nell’agire, l’identità determinata dalla consapevolezza dell’azione e del tempo. In DEATH OF A PARTY, opera installativa in cui, ancora, lo stesso soggetto viene rappresentato in modi differenti, questa volta tre, l’artista indaga il tema dell’abbandono, della solitudine e della frustrazione. L’ambiente ricreato evoca una discoteca, in cui l’assenza di musica e persone amplifica la serie di cinque fotografie in bianco e nero, solarizzate, molto scure, stampate su vecchia carta ormai scaduta, un Lightbox rosso acceso, in cui il soggetto è stato moltiplicato direttamente in fase di ripresa, e un visore analogico per immagini 3d stampate su pellicola litografica. La luce: una lampadina a led colorata, strobosfera specchiata contemporanea e low-fi. La ricerca continua di Vanetti sul rapporto tra opera e osservatore è viva in TWO RIGHTS MAKE ONE WRONG. Il soggetto è un nudo di donna con indosso una maschera in lattice che ne priva la vista e consente di respirare solo dalla bocca. L’immagine muta lievemente a seconda dell’angolo di incidenza del punto di vista, grazie alla scelta di sovrapporre i negativi e proiettarli su una lastra di alluminio riflettente. Oltre alle serie fotografiche verrà presentato un video, ancora in fase sperimentale, in cui artifici visivi e suono binauriale agiscono insieme. Il tema è la diretta relazione tra opera e spettatore, aspetto fondamentale della poetica di Vanetti. Un ringraziamento particolare a Mr. Henry per la sonorizzazione originale.
“...Mi piace pensare che le fotografie – e in realtà tecnicamente è così – abbiano una loro vita, logicamente influenzata dal mio intervento, che si evolve autonoma nel tempo e nello spazio e che spesso le “sporcature” come dici tu, ne influenzino lo sviluppo. Da qui la scelta di utilizzare prodotti come candeggina, pellicole e carte scadute, materiali difettosi (come me) e così via; prodotti sui quali, a parte il diritto di scelta esercitato in principio, non ho più nessun potere una volta realizzate.”
Nota Biografica
Giacomo Vanetti nasce a Varese nel 1974. Dopo il Liceo scientifico si iscrive alla facoltà di Disegno Industriale del Politecnico di Milano dove si Laurea in Grafica e Comunicazione Visiva nel 2001. Durante la carriera universitaria ha l’opportunità, grazie ad una borsa di studio, di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Granada dove, oltre a diplomarsi in litografia, segue con successo corsi di fotografia, serigrafia e incisione. Dopo La Laurea, e dopo una collaborazione con il Politecnico di Milano come Cultore della Materia Fotografica e un periodo di lavoro come assistente fotografo di architettura, frequenta l’Istituto Italiano di Fotografia, sempre di Milano, collaborando come tecnico di studio. Si diploma in Fotografia nel 2004. L’interesse per la sperimentazione sui mezzi e linguaggi fotografici ha sempre caratterizzato la sua ricerca portandolo ad utilizzare differenti tecniche di lavoro sia analogiche che digitali. Pur dedicandosi con passione anche alla fotografia di reportage e commerciale, il copro del suo lavoro indaga principalmente la figura umana e il medium fotografico. Ha tenuto mostre personali e collettive in Italia e in Europa e le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private. Vive e lavora a Varese.
26
ottobre 2016
Giacomo Vanetti – Unrest
Dal 26 ottobre al 15 novembre 2016
fotografia
Location
AREA35 ARTGALLERY
Milano, Via Vigevano, 35, (Milano)
Milano, Via Vigevano, 35, (Milano)
Orario di apertura
Mart-Ven 15.30 – 19.30
Mattina e sabato su appuntamento
Vernissage
26 Ottobre 2016, 18.30 - 20.30
Autore