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Giada Giulia Pucci
Con questo terzo appuntamento espositivo si conclude il progetto Nuovo Approdo. Il Nuovo Teatro delle Commedie ospita le installazioni di una giovane artista italiana, Giada Giulia Pucci.
Comunicato stampa
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Con questo terzo appuntamento espositivo si conclude il progetto Nuovo Approdo patrocinato dal Comune di Livorno e da La Casa del Teatro e curato da Alessandra Dini.
Il Nuovo Teatro delle Commedie ospita le installazioni di una giovane artista italiana, Giada Giulia Pucci, che vive e lavora a Milano.
Invitata a confrontarsi con lo spazio del foyer e riflettendo sul concetto di teatro, l'artista ha realizzato opere specifiche per l'ambiente.
Nelle sue installazioni Giada Giulia Pucci ricostruisce degli interni, molto intimi e personali, come solo la propria casa può essere, per mezzo di semplici moduli di legno carbonizzato, in tutto e per tutto simili a quei tratti di carboncino che ne delineano il progetto.
I suoi lavori nascono infatti dal desiderio di spingere il disegno al di là delle sue note potenzialità fino a fargli abitare uno spazio bianco, come bianca è la pagina su cui l'artista riversa i frutti del divagare della propria mente.
Un grande tappeto, un armadio lasciato aperto per noncuranza, una classica pianta da appartamento occupano esattamente lo stesso perimetro del monolocale in cui Giada vive a Milano, e riempiono totalmente la saletta adiacente al foyer. Ogni elemento proietta un'ombra, ricreata dall'artista senza tener presente il punto di provenienza della luce naturale nella stanza, così questa casa stilizzata, che mostra la sua ossatura di travi ed è estranea al trascorrere del tempo, diviene un'abitazione simbolica in bilico tra realtà e immaginazione.
La grande porta vetrata segna una linea di confine, lo stesso limite che esiste tra platea e ribalta. E' grazie a questo piccolo accorgimento che l'installazione, divenuta inaccessibile, viene messa in mostra proprio come si trattasse di una scena teatrale.
In sintonia con la poetica che ispira tutti i suoi lavori, la riflessione di Giada si è spostata su di un piano autobiografico; scavando nella memoria ha cercato di focalizzare la sua prima esperienza con il teatro.
L'attesa prima di entrare in scena per una recita scolastica, quell'emozione mista a paura che ancora oggi a distanza di anni si fa presente, una di quelle sensazioni stratificate nella memoria che riaffiorano improvvisamente trasfigurate dall'inconscio.
Esplorando tutto il teatro alla ricerca di un luogo che corrispondesse alla sua idea di zona di passaggio, che fosse cioè appartato e nascosto al normale flusso dei visitatori, niente è sembrato più adatto di quelle che un tempo furono effettivamente le stanze degli attori. Giada invita il pubblico ad accedere a queste anguste camere, illuminate solo dalla luce riflessa del palco, seguendo un percorso di rose, fiore simbolo della segretezza ed anche solito omaggio alla prima attrice di uno spettacolo.
In tutte le sue opere esiste una doppia temporalità, da una parte c'è il vissuto personale, dall'altra la sua definitiva cristallizzazione nel momento della realizzazione, registrato nel titolo da vere e proprie date. La memoria fonde effettivamente il nostro passato con il presente che stiamo vivendo.
Nel percorso ideato per il foyer esiste anche un'inversione temporale: dalla scena allestita nella saletta percorriamo un cammino a ritroso verso la riservatezza del camerino, antefatto all'azione che si è già consumata sotto i riflettori.
Biografia dell'artista:
Nata a Ginevra (CH) nel 1974, vive e lavora tra Milano e Bologna. Diplomata all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha partecipato a numerose mostre collettive tra le quali nel 2004, "My home,casa in città" a cura di Arianna Di Genova, Matteo Chini e Lorenzo Bruni - ex Archivio Piaggio, Pontedera. Nel 2003, "Exp-36 colors-blu" a cura di Juan Carlos - Centre Civic Barceloneta, Barcellona e "Le città della gente" a cura di Marco Scotini – Officina Giovani Artisti, Prato. Nel 2002 "Meno Trenta" a cura di Tiziana Conti – Museo Civico "A.Olmo", Savigliano e "Anteprima" organizzata dalla G.A.M. di Bologna presso Galleria Guidi e Accademia di Belle Arti Bologna.
Il Nuovo Teatro delle Commedie ospita le installazioni di una giovane artista italiana, Giada Giulia Pucci, che vive e lavora a Milano.
Invitata a confrontarsi con lo spazio del foyer e riflettendo sul concetto di teatro, l'artista ha realizzato opere specifiche per l'ambiente.
Nelle sue installazioni Giada Giulia Pucci ricostruisce degli interni, molto intimi e personali, come solo la propria casa può essere, per mezzo di semplici moduli di legno carbonizzato, in tutto e per tutto simili a quei tratti di carboncino che ne delineano il progetto.
I suoi lavori nascono infatti dal desiderio di spingere il disegno al di là delle sue note potenzialità fino a fargli abitare uno spazio bianco, come bianca è la pagina su cui l'artista riversa i frutti del divagare della propria mente.
Un grande tappeto, un armadio lasciato aperto per noncuranza, una classica pianta da appartamento occupano esattamente lo stesso perimetro del monolocale in cui Giada vive a Milano, e riempiono totalmente la saletta adiacente al foyer. Ogni elemento proietta un'ombra, ricreata dall'artista senza tener presente il punto di provenienza della luce naturale nella stanza, così questa casa stilizzata, che mostra la sua ossatura di travi ed è estranea al trascorrere del tempo, diviene un'abitazione simbolica in bilico tra realtà e immaginazione.
La grande porta vetrata segna una linea di confine, lo stesso limite che esiste tra platea e ribalta. E' grazie a questo piccolo accorgimento che l'installazione, divenuta inaccessibile, viene messa in mostra proprio come si trattasse di una scena teatrale.
In sintonia con la poetica che ispira tutti i suoi lavori, la riflessione di Giada si è spostata su di un piano autobiografico; scavando nella memoria ha cercato di focalizzare la sua prima esperienza con il teatro.
L'attesa prima di entrare in scena per una recita scolastica, quell'emozione mista a paura che ancora oggi a distanza di anni si fa presente, una di quelle sensazioni stratificate nella memoria che riaffiorano improvvisamente trasfigurate dall'inconscio.
Esplorando tutto il teatro alla ricerca di un luogo che corrispondesse alla sua idea di zona di passaggio, che fosse cioè appartato e nascosto al normale flusso dei visitatori, niente è sembrato più adatto di quelle che un tempo furono effettivamente le stanze degli attori. Giada invita il pubblico ad accedere a queste anguste camere, illuminate solo dalla luce riflessa del palco, seguendo un percorso di rose, fiore simbolo della segretezza ed anche solito omaggio alla prima attrice di uno spettacolo.
In tutte le sue opere esiste una doppia temporalità, da una parte c'è il vissuto personale, dall'altra la sua definitiva cristallizzazione nel momento della realizzazione, registrato nel titolo da vere e proprie date. La memoria fonde effettivamente il nostro passato con il presente che stiamo vivendo.
Nel percorso ideato per il foyer esiste anche un'inversione temporale: dalla scena allestita nella saletta percorriamo un cammino a ritroso verso la riservatezza del camerino, antefatto all'azione che si è già consumata sotto i riflettori.
Biografia dell'artista:
Nata a Ginevra (CH) nel 1974, vive e lavora tra Milano e Bologna. Diplomata all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha partecipato a numerose mostre collettive tra le quali nel 2004, "My home,casa in città" a cura di Arianna Di Genova, Matteo Chini e Lorenzo Bruni - ex Archivio Piaggio, Pontedera. Nel 2003, "Exp-36 colors-blu" a cura di Juan Carlos - Centre Civic Barceloneta, Barcellona e "Le città della gente" a cura di Marco Scotini – Officina Giovani Artisti, Prato. Nel 2002 "Meno Trenta" a cura di Tiziana Conti – Museo Civico "A.Olmo", Savigliano e "Anteprima" organizzata dalla G.A.M. di Bologna presso Galleria Guidi e Accademia di Belle Arti Bologna.
21
gennaio 2005
Giada Giulia Pucci
Dal 21 gennaio al 21 febbraio 2005
arte contemporanea
Location
NUOVO TEATRO DELLE COMMEDIE
Livorno, Via Giuseppe Maria Terreni, 3, (Livorno)
Livorno, Via Giuseppe Maria Terreni, 3, (Livorno)
Orario di apertura
lunedì-venerdì dalle 9 alle 13. Martedì e giovedì dalle 15 alle 18
Vernissage
21 Gennaio 2005, ore 18
Curatore