Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Giambattista Piranesi – Il sogno della classicità
70 opere grafiche rivelano il sogno neoclassico dell’artista affascinato dalla grandezza del passato antico, tra magnificenza e sentimento del sublime.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 7 dicembre alle 18, inaugura a Palazzo Mosca-Musei Civici di Pesaro una nuova
e suggestiva mostra dedicata a Giovanni Battista Piranesi detto anche Giambattista
(Mogliano Veneto 1720 – Roma 1778) noto incisore, architetto e teorico dell'architettura.
Dopo la mostra “Rinascimento segreto” di Sgarbi e la personale di Nicola Samorì al Centro
Arti Visive Pescheria, che giocava sulla persistenza del linguaggio classico nell’arte
contemporanea, il progetto espositivo prosegue la riflessione a tutto tondo sulle
rinascenze artistiche e i loro effetti nelle varie epoche, filo rosso della programmazione di
quest’anno a Pesaro Musei.
Visitabile fino all’8 aprile 2018, l’esposizione “GIAMBATTISTA PIRANESI Il sogno della
classicità”, è promossa dal Comune di Pesaro/Assessorato alla Bellezza e organizzata
da Sistema Museo, con il contributo di The Art Company e in collaborazione con
Fondazione Giorgio Cini di Venezia e Factum Arte di Madrid.
Circa 70 opere grafiche da tre celebri serie di incisioni dedicate alle carceri, alle vedute e
alle antichità di Roma, rivelano il sogno neoclassico dell’artista affascinato dalla grandezza
del passato antico, tra magnificenza e sentimento del sublime.
Il sogno torna a rivivere e a riverberare nel Palazzo, già dimora della nobile famiglia
Mosca, dove fu ospitato Napoleone Bonaparte che del neoclassicismo aveva fatto una
visione politica funzionale alla costruzione del suo Impero.
La mostra prende ispirazione proprio dalla visita del generale Bonaparte, il 6 e 7 febbraio
1797, quando fu ospitato da Francesco Mosca, allora esponente del governo della
Repubblica Cisalpina di Milano e protagonista della cultura illuminista pesarese. Si deve a
Francesco l’ammodernamento dell’edificio seicentesco, affidato all’architetto Luigi
Baldelli, e in virtù dei legami politici e culturali della famiglia, il palazzo diviene un vivace
cenacolo di intellettuali ed aristocratici.
L’originale allestimento crea un dialogo emozionale tra le incisioni di Piranesi e diverse
opere delle civiche raccolte: sculture, ceramiche, modelli architettonici, arredi, il cui nucleo
principale è costituito dal lascito ottocentesco della marchesa Vittoria Mosca. Manufatti
databili tra Sette e Ottocento, prodotti sulla scia del vasto fenomeno di riscoperta ed
interpretazione dell'antico.
Entrando nella sala del Bellini è Napoleone a dare il benvenuto. Il percorso inizia dal busto
in marmo bianco che lo ritrae, tratto da un modello di Antoine-Denis Chaudet a inizio
Ottocento e parte della collezione Hercolani-Rossini. Un ritratto di Stato nato per
diffondere l’immagine ufficiale dell’Imperatore riconoscibile ma idealizzato secondo i
canoni del bello e circondato da un´aura di quieta grandezza.
Si entra nel vivo con la celebre e suggestiva serie piranesiana dedicata alle “Carceri”
(1761-70) nelle quali viene rivoluzionata la canonica rappresentazione della prigione.
Tavole raffiguranti non gabbie di ferro o celle chiuse da sbarre ma ambienti fortemente
drammatici, frutto di originale fantasia unita ad una attenta conoscenza architettonica.
Sono ardite visioni modellate su solide nozioni di prospettiva e costruzioni
tridimensionali. Sale infinite, volte distanti, spazi immensi e tuttavia claustrofobici, in cui
la ripetizione di varchi, spazi e scalini, l'intrico dei volumi, il labirinto, richiamano una
prigione psicologica più che fisica. Motivo per cui le Carceri di Piranesi hanno influenzato
artisti romantici, surrealisti, fino ai contemporanei, a partire da Escher.
Sala per sala, si svela la variegata attività del grande artista veneto appassionato in
particolar modo delle maestose rovine di Roma. La serie delle “Vedute di Roma” (1740-
60) e delle “Antichità romane” (1757) esprimono al meglio la sua poetica e rendono note
le bellezze e il fascino imperituro della città.
“Quando mi accorsi che a Roma la maggior parte dei monumenti antichi giacevano
abbandonati nei campi o nei giardini, oppure servivano da cava per nuove costruzioni, decisi
di preservarne il ricordo con le mie incisioni. Ho dunque cercato di mettervi la più grande
esattezza possibile”. Parole di Piranesi che oltre a documentare l’Urbe dell’epoca, nelle sue
opere riassume quell’intreccio magico in grado di avviluppare, in un unico immenso
“capriccio”, archeologia, mito, invenzione e storia del suo tempo.
Due preziosi stipi provenienti dalla collezione Mosca, decorati da dodici tempere su
pergamena riproducenti vedute di Roma con chiese e antichità, testimoniano la moda, già
diffusa nella seconda metà del Seicento, di inserire scorci della capitale pontificia sul
fronte di studioli e cassetti.
Di particolare rilievo è altresì una selezione dal ricco e raffinato servizio di porcellana
francese di manifattura Darte Frères (originariamente circa 190 pezzi), donato da
Napoleone alla famiglia Mosca in occasione della sua visita, come riconoscenza nei
confronti del marchese Francesco.
Il percorso si conclude con un coinvolgente video che propone ‘ricreazioni’ 3D delle
“Carceri” piranesiane realizzato da Gregoire Dupont dell'Atelier Factum Arte di Madrid,
tramite procedimento stereolitografico. Il video è stato eccezionalmente concesso in
prestito dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, proprietaria dell'edizione Piranesi
Fréres delle incisioni, da cui è stato tratto.
e suggestiva mostra dedicata a Giovanni Battista Piranesi detto anche Giambattista
(Mogliano Veneto 1720 – Roma 1778) noto incisore, architetto e teorico dell'architettura.
Dopo la mostra “Rinascimento segreto” di Sgarbi e la personale di Nicola Samorì al Centro
Arti Visive Pescheria, che giocava sulla persistenza del linguaggio classico nell’arte
contemporanea, il progetto espositivo prosegue la riflessione a tutto tondo sulle
rinascenze artistiche e i loro effetti nelle varie epoche, filo rosso della programmazione di
quest’anno a Pesaro Musei.
Visitabile fino all’8 aprile 2018, l’esposizione “GIAMBATTISTA PIRANESI Il sogno della
classicità”, è promossa dal Comune di Pesaro/Assessorato alla Bellezza e organizzata
da Sistema Museo, con il contributo di The Art Company e in collaborazione con
Fondazione Giorgio Cini di Venezia e Factum Arte di Madrid.
Circa 70 opere grafiche da tre celebri serie di incisioni dedicate alle carceri, alle vedute e
alle antichità di Roma, rivelano il sogno neoclassico dell’artista affascinato dalla grandezza
del passato antico, tra magnificenza e sentimento del sublime.
Il sogno torna a rivivere e a riverberare nel Palazzo, già dimora della nobile famiglia
Mosca, dove fu ospitato Napoleone Bonaparte che del neoclassicismo aveva fatto una
visione politica funzionale alla costruzione del suo Impero.
La mostra prende ispirazione proprio dalla visita del generale Bonaparte, il 6 e 7 febbraio
1797, quando fu ospitato da Francesco Mosca, allora esponente del governo della
Repubblica Cisalpina di Milano e protagonista della cultura illuminista pesarese. Si deve a
Francesco l’ammodernamento dell’edificio seicentesco, affidato all’architetto Luigi
Baldelli, e in virtù dei legami politici e culturali della famiglia, il palazzo diviene un vivace
cenacolo di intellettuali ed aristocratici.
L’originale allestimento crea un dialogo emozionale tra le incisioni di Piranesi e diverse
opere delle civiche raccolte: sculture, ceramiche, modelli architettonici, arredi, il cui nucleo
principale è costituito dal lascito ottocentesco della marchesa Vittoria Mosca. Manufatti
databili tra Sette e Ottocento, prodotti sulla scia del vasto fenomeno di riscoperta ed
interpretazione dell'antico.
Entrando nella sala del Bellini è Napoleone a dare il benvenuto. Il percorso inizia dal busto
in marmo bianco che lo ritrae, tratto da un modello di Antoine-Denis Chaudet a inizio
Ottocento e parte della collezione Hercolani-Rossini. Un ritratto di Stato nato per
diffondere l’immagine ufficiale dell’Imperatore riconoscibile ma idealizzato secondo i
canoni del bello e circondato da un´aura di quieta grandezza.
Si entra nel vivo con la celebre e suggestiva serie piranesiana dedicata alle “Carceri”
(1761-70) nelle quali viene rivoluzionata la canonica rappresentazione della prigione.
Tavole raffiguranti non gabbie di ferro o celle chiuse da sbarre ma ambienti fortemente
drammatici, frutto di originale fantasia unita ad una attenta conoscenza architettonica.
Sono ardite visioni modellate su solide nozioni di prospettiva e costruzioni
tridimensionali. Sale infinite, volte distanti, spazi immensi e tuttavia claustrofobici, in cui
la ripetizione di varchi, spazi e scalini, l'intrico dei volumi, il labirinto, richiamano una
prigione psicologica più che fisica. Motivo per cui le Carceri di Piranesi hanno influenzato
artisti romantici, surrealisti, fino ai contemporanei, a partire da Escher.
Sala per sala, si svela la variegata attività del grande artista veneto appassionato in
particolar modo delle maestose rovine di Roma. La serie delle “Vedute di Roma” (1740-
60) e delle “Antichità romane” (1757) esprimono al meglio la sua poetica e rendono note
le bellezze e il fascino imperituro della città.
“Quando mi accorsi che a Roma la maggior parte dei monumenti antichi giacevano
abbandonati nei campi o nei giardini, oppure servivano da cava per nuove costruzioni, decisi
di preservarne il ricordo con le mie incisioni. Ho dunque cercato di mettervi la più grande
esattezza possibile”. Parole di Piranesi che oltre a documentare l’Urbe dell’epoca, nelle sue
opere riassume quell’intreccio magico in grado di avviluppare, in un unico immenso
“capriccio”, archeologia, mito, invenzione e storia del suo tempo.
Due preziosi stipi provenienti dalla collezione Mosca, decorati da dodici tempere su
pergamena riproducenti vedute di Roma con chiese e antichità, testimoniano la moda, già
diffusa nella seconda metà del Seicento, di inserire scorci della capitale pontificia sul
fronte di studioli e cassetti.
Di particolare rilievo è altresì una selezione dal ricco e raffinato servizio di porcellana
francese di manifattura Darte Frères (originariamente circa 190 pezzi), donato da
Napoleone alla famiglia Mosca in occasione della sua visita, come riconoscenza nei
confronti del marchese Francesco.
Il percorso si conclude con un coinvolgente video che propone ‘ricreazioni’ 3D delle
“Carceri” piranesiane realizzato da Gregoire Dupont dell'Atelier Factum Arte di Madrid,
tramite procedimento stereolitografico. Il video è stato eccezionalmente concesso in
prestito dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, proprietaria dell'edizione Piranesi
Fréres delle incisioni, da cui è stato tratto.
07
dicembre 2017
Giambattista Piranesi – Il sogno della classicità
Dal 07 dicembre 2017 al 06 maggio 2018
arte antica
Location
PALAZZO MOSCA
Pesaro, Piazza Mosca, 29, (Pesaro E Urbino)
Pesaro, Piazza Mosca, 29, (Pesaro E Urbino)
Biglietti
Intero € 10
Ridotto € 8 (Gruppi min. 15 persone, da 19 a 25 anni, possessori di tessera FAI, TOURING CLUB ITALIANO, COOP Alleanza 3.0 e precedenti Adriatica, Nordest, Estense)
Libero (fino a 18 anni, soci ICOM, i giornalisti muniti di regolare tesserino, i disabili e la persona che li accompagna, possessori di Carta Famiglia del Comune di Pesaro)
Il biglietto consente la visita anche a Casa Rossini e Domus di Via dell’Abbondanza
Orario di apertura
Da martedì a giovedì h 10-13; Venerdì, sabato domenica e festivi h 10-13 / 15.30-18.30
Dal 15 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018 da martedì a domenica h 10-13 / 15.30-18.30
Chiuso 25 dicembre e 1 gennaio / La biglietteria chiude mezz’ora prima
Vernissage
7 Dicembre 2017, h 18
Autore