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Giampaolo Köhler
Disegni, palcoscenico, spot, quadri, racconti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sul confine tra Oriente e Occidente, tra mondi separati, potrete
scorgere - sulla riva di un fiume - il profilo maestoso di Gianpaolo
Kohler. Dinamico e agile nel teatro, nell’arte, nella pubblicità,
Kohler ha la mano felice di chi percepisce l’esistenza come movimento
fluido e libero da preconcetti.
Le sue opere, spesso accompagnate da brevi narrazioni o sconfinanti
sulle scene, parlano, attraverso il mito, dell’uomo di ogni tempo. Come
una sorta di autoritratto in movimento tra i continenti, l’artista
dipinge un personaggio, sempre quello, alle prese con leoni, demoni,
soldati e divinità. Quell’essere dal profilo possente, tracciato con
un’unica linea decisa, è il ritratto di mondi interiori fatti di paure,
emozioni, angosce, lotte, sfide, terremoti, guerre, bontà, avidità.
Gli stati d’animo vengono proiettati dall’artista all’esterno, in
un’incessante battaglia tra i molteplici personaggi che agiscono
all’interno del corpo e del pensiero umano. La dissonanza interna si
manifesta come la scena del mito, dove gli archetipi si fronteggiano
dopo aver accoltellato Freud.
“(…) Lo so/ – scrive Nazim Hikmet – quando si è presi da questa
passione/e il cuore ha un peso rispettabile/non c’è niente da fare, Don
Chisciotte,/niente da fare,/è necessario battersi/conto i mulini a
vento.
Hai ragione tu, Dulcinea/è la donna più bella del mondo/certo/bisognava
gridarlo in faccia/ai bottegai/certo (…)”
Il profilo del combattente - con le sue trasfigurazioni in Minotauro,
in Divinità, in Monstrum - è una posizione soggettiva e universale. E’
parte del nostro cammino interno e esterno, è parte del mondo oscuro
caravaggesco e della furia di Katrina, è l’apocalisse in seno alla
perfezione dell’essere.
Kolher artista, attore, padre, parla in soggettiva di sé e di noi e
delle nostre aspirazioni. Parla le lingue dell’Oriente e della “razza
umana” e anche della bestia, trasforma la sua corporeità in opera
d’arte e muta dimensioni in rapporto alla molteplicità dei suoi
innumerevoli orizzonti geografici e storici.
Leggerezza e profondità caratterizzano i suoi disegni e i suoi quadri
lignei, la virilità prorompe nell’arma e nello scudo per poi
sciogliersi nella Venere. La rappresentazione arcaica diventa
espressione iper-contemporanea. Kohler è un artista totale, la sua
figura si riafferma tra gli umani come famigliare, quando ecco, per
caso, accendendo la televisione vi appare, lì, dorato, immenso e
maestoso, in mezzo a una piazza metropolitana nelle vesti di un Budda
(imperfetto e con la tosse), per la pubblicità di una medicina.
scorgere - sulla riva di un fiume - il profilo maestoso di Gianpaolo
Kohler. Dinamico e agile nel teatro, nell’arte, nella pubblicità,
Kohler ha la mano felice di chi percepisce l’esistenza come movimento
fluido e libero da preconcetti.
Le sue opere, spesso accompagnate da brevi narrazioni o sconfinanti
sulle scene, parlano, attraverso il mito, dell’uomo di ogni tempo. Come
una sorta di autoritratto in movimento tra i continenti, l’artista
dipinge un personaggio, sempre quello, alle prese con leoni, demoni,
soldati e divinità. Quell’essere dal profilo possente, tracciato con
un’unica linea decisa, è il ritratto di mondi interiori fatti di paure,
emozioni, angosce, lotte, sfide, terremoti, guerre, bontà, avidità.
Gli stati d’animo vengono proiettati dall’artista all’esterno, in
un’incessante battaglia tra i molteplici personaggi che agiscono
all’interno del corpo e del pensiero umano. La dissonanza interna si
manifesta come la scena del mito, dove gli archetipi si fronteggiano
dopo aver accoltellato Freud.
“(…) Lo so/ – scrive Nazim Hikmet – quando si è presi da questa
passione/e il cuore ha un peso rispettabile/non c’è niente da fare, Don
Chisciotte,/niente da fare,/è necessario battersi/conto i mulini a
vento.
Hai ragione tu, Dulcinea/è la donna più bella del mondo/certo/bisognava
gridarlo in faccia/ai bottegai/certo (…)”
Il profilo del combattente - con le sue trasfigurazioni in Minotauro,
in Divinità, in Monstrum - è una posizione soggettiva e universale. E’
parte del nostro cammino interno e esterno, è parte del mondo oscuro
caravaggesco e della furia di Katrina, è l’apocalisse in seno alla
perfezione dell’essere.
Kolher artista, attore, padre, parla in soggettiva di sé e di noi e
delle nostre aspirazioni. Parla le lingue dell’Oriente e della “razza
umana” e anche della bestia, trasforma la sua corporeità in opera
d’arte e muta dimensioni in rapporto alla molteplicità dei suoi
innumerevoli orizzonti geografici e storici.
Leggerezza e profondità caratterizzano i suoi disegni e i suoi quadri
lignei, la virilità prorompe nell’arma e nello scudo per poi
sciogliersi nella Venere. La rappresentazione arcaica diventa
espressione iper-contemporanea. Kohler è un artista totale, la sua
figura si riafferma tra gli umani come famigliare, quando ecco, per
caso, accendendo la televisione vi appare, lì, dorato, immenso e
maestoso, in mezzo a una piazza metropolitana nelle vesti di un Budda
(imperfetto e con la tosse), per la pubblicità di una medicina.
15
dicembre 2005
Giampaolo Köhler
Dal 15 dicembre 2005 al 15 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
BOTTEGA CECE’ CASILE
Milano, Via Andrea Solari, 23, (Milano)
Milano, Via Andrea Solari, 23, (Milano)
Vernissage
15 Dicembre 2005, ore 18
Autore