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Giampietro Galeotti – Vicino a noi: Visioni infrared
Tra i fotografi locali, Giampietro Galeotti risulta essere sicuramente uno dei più attivi lettori del nostro patrimonio e dei più sensibili nel cogliere e trasmettere l’alienazione della nostra società
Comunicato stampa
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All’interno della Rocca Sforzesca, i cui spazi, per iniziativa dell’Assessorato agli Eventi e della Pro Loco, si sono aperti in questi ultimi anni ad artisti che nel loro percorso si sono misurati con ricordi e luoghi della nostra cultura e del nostro presente, viene presentata venerdì 20 luglio alle ore 19.00, nell’ ambito della mostra “Vicino a noi: visioni infrared” una significativa selezione (40 foto) dal 2003 al 2006 delle vedute urbane e rurali di Giampietro Galeotti. La fotografia, “l’invenzione fatale” che ha caratterizzato con la sua presenza irruente una nuova epoca segnata dalla modernità, ha sempre stabilito un rapporto intenso e profondo con la quotodianità.
Joseph Gay-Lussac, chimico e fisico francese della metà del IX secolo, parlando al Parlamento francese della fotografia, così la definisce “rappresenta la natura inanimata con un grado di precisione irraggiungibile dal disegno e dalla pittura, una perfezione uguale a quella della natura stessa”. Più generazioni di studenti hanno conosciuto la storia dell’arte attraverso le immagini documentaristiche, eseguite secondo uno stile che si voleva attento a descrivere i soggetti con la più rigorosa attendibilità. Il pregio di queste immagini, si trasforma però col passare degli anni in un limite perché l’età contemporanea chiede alla fotografia, più che la descrizione minuziosa, l’estro dell’interpretazione.
Nel XXI secolo il vero problema diventa quello di rapportarsi in modo originale con la contemporaneità, far ricorso in sintesi a un linguaggio attuale per leggere il nostro presente evitando ogni sbavatura retorica come ogni forzatura formalistica.
Tra i fotografi locali, Giampietro Galeotti risulta essere sicuramente uno dei più attivi lettori del nostro patrimonio e dei più sensibili nel cogliere e trasmettere l’alienazione della nostra società. Le sue visioni sono cariche di una tensione creativa propria di chi si appresta a compiere un lungo viaggio alla ricerca di una realtà ancestrale fatta di lunghe attese, silenzi e luci primitive. Colpisce immediatamente il suo tentativo di scoprire o meglio riscoprire la nostra realtà con uno sguardo nuovo attraverso, appunto, le sue “visioni infrared”. Il grande merito di Giampietro è stato, in questo caso, quello di aver intuito le potenzialità espressive che questi luoghi possiedono. La stessa posizione di ripresa ci obbliga ad osservare quasi tutti i suoi scatti dal basso verso l’alto. Non è facile capire il perché, ma ben presto ci si accorge che dipende dal fatto che quelle nuvole e quei cieli sembrano interrogarci: sono lì, sopra di noi, ma provengono chissà da quale passato o futuro difficile da decifrare. Ci troviamo di fronte a immagini appartenenti ad un surrealismo empirico, in cui il superamento della realtà percettiva avviene attraverso l’aiuto della tecnologia e non dell’astrazione mentale. Giampietro è infatti capace di catturare in uno scatto tangibile quello che fino a ieri potevamo “vedere” solo con gli occhi della mente.
Le immagini qui presentate ci consentono di reinterpretare la nostra quotidianità e di scoprire anche l’utilizzo della fotografia come mezzo di comunicazione, per riattualizzare e far vivere la vivacità culturale di una comunità, quella di Bagnara, in un insieme di eventi e iniziative legate ai Festeggiamenti della Madonna del Pubblico Voto. La fotografia, più di ogni altra espressione artistica, in questo caso, ci offre un originale esempio di valorizzazione del nostro patrimonio artistico-ambientale.
Joseph Gay-Lussac, chimico e fisico francese della metà del IX secolo, parlando al Parlamento francese della fotografia, così la definisce “rappresenta la natura inanimata con un grado di precisione irraggiungibile dal disegno e dalla pittura, una perfezione uguale a quella della natura stessa”. Più generazioni di studenti hanno conosciuto la storia dell’arte attraverso le immagini documentaristiche, eseguite secondo uno stile che si voleva attento a descrivere i soggetti con la più rigorosa attendibilità. Il pregio di queste immagini, si trasforma però col passare degli anni in un limite perché l’età contemporanea chiede alla fotografia, più che la descrizione minuziosa, l’estro dell’interpretazione.
Nel XXI secolo il vero problema diventa quello di rapportarsi in modo originale con la contemporaneità, far ricorso in sintesi a un linguaggio attuale per leggere il nostro presente evitando ogni sbavatura retorica come ogni forzatura formalistica.
Tra i fotografi locali, Giampietro Galeotti risulta essere sicuramente uno dei più attivi lettori del nostro patrimonio e dei più sensibili nel cogliere e trasmettere l’alienazione della nostra società. Le sue visioni sono cariche di una tensione creativa propria di chi si appresta a compiere un lungo viaggio alla ricerca di una realtà ancestrale fatta di lunghe attese, silenzi e luci primitive. Colpisce immediatamente il suo tentativo di scoprire o meglio riscoprire la nostra realtà con uno sguardo nuovo attraverso, appunto, le sue “visioni infrared”. Il grande merito di Giampietro è stato, in questo caso, quello di aver intuito le potenzialità espressive che questi luoghi possiedono. La stessa posizione di ripresa ci obbliga ad osservare quasi tutti i suoi scatti dal basso verso l’alto. Non è facile capire il perché, ma ben presto ci si accorge che dipende dal fatto che quelle nuvole e quei cieli sembrano interrogarci: sono lì, sopra di noi, ma provengono chissà da quale passato o futuro difficile da decifrare. Ci troviamo di fronte a immagini appartenenti ad un surrealismo empirico, in cui il superamento della realtà percettiva avviene attraverso l’aiuto della tecnologia e non dell’astrazione mentale. Giampietro è infatti capace di catturare in uno scatto tangibile quello che fino a ieri potevamo “vedere” solo con gli occhi della mente.
Le immagini qui presentate ci consentono di reinterpretare la nostra quotidianità e di scoprire anche l’utilizzo della fotografia come mezzo di comunicazione, per riattualizzare e far vivere la vivacità culturale di una comunità, quella di Bagnara, in un insieme di eventi e iniziative legate ai Festeggiamenti della Madonna del Pubblico Voto. La fotografia, più di ogni altra espressione artistica, in questo caso, ci offre un originale esempio di valorizzazione del nostro patrimonio artistico-ambientale.
20
luglio 2007
Giampietro Galeotti – Vicino a noi: Visioni infrared
Dal 20 al 29 luglio 2007
fotografia
Location
MUSEO DEL CASTELLO – ROCCA SFORZESCA
Bagnara Di Romagna, Piazza Iv Novembre, (Ravenna)
Bagnara Di Romagna, Piazza Iv Novembre, (Ravenna)
Orario di apertura
da sabato 21 a domenica 26 – 18.00/20.00, sabato 28 e domenica 29 – 18.00/24.00
Vernissage
20 Luglio 2007, ore 19
Autore
Curatore