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Gian Carlo Bulli – Dal ciclo del restauro
l’autore propone un gruppo di opere realizzate nell’arco degli ultimi tre anni
Comunicato stampa
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La galleria Artestudio inaugura l’anno espositivo 2005/2006 con la personale di Gian Carlo Bulli dal titolo “Dal ciclo del restauro” nella quale l’autore propone un gruppo di opere realizzate nell’arco degli ultimi tre anni: Cariatide del 2003, Contenzione I e III del 2004, Portale, Stele ed infine i mosaici del 2005.
Accanto a lavori di grandi dimensioni (Portale, Stele, Contenzioni I, III), che possono essere collocati nella categoria della scultura, ci sono tavole “a parete” (mosaici) alcune delle quali sono nella dimensione ridotta di “appunti”, come le ha definite Alberto Veca nel testo del catalogo che accompagna la mostra.
La prima personale di Gian Carlo Bulli è del 1961 alla Galleria Permanente di Bergamo. Il suo lavoro allora partecipava del clima informale materico e sarebbe giunto, nel corso del tempo, attraverso ripetuti processi di azzeramento e ricostruzione, ad una poetica rigorosa nella quale la forma si organizza “archittettonicamente” mentre la materia conserva una forte tensione emotiva.
E’ sempre Veca che nel suo testo suggerisce più percorsi per attraversare la mostra “Dal ciclo del restauro” di Gian Carlo Bulli: la riflessione sulla memoria e il concetto di restauro; il recupero dell’oggetto e la modalità di produzione; la ricerca sulla materia.
La riflessione sulla memoria si manifesta simbolicamente nell’attività di restaurare intesa come atto di restituzione dell’integrità perduta di un manufatto o di conservazione del suo stato - così come è - in un eterno presente.
Per Gian Carlo Bulli, tuttavia, restaurare non è solo “restituire” o “congelare”, non c’è infatti un oggetto specifico da recuperare, è piuttosto una riflessione sulla molteplicità delle possibilità formali il cui paradigma estetico abita nella memoria.
In questi ultimi lavori l’autore enfatizza l’importanza del dettaglio - la tessera del “mosaico”, l’elemento costitutivo di una “contenzione” - dandogli la stessa importanza dell’insieme architettonico-archeologico. Quel dettaglio ha in sè la necessità che restituisce la complessità della forma e l’autonomia che fa di quel microcosmo l’espressione della ricchezza del reale.
Gian Carlo Bulli costruisce le sue opere recuperando e assemblando materiali di scarto, per lo più di legno, destinati alla distruzione, e riconsegna loro una nuova dignità estetica. Compie, anche sotto questo aspetto, un atto di restauro. La nuova identità fisica dello scarto, dopo un lavoro di manipolazione artigianale, entra talvolta in una dimensione ambigua al punto che non è improprio chiedersi: ma, è pietra o legno?
Accanto a lavori di grandi dimensioni (Portale, Stele, Contenzioni I, III), che possono essere collocati nella categoria della scultura, ci sono tavole “a parete” (mosaici) alcune delle quali sono nella dimensione ridotta di “appunti”, come le ha definite Alberto Veca nel testo del catalogo che accompagna la mostra.
La prima personale di Gian Carlo Bulli è del 1961 alla Galleria Permanente di Bergamo. Il suo lavoro allora partecipava del clima informale materico e sarebbe giunto, nel corso del tempo, attraverso ripetuti processi di azzeramento e ricostruzione, ad una poetica rigorosa nella quale la forma si organizza “archittettonicamente” mentre la materia conserva una forte tensione emotiva.
E’ sempre Veca che nel suo testo suggerisce più percorsi per attraversare la mostra “Dal ciclo del restauro” di Gian Carlo Bulli: la riflessione sulla memoria e il concetto di restauro; il recupero dell’oggetto e la modalità di produzione; la ricerca sulla materia.
La riflessione sulla memoria si manifesta simbolicamente nell’attività di restaurare intesa come atto di restituzione dell’integrità perduta di un manufatto o di conservazione del suo stato - così come è - in un eterno presente.
Per Gian Carlo Bulli, tuttavia, restaurare non è solo “restituire” o “congelare”, non c’è infatti un oggetto specifico da recuperare, è piuttosto una riflessione sulla molteplicità delle possibilità formali il cui paradigma estetico abita nella memoria.
In questi ultimi lavori l’autore enfatizza l’importanza del dettaglio - la tessera del “mosaico”, l’elemento costitutivo di una “contenzione” - dandogli la stessa importanza dell’insieme architettonico-archeologico. Quel dettaglio ha in sè la necessità che restituisce la complessità della forma e l’autonomia che fa di quel microcosmo l’espressione della ricchezza del reale.
Gian Carlo Bulli costruisce le sue opere recuperando e assemblando materiali di scarto, per lo più di legno, destinati alla distruzione, e riconsegna loro una nuova dignità estetica. Compie, anche sotto questo aspetto, un atto di restauro. La nuova identità fisica dello scarto, dopo un lavoro di manipolazione artigianale, entra talvolta in una dimensione ambigua al punto che non è improprio chiedersi: ma, è pietra o legno?
10
novembre 2005
Gian Carlo Bulli – Dal ciclo del restauro
Dal 10 novembre al 22 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTESTUDIO
Milano, Via Della Moscova, 38, (Milano)
Milano, Via Della Moscova, 38, (Milano)
Orario di apertura
lunedì-venerdì 10:00-13:00; 15:30-19:30
chiusura natalizia:dal 23 dicembre 2005 al 3 gennaio 2006
Vernissage
10 Novembre 2005, ore 18,30
Autore